venerdì 28 luglio 2017

Recensione 'A Disabilandia si tromba' di Marina Cuollo


Buongiorno lettori, oggi vi propongo l'ultima recensione prima della pausa estiva e sono molto felice di farlo con un romanzo che mi ha fatto ridere tantissimo, ma soprattutto riflettere. A questo proposito devo ringraziare l'autrice, Marina Cuollo, non solo per averlo scritto, ma anche per avermi dato la possibilità di leggerlo!





A Disabilandia si tromba
Marina Cuollo


Editore: Sperling&Kupfer - Genere: Biografia
Pagine: 169 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO AUTRICE)


"Sono una microdonna, alta un metro e una mentina, che ha bisogno di mostrarsi sempre un po' incazzata con il mondo per dire la sua. Ma in fondo sono come una crème brûlée: quando rompi la crosta, sotto c'è il morbido. Ho trentasei anni, e quando sono nata nessuno ci avrebbe scommesso mille lire che ci sarei arrivata. Sono venuta al mondo con una sindrome genetica molto rara: la Melnick Needles, che non è una marca di siringhe ma un'osteodisplasia scheletrica che conta un centinaio di casi in tutto il mondo. Uso la sedia a rotelle e di notte dormo abbracciata a un ventilatore polmonare, ma rompo ancora le scatole in giro. Capirai, dunque, che quando mi presento a qualcuno il taglio di capelli non è la prima cosa che si nota." Dalla sedia a rotelle Marina vede e ascolta cose sulla disabilità impossibili da immaginare per idiozia e insensibilità. Racconta situazioni, comportamenti, battute del normodotato medio quando si relaziona con il disabile per strada, al lavoro, negli uffici pubblici, al ristorante. Convinta che ridere di qualcosa di brutto aiuti a liberarsi da stereotipi e ipocrisie, Marina strappa tutte le etichette che spesso incolliamo su ciò che ci spaventa o che non conosciamo, e spazza via con la sua penna tabù e preconcetti.




Questo romanzo si svela agli occhi del lettore già a partire dal fucsia, molto in stile Barbie, che ne caratterizza la copertina. Un colore vivace come lo stile dell'autrice, uno stile che cattura l'attenzione e che, descrizione dopo descrizione, strappa più di una risata e più di una riflessione.

Marina Cuollo è una microdonna alta un metro e una mentina sì, ma di una vitalità e una vivacità che traspare grandemente nel suo narrato. Ci troviamo di fronte ad un romanzo non convenzionale, un romanzo fuori dagli schemi, in cui non ci viene narrata una storia con un principio ed una fine, ma un osservare il mondo stando seduti su di un cingolato. E l'autrice questo lo fa in maniera critica, ma allo stesso tempo esilarante ed ironica. Si partirà con l'analisi delle varie sfaccettature del "normodotato" (rigorosamente tra virgolette), per poi passare alle diverse tipizzazioni del disabile, al suo rapporto con quelli che vengono definiti ausili per disabili e non, per soffermarsi, infine, sul legame disabile-lavoro, disabile-famiglia, disabile-barriere architettoniche, disabile-relazioni amorose e disabile-morte.

Nel racconto di Marina, purtroppo o per fortuna, c'è tanta verità. Io per prima non mi nasconderò dietro un dito per dire 'no io questo non lo faccio!'. Lo facciamo eccome. Leggere questo romanzo è un po' come riflettersi allo specchio, ritrovarsi in certi comportamenti o pensieri e ritrovarci anche gente di nostra conoscenza. 
Con ironia e una buona dose di leggerezza, il lettore viene guidato attraverso temi molto forti, ricorrendo alla risata per sdrammatizzare, e questo costituisce il punto di forza del romanzo, la giusta chiave di lettura. 
Un romanzo che pone l'attenzione su un tema essenziale: il pregiudizio. Su come siamo abituati ad etichettare non solo le cose ma anche le persone, e di come sia la paura a spingerci a fare ciò quando ci imbattiamo in qualcosa che non conosciamo. Nel caso specifico il diverso.

Diverse sono le riflessioni suscitate in chi legge, pagina dopo pagina. A fine lettura imparerete di come la disabilità sia proprio una di queste etichette, un pregiudizio che l'uomo sente di dover affibbiare a colui che considera diverso; di come la superiorità fisica non implichi necessariamente una superiorità intellettuale, anzi; di come, cambiando prospettiva, anche i "normodotati" non siano poi tanto normali e, per questo, anch'essi etichettabili. Dipende tutto dal punto di vista perché, alla fine, "...siamo tutti un po' disabili, e quindi non lo è nessuno...". Il mio consiglio? Leggetelo, non ve ne pentirete!



mercoledì 26 luglio 2017

The Hunting Word Challenge: Parola Bonus Terza tappa!




Buongiorno a tutti i partecipanti alla The Hunting Word ChallengeCome avrete intuito dal titolo, questo post è tutto per voi e riguarda la famosa parola bonus che vi permetterà di accumulare 15 PUNTI EXTRA. Adesso vi spiego per filo e per segno di cosa si tratta cercando di essere il più precisa possibile.

La parola bonus sarà sempre una, e soltanto una, nel corso delle diverse tappe. Questo vuol dire che fino al 20 Settembre, data di conclusione della Terza Tappa, non ne troverete un'altra e che potrete utilizzarla una sola volta, proprio come avviene per le 10 parole di base.

Ancora, la parola bonus potrà essere spuntata in qualsiasi momento (ovviamente la recensione dovrà essere pubblicata e inviata sempre entro le ore 18:00 del 20 Settembre) anche se non avrete completato tutte le dieci parole iniziali che vi sono state assegnate a giugno con l'inizio della tappa. 



COME GIOCARE?


Come al solito dovrete scegliere un libro (e per libro si intende un libro di minimo 150 pagine a tal proposito faranno fede le schede Amazon e Goodreads, non racconti, fumetti e varie ed eventuali!). 


Qual è la particolarità? In questo caso specifico la parola dovrà essere contenuta solo ed esclusivamente nel titolo del romanzo (non varrà né il collegamento per significato o idea nel titolo, né la raffigurazione in copertina), così come dovrà conservare il numero, cioè se si tratta di singolare dovrà rimanere singolare e viceversa nel caso del plurale.

Anche per la parola bonus valgono le regole della sfida principale, cioè non si può cambiare il genere da femminile a maschile e viceversa, così come non si può tradurre, in qualsiasi lingua, la parola stessa (questo vuol dire che, poiché i libri in lingua sono validi solo ed esclusivamente per eventuali raffigurazioni in copertina, come da regolamento, in questo caso non potranno essere utilizzati in alcun modo).



Per quanto riguarda le recensioni farà fede la data di pubblicazione sul vostro blog o sui vostri profili Goodreads e Anobii, quindi non varranno letture antecedenti al momento della pubblicazione di tale post! Come specificato nel regolamento le letture dovranno essere scelte da oggi in poi (non potrete utilizzare libri conclusi da qualche giorno, né riletture!).
Se, casualmente, il libro che avete scelto per spuntare la parola bonus presenta anche una delle dieci parole e viceversa, potrete usarlo o per l'una o per l'altra ma non per entrambe, come già sapete!

Il modulo da utilizzare per l'invio delle recensioni della parola bonus è lo stesso che avete usato fino a questo momento e che userete durante tutta la terza tappa (fatta eccezione per le sfide aggiuntive per le quali, vi ricordo, troverete un modulo diverso!). Ovviamente lo trovate nel post di apertura della Terza Tappa! (qui)
Al momento della compilazione specificatemi la parola bonus nella sezione "Parola spuntata" in modo da assegnarvi il giusto punteggio!

Credo di non avere nulla da aggiungere se non che per qualsiasi dubbio o perplessità potremo confrontarci nel Gruppo Facebook o contattandomi all'indirizzo email appuntidiunagiovanereader@gmail.com.


Ed ora ecco a voi la parola bonus della Terza Tappa!






lunedì 24 luglio 2017

#bancarellablogger a Pontremoli: sua Maestà on the road!



I sei romanzi finalisti del Premio Bancarella 2017


Sì, se ve lo state chiedendo sua Maestà on the road sarei io. Alla base del nomignolo c'è tutta una storia che non vi sto a raccontare, vi basti sapere che la giustificazione che è stata data a Dario Vergassola e a quanti ci hanno seguito in streaming e nella piazza di Pontremoli riguarda il colorito del mio incarnato definibile con un termine assoluto: diafano.

E sì, in questo post dovrei anche raccontarvi la mia esperienza in quel di Pontremoli, ma ora che sono qui mi domando: come si fa a dare corpo alle emozioni, ad imprimerle su carta, o su uno schermo nel caso specifico? Come si fa a spiegarvi cosa è stato per me vivere in prima linea il Premio Bancarella? 
Amanda Colombo, the Boss, che non finirò mai di ringraziare per questa fantastica opportunità, ha detto che chi vive di, con e per i libri resta ammaliato dal fascino di Pontremoli. Ebbene io ve lo confermo! Non riesco ancora a riprendermi da quel 16 Luglio, dai sorrisi, dai battiti accelerati, dai sospiri, dagli sguardi.
Per non parlare dell'atmosfera, dell'aria pura che si respira, dei raggi del sole che scaldano e abbracciano, dei tornanti micidiali, della boscaglia, della natura. Sembra di essere sospesi in una bolla, fuori dal tempo, in un luogo dove tutto può succedere, perfino avvistare un capriolo come nel mio caso!

Con Valeria Benatti
Un viaggio lungo più di 18 ore, sommando andata e ritorno, con le gambe anchilosate, una vera e propria impresa per cui, nonostante tutto, è valsa la pena. Ma passiamo a raccontarvi la serata della premiazione. Svegliata dal canto degli uccellini che cinguettavano sul mio davanzale (mi sentivo molto Biancaneve nella casetta dei sette nani!) ho fatto una capatina a Pontremoli già al mattino, in modo da poter studiare al meglio la disposizione delle sedute e, soprattutto, il palco o meglio la modalità di accesso al palco perché, come alcuni di voi sapranno ormai, io sul suddetto palco ci sono salita. Questa, in effetti, è stata una delle ultime notizie ricevute nella settimana precedente alla partenza. Proprio quando mi ero un tantino tranquillizzata, perché il mio compito di #bancarellablogger era terminato e avrei dovuto solo presenziare da spettatrice alla serata finale (che volete che sia!), ricevo una telefonata da Laura La Libridinosa che mi chiede prima di tutto se sono seduta (non sia mai che mi fratturi qualcosa in seguito ad un eventuale cedimento delle gambe), per poi annunciarmi che avrei dovuto presentare, introducendola sul palco con quelle che erano le mie riflessioni post lettura, nientepopodimeno che Valeria Benatti. Panico, non parlavo davanti ad un'intera platea dal giorno della mia seduta di laurea...

Ma torniamo alla serata e procediamo con ordine. La manifestazione ha avuto inizio alle 21:30 ma prima di tutto ciò c'è stata la possibilità di salutare le mie colleghe e Amanda, conoscere Dario Vergassola (che è spassosissimo e ha allietato la lunghissima serata con battute esilaranti!), incontrare gli autori (io e Lea ci siamo fiondate sul nostro amato Jung-myung Lee, meglio conosciuto come il coreano), scattare foto con loro e farsi autografare i romanzi, e infine prendere posto in platea, proprio su quelle sedute dove, un cartello recitava "riservato". Una cosa del genere non mi era mai capitata, quel posto era tutto per me!
Insomma la serata ha avuto inizio. Dopo i convenevoli e i saluti di rito, la cara Laura è dovuta salire sul palco per spiegare cosa è stato il progetto #bancarellablogger, qual è stato il nostro ruolo nel corso di questi mesi e come si sarebbe concluso, ovvero sul palco. Come anticipatovi poco fa, ho avuto il piacere di presentare la dolcissima Valeria Benatti con il suo romanzo "Gocce di Veleno". Durante i saluti, quando abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere mi ha detto: "Ma tu sei Maestà! Sono molto emozionata e non vedo l'ora di sentire il tuo discorso". Bene a quanto pare il mio discorso le è piaciuto, al punto da volerlo condividere sulla sua pagina ed è per questo motivo che ve lo ripropongo:

Presentando "Gocce di veleno" di Valeria Benatti
In Gocce di veleno viene affrontata una tematica molto importante e, purtroppo, anche molto attuale, ovvero la violenza sulle donne. Violenza fisica ma soprattutto psicologica. Ciò che colpisce è lo stile graffiante, diretto, a volte crudo e privo di filtri, con cui l’autrice, senza giri di parole, ci racconta di un legame morboso, ossessivo e violento. Un amore, se così si può definire, malato in cui persino le dichiarazioni sanno di morte. Un amore che prende, si sazia e non concede nulla in cambio.

Ma, grazie alla divisione strutturale in quattro grandi sezioni, tutte diverse, che fungono da porti di attracco, il romanzo appare agli occhi di chi legge come un vero e proprio viaggio interiore, un processo di guarigione, di rinascita, che ha per protagonista Claudia, una donna malandata con le ossa rotte e i pensieri storti.

Oggi come oggi le storie di violenza sono all’ordine del giorno e il romanzo di Valeria Benatti racchiude una profonda denuncia ad aprire gli occhi su una realtà che non deve e non può lasciare indifferenti, ad ascoltare le voci silenti di chi soffre, ma allo stesso tempo racchiude un invito per tutte quelle donne maltrattate, che hanno subito e continuano a subire, affinché quella voce silenziosa diventi un grido di aiuto e di speranza per ritrovare il coraggio di tornare ad amarsi, il coraggio di sentirsi nuovamente libere, pronte ad affrontare un cambiamento, proprio come un bruco che, chiuso dentro ad un bozzolo piccolo ed angusto, torna a nuova vita trasformandosi in una bellissima farfalla.

domenica 23 luglio 2017

Sneak Peek Luglio!

Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria


Buona domenica lettori! Manca poco più di una settimana alla fine di Luglio ma non potevo non condividere con voi il nostro giretto virtuale in libreria nel quale vi segnalo le uscite più interessanti del mese. Approfitto dell'occasione per dirvi che il nostro consueto appuntamento con Sneak Peek salterà per il mese di Agosto per poi riprendere regolarmente a Settembre. Ora, avete preso carta e penna? Si comincia!



In libreria dal 4 Luglio


Trama:


Seguii il loro sguardo e in quel momento pensai che London fosse la neonata più preziosa nella storia del mondo. Avremo una vita bellissima. Noi due. A trentaquattro anni, Russell Green ha tutto: una moglie fantastica, un'adorabile bambina di cinque anni, una carriera ben avviata e una casa elegante a Charlotte, in North Carolina. All'apparenza vive un sogno, ma sotto la superficie perfetta qualcosa comincia a incrinarsi. Nell'arco di pochi mesi, Russ si trova senza moglie né lavoro, solo con la figlia London e una realtà tutta da reinventare. E se quel viaggio all'inizio lo spaventa, ben presto il legame con London diventa indissolubile e dolcissimo, tanto da dargli una forza che non si aspettava. La forza di affrontare la fine di un matrimonio in cui aveva tanto creduto. Ma soprattutto la forza straordinaria di essere un padre solido e affidabile, capace di proteggere la sua bambina dalle conseguenze di un cambiamento tanto radicale. Alla paura iniziale, poco alla volta, si sostituisce la meraviglia di ritrovare dentro di sé le risorse che servono per fare il mestiere più difficile del mondo, il genitore. Russ scopre di saper amare in un modo nuovo, di quell'amore incondizionato che non deve chiedere ma solo offrire. E forse per questo potrà anche rimettersi in gioco con una donna alla quale dare tutto se stesso. Come il suo protagonista, anche Nicholas Sparks si è messo in gioco e ha vinto la partita. Perché, nel romanzo La vita in due , ha saputo raccontare non solo la storia d'amore tra un uomo e una donna, ma la verità di un sentimento tanto delicato e profondo quanto l'affetto che lega un padre e una figlia.




In libreria dal 6 Luglio


Trama:


Laura sa di essere una madre iperprotettiva e - in fondo - gelosa di suo figlio Daniel, un brillante neolaureato dal futuro luminoso. Così, quando Daniel le presenta la sua nuova fidanzata, Cherry, lei si impone di essere gentile e addirittura invita la ragazza per qualche giorno di vacanza nella villa di famiglia a Saint Tropez. Ma tutti i suoi buoni propositi vanno in frantumi quando Laura scopre che Cherry si fa riempire di regali e, soprattutto, ha mentito a Daniel riguardo alla sua vita e al suo lavoro. E poi c'è sempre quella sgradevolissima sensazione che Cherry nasconda un lato oscuro e che stia tramando per metterla in cattiva luce col figlio. No, Laura non può rimanere a guardare mentre una spregiudicata arrampicatrice sociale vuole rubargli Daniel. Deve agire. Ma sta per commettere un errore imperdonabile... Cherry odia la sua vita. E adesso, finalmente, ha la possibilità di riscattare tutte le umiliazioni subite in passato grazie all'amore di Daniel. Un ragazzo ricco, bello, generoso. Peccato che fra lei e la felicità ci sia ancora un ultimo ostacolo: l'invadente, onnipresente Laura. Cherry è convinta che, dietro un'apparenza di sorrisi e buone maniere, Laura la disprezzi e sia disposta a tutto pur di tenerla lontana da Daniel. E allora l'unica soluzione è screditarla, farla apparire come una madre paranoica e pericolosa agli occhi del suo stesso figlio. Sì, sarà proprio Daniel l'alleato più prezioso per rendere l'esistenza di Laura un inferno. E per conquistarsi così la vita da favola che lei ha sempre sognato.




In libreria dal 6 Luglio


Trama:


1988: in una giornata estiva nel Golfo del Messico succedono due cose straordinarie alla dodicenne Maeve Donnelly: viene baciata da Daniel, il ragazzino dei suoi sogni. E viene aggredita da uno squalo. Diciott'anni più tardi Maeve è una biologa marina che lavora e studia in giro per il mondo proprio quegli animali che le hanno fatto rischiare la vita. Conosciuta nel suo ambiente come "la ragazza che sussurra agli squali", Maeve in acqua è una vera sirena. Sulla terraferma invece è timida e insicura. Quando fa ritorno all'isoletta della Florida dove ha trascorso l'infanzia, nell'Hotel delle muse dove sua nonna l'ha cresciuta, scopre che il fratello gemello sta per diventare uno scrittore famoso grazie a un libro in cui racconta le fallimentari vicende amorose di lei. Riuscirà ad affrontare il tradimento del fratello e a perdonare l'abbandono di Daniel, il suo primo grande amore? Oppure girerà per sempre le spalle a quel mondo e si ritufferà nel mare e nei suoi studi, aprendo il cuore all'avvenente collega Nicholas che condivide con lei la passione per l'oceano?





In libreria dal 6 Luglio


Trama:


A Cambridge è venerdì. I corridoi dell’università sono deserti e il silenzio avvolge ogni cosa in un’atmosfera irreale. Il professor Leonard Green, luminare della cattedra di matematica, giace nel suo studio brutalmente assassinato. Sul corpo le stesse ferite della moglie, morta otto mesi prima in circostanze altrettanto misteriose. Per Daniela, figlia diciassettenne di Leonard, la storia si ripete. E il dolore è sempre più grande. Un dolore che soltanto la verità può attenuare. Per trovarla ha in mano solo una strana formula, l’unica eredità del padre professore: un messaggio cifrato, pieno di numeri che non è in grado di interpretare. Quando uno studente di Leonard, Richard Chanfray, la avvicina e le fa sapere che anche lei è in grave pericolo, Daniela non può far altro che fidarsi di lui. Forse quel ragazzo custodisce la chiave per scoprire a cosa stava lavorando suo padre. Forse potrà aiutarla a decifrare quella formula che non riesce a togliersi dalla testa e che sembra ricongiungersi a un segreto oscuro perso nelle nebbie di un passato molto lontano. Un segreto che sta minacciando l’incolumità di un gruppo di persone disposte a tutto per difendersi e per difendere il mistero di una tradizione secolare che dalle arti degli antichi alchimisti arriva fino alle più avanzate scoperte scientifiche. Un segreto che potrebbe riscrivere la storia dell’umanità. E allora una lotta senza esclusione di colpi attende Richard e Daniela, chiamati a risolvere l’enigma lasciato da Leonard prima che finisca nelle mani sbagliate.




In libreria dall'11 Luglio


Trama:


Le ultime parole di Charlie continuano a perseguitare la sua migliore amica Grace, che non è più la stessa da quando lei è morta. Grace è una giovane maestra che vive tranquilla con Dan, conosciuto ai tempi del liceo. È una ragazza piena di sensi di colpa, perché si è sempre sentita responsabile della scomparsa delle persone che ha amato, persino di quella della sua migliore amica Charlie. Loro due avevano un legame speciale fin da ragazzine, quando avevano nascosto insieme la misteriosa memory box di Charlie. Ora quella scatola piena di segreti è l'unico oggetto rimasto a Grace come ricordo. Al suo interno, ha trovato la lista dei desideri dell'amica: il primo sarebbe stato ritrovare il padre che non aveva mai conosciuto. Per lealtà verso quella che per lei è stata una sorella, Grace decide dunque di indagare e ben presto si imbatte in un'altra donna, Anna, che sostiene di essere la vera sorella di Charlie. Sarebbe bellissimo ritrovare una famiglia, ma il suo arrivo è accompagnato da segnali inquietanti. Gli oggetti scompaiono. Arrivano telefonate silenziose nel cuore della notte. Messaggi minacciosi. Persino Dan si comporta in modo strano. E Grace è sicura che qualcuno la segua. È tutto nella sua mente o succede davvero? Per darsi una risposta, Grace inizia un agghiacciante viaggio nel proprio passato. E in quello della ragazza che credeva di conoscere come se stessa.

venerdì 21 luglio 2017

Recensione 'La ragazza italiana' di Lucinda Riley


Il weekend è ormai alle porte e a breve inizierò a stilare la lista dei libri "per le vacanze" che condividerò insieme a tutti voi, ovviamente. Oggi però voglio trascinarvi tra le pagine scritte da una delle mie autrici preferite. Ringrazio la Giunti per la copia omaggio che va ad arricchire la mia collezione. Buona lettura!





La ragazza italiana
Lucinda Riley


Editore: Giunti - Genere: Romanzo Rosa
Pagine: 548 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 8,99€
(OMAGGIO CE)


Napoli, 1966. È una splendida giornata estiva e la casa dei Menici ferve di preparativi per la festa che si terrà quella sera. Rosanna ha solo undici anni e sogna di diventare bella e corteggiata come la sorella maggiore Carlotta, che con la sua pelle di velluto e i lunghi capelli scuri attira su di sé tutti gli sguardi. Ma Rosanna ha un altro dono, che la rende davvero speciale: una voce straordinaria in grado di incantare chiunque la ascolti. Soprattutto il giovane Roberto Rossini, brillante studente della Scala di Milano, che dopo l'esibizione di Rosanna propone a suo padre di farla studiare con uno dei più grandi maestri della lirica. Un incontro fatale, quello tra Roberto e Rosanna, che segnerà per sempre il loro destino. 
Milano, 1973. Ormai una giovane donna sensibile e appassionata, Rosanna ha finalmente realizzato il desiderio di essere ammessa alla Scala. Inizia per lei un periodo inebriante: il ritmo della metropoli, le estenuanti prove di canto, i primi gloriosi passi sul palcoscenico. E sarà proprio qui che le strade di Rosanna e Roberto si incroceranno di nuovo. 
Affascinata e intimorita da quell'uomo carismatico e sfuggente, sempre circondato da donne bellissime e acclamato nei teatri di tutto il mondo, Rosanna finisce per essere travolta da un sentimento potente e inarrestabile. Ma un segreto nascosto nel passato di Roberto e le oscure trame di una donna senza scrupoli minacciano di infrangere tutti i suoi sogni.



Quando ho chiesto di leggere il nuovo romanzo di Lucinda non ho assolutamente guardato il numero di pagine che lo componeva. In realtà non lo faccio mai perché se un romanzo mi interessa davvero non mi soffermo su quelli che considero, a tutti gli effetti, dei dettagli. 
Ora, il periodo in cui ci troviamo è uno di quelli in cui non sopporto molto, insieme al gran caldo, i romanzi voluminosi, la cosiddetta mole per intenderci, per cui ero un tantino preoccupata su quelli che sarebbero potuti essere i tempi di lettura: libro voluminoso uguale molti giorni.
Ecco Lucinda è riuscita a sfatare anche questo mito perché, nel caso specifico, il tempo impiegato per terminare il romanzo non è direttamente proporzionale alla quantità di pagine, bensì alla qualità, che è molto alta. Tutto questo per dirvi che il romanzo l'ho divorato in tre giorni, nonostante siamo oltre le 500 pagine, e che tale numero non costituisce assolutamente un impedimento per il lettore.
La scrittura vola, così come la storia e, nel giro di pochi capitoli, vi ritroverete immersi fino al collo in un mondo di carta e parole che saprà sorprendervi dall'inizio alla fine.

Questo romanzo racconta i sentimenti, l'amore, quello con la maiuscola, ma si sofferma soprattutto sulle decisioni sbagliate che si prendono per amore. Ciò costituisce il punto focale che regolerà non solo la vita di Rosanna, la protagonista, e quindi le sue di scelte, ma anche quella di chi le sta intorno. Ogni personaggio sarà chiamato a confrontarsi, volente o nolente, con questo aspetto fondamentale.
In apertura l'autrice fornisce piccole informazioni sul romanzo che di lì a breve si dipanerà sotto gli occhi attenti del lettore. Tra queste si sofferma anche sul titolo. Originariamente, infatti, il romanzo avrebbe dovuto intitolarsi Aria e trovo che fosse una scelta ben più calzante di quella con cui poi è stato proposto al grande pubblico perché la musica, o ancora meglio l'opera, costituisce il collante per l'intera vicenda, il motore che muove e guida le vite dei protagonisti. Con in sottofondo la Traviata, la Bohème, il Rigoletto, la Madama Butterfly, conosceremo una delle più grandi storie d'amore che avrà per protagonisti Roberto e Rosanna, voci ammalianti nel panorama non solo artistico ma anche letterario.

La ragazza italiana è uno di quei romanzi che l'autrice aveva scritto in precedenza e che ha rispolverato per dargli nuova vita e questo si percepisce dallo stile un po' acerbo rispetto a quello a cui siamo abituati. A parte questo, però, ritroverete tutte quelle caratteristiche che, se conoscete già l'autrice o se state per scoprirla, sanno fare innamorare il lettore. Una lettura ricca di sentimenti, di emozioni, di descrizioni, una lettura che poteva essere snellita in qualche punto, ma che, al contempo, non va ad inficiare sull'attenzione di chi legge, attenzione che rimane sempre piuttosto alta grazie alla mirabile capacità della scrittrice di servire le giuste carte senza svelare troppo, non facendo altro che incuriosire invogliando a proseguire pagina dopo pagina.

Una piccola novità è rappresentata dalla suddivisione strutturale del narrato. A differenza di altri romanzi dell'autrice non troverete due storie con altrettante protagoniste che alla fine si intrecciano tra loro, né tanto meno digressioni temporali con alternanza di presente e passato. Il romanzo appare come un corpo unico e continuo che copre, in maniera del tutto lineare, un arco di tempo che si estende dal 1966 al 1985, intervallato da alcune pagine corsivate, una lettera, in cui la voce più matura di Rosanna non costituisce solo un intermezzo ma il ponte che garantisce la solidità dei salti temporali che caratterizzano le diverse sezioni perché diverse sono le voci che si raccontano al lettore.

Lo scorrere del tempo porta con sé, inevitabilmente, anche una maturazione dei personaggi. Ciò si percepisce in ogni figura che calca la scena ma soprattutto nella protagonista: Rosanna, da undicenne con un sogno nel cassetto, a giovane donna, moglie e madre. Ho fatto il tifo per lei sin dal principio, quando i suoi occhi si sono posati per la prima volta su Roberto, personaggio enigmatico ed affascinante. Si soffre, si sorride, si piange e si viaggia insieme a loro e alle loro voci toccando città tanto diverse come Napoli, Milano, Londra e New York.

I colpi di scena non mancano, anche se la prevedibilità di alcuni avvenimenti mi porta a dire che non si tratta del miglior lavoro dell'autrice. Nonostante ciò, però, ci troviamo di fronte ad una storia oggettivamente bella ed interessante, carica di misteri e segreti, quel tanto che basta a permettermi di continuare ad amare incondizionatamente questa scrittrice. 




mercoledì 19 luglio 2017

Recensione 'Time Deal' di Leonardo Patrignani


Buon mercoledì lettori! Di ritorno da una bellissimo viaggetto in quel di Pontremoli, dove si è svolta la serata finale del Premio Bancarella, vi lascio la recensione di un romanzo che ho terminato prima della partenza e per la cui copia devo ringraziare la casa editrice DeA. Buona lettura!





Time Deal
Leonardo Patrignani


Editore: DeA - Genere: Fantascienza
Pagine: 475 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE)


Ci sono promesse che non possono essere mantenute. Come quella che Julian ha fatto ad Aileen. Era solo un bambino quando l'ha vista per la prima volta, e se n'è innamorato perdutamente. Da quel momento ha giurato che non l'avrebbe lasciata mai. Che sarebbe rimasto con lei per sempre. Ma si può davvero promettere per sempre? Non in una città come Aurora, una metropoli schiacciata da un cielo plumbeo e soffocata dall'inquinamento, in cui l'aspettativa di vita è scesa drasticamente. Almeno fino all'arrivo del Time Deal, un farmaco in grado di arrestare l'invecchiamento cellulare. Nessuno ne conosce i possibili effetti collaterali, solo qualcuno immagina quali possano essere le conseguenze morali e sociali. La città è divisa in due: da una parte chi insegue ciecamente il sogno della vita eterna, dall'altra chi invece rifiuta di manipolare la propria esistenza e preferisce che il tempo scorra secondo natura. Julian è tra questi ultimi. Ma Aileen non ha avuto scelta: figlia di un noto avvocato, che finanzia da sempre la casa farmaceutica del Time Deal, è stata sottoposta al trattamento. Finché qualcosa va storto. Aileen inizia ad accusare disturbi della memoria, e poi sparisce nel nulla. Julian però è disposto a tutto pur di ritrovarla. E di regalarle il loro per sempre.



Ho scelto di leggere questo romanzo, pur appartenendo ad un genere non proprio nei miei canoni, per un duplice motivo: l'ambientazione prettamente futuristica (adoro i film post apocalittici e ho scoperto, da letture passate, che anche i romanzi non sono male) e il fatto che l'intera vicenda ruotasse attorno ad un farmaco (e qui si risveglia la farmacista che è in me) miracoloso, il time deal per l'appunto, in grado di arrestare l'invecchiamento cellulare e, in assenza di gravi incidenti o malattie, garantire, potenzialmente, l'immortalità. Un tema molto affascinante, devo ammetterlo, per il quale nutrivo un certo tipo di curiosità.

Come già anticipato, ci troviamo, temporalmente parlando, nel futuro. In seguito ad una guerra nucleare che ha distrutto ogni angolo conosciuto del pianeta Terra, l'unico posto in cui poter vivere è rappresentato dalla città di Aurora. Situata su di un'isola, Aurora ci appare come un luogo molto triste, cosa che mi ha un po' angosciato durante la narrazione, una metropoli schiacciata sotto un cielo plumbeo e soffocata dall'inquinamento. La società, costituita da classi meno abbienti e classi più facoltose, è divisa in due fazioni: i sostenitori del farmaco, coloro che perseguono ciecamente il sogno della vita eterna e che considerano la TD Pharma un vero e proprio credo, un'ideologia per cui dare la vita e, dall'altra, coloro che, invece, preferiscono che il tempo scorra secondo natura.
Julian, il protagonista maschile della storia, appartiene proprio a quest'ultima corrente di pensiero. Cresciuto troppo in fretta e senza genitori, deve occuparsi della sorella minore Sara. In contrapposizione Aileen, la sua fidanzata, che invece il farmaco lo ha assunto a causa del timore reverenziale nei confronti dei genitori, responsabili delle scelte che riguardano il suo stesso destino. 
La situazione precipiterà nel momento in cui inizieranno ad emergere gli effetti collaterali del farmaco con problematiche a carattere prevalentemente psichiatrico, il potere della TD Pharma si estenderà al punto tale da rendere la vaccinazione un obbligo e non più una scelta ed, infine, gli abitanti, compresa Aileen, inizieranno a scomparire.

Nonostante le belle premesse, la curiosità e quant'altro, io e questo romanzo non ci siamo presi. Time Deal è, a tutti gli effetti, un distopico, caratterizzato da un'alternanza di capitoli in cui voci e punti di vista sempre diversi la fanno da padroni, tuttavia questo, in alcuni momenti, crea non poca confusione nel lettore in quanto alcune scene vengono lasciate in sospeso rischiando di far perdere il filo del discorso. 
Non vi nego che l'idea di base è molto originale, la storia offre appigli e spunti di riflessione, si percepisce il lavoro che c'è dietro ma il potenziale, a mio parere, non è esploso. Ciò è dovuto principalmente allo stile dell'autore che non mi ha favorita nella letture andando a rallentarmi parecchio. Purtroppo si tratta di una scrittura molto ricca in scene descrittive, discorsive e riflessive piuttosto che in dialoghi. I pochi presenti non riescono a catturare l'attenzione di chi legge essendo molto semplici e piuttosto elementari, da un punto di vista strutturale, per il tipo di linguaggio utilizzato. Le scene al cardiopalma, adrenaliniche, vengono relegate alle pagine finali lasciando, anche lì, il tempo che trovano. 

Per quanto riguarda l'ambientazione futuristica devo ammettere che è stata sapientemente costruita e delineata, a volte anche troppo nel dettaglio, tuttavia avrei preferito che la cosa si fosse estesa anche ai vari personaggi che calcano la scena. Sono figure che non giocano un ruolo preponderante, per lo più adolescenti, che non si fanno largo per emergere non riuscendo a stabilire un contatto che gli permetta di socializzare con il lettore.

Tutte queste caratteristiche fanno sì che, nel complesso, la lettura manchi di vivacità e leggerezza ed è proprio per questo motivo che non sono riuscita ad apprezzarla. Ripeto, bel potenziale, bella l'idea di fondo, ma per quel che mi riguarda non è bastato.





lunedì 10 luglio 2017

Recensione 'La guardia, il poeta e l'investigatore' di Jung-myung Lee


Ha inizio oggi una settimana decisiva ed emozionante per la sottoscritta che si concluderà domenica 16 Luglio, a Pontremoli, con la finale della 65^ Edizione del Premio Bancarella. Per questo motivo, oggi, vi parlo di uno dei sei romanzi finalisti, l'ultimo da recensire per l'esattezza. Un romanzo in cui, in tutta sincerità, non mi sarei mai imbattuta se non fosse stato per il suddetto premio. Fortunatamente ciò è successo perché altrimenti avrei perso per strada una lettura che aggettivare semplicemente come meravigliosa è riduttivo.






La guardia, il poeta e l'investigatore
Jung-myung Lee


Editore: Sellerio - Genere: Giallo
Pagine: 386 - Prezzo: 16,00 € - eBook: 9,99€

FINALISTA PREMIO BANCARELLA 2017


Nel 1944 la Corea è sotto l'occupazione giapponese, e nella prigione di Fukuoka non si permette ai detenuti coreani di usare la propria lingua. Un uomo, una guardia carceraria, viene trovato brutalmente assassinato, e un giovane collega dall'animo sensibile e letterario viene incaricato di condurre l'indagine e trovare il colpevole. La vittima era temuta e odiata per la sua brutalità, ma quando l'improvvisato investigatore avvia la sua inchiesta interrogando custodi e detenuti, ricostruendo poco a poco i movimenti degli ultimi mesi, un diverso e sorprendente scenario si impone alla sua attenzione. Dall'inchiesta sull'uomo emerge il passato di un povero analfabeta orfano dei genitori, il faticoso riscatto attraverso il lavoro, la carriera nella prigione, la scoperta di una passione inaspettata, il ruolo di "censore" con l'incarico di controllare la corrispondenza in entrata e in uscita dal carcere. E soprattutto il legame con un detenuto particolare, un famoso poeta coreano, autore di scritti sovversivi. E proprio attorno al poeta ruota l'intera vicenda: nel corso dei suoi interrogatori il giovane si trova a parlare sempre di più con il prigioniero e, come prima di lui la guardia assassinata, a immergersi in un dialogo fatto di letteratura, d'arte, di libertà. Si scopre a desiderare la bellezza dei suoi versi clandestini, a subire il potere eccitante e al tempo stesso rasserenante della parola poetica.



Ci sono romanzi che saziano la mente, che abbeverano l'anima assetata nei giorni di arsura. Sono quei romanzi che si fanno strada sotto la pelle, che incantano gli occhi e imbrigliano il cuore. Romanzi che conoscono i modi più segreti per provocare quell'incessante formicolio in pancia. Romanzi di una bellezza disarmante, corredati da un registro di voci sublimi e che, se si ha la fortuna di incontrarli, sanno come ripagare il lettore, anche il più esigente. Un po' come è accaduto a me con La guardia, il poeta e l'investigatore.

Per potervi parlare del romanzo, però, è necessario partire da una frase recitata nell'epilogo, a fior di labbra, da Yuichi Watanabe, voce narrante dell'intera vicenda, e che dice quanto segue: "Talvolta la finzione narrativa può dire molto più di una certa realtà che i fatti nudi e crudi. Volevo rivelare la verità, ma non potevo semplicemente riportarla". Una frase emblematica che racchiude a pieno il significato più segreto dell'opera e l'intento dell'autore: raccontare come forma di conoscenza e spunto di riflessione.

Il romanzo, ambientato nello scenario drammatico della prigione di Fukuoka, viene classificato come appartenente al genere giallo. Ed è proprio in ottemperanza a questa classificazione che, nelle prime pagine, ci imbatteremo nell'omicidio di una delle guardie carcerarie, l'integerrimo Sugiyama, uomo disprezzato e capace di incutere timore nei prigionieri. Sarà attorno a questa morte che si aprirà la vera e propria indagine investigativa che, tassello dopo tassello, ed invitando il lettore al ragionamento, condurrà a più di una verità e ad un mare di dubbi. 

Ma questo è solo un pretesto, uno spunto, perché La guardia, il poeta e l'investigatore è molto di più, è un romanzo ad ampio respiro, complesso e sublime, un testo poetico in prosa dotato di rara bellezza e che racchiude in sé tutta una serie di sfaccettature, di gradazioni di colore. 
Un romanzo che si sofferma sul potere delle parole, sul loro significato, su quello che dicono e che tacciono, sul modo in cui mescolandosi o contrapponendosi creano suggestioni dando corpo a pensieri e sentimenti: semplici frasi cambiano non solo le persone ma il mondo intero, diventando appiglio, ancore di salvezza nelle ore più buie.
Un romanzo che celebra la letteratura e la poesia come forma di consolazione per l'anima e sogno di immortalità, la poesia che rassicura, aiuta, salva ed esiste ovunque, anche tra le pareti di una cella di prigionia, la poesia che unisce, che lega persone apparentemente diverse tra loro, come il giorno e la notte. 
Un romanzo che diventa biografia e mezzo attraverso il quale raccontare la storia di un uomo, Yun Dong-ju, nonché vero protagonista. Un poeta tormentato dalla nostalgia delle stagioni ormai passate, incapace di rievocare il proprio passato luminoso e limitatosi alla sofferenza del tempo vuoto. 
Un romanzo che si sofferma sull'importanza dei ruoli, su come appaiamo agli occhi altrui e su quello che siamo veramente, basti pensare alla nuova immagine di Sugiyama che, pagina dopo pagina, si delineerà dando vita ad un uomo sensibile e vittima del suo tempo, imprigionato nella propria divisa e morto in un inferno solitario. Soltanto in seguito alla sua morte ci si renderà conto della sua esistenza. 

Ambientato durante la lotta per l'indipendenza della Corea e per la difesa della propria identità culturale, con un alternarsi di piani temporali ed un intrecciarsi di storie, di vite e di voci, il romanzo non è un semplice scavare tra le pareti di una prigione, ma, e soprattutto, uno scavare nell'animo umano con lo scopo di favorire una sorta di rappacificazione con se stessi
Tanti i significati che si celano dietro il narrato caratterizzato da un stile in cui le parole si inseguono su carta e la punteggiatura curata fa da cornice all'intera opera. La presenza di poesie delicate e toccanti, frutto della capacità creativa di Dong-ju, completa il quadro d'insieme rendendo il romanzo una piccola perla, un sussurro, nel panorama letterario. 
Il poeta Yun Dong-ju

Ho molto apprezzato la capacità dell'autore di sfruttare l'omicidio, il giallo, come un semplice pretesto per condurre il lettore, attraverso una porta secondaria, al cuore pulsante del romanzo. Una storia che nella ferocia, nelle brutture, nel dolore e nella sofferenza della prigionia è in grado di far riaffiorare un sentimento come quello della speranza
La lettura è una vera e propria immersione in acque purificatrici che, anche se quanto sto per dire potrebbe apparire un controsenso se si pensa ai fatti narrati, appaga il lettore donandogli serenità, tranquillità. Proprio in questo risiede il potere delle parole di cui si parla dalla prima all'ultima riga.
Ho sperato che il sentiero, che pure è già tracciato, deviasse dal percorso prestabilito che ci fosse un senso di giustizia che rimettesse ogni cosa nel giusto ordine ma, ho imparato, che la storia non si può cambiare. 

Vi ingannerei se dicessi che si tratta di una lettura semplice adatta a chiunque. Credo fermamente, invece, che questa sia una storia per pochi. Complessa e bellissima, nonostante l'atrocità di cui è pervasa, sa emozionare facendosi largo nel cuore di chi legge. Allo stesso tempo, però, è uno di quei romanzi a cui tutti dovrebbero concedere una possibilità, quasi fosse una necessità, perché "un libro che ha piantato radici in chi lo legge non può scomparire" e questo è proprio il caso di dirlo. Un romanzo potente e di una bellezza disarmante.




venerdì 7 luglio 2017

Recensione 'La ragazza delle ciliegie' di Laura Madeleine


Siamo di nuovo a venerdì e questo vuol dire che è tempo di recensione! Oggi vi racconto di un romanzo che ho letto nel giro di pochissimi giorni e per la cui copia devo ringraziare Federica dell'ufficio stampa della Piemme. Non vi anticipo nulla, vi invito solo a proseguire con me!





La ragazza delle ciliegie
Laura Madeleine


Editore: Piemme - Genere: Narrativa Rosa
Pagine: 400 - Prezzo: 18,50 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Inghilterra, 1919. La guerra è finita da poco, ma la sua fine non sembra aver portato la pace nel cuore della giovane Emeline Vane. In quell'anno, infatti, Emeline, diciannove anni e volontà di ferro, scompare, lasciandosi dietro il fratellino per cui pure provava un amore sconfinato. Cinquant'anni dopo, Bill Perch è un giovane avvocato a cui viene chiesto di provare legalmente la morte della signora Emeline Vane, unico modo perché i suoi due nipoti possano finalmente ereditare la tenuta nel Norfolk appartenuta alla zia. È così che Bill parte per Hallerton; lì, si ritrova tra le mani le pagine sottili e consunte di un vecchio diario, quello che la ragazza aveva scritto prima della sua scomparsa. Una storia che spezza il cuore, tanto che il giovane avvocato decide di scoprire tutta la verità sulla vita di Emeline, invece di limitarsi a cercare prove della sua morte. La sua ricerca lo condurrà al sud, nella Francia meridionale, in un incantevole paesino dei Pirenei, Cerbère. Scoprirà che lì, nel posto dove crescono le ciliegie, Emeline aveva ritrovato la voglia di assaggiare la vita e viverla fino in fondo...



Come oramai saprete, i romanzi in cui presente e passato si intrecciano tra di loro saldamente sono pane per i miei denti. Sono sempre affascinata da questo tipo di storie per cui, nel momento esatto in cui un libro si presenta così strutturato non posso non dargli una possibilità. Con il passare del tempo sono diventata un tantino esigente in quanto tale intreccio, che è un po' la colonna portante del romanzo stesso, deve stare in piedi ovvero deve essere ben strutturato e architettato con una fusione, tra i due tempi, che li renda un tutt'uno pur conservando la propria indipendenza vocale e temporale. Da questo punto di vista posso dirvi, senza ombra di dubbio, che la lettura di cui parlo oggi mi ha proprio convinta.

Come ogni romanzo di questo tipo, anche ne La ragazza delle ciliegie la narrazione si muove su due piani temporali, ognuno affidato alle cure di una diversa voce. Nello specifico a contrapporsi sono una protagonista femminile, Emeline Vane, che muove le fila della sua storia nel 1919, e un protagonista maschile, Bill Perch, che invece i passi li muove nel 1969.
Due esistenze così diverse tra di loro, senza alcuna caratteristica che le accomuni se non quella di riportare a galla la verità. Emeline è scomparsa il 27 Febbraio del 1919 facendo perdere le sue tracce per sempre. Cinquant'anni dopo al giovane Bill, praticante avvocato, viene chiesto di provare legalmente la sua morte in modo che i nipoti possano ereditare anche la sua parte della tenuta di Norfolk. Avrà inizio così un viaggio che porterà il giovane avvocato a rivedere le sue priorità, ad abbandonare gli affetti ed il proprio lavoro per ripercorrere il cammino compiuto da questa donna, rimettendo insieme i pezzi, tassello dopo tassello, fino a giungere a Cerbère, un paesino della Francia, un paesino alla fine del mondo, relegato in un angolino di una grande nazione, in un cantuccio dimenticato persino dalle carte geografiche.

Il punto di forza di questo romanzo è sicuramente la protagonista che con la sua potenza vocale, va a surclassare il personaggio maschile, Bill, con il quale in tutta sincerità non sono riuscita a stabilire quel contatto che pure ci si aspetterebbe. Emeline, bellissima e triste. Emeline e quel vuoto indistinto e tentacolare che la annega come una marea, a cui è impossibile opporsi e che, piuttosto, la obbliga alla fuga. Emeline che diventa una vera e propria ossessione per il giovane Bill che si vede costretto a ripercorrere l'intera sua esistenza pur di ritrovarla. Ecco, questo aspetto pur essendo surreale perché Bill arriva a mettere tutto in discussione, cosa che non credo possibile avvenga nella realtà, soprattutto se non si tratta di un parente stretto ma di una persona completamente sconosciuta, è quello che fa la differenza rendendo credibile tutto il resto. 
Le parti che conquistano e che calamitano l'attenzione del lettore sono quelle ambientate nel passato in cui è la voce di Emeline a raccontarsi. Confesso che, essendo i capitoli alternati temporalmente, non vedevo l'ora di terminare quello appartenente a Bill per ritrovare la voce di lei. Per fare ciò, per parlarci di questo passato in maniera efficace, l'autrice si è servita nella prima parte di stralci di un vero e proprio diario che viene interrotto in concomitanza con la fuga della protagonista, per poi affidare la narrazione in maniera diretta alla giovane donna, nella seconda parte.

Inizialmente il raccontare procede in maniera piuttosto lenta, questo devo ammetterlo, ma proseguendo si viene sorpresi in positivo. La storia, in cui non manca la classica relazione amorosa, ci parla di coraggio, di scelte, di mancanze ma soprattutto di sofferenza e dolore. A ciò, però, si accompagna un profondo senso di rinascita e di rivalsa che potrà condurre alla felicità.

C'è una cosa che, tuttavia, non sono riuscita a spiegarmi ed è il titolo del romanzo con la parola ciliegie che troneggia, e che in realtà ritroviamo anche nella versione originale in lingua inglese, ma che non ha un ruolo così determinante ai fini della narrazione. Da questo punto di vista sono rimasta un po' perplessa perché, generalmente ma non sempre, il titolo va a riassumere in maniera sintetica quello che il romanzo ha da raccontare. 

In definitiva La ragazza delle ciliegie si è rivelato un romanzo sorprendente, anche grazie ad uno stile semplice ma molto curato, e di grande compagnia. Una di quelle letture che sanno come soddisfare il lettore. Una storia delicata e che vi catapulterà tra le pagine di un passato tutto da ricostruire.




giovedì 6 luglio 2017

Premio Bancarella... La parola ai Librai! #2



Buongiorno miei cari lettori! Come avrete intuito dal titolo oggi vi scrivo in qualità di #bancarellablogger. L'avventura sta per giungere al termine e in questa seconda parte si è deciso di dare spazio ai protagonisti indiscussi del premio: i librai votanti.
La scorsa settimana vi ho lasciato l'intervista che ho condotto personalmente presso la Libreria Roma (la trovate qui se ve la siete persa!), questa volta, invece, ho dovuto accontentarmi di un contatto virtuale per il quale devo ringraziare la signora Alessia Panassi per la disponibilità e la gentilezza, con la speranza di poterla incontrare di persona quanto prima.



LIBRERIA PANASSI ANGELO

Intervista alla Signora Alessia Panassi


LIBRERIA PANASSI di SANT'AMBROGIO

Nel titolo di questa intervista vi parlo di libreria, in realtà sarebbe più corretto utilizzare il plurale perché le Librerie Panassi sono tante. Dislocate nel torinese, ne troverete una a Sant'Ambrogio (aperta nel 1973), una a Susa (aperta nel 1990), una a Rivoli (aperta nel 2001) e una nel centro commerciale Le Baite di Oulx (aperta nel 2015).

Ciò che davvero affascina è la storia o meglio come tutto abbia avuto inizio e, a questo proposito, ringrazio la Signora Alessia per l'esaustività. Come lei stessa racconta, era il giugno del 1965 quando, a fine anno scolastico, un giovane Angelo Panassi, appena diciassettenne, trova un lavoro estivo, destinato a diventare continuativo, presso la Libreria Druetto di Via Roma in Torino: dovrà risistemare il magazzino della scolastica in previsione di settembre. A settembre, però, invece di riprendere gli studi, il giovane Angelo prosegue con la campagna scolastica 1965-66: l’avventura di commesso di libreria e la personalità della signora Pina Druetto lo contageranno con la febbre (oggi si direbbe virus) del libro. Nel 1968 presta il servizio militare e dopo 15 mesi riprende con il ripristino del reparto tecnico della Libreria Druetto, cominciando però a maturare l’idea di una libreria propria in Valle di Susa e a fantasticare su progetti faraonici, come la trasformazione del Grand Hotel Principi di Piemonte in libreria a piani tematici. Nel luglio del 1973, in collaborazione con la moglie Albina, apre la libreria con cartoleria a S. Ambrogio in Valle di Susa, rilevandone una già esistente (15 mq, £. 800 incasso del primo giorno). Qui inizia subito l’attività con mailing alle scuole, stampa degli elenchi delle adozioni scolastiche, etc., incrementando immediatamente il giro d’affari. Tanto che nel 1980 affittano un locale (180 mq) nella piazza principale del paese (molto commerciale), dove ha inizio l’espansione del bacino di utenza della libreria verso gli altri paesi della Valle. Risale a quel periodo (1984) l’informatizzazione della libreria con programmi eseguiti internamente dal titolare e quindi, a seconda delle reali esigenze, della gestione scolastica e della fatturazione (Angelo è il primo in Piemonte a fare ordini tramite il computer, su carta e suddiviso per distributori).
Nel corso degli anni, poi, sono state aperte altre tre librerie, di cui vi ho già parlato all'inizio, che hanno visto anche il coinvolgimento delle figlie Alessia, Alice e Adele.
Dopo questa parte introduttiva che ho ritenuto non solo interessantissima ma doverosa, vi lascio alla vera e propria intervista condotta alla Signora Alessia Panassi, responsabile della sede di Susa. Buona lettura!


lunedì 3 luglio 2017

Monthly Recap Giugno!



Rubrica a cadenza mensile per riepilogare quanto avvenuto nel mese appena trascorso


Un altro mese è volato via e questo vuol dire che è tempo di Recap! C'è da dire che io e Giugno non ci siamo presi tanto: il caldo non ha conciliato le mie letture così come alcune delle mie richieste alle case editrici. Per questo motivo Luglio sarà il mese in cui porterò a compimento proprio queste ultime dopo di che mi prenderò una lunga pausa estiva e autunnale in cui, diciamocelo chiaramente, leggerò quello che mi pare. Mi sono resa conto che aumentare il ritmo non fa per me e non provo più lo stesso piacere di una volta nello scegliere un nuovo romanzo e quindi una nuova avventura.

Detto questo è bene aggiungere che le prossime settimane saranno fitte di impegni ed incontri, prima tra tutti la trasferta a Pontremoli come #bancarellablogger, della quale vi parlerò dettagliatamente al mio rientro. Ecco, a tal proposito, volevo dirvi che dopo Pontremoli il blog rallenterà un po' la sua attività per tutto il mese di Agosto, non chiuderà i battenti per una vera e propria vacanza ma sarà tutto in stile slow-motion, rubriche comprese che potrebbero saltare del tutto. A questo punto procediamo pure con il mio riepilogo letterario partendo proprio da...



LETTURE E RECENSIONI

(cliccando sulle copertine sarete rimandati alla mia recensione)

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LIBRO DEL MESE
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