Buongiorno lettori! Eccomi di nuovo qui, dopo qualche tempo, con una recensione prima del weekend. Oggi vi parlo del nuovo, bellissimo, romanzo di Nadia Terranova, Addio fantasmi, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.
Addio fantasmi
Nadia Terranova
Editore: Einaudi - Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 196 - Prezzo: 17,00 € - eBook: 6,99 €
Pagine: 196 - Prezzo: 17,00 € - eBook: 6,99 €
Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l'ha richiamata in vista della ristrutturazione dell'appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l'ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identità fondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.
Recensione
Addio fantasmi, il nuovo romanzo di Nadia Terranova, racconta l'ossessione di una perdita, di un lutto impossibile da elaborare per l'assenza di un corpo su cui piangere e di come un tale evento abbia poi influenzato l'esistenza di una madre, che non è più moglie, e la crescita di una figlia, Ida, che è tale solo per metà.
Quando la conosciamo, Ida è una donna di trentasei anni che abita un altro tempo e nuove giornate, in una città diversa da quella natia, e che ama un uomo, Pietro, nel modo in cui due persone possono ancora amarsi dopo più di dieci anni di relazione, sulla soglia di un desiderio inafferrabile e perduto. Scrive, per un programma alla radio, storie immaginarie, che in realtà attribuisce ai diversi ascoltatori, disseminandole di tracce che richiamano la sua di vita, la sua scuntintizza, della sé ventenne, fuggita dalla Sicilia e da una famiglia monca e colma di silenzi, ma soprattutto della sé tredicenne, chiamata a fare i conti con l'improvvisa scomparsa del padre, una parola così dolorosa da pronunciare.