Buon pomeriggio readers,
oggi è 22 dicembre e questo vuol dire che siamo ormai vicinissimi al Natale, tra l'altro credo che questo sia anche l'ultimo post del 2015 che farà la sua apparizione sul blog, a meno che non riesca a mettere ordine nei miei pensieri per scrivere degli auguri decenti, staremo a vedere!
Ad ogni modo sono qui per segnalarvi un romanzo, di un'autrice emergente, Claudia Donati, il cui titolo è davvero singolare "I promessi becchi". Vediamo insieme di cosa si tratta.
Titolo: I promessi becchi
Autore: Claudia Donati
Designer Copertina: Alessandra D'Ercole
Editore: Arduino Sacco Editore
Pagine: 256
Prezzo: 21,90€
Trama: A scuola ci hanno trasmesso che Lucia è innocente e Renzo fedele. La società ci insegna ogni giorno a mostrarci tali. Ma chi è veramente Lucia e chi è veramente Renzo? Un romanzo irriverente e franco in cui non ci sono buoni e cattivi, ma “cattivi” e... tutti gli altri. Come nella realtà, che muta a seconda dell’angolo da cui la si guarda. Il finale, si sa, è scontato. Ma tutto ciò che viene prima, tutto ciò che ci è stato taciuto sui banchi di scuola (e oltre) è ancora da scoprire.
Per quanto riguarda informazioni più dettagliate sul romanzo e sull'acquisto, vi lascio la mail alla quale fare riferimento: promessibecchi@virgilio.it.
Come sempre vi allego un estratto del romanzo e, più in basso, alcune informazioni sull'autrice. Buona lettura e alla prossima segnalazione :)
Lucia era già seduta sullo scomodo battello cullato dall’ondeggiare pigro del lago. La pesante nebbia rendeva candida ogni cosa e tutto pareva privo di suono non si sentiva ancora la vita, le voci delle persone appena svegliate. Solo gli uccelli, l’acqua e il tiepido scricchiolio dell’imbarcazione.La ragazza estrasse i biglietti di Rodrigo da dove li aveva nascosti la sera precedente. Li lesse per l’ennesima volta. Sua madre era ancora a terra a discutere lontana col traghettatore; le sue chiacchiere s’avvertivano appena. Ma cosa mai aveva da dirgli, da specificare, da pianificare, se Cristoforo aveva già provveduto a tutto?La sposina ripose gli occhi su quei fogli, assaporando quelle calde parole e passandoci sopra le dita, pensando a quelle di lui ch’avevano sfiorato quella carta.“V’offro io il mio ardente petto”… “il corpo vostro m’appartiene”… “venivo piano per asciugar con le labbra mie, la vostra pelle fremente”… “amo giocar con voi”…Quelle frasi la facevano tremar di passione. Non le garbavano affatto i risvolti di quell’ultime ore. Sentiva scivolarsi tra le dita il suo peccaminoso trastullo e, al tempo stesso, il futuro con Renzo. Se quel grullo – come Rodrigo lo nominava – fosse giunto appunto fino a Milano, se si fossero separati, chissà dove sarebbe dovuta andar per ripigliarlo!Per non considerare poi la possibilità che, distante da lei, il caro Renzo si potesse rifare una vita, prendendo in moglie qualchedun’altra che non gli fosse costata tante tribolazioni.No, il suo promesso non avrebbe potuto neppure concepire un tradimento siffatto. Non solo perché – Lucia n’era certa – la fedeltà che le riservava era incrollabile, ma perché era consapevole che il buon Renzo non possedeva lo spirito del predatore. Il pensiero la rassicurò alquanto.In fondo, seppur non paragonabile al fuoco dello spagnolo, anche il ragazzo aveva in sé una scintilla di forza e virilità. Del resto, quel che stava attraversando per divenire suo legittimo sposo doveva ben significar qualcosa…La Lucia lo scorse uscir dalla porticina sul retro del monastero, che dava sulla riva. Ripose in seno le sue proibite corrispondenze. Lo vide assestarsi sulle spalle un enorme sacco di tela rammendata alla meno peggio. Sì, d’un tratto le parve forte e coraggioso, l’animo impavido e disposto a tutto per la mano di lei.Sotto il volume di quel fagotto – che, invero, era ben meno grave d’un macigno – le sue spalle apparivano più larghe e possenti di quanto la giovane donna avesse mai notato; il collo più robusto, la fronte fiera, lo sguardo alto e sicuro.Tuttavia il peso non ben assestato sulle spalle maschie, ma precarie lo fece vacillare. La Lucia lo vide fluttuare ora a destra, ora a manca. Uno, due, tre passi sbandanti verso il ciglio esterno d’un gradino. Uno, due, tre verso l’altro. E il povero Renzo franò rovinosamente nella terra umida, senza nemmeno porre le mani innanzi. Finì disteso, dritto, dritto come una stecca per la lunghezza dei quattro scalini che lo separavano non solo dal suolo, ma da un’avanzata trionfale verso la sua Lucia. Il suolo, comunque, lo raggiunse. Col muso.L’Agnese si precipitò, insieme al barcaiolo, a soccorrere l’infelice. L’uomo gli tolse di dosso il sacco ch’ancor lo schiacciava, lei l’aiutò a rialzarsi.La sposa sospirò profondamente. Si passò la mano sul petto per sentire, oltre gli indumenti, le carte ch’un uomo vero aveva toccato, pensando a lei.
Claudia Donati inventa storie da quando ha imparato a scrivere e, prima ancora, disegnandole o recitandole davanti allo specchio. Come tutti, ha desiderato fare miriadi di cose "da grande": l'archeologa, la psicologa, l'attrice, la guida turistica. Ma con la consapevolezza costante di voler affiancare qualsiasi mestiere con quello dello scrittore.
Adesso studia storia dell'arte e fa l'educatrice museale. Continua a costruire storie, sognando che qualcuno le legga. "I Promessi Becchi" è il suo romanzo d'esordio.