venerdì 29 novembre 2019

Recensione 'Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri' di Daniele Germani


  COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI di Daniele Germani │ Editore: Edizioni Spartaco │ Pagine: 183 │ Prezzo: 12,00€


È il 13 maggio del 1978 quando in Italia viene approvata la legge che ha come tema gli Accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori. La legge, passata alla storia come Legge Basaglia, che prende il suo nome da Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica italiana, verrà ripresa ed integrata solo pochi mesi dopo con quella che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. 
Di fatto, però, la 180 fu la prima ed unica legge che, da una parte impose la chiusura dei manicomi, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici, dall'altra regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio andando a modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, con l'intento di rinnovare i rapporti tra società, personale delle strutture e pazienti, riconoscendo pienamente a questi ultimi i diritti spettanti e una vita di qualità.

È prendendo spunto da questo avvenimento storico, che segna un vero e proprio punto di svolta nella lotta all'abolizione degli ospedali psichiatrici, che Germani inizia a tessere le fila di una storia malinconica e dolorosa che accompagnerà il lettore negli anfratti più oscuri della psiche umana, tra sofferenza fisica e mentale, e che lo obbligherà a riflettere sul concetto di normalità e pazzia, andando oltre il significato stereotipato, con il solo intento di coglierne il senso più vero e profondo.

I punti di riferimento per il lettore, le guide che lo accompagneranno in questo percorso di guarigione universale, sono tre personaggi. Tre anime fragili ingabbiate nel vorticoso battere e levare dei propri pensieri, impossibili da sbrogliare, preda del rammarico e di una sorta di estraneazione dalla realtà. Le loro sono tre storie che, capitolo dopo capitolo, sono destinate a correre parallelamente senza incontrarsi mai, fino al punto di rottura definitivo in cui, quel filo sotteso, che pure apparentemente le lega, verrà inesorabilmente reciso.

mercoledì 13 novembre 2019

Recensione 'Questione di Costanza' di Alessia Gazzola


Ogni volta che, un autore o un'autrice che ci piace particolarmente sceglie, consapevolmente, di abbandonare la via maestra per una secondaria, lo stato di ansia e preoccupazione è duplice. Da una parte c'è l'autore stesso che si pone mille interrogativi circa il suo salto nell'ignoto, dall'altra il lettore che, da fedelissimo, si preoccupa se resterà deluso o meno dalla nuova impresa e se riuscirà ad affezionarsi al nuovo personaggio o proverà un odio atavico nei suoi confronti (perché viene quasi spontaneo fare un paragone).
Come tutti saprete, lo scorso anno, Alessia Gazzola ha deciso, in maniera molto sofferta, di mettere in pausa (forse per sempre) il suo storico personaggio, Alice Allevi, per dedicarsi a nuovi progetti ed idee narrative. E, in effetti, oggi sono qui per parlarvi della sua nuova protagonista.


QUESTIONE DI COSTANZA di Alessia Gazzola │ Editore: Longanesi │ Pagine: 335 │ Prezzo: 18,60€


Specializzatasi in anatomia patologica da soli cinque mesi, Costanza Macallè, ventinovenne messinese, ha atteso, invano, la pubblicazione di un bando per un assegno di ricerca prima di rivolgersi a cliniche private e laboratori che l'hanno accolta calorosamente e messa alla porta, gentilmente, con la solita frase di circostanza, il consueto le faremo sapere.
Poiché si aspettava che non sarebbe stato per niente semplice trovare un lavoro a due passi da casa, ha deciso di iscriversi all'ordine dei medici di Londra, con la speranza di poter trovare un lavoro in Inghilterra e traferirvisi, in modo tale da esaudire uno dei desideri lungamente covati a partire dall'adolescenza fino ad oggi.

Nell'attesa che la broker Carrie trovi un'occasione giusta per lei che le permetta di raggiungere il tanto agognato suolo inglese, Costanza, sollecitata da sua sorella Antonietta, psicologa che vive a Verona da due anni, decide di partecipare ad un concorso per soli titoli, il cui assegno di ricerca durerà un solo anno, per portare a termine un progetto molto importante legato però alla Paleopatologia, quella branca della medicina applicata all'archeologia che studia le malattie del passato a partire da resti umani.
Ed è proprio mentre l'aereo si immerge, gradualmente, in una densa coltre grigia pronto per atterrare a Verona, che conosciamo Costanza e la sua piccola Flora, perché sì, in tutto questo, la giovane protagonista è madre di una treenne con la passione per l'altalena, il latte ed il turpiloquio, ed è sempre per lei che ha deciso di imbarcarsi in un'avventura che la vedrà fare i conti con un mondo a lei sconosciuto, e nel quale sarà difficile trovare il proprio posto, e con fatti di storia legati a Selvaggia e Biancofiore, figlie legittimate di Federico II di Svevia.

martedì 5 novembre 2019

Recensione 'Le sette dinastie' di Matteo Strukul


LE SETTE DINASTIE di Matteo Strukul │ Editore: Newton Compton │ Pagine: 524 │ Prezzo: 9,90€


Matteo Strukul torna in libreria con un romanzo che, ancora una volta, omaggia un'epoca molto cara all'autore, nonché periodo di grande fermento per tutta la penisola italica: il Rinascimento.
Mi preme evidenziare sin da subito come con Le sette dinastie, Strukul si sia davvero superato, cosa alquanto difficile considerando la bellezza dei precedenti lavori, ma a quanto pare possibile.

L'idea di base è quella di narrare le gesta delle dinastie che, in un arco temporale di circa cento anni, si avvicendarono sul suolo italico in una continua ed infinita lotta per il potere. Un lavoro dalla complessità disarmante, che prima di iniziare la lettura ha suscitato in me qualche dubbio circa la capacità di riuscire a mantenere viva l'attenzione del lettore, considerando non solo la vastità dell'argomento da affrontare, ma anche la mole di pagine che pure lo costituisce. 
Ebbene, Strukul dalla sua ha una cifra stilistica tale per cui riesce a far rivivere la Storia in maniera stupefacente, andando al di là del semplice fatterello in cui ognuno di noi è incappato durante il proprio percorso di studi. 
Tutto ciò, ovviamente, è frutto di un enorme lavoro di ricerca compiuto per fare in modo che le verità storiche si interfaccino all'arte del romanzare in maniera tale da ottenere un quadro d'insieme che, nella sua laboriosità, goda anche di un certo senso logico.

Servendosi, come già accaduto, dei cosiddetti quadri narrativi che abbracciano epoche e luoghi differenti, l'autore ripercorre un arco temporale che a partire dal 1427, con la Battaglia di Maclodio, si spinge fino al 1476. La penisola italica dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti è governata da sovrani avidi e meschini che si guardano bene dall'infangare i propri abiti sul campo di battaglia e demandano ai comandanti dei loro eserciti il compito di soddisfare le loro voglie e ambizioni. Sono gli anni in cui imperano i costanti cambi di fazione motivo per cui è facile ritrovarsi a combattere quelli che fino al giorno prima figuravano come alleati.
Sette le dinastie e sei le città coinvolte: i Visconti-Sforza a Milano; i Condulmer a Venezia; gli Estensi a Ferrara; i Medici a Firenze; i Colonna a Roma; gli Aragonesi a Napoli.
Ognuna di loro ha la sua storia che, inevitabilmente, si intreccerà con quella delle altre in un continuo rovesciamento di fronti e alleanze.