È il 13 maggio del 1978 quando in Italia viene approvata la legge che ha come tema gli Accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori. La legge, passata alla storia come Legge Basaglia, che prende il suo nome da Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica italiana, verrà ripresa ed integrata solo pochi mesi dopo con quella che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale.
Di fatto, però, la 180 fu la prima ed unica legge che, da una parte impose la chiusura dei manicomi, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici, dall'altra regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio andando a modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, con l'intento di rinnovare i rapporti tra società, personale delle strutture e pazienti, riconoscendo pienamente a questi ultimi i diritti spettanti e una vita di qualità.
È prendendo spunto da questo avvenimento storico, che segna un vero e proprio punto di svolta nella lotta all'abolizione degli ospedali psichiatrici, che Germani inizia a tessere le fila di una storia malinconica e dolorosa che accompagnerà il lettore negli anfratti più oscuri della psiche umana, tra sofferenza fisica e mentale, e che lo obbligherà a riflettere sul concetto di normalità e pazzia, andando oltre il significato stereotipato, con il solo intento di coglierne il senso più vero e profondo.
I punti di riferimento per il lettore, le guide che lo accompagneranno in questo percorso di guarigione universale, sono tre personaggi. Tre anime fragili ingabbiate nel vorticoso battere e levare dei propri pensieri, impossibili da sbrogliare, preda del rammarico e di una sorta di estraneazione dalla realtà. Le loro sono tre storie che, capitolo dopo capitolo, sono destinate a correre parallelamente senza incontrarsi mai, fino al punto di rottura definitivo in cui, quel filo sotteso, che pure apparentemente le lega, verrà inesorabilmente reciso.