tag:blogger.com,1999:blog-49256573393523219592024-03-05T19:07:31.071+01:00Appunti di una giovane readerAppunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.comBlogger416125tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-74692060763228748242021-05-03T14:55:00.000+02:002021-05-03T14:55:10.780+02:00Recensione 'Come delfini tra pescecani. Un'indagine per i Cinque di Monteverde' di François Morlupi<div><p style="text-align: justify;"><br />Negli ultimi giorni ho avuto modo di leggere il romanzo di François Morlupi, uscito la scorsa settimana per la casa editrice Salani, una nuova voce nel panorama del giallo italiano. Per la verità l’autore non è del tutto sconosciuto, ha pubblicato già due romanzi che, per mesi, sono stati sempre ai primi posti delle classifiche ebook. <br />Spinta dalla curiosità, ho deciso di dargli una possibilità per farmi un’idea ben precisa del suo stile e del suo mondo narrativo. Come sapete, il giallo è uno dei generi letterari che prediligo, motivo per cui avevo delle aspettative che, fortunatamente, non sono state disattese del tutto.<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj-tZ87qHf4Z4tU2Joic-LVdE0rpVFfPd-Ymszw3utTFfsBoH3-nG_MnDr5K5KOVM-5OSbh49f6XuAC_IoCeea_i8McqEvpAruBe9QVtVKxnY3woFtIzNEjpVzz1QoY05H1VcydlFGi_M/s1435/Morlupi.png"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj-tZ87qHf4Z4tU2Joic-LVdE0rpVFfPd-Ymszw3utTFfsBoH3-nG_MnDr5K5KOVM-5OSbh49f6XuAC_IoCeea_i8McqEvpAruBe9QVtVKxnY3woFtIzNEjpVzz1QoY05H1VcydlFGi_M/s1435/Morlupi.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/delfini-pescecani-Unindagine-Cinque-Monteverde/dp/8831008714/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=2OV8DOCCA4AD5&dchild=1&keywords=come+delfini+tra+pescecani&qid=1619969123&sprefix=come+delfini+%2Caps%2C198&sr=8-1"><b>COME DELFINI TRA PESCECANI</b></a> di François Morlupi │ <b>Editore:</b> Salani │ <b>Pagine:</b> 415 │ <b>Prezzo:</b> 16,00€ </span></center><p></p></div><br /><div style="text-align: justify;">Monteverde, dodicesimo quartiere di Roma, è una delle zone più tranquille ed eleganti della città, uno di quei posti ben lontani da reati capaci di suscitare clamore. Forse è proprio per questo motivo che al commissariato di zona sono stati assegnati cinque soggetti alquanto particolari, quelli che negli altri commissariati definirebbero strani, addirittura da Guinness dei primati. <br />A guidare la squadra è il commissario Biagio Maria Ansaldi, un uomo tutto d’un pezzo, ma ansioso all’inverosimile, che si rifugia nell’arte per sfuggire alle sue quotidiane paturnie e alla feroce ipocondria che attanaglia il suo girovita già generoso. A fargli da spalla il vice ispettore Eugénie Loy, una poliziotta rude, con evidenti disturbi di socialità, che veste sempre di nero ed è una portatrice sana di infelicità, ma anche di un fiuto ineguagliabile capace di dare svolte inaspettate a qualsiasi indagine. Seguono poi i <i>Ringo Boys</i>, William Leoncini, un ragazzo di colore con la passione per il nazismo, e Roberto Di Chiara, un <i>bambacione</i> con una smodata passione per il calcio, che passa le sue serate a guardare film coreani sottotitolati. Infine, Eliana Alerami, l’ultima arrivata, bella, molto ambiziosa e altrettanto inesperta nel destreggiarsi in quella che è una vera e propria gabbia di matti. <br /> </div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;">La tranquillità del commissariato viene turbata da una serie di omicidi che, ad un occhio poco attento, sembrerebbero dei semplici suicidi, se non fosse per una strana sensazione del vice ispettore Loy che la porterà ad approfondire il primo caso, ovvero la morte di un anziano ritrovato impiccato nella sua stessa abitazione. È a questo punto che inizia la vera e propria indagine, costellata in prima battuta da molti insuccessi e vicoli ciechi, che porterà la squadra investigativa a dover fare i conti non solo con il presente, ma soprattutto con un passato lontano ben venticinque anni. <br /> </div><div style="text-align: justify;">Come riportato nella seconda di copertina, Morlupi esce fuori dagli schemi demolendo con umorismo graffiante quell’immagine del poliziotto supereroe a cui molto spesso siamo abituati. Lo spoglia di tutte quelle velleità che lo vorrebbero tale, un essere perfetto con poteri soprannaturali in grado di sconfiggere il crimine sempre e comunque, come se fosse un personaggio dei fumetti. <br /></div><div style="text-align: justify;">Tutt’altro. L’autore descrive tutti i suoi personaggi con pregi e difetti, con geniali intuizioni a cui si alternano le più epiche figuracce. Li caratterizza in modo introspettivo, portando alla luce i pensieri più reconditi, lasciando emergere così il loro bagaglio di imperfezioni, di paure e mancanze tali da non riuscire a risolvere completamente i vuoti e i chiaro oscuri delle loro stesse esistenze. Sono le classiche persone della porta accanto, quelle che sono a un tiro di schioppo da noi e, al contempo, quanto di più lontano dall’essere perfette. È l’umanità che caratterizza il loro essere, il loro modo di agire e di pensare che costituisce il vero e proprio asso nella manica, quello che permette al lettore di rendersi conto di come proprio l’essere delfini, in alcuni casi, sia ciò che fa la differenza in un mondo di pescecani e di come dietro la divisa ci siano persone vere, in carne ed ossa. <br /><br /></div><span><a name='more'></a></span></div><div style="text-align: justify;">La narrazione si muove su due piani temporali: il passato, affidato ad una voce narrante sconosciuta, ed il presente, in cui si stagliano le vite dei protagonisti e si battono le piste investigative. Questa scelta, che sicuramente non rappresenta una novità, si dimostra ancora una volta vincente ed efficace perché, con il prosieguo dei capitoli, il lettore comprende sempre più l’importanza di quel legame che unisce i due momenti temporali. Di come quel passato sia la chiave di lettura essenziale per poter comprendere gli avvenimenti del presente. Il colpevole degli omicidi/suicidi lo scoprirete sì, ma solo a poche pagine dalla fine, grazie anche alla lunga confessione che farà luce su tutta una serie di indizi che l’autore avrà sapientemente disseminato nel corso dei capitoli e che pian piano condurranno il lettore alla scoperta della verità. Ne consegue che il giallo sia ben congegnato e sviluppato, senza errori di sorta o anticipazioni che possano turbare in qualche modo la lettura del romanzo.<br /> </div><div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;">Unico neo, che però rientra nel mio personalissimo gusto di lettrice, è la presenza, a mio avviso, di scene descrittive alquanto prolisse che molto spesso si inframmezzano ai dialoghi rendendo la narrazione un po’ dispersiva e lenta, così come la presenza di frasi fatte o riferimenti ad un panorama che esula quello letterario e che rimarcano il bagaglio culturale dell’autore. Credo che non fosse necessario infarcire così tanto la narrazione di questi riferimenti.<br /><br /><i>Come delfini tra pescecani</i> è un romanzo che mi sento di consigliare agli amanti del giallo, e non solo; a quelli che non si soffermano solo sull’indagine e sulla risoluzione del caso, ma anche sul vissuto dei vari personaggi; a quelli che preferiscono imbattersi in figure imperfette, a volte caricaturali, che hanno tutte le fattezze dell’antieroe, lontano anni luce dallo stereotipo del supereroe impavido.</div><div style="text-align: justify;"> </div></div><div style="text-align: left;"><br /><div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
</div>Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-225867251083886372021-03-25T11:49:00.004+01:002021-03-25T12:05:04.634+01:00Recensione 'Benedetto sia il padre' di Rosa Ventrella<p style="text-align: justify;">Buongiorno lettori! Dopo un'eternità, eccomi di nuovo qui tra voi per parlarvi di una delle mie ultime letture. Si tratta dell'ultimo romanzo di Rosa Ventrella, pubblicato proprio la scorsa settimana dalla Mondadori (ringrazio sia l'autrice che la casa editrice per avermene inviato una copia!)<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNXUZHx8I7Sm9k2ePX2QbpUY8yjtw9kI1en0kJvpwD2WmuLzb9eUW0sfWGv59TeJd77cFIu4X7TC8ji06xInUJa5C-x8TbMjKhYKndO-jbn5b1O-nNWEyfZNkOYep9aa0IzT7nzVp2wuA/s1500/Ventrella.png"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNXUZHx8I7Sm9k2ePX2QbpUY8yjtw9kI1en0kJvpwD2WmuLzb9eUW0sfWGv59TeJd77cFIu4X7TC8ji06xInUJa5C-x8TbMjKhYKndO-jbn5b1O-nNWEyfZNkOYep9aa0IzT7nzVp2wuA/s1500/Ventrella.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Benedetto-sia-padre-Rosa-Ventrella/dp/8804736003/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=benedetto+sia+il+padre&qid=1616509284&sr=8-1"><b>BENEDETTO SIA IL PADRE</b></a> di Rosa Ventrella │ <b>Editore:</b> Mondadori │ <b>Pagine:</b> 231│ <b>Prezzo:</b> 18,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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</div></center><p></p><p style="text-align: justify;">Ho conosciuto la Ventrella con il romanzo <i><a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2019/07/recensione-la-malalegna-di-rosa.html">La malalegna</a> </i>e, benché non sia una lettrice che tende a fare paragoni tra le opere di uno stesso autore, ho trovato diverse similarità, vedi l'ambientazione e la struttura narrativa nel suo complesso, e differenze tra i due lavori.</p><p style="text-align: justify;">Ancora una volta la voce narrante di <i>Benedetto sia il padre</i> è affidata ad una donna, Rosa, ed è il suo modo di raccontare che divide il romanzo strutturalmente in tre grandi sezioni: il presente, nei primi anni 2000, un passato più prossimo, a cavallo degli anni '80 e '90 che corrisponde al momento della narrazione che l'autrice ribattezza <i>fuori dal limbo</i>, ed un passato remoto, coincidente con gli anni '70, che è il vero e proprio <i>limbo</i>. Queste tre grandi suddivisioni temporali corrispondono ad altrettante fasce di età della protagonista: il passato remoto in cui ripercorre la sua infanzia e la storia della sua famiglia, il passato prossimo, in cui Rosa ha finalmente il coraggio di raccontarsi e aprire il suo cuore alla genitrice ed anche a sé stessa, mettendo in luce pensieri a lungo taciuti che la vedono muovere i primi passi in un mondo che le appare estraneo e ben lontano dal suo contesto e il presente, in cui la vediamo madre e moglie. </p><p style="text-align: justify;">La narrazione, come è ovvio che sia, prende le mosse proprio dal presente. È il dicembre del 2002 quando Rosa riceve una telefonata da suo fratello Salvo. La loro madre ha avuto un ictus ed è necessario che la donna torni a Bari, sua città natia. Sarà proprio durante il lungo viaggio di ritorno che la protagonista inizierà a ripercorrere alcuni momenti della sua vita, ripensando a quel passato da cui aveva cercato di allontanarsi con tutte le sue forze e che non fa altro che richiamarla a sé.<br />È a questo punto che ha inizio una narrazione intima, introspettiva, a cui si accompagna anche un ritmo più lento, una sequela di pensieri in cui persino i dialoghi si fanno più radi, capace di riportare alla luce le emozioni, i sentimenti e i turbamenti che caratterizzano l'animo di ogni essere umano. La Ventrella in questo è molto brava perché riesce a dosare nelle giuste proporzioni la delicatezza e il riserbo a cui si contrappone l'asprezza e l'acume delle parole, che siano dette o taciute. <br /></p><p style="text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a><div style="text-align: justify;">Ed è mentre ripercorre il suo passato che Rosa pone gli accenti su di sé e su molti dei protagonisti che, capitolo dopo capitolo, si mostreranno al lettore. Primo tra tutti Giuseppe, quel padre bellissimo, di una bellezza fiera che non si piega ad alcun altruismo e a nessuna indulgenza, amabile e irresistibile come solo le cose malvagie sanno essere. Un uomo insofferente nel cui animo alberga l'inestinguibile desiderio di altrove che lo porta sempre a lasciare incompiuta ogni cosa, che si tratti di una scelta o di un lavoro, e nella cui mente ha ben radicata la concezione secondo cui il rispetto passa attraverso l'autorità e la violenza. Giuseppe è il puntello attorno al quale ruota il destino della famiglia Abbinante, coi giorni tristi e i giorni grigi inanellati alle sue altalene umorali. <br />A fare da contrappeso Agata, la genitrice, bella e sfasciata. Una donna cha all'apparenza conduce due vite, una reale e l'altra sospesa, intrappolata nella dimensione del sogno, dove ogni cosa sembra aggiustarsi salvo poi incepparsi di nuovo e sprofondare nel carico di marciume della vita di tutti i giorni. Lo sguardo vuoto, appeso al nulla, il battito lento delle palpebre e quella sensazione che dentro di lei ci sia qualcosa di rotto, la rendono agli occhi della figlia una martire, incapace di togliersi di dosso quel dolore atavico che continua ad attanagliarle mente e cuore. <br />E per finire Rosa, un'anima tormentata e inquieta, la cui unica compagnia è il silenzio, perché ha imparato troppo presto che le parole sono inutili e non fanno altro che ferire come lame. Priva di autostima e bisognosa di certezze, tutta spigoli e ossa appuntite, Rosa inizia pian piano a scoprirsi donna. Il suo solo desiderio è quello di andare lontano, fuggire dall'atavica maledizione che schiaccia e accomuna le donne che le stanno intorno.</div><p></p><p style="text-align: justify;">È su di lei che l'autrice compie un lavoro certosino, sondando il suo animo nelle profondità più recondite ed esplorando i pensieri più nascosti della sua psiche. Ed è proprio grazie al suo personaggio, ma non solo, che <i>Benedetto sia il padre</i> diventa un romanzo di formazione, di crescita ed evoluzione, ed il lettore questo aspetto lo avvertirà chiaramente, capitolo dopo capitolo, e soprattutto nei passaggi tra le varie sezioni, in quel tempo sospeso in cui diventa possibile, se non addirittura necessario, fare i conti con il proprio passato.<br /></p><p style="text-align: justify;">Con una scrittura quasi melodica, in cui all'italiano si frappongono i suoni delle espressioni dialettali tipiche della mia terra, tra case vecchie e stinte, sotto i panari sospesi ai balconi, tra le zaffate di marcio e le crepe dei basoli prende piede una storia di violenza, di rabbia soffocata, di silenzi e sguardi che valgono più di mille parole, come gli occhi di brace di Giuseppe o il sorriso sghembo di Agata. Una storia che sconquassa, che perturba, che rompe gli equilibri. Una storia che racconta di vite spezzate, carni intrecciate, anime <i>affitisciute</i> e sangue grezzo che si ripete, come una nenia, una sorta di maledizione che avvelena una generazione dietro l'altra. Una storia di silenzi, di coraggio, di riconciliazione con sé stessi e, soprattutto, di perdono. </p>
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<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-41084159024708494032020-12-30T11:16:00.000+01:002020-12-30T11:16:46.796+01:00Un anno se ne va...<p style="text-align: justify;"></p><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyFYgw79v2v8z3PixyeqYhcNzicE_z-LpK3A8nT0Is8pt3sduZ91xkUSHaBVrmr2rc79C1NWQcGgYMrbbPqzS6a-oe3hwbtTdeIxzkQYv6bwNESG3xpsRoUZHrvBfqVNm3Pa2-KJe7dY0/s286/index.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="176" data-original-width="286" height="246" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyFYgw79v2v8z3PixyeqYhcNzicE_z-LpK3A8nT0Is8pt3sduZ91xkUSHaBVrmr2rc79C1NWQcGgYMrbbPqzS6a-oe3hwbtTdeIxzkQYv6bwNESG3xpsRoUZHrvBfqVNm3Pa2-KJe7dY0/w400-h246/index.jpg" width="400" /></a>Eccoci giunti a quello che ormai, nonostante la mia latitanza dalla blogosfera, è diventato un vero e proprio appuntamento fisso. Siamo alla fine di questo 2020 in cui, un po' tutti, avevamo riposto grandi aspettative, in ottemperanza a quel detto secondo cui "dopo una fine, c'è sempre un nuovo inizio".<br />Ecco, il nuovo anno, almeno per me, ha sempre rappresentato una sorta di trampolino di lancio, il momento esatto in cui ogni cosa, che sia un sogno, un desiderio o un progetto, viene pervasa da quella linfa necessaria a renderla realizzabile. La maggior parte delle volte tutte le aspettative vengono disattese già a partire dai primi mesi, ma l'ebrezza di quel momento un po' magico, dove tutto è possibile, continua ad accompagnarmi, imperterrita, ad ogni nuovo inizio.<br /></div><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Sappiamo tutti che tipo di anno abbiamo e stiamo attraversando, con strascichi che, volenti o nolenti, si ripercuoteranno anche su quello a venire. Non è stato assolutamente facile gestire quello che ci stava capitando tutto d'un tratto e, per quel che mi riguarda, la cosa si è ripercossa su diversi aspetti della mia quotidianità. <br />Leggere è diventato un peso, piuttosto che un rifugio. Le parole per scrivere recensioni hanno preso direzioni opposte alla mia. A farmi compagnia un foglio bianco e un cursore che lampeggiava senza sosta. Mi sono persa e, devo ammetterlo, non ho ancora ritrovato la via maestra. Me ne sono accorta io e ve ne siete accorti anche voi. Babbo Natale direbbe che sono stata una <i>lettrice cattiva</i> quest'anno e che non merito assolutamente di ricevere libri. E come dargli torto!?<br /></div><p style="text-align: justify;">Conseguentemente questo 2020 sarebbe l'anno meno indicato per tirare le somme e fare bilanci in fatto di letture, eppure qualcosa c'è. Nonostante tutto sono riuscita ad individuare alcune <i>letture del cuore</i>, quelle che hanno segnato alcuni momenti del mio essere lettrice e che avranno sempre un posto speciale per me. Ve le riporto a seguire con un piccolo stralcio della mia recensione...</p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1ejALO92KtoSQAWzbkexm_gaHot2TKDl6ceNisJC1KPEcKaDtZ2PYdh0P6U-OxaFsoxJ-Y7XKvs6iFfsK6SN8enNyF0xpjOZc9GSl-KxYSD5Y-l-0SS9cvc04KO-JbS5_dDHc72sBjVM/s1500/Genovesi.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1500" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1ejALO92KtoSQAWzbkexm_gaHot2TKDl6ceNisJC1KPEcKaDtZ2PYdh0P6U-OxaFsoxJ-Y7XKvs6iFfsK6SN8enNyF0xpjOZc9GSl-KxYSD5Y-l-0SS9cvc04KO-JbS5_dDHc72sBjVM/w320-h240/Genovesi.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12px;"> <span style="color: #de3163;">"Quello che mi affascina grandemente di Genovesi è la sua capacità di
raccontare storie, che pure ci riguardano, con genuinità, schiettezza,
ironia e con una cura dei dettagli che non può che rendere felice il
lettore. Attraverso il vissuto dei diversi personaggi, dalle sembianze
estremamente umane, e gli accadimenti che ne minano il loro cammino,
l'autore ci racconta cosa voglia dire credere in qualcosa. Al contempo è un romanzo di grande ispirazione, che insegna come <i>"...i confini siano limiti inventati che ci strizzano e soffocano l'orizzonte davanti e dietro di noi..."</i>, che <i>"...tra il possibile e l'impossibile c'è un confine sottile e finto,
tracciato da noi stessi come le sbarre di una prigione all'interno
della quale ci rinchiudiamo da soli..."</i>." </span></span></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><br /><p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2SkzGpS5VS2acAaXRVfBxyJ0qx4rd7TlOe2JPd1U1ljw0bqIayCKfjb_1MjaWjHK8PB9oyvS2l9ICGZ-GsUf3NOQUqtZ_VXJtAPaEg3VH8GXhx2ylmokYdTdSCSTsgrSLPT1vwR67etI/s1500/Ardone.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2SkzGpS5VS2acAaXRVfBxyJ0qx4rd7TlOe2JPd1U1ljw0bqIayCKfjb_1MjaWjHK8PB9oyvS2l9ICGZ-GsUf3NOQUqtZ_VXJtAPaEg3VH8GXhx2ylmokYdTdSCSTsgrSLPT1vwR67etI/s320/Ardone.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12px;"><br /><span style="color: #de3163;">"Tra separazioni e ricongiungimenti, affetti persi e ritrovati, la Ardone
ci offre uno spaccato della difficile situazione dell'Italia del
Dopoguerra. Ci racconta, magistralmente, dello sferragliare di un treno e
della tristezza nella pancia; di esistenze che tutto d'un tratto si
restringono per far ritorno ad una realtà in cui non ci si può sentire
che fuori posto; dell'accoglienza e del sapore amaro che ha per entrambe
le parti, sia per quelli che la danno, sia per quelli che la ricevono;
di
bambini spezzati in due metà che si chiedono se sia giusto provare la
stessa dose di amore, fino a quel momento riversata sui propri
familiari, per i membri delle famiglie ospitanti; di vite screpolate e
fuori sincrono."</span></span></div><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> <br /> </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><span><a name='more'></a></span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5-rkFHewzXc1yhbdmJ47GSsl20V0D_ZQWFXPnlMJ00Yw5v7a9t7y2-UAtk7Ls5DKxUgEbO2uic_tAfkTwz2IuXErI1KzqRQGPePmbIg8aiipmGyDFQ9vMW38RxTlRgvv7rDFYC3Cmpsw/s1500/Messina.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5-rkFHewzXc1yhbdmJ47GSsl20V0D_ZQWFXPnlMJ00Yw5v7a9t7y2-UAtk7Ls5DKxUgEbO2uic_tAfkTwz2IuXErI1KzqRQGPePmbIg8aiipmGyDFQ9vMW38RxTlRgvv7rDFYC3Cmpsw/s320/Messina.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 12px;">"Complice uno stile cristallino, semplice e delicato, senza il bisogno di
ornamenti di ogni sorta, la Messina riesce, con lievi pennellate di
colore, a raccontare la vita vera, quella che non fa sconti, il buio e
l'oscurità che possono stringere in una morsa il cuore dell'essere
umano, le paure delle proprie scelte e l'intimità dei rapporti intra ed
interpersonali in quella che diventa, a tutti gli effetti, una storia di
resilienza, coraggio e speranza.</span><br /><span style="font-size: 12px;">
<i>Quel che affidiamo al vento</i> è un romanzo che parla al cuore di
ognuno di noi e ci insegna a tenerci stretta la gioia almeno quanto il
dolore, ci suggerisce nuovi modi di stare al mondo dopo le avversità che
la vita ci riserva perché <i>"...sono proprio quelle crepe e quelle
fragilità a decidere la storia di ognuno di noi, a far venire la voglia
di andare avanti per vedere cosa potrebbe succedere poco più in là..."</i>."</span></span></div><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> <br /></p><p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1XhCjsDCyzeBYgdM6GYn-WnwTZJvTafn8XZv4h4JEdFqJDZoVdNiGCbGppbQnA7uxGI5jmQ6kEsXeX91fQOP-FmbxyzTNtDwJig0mCSPM95SfGVu2ZFGgD2hBSGxzlplpurLCUiSVZoQ/s1510/Canepa.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1510" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1XhCjsDCyzeBYgdM6GYn-WnwTZJvTafn8XZv4h4JEdFqJDZoVdNiGCbGppbQnA7uxGI5jmQ6kEsXeX91fQOP-FmbxyzTNtDwJig0mCSPM95SfGVu2ZFGgD2hBSGxzlplpurLCUiSVZoQ/s320/Canepa.png" width="320" /></a></div><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 12px;">"Un titolo altamente evocativo, che in un certo senso si prefigge
l'obiettivo di anticipare al lettore cosa dovrebbe aspettarsi da una
lettura del genere, <i>Insegnami la tempesta</i> è un romanzo
introspettivo ed intimistico che scandaglia tutta una serie di tematiche
tra le quali spicca, in primis, quella della genitorialità, nello
specifico il burrascoso rapporto madre-figlia, seguita da altre, sempre
importanti, quali la maternità e il valore dell'amicizia.</span><br /><span style="font-size: 12px;">Ci offre uno spaccato di una relazione fatta di chiaroscuri, di alti e
bassi, di detto e taciuto invitando il lettore ad avanzare, in questo
territorio irto, in sordina, ad osservare il tutto in controluce e in
religioso silenzio almeno fino a quando non imparerà a conoscere le
diverse psicologie che connotano le protagoniste."</span></span></div><div><p></p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> <br /><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0xGTGMQw5FjjsjsCOCiSCiSIrUQAnrKAPI390yd7M5IEHNy5KpwDBlZN-QOsQoKnjz0DZkpQeax_IDNDAIxW9Bu_QHf-wZ0UHse12lJ7pLMO5e23My6QFVxbuiOLBp9yUtxrMBf_Q9QA/s1500/Barbaglia.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1500" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0xGTGMQw5FjjsjsCOCiSCiSIrUQAnrKAPI390yd7M5IEHNy5KpwDBlZN-QOsQoKnjz0DZkpQeax_IDNDAIxW9Bu_QHf-wZ0UHse12lJ7pLMO5e23My6QFVxbuiOLBp9yUtxrMBf_Q9QA/s320/Barbaglia.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 12px;">"Con il suo solito stile poetico, ricercato ed inusuale, Barbaglia ci
racconta storie diversissime, apparentemente senza alcun legame, ma in
realtà saldamente intrecciate dalla prima all'ultima riga. Come sempre
nulla è lasciato al caso ma persegue un disegno narrativo che, giunti
all'epilogo, risulta ben chiaro anche agli occhi del lettore più
distratto.</span><br /><span style="font-size: 12px;">
Cantastorie sopraffino, dotato di garbo, compostezza, delicatezza e una
buona dose di sensibilità nel raccontare, l'autore è in grado di
sfiorare e trattare tematiche importanti, come la malattia della memoria
di Emilio e, di pari passo, di dare forma ai commoventi pensieri della
balena che, in tutta onestà è il vero e proprio focus del romanzo
nonostante la sua risulti essere una semplice comparsa. È lì, sullo
sfondo ed è metafora di un qualcosa di molto più grande."</span></span><br /><span style="font-size: 12px;"> </span></div><p></p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> <br /><br /></p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdaZyUZ9Fppqgm5WhLrMvmh1lPU3iEPUHvbqkMjFbzmxczTNY6zAXS24ZBqXqVQUzWa1KzT6v-0FohuyoMVdDFs5BO3SNhSzDGWpU-EbDiue9jHdeyMcM9mU1Ar0ew5h0h9N4PxILPaco/s1456/Moore.png" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1125" data-original-width="1456" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhdaZyUZ9Fppqgm5WhLrMvmh1lPU3iEPUHvbqkMjFbzmxczTNY6zAXS24ZBqXqVQUzWa1KzT6v-0FohuyoMVdDFs5BO3SNhSzDGWpU-EbDiue9jHdeyMcM9mU1Ar0ew5h0h9N4PxILPaco/s320/Moore.png" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 12px;">"Sarebbe riduttivo definire <i>I cieli di Philadelphia</i> un giallo o,
ancor meglio, un
poliziesco. Nonostante presenti tutti gli elementi del caso, è connotato
di una serie di sfumature che lo rendono da una parte un romanzo capace
di sondare i rapporti familiari, dall'altra un romanzo psicologico, se
si prende in considerazione l'attenta
analisi e costruzione dei personaggi, ed in ultimo il mezzo attraverso
cui fare una sorta di cronaca di una realtà che non è frutto della
fantasia dell'autrice, tutt'altro, è un mondo che
esiste, fatto di dinamiche complesse, e con il quale si è imparato a
convivere perché considerato, oramai, un
dato di fatto.</span><br /><span style="font-size: 12px;">
Una scrittura equilibrata, precisa e puntuale. Una narrazione cruda, che non fa sconti, ma racconta tutto per quello che è."</span></span><br /></div></div><div> <p></p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;"> </p><p style="text-align: justify;">Ed ora il momento tanto atteso ed anche il più difficile. Cosa mi aspetto da questo 2021? Ebbene, la vita in quest'ultimo anno ci ha impartito un grande insegnamento ed è quello di non dare mai le cose per scontate, che si possono fare tutti i progetti e i piani di questo mondo eppure basta un'inezia per mandare tutto all'aria.<br />Per quel che mi riguarda sono una persona che, se fa delle promesse, cerca sempre di mantenerle, costi quel che costi. È per questo che non dirò frasi del tipo <i>"prometto che quest'anno sarò più presente"</i> oppure che <i>"il blog tornerà attivo come un tempo"</i>. Prenderei in giro prima me e poi voi che mi seguite. Non so cosa accadrà in questo nuovo anno che sta per arrivare, se riuscirò a mantenere una sorta di continuità, se le mie saranno sporadiche apparizioni intervallate da lunghi silenzi. Quel che è certo è che devo ritrovare in primis la serenità come lettrice e, solo successivamente, quella come blogger. <br />Pertanto l'augurio che mi faccio per l'anno a venire è quello di ritornare a leggere per il semplice piacere di farlo ed è ciò che mi sento di augurare anche a tutti voi.<br />Mollate gli ormeggi e partite verso nuove avventure, nonostante tutto e tutti. Felice 2021!<br /></p></div>
<br />
<br />
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-85633201092154652212020-11-16T08:47:00.003+01:002020-11-16T09:28:29.080+01:00Recensione 'Il riflesso del passato' di Dan Chaon<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUsLhcSzL2YhZdELU2pgVJz12I-TWW2sRi1Czbhu9bMWRxGCtosA4Z4CfRD2yPCau4EuAjDdy2VjGrayBCKQP1AtDtMvxfTPqLrj0ubh6f_2qM9n_vY0CTRGP20zNS2ml63Mrw9umNMko/s1500/Chaon.png"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUsLhcSzL2YhZdELU2pgVJz12I-TWW2sRi1Czbhu9bMWRxGCtosA4Z4CfRD2yPCau4EuAjDdy2VjGrayBCKQP1AtDtMvxfTPqLrj0ubh6f_2qM9n_vY0CTRGP20zNS2ml63Mrw9umNMko/s1500/Chaon.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/riflesso-del-passato-Dan-Chaon/dp/8894938859/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=2MATX3LY26SJB&dchild=1&keywords=il+riflesso+del+passato&qid=1605437861&sprefix=il+rifle%2Caps%2C185&sr=8-1" target="_blank"><b>IL RIFLESSO DEL PASSATO</b></a> di Dan Chaon │ <b>Editore:</b> NNE │ <b>Pagine:</b> 395 │ <b>Prezzo:</b> 18,00€ <br /><br /></span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"> Pubblicato nel lontano 2004 con il titolo di <i>You remind me of me</i>, <i>Il riflesso del passato</i> rappresenta una sorta di preludio a quello a cui il lettore è stato abituato ne <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2019/06/recensione-la-volonta-del-male-di-dan.html" target="_blank"><i>La volontà del male</i></a>, che invece sarà pubblicato ben tredici anni dopo.</div><p style="text-align: justify;">Portato in Italia lo scorso ottobre dalla casa editrice NN Editore, nella traduzione della bravissima Silvia Castoldi, <i>Il riflesso del passato</i>, opera prima dello scrittore americano, può essere considerato il romanzo da cui prende le mosse il modus operandi, o per meglio dire narrandi, che rappresenta la cifra stilistica e strutturale tipica della narrazione di Dan Chaon. </p><p style="text-align: justify;">Spazialmente, la vicenda si sviluppa nel South Dakota, a pochi chilometri dalla cittadina di Little Bow, in una casa di campagna giallo senape, per poi raggiungere la periferia nord della cittadina di St. Bonaventure in Nebraska. Temporalmente parlando, invece, copre un arco narrativo che si estende dagli anni '70 agli anni '90 del Novecento.<br />È il 24 marzo del 1977 quando Jonah Doyle, un bambino di sei anni, di ritorno da scuola, viene aggredito dal cane di famiglia. Morto per un brevissimo lasso di tempo, e sfigurato nel fisico e nell'animo, il piccolo Jonah, riportato in vita come per miracolo dai soccorritori, si ritroverà a pensare, nel corso degli anni, che quello sia stato l'evento centrale di tutta la sua esistenza, quello che ha messo in moto il suo futuro e ne ha condizionato anche le scelte. È il 1993 quando quello stesso Jonah, ormai ventiduenne, decide di tagliare i ponti con quel che resta del suo passato, recidere i legami con una madre anaffettiva ormai passata a miglior vita, e partire alla ricerca del fratello, sperando di poter ricomporre i pezzi della propria vita e sentirsi finalmente parte di una famiglia.<br /></p><p style="text-align: justify;">Quello stesso fratello che, grazie allo stratagemma delle diverse inquadrature cinematografiche, costantemente presenti nel corso della narrazione, proprio mentre i soccorritori riportano in vita Jonah, vediamo condurre la propria esistenza altrove. Troy Timmens ha dieci anni, anagraficamente parlando, ma è diverso dalla maggior parte dei bambini della sua età. Definito un adolescente onorario, un'anima saggia e per nulla infantile, Troy nasconde, tra le pieghe del suo passato, una verità a cui non pensa molto spesso e di cui, conseguentemente non parla perché la ritiene una faccenda personale, ovvero l'essere stato adottato. I suoi genitori glielo avevano spiegato sin da piccolo e gli avevano insegnato che non aveva nessuna rilevanza e che lui non era affatto diverso dagli altri.<br />Lo stesso Troy che ritroviamo nel 1996 in libertà vigilata, divorziato e incapace di poter crescere suo figlio Loomis che è stato affidato alle cure della nonna materna.<br /></p><span><a name='more'></a></span><p style="text-align: justify;">Se nel passato il denominatore comune dei due fratelli è rappresentato dalla evanescente figura materna, Nora, un personaggio su cui l'autore si sofferma spesso e volentieri, dedicandogli anche un intero capitolo in chiusura, e che, nonostante sia un po' l'emblema del fallimento dell'essere umano, o forse proprio per questo, ho personalmente trovato di una bellezza disarmante, nel presente è invece rappresentato da Loomis. La sparizione improvvisa del bambino, ed è qui che il romanzo si tinge di giallo, diventa il focus centrale di tutta la narrazione, quello che metterà in moto una catena di eventi per certi versi più prevedibili rispetto a <i>La volontà del male</i>.</p><p style="text-align: justify;">Troy e Jonah sono due facce di una stessa medaglia con il primo così radicato nella storia della sua vita da non avere il coraggio di svincolarsi, e il secondo che prova vergogna del pietoso scheletro di bugie che invece è la propria. Diciamocelo chiaramente, tra i due quello che domina la scena è sicuramente Jonah con il suo volersi proiettare nelle vite degli altri, il suo voler trovare un posto nel mondo conquistandosi la fiducia altrui, lettore compreso, surclassato da quel bisogno di accettazione che è un po' il chiodo fisso della sua intera esistenza. Ed è proprio questo bisogno di essere accettati una delle tematiche fondanti de <i>Il riflesso del passato</i>, assieme alla ricerca di se stessi, del proprio io e di come l'echeggiare di quello stesso passato di cui si parla nel titolo del romanzo, si ripercuota su quello che siamo e diventiamo.<br /></p><p style="text-align: justify;">Con un solido background di fondo, che costituisce il bandolo della matassa da cui partire, Dan Chaon inizia a tessere, con abile mano, una storia all'apparenza abbastanza lineare ma che, pagina dopo pagina richiamerà la struttura labirintica a cui già siamo stati abituati.<br />Per farlo si servirà, ancora una volta, di una narrazione che si muove tra presente e passato, un alternarsi di storie e di punti di vista sempre diversi, apparentemente indipendenti, ma tutti interconnessi tra loro e tenuti insieme da un filo sotteso a quello che è il quadro generale.<br />I personaggi, quasi psicanalizzati dall'autore nel corso del racconto, sono anime rotte e solitarie chiamate a fare i conti con quello che resta delle proprie esistenze, a rimettere insieme i pezzi di un puzzle che diventa via via sempre più complesso ed ambiguo.</p><p style="text-align: justify;">Con una scrittura magnetica e attenta ad ogni minimo dettaglio, un ritmo serrato che rimarca quel senso di angosciosa cupezza e inquietante instabilità a cui siamo stati abituati, <i>Il riflesso del passato</i> è un ottimo punto di partenza per il Dan Chaon più maturo che abbiamo già imparato a conoscere. Un romanzo che, ancora una volta, sa conquistare il lettore e che, contrariamente al precedente, mette un punto inequivocabile all'intera vicenda.<br /></p></div></center>
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-85558829321650676912020-10-02T10:54:00.003+02:002020-10-02T11:02:43.027+02:00Recensione 'Fiore di roccia' di Ilaria Tuti<p style="text-align: justify;"><br />Se mi seguite da un po', saprete della mia propensione per i romanzi che raccontano storie e avvenimenti realmente accaduti. Mi sono resa conto che, come lettrice, nei miei momenti bui (e questa estate è stato uno di quei lunghissimi periodi di blocco) faccio incetta di romanzi di questo tipo.<br />Ed oggi, dunque, eccomi qui a parlarvi del nuovo lavoro di Ilaria Tuti che, discostandosi momentaneamente dalla serie che ha per protagonista <i>Teresa Battaglia</i>, porta alla luce un avvenimento storico, realmente accaduto, e sconosciuto ai più. <br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr76UUPH13Cg-7ptHb7MGA6p7t44I6FvBCBvRmWGw7Rf8JlwSsFn7rGfIB35EbEolJ-daBxJMOWelh0zGYMa-5hlxSdrdEyTkZzMOAVl5rpjnBk3hlRNOyIMxSd80Uj0XpKGvdMr-jMRs/s1468/Tuti.png"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgr76UUPH13Cg-7ptHb7MGA6p7t44I6FvBCBvRmWGw7Rf8JlwSsFn7rGfIB35EbEolJ-daBxJMOWelh0zGYMa-5hlxSdrdEyTkZzMOAVl5rpjnBk3hlRNOyIMxSd80Uj0XpKGvdMr-jMRs/s1468/Tuti.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Fiore-roccia-Ilaria-Tuti/dp/8830455342/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=fiore+di+roccia&qid=1599573522&sr=8-1" target="_blank"><b>FIORE DI ROCCIA</b></a> di Ilaria Tuti │ <b>Editore:</b> Longanesi │ <b>Pagine:</b> 309 │ <b>Prezzo:</b> 18,80€ </span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div></center><p></p><p style="text-align: justify;">Con dedizione e accuratezza, muovendosi tra i meandri di una terra che conosce alla perfezione, l'autrice celebra il coraggio e la resilienza delle Portatrici Carniche, quelle donne che durante il Primo Conflitto Mondiale furono investite dal gravoso compito di riempire le loro gerle, che per secoli avevano trasportato infanti, corredi per le spose e legna che scalda corpi e cuori, con viveri, medicinali e munizioni, inerpicarsi lungo i sentieri di montagna, a confine con l'Austria, e aiutare i soldati italiani al fronte. <br />Una storia ambientata ai tempi della guerra sì, ma soprattutto una storia di donne, abituate da sempre ad essere definite attraverso i bisogni di qualcun altro, forgiate nel corpo e nello spirito dalla fatica di ogni giorno, nate con un debito di lavoro sulle spalle, un debito che ha la forma della gerla. Una storia di solidarietà e dignità. <br /></p><p style="text-align: justify;">La Tuti parte dal generale, da un manipolo di donne accomunate dalla
fatica, dalla sofferenza e dal coraggio, per scendere poi nel
particolare e dedicare la sua completa attenzione ad Agata che diventa
la protagonista indiscussa, nonché voce narrante, attorno alla quale far
muovere tutti gli altri personaggi.<br />Ma la storia del singolo è un
fermoimmagine delle esistenze di tutti, di chi ha vissuto il dolore
della perdita, seppellito cadaveri, percorso la china di montagne dalle
cime puntute che si stagliano contro un cielo lapislazzuli, imbracciato
un fucile per liberarsi di quel nemico che non è poi tanto diverso da sé
stessi. <br />Pagina dopo pagina impareremo a conoscere Viola, con la sua esuberanza e il suo entusiasmo; Caterina, la saggezza pacata e a volte ruvida della maturità; Maria, il rosario tra le dita e sempre una preghiera sulle labbra; Lucia, con i suoi sorrisi che conducono l'anima alla docilità; Agata, un uccello da richiamo che canterà per le sue amiche, in un patto di obbedienza, che forse le imprigionerà in un'impresa suicida. <br /></p><p style="text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a><div style="text-align: justify;">Un crescendo di sentimenti contrastanti che, in un modo o nell'altro, albergano l'animo del lettore chiamato a rapportarsi con personaggi ed avvenimenti, ma soprattutto con la consapevolezza che la Storia è un racconto che si fa scrivere con il sangue.<br />C'è ansia, inquietudine e paura, quella paura dettata dalla sensazione sempre più abbacinante che la mente non regga, che non sia mai più possibile tornare indietro e che il colore nero riesca a contaminare ogni cosa.</div><p></p><p style="text-align: justify;">Tra luci e ombre, gioie e dolori, vittorie e sconfitte, la Tuti si riconferma grande narratrice e, nonostante abbia dovuto condensare avvenimenti in archi temporali esigui, semplificare il più possibile le dinamiche militari e romanzare a tratti la trama, riesce a nobilitare il coraggio delle Portatrici che sono un esempio di come anche le donne abbiano avuto un ruolo determinante e, nello specifico essenziale, per scrivere alcune pagine della nostra Storia che non è dipesa e non dipende solo ed esclusivamente dal sesso maschile.</p><p style="text-align: justify;">Non è facile parlare di un romanzo così bello, crudo e vero. Non è facile riporlo sullo scaffale dei libri letti senza avvertire un peso sul cuore perché quanto raccontato è accaduto realmente, ci riguarda eppure ne eravamo all'oscuro perché non se ne è mai parlato abbastanza.</p>
<br />
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-62409948477114196382020-08-27T08:12:00.000+02:002020-08-27T08:12:13.421+02:00GUESS MY BOOK - Reading Challenge, Quinto Bimestre!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg"><img height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="680" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
Buongiorno lettrici e lettori, e buongiorno ai partecipanti alla <i>Guess My Book reading challenge</i>, la sfida di lettura, nata in collaborazione con Chiara e Chicca, che vi terrà compagnia per tuuuutto il 2020!<br />
<br />
Non ci crederete, ma è tempo di dare inizio al <i>Quinto Bimestre</i> di gioco che si concluderà il prossimo <i>26 Ottobre</i>.<br />
Ma prima, permettetemi di ringraziare ognuno di voi per la partecipazione e per le numerose e bellissime recensioni che ci avete inviato. Non sarà per nulla semplice decretare la vincitrice o il vincitore del bimestre appena conclusosi. Ci proveremo, ovviamente, e nei prossimi giorni vi aggiorneremo tramite il gruppo Facebook dedicato alla challenge.<br />
Per restare in tema, vi ricordo che la persona che ha scritto ed inviato la recensione che più ci è piaciuta riceverà un piccolo premio, sicuramente si tratterà di qualcosa di nostro, quindi usato e personale, senza un valore commerciale definibile.<br />
<br />
<br />
A questo punto vi ricapitolo brevemente come si articola la sfida (anche se trovate tutto nel dettaglio nel <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2019/12/guess-my-book-reading-challenge.html">post</a> di presentazione):<br />
<br />
<ul style="text-align: justify;">
<li>la challenge avrà la durata di un anno e sarà suddivisa in bimestri.
I post bimestrali con obiettivi e moduli per inviare i link nuovi si
alterneranno tra i vari blog;</li>
<li>la challenge è composta da <span style="background-color: #ead1dc;">24 obiettivi annuali semplici</span>, <span style="background-color: #cfe2f3;">3 bimestrali complessi </span>e <span style="background-color: #d9ead3;">3 titoli bonus</span> bimestrali da indovinare;</li>
<li>gli obiettivi complessi e i titoli bonus del bimestre potranno
essere letti anche passato il bimestre in questione, tuttavia il
punteggio risulterà dimezzato;</li>
<li>non c'è un minimo di letture per <i>"passare"</i> al bimestre successivo, una volta iscritti alla challenge potete sempre partecipare fino alla fine;</li>
<li>a ogni lettura è possibile associare un solo obiettivo.</li>
</ul>
<br />
<br />
Per quanto riguarda il punteggio:<br />
<br />
<ul>
<li><span style="background-color: #ead1dc;">Gli obiettivi semplici valgono 3 PUNTI;</span></li>
<li><span style="background-color: #cfe2f3;">gli obiettivi complessi valgono 6 PUNTI (3 punti in caso di dimezzamento);</span></li>
<li><span style="background-color: #d9ead3;">i titoli bonus valgono 10 PUNTI (5 punti in caso di dimezzamento);</span></li>
<li>è possibile aggiungere <span style="background-color: #fce5cd;">1 PUNTO per ogni lettura in più inerente i soli obiettivi semplici</span>.
Cioè, se avete già spuntato uno dei 24 obiettivi ma decidete di leggere
un altro libro che soddisfi sempre il medesimo requisito, potete
tranquillamente farlo ma solo per un massimo di dieci volte nel corso
dell'anno (non è necessario alcun requisito specifico come il numero di
letture/punti per poterlo fare).</li>
</ul>
<br />
<br />
È bene ricordare che:<br />
<br />
<ul>
<li>Per sapere se un libro soddisfa o meno i criteri richiesti da un
obiettivo chiedete a noi, abbiamo l'ultima parola su questo. Se siete in
dubbio vi consigliamo di chiedere a noi prima di cominciare, cercheremo
di rispondere sempre in pochissimo tempo.</li>
<li style="text-align: justify;">Cosa si vince? Ci stiamo ancora
pensando, sicuramente si tratterà di qualcosa di nostro, quindi usato e
personale, senza un valore commerciale definibile. Inoltre, ogni
bimestre, decreteremo la recensione che più ci è piaciuta a cui
invieremo un piccolo premio sempre nostro, quindi usato e personale,
senza un valore commerciale definibile. </li>
<li style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;">
le recensioni dovranno essere scritte solo ed esclusivamente su una
piattaforma pubblica (blog, goodreads o anobii) e dovranno essere un
minimo articolate. Non basterà dire <i>"mi è piaciuto!"</i>, <i>"lo consiglio"</i>.</div>
</li>
<li style="text-align: justify;">Non sono validi fumetti, manga, libri
illustrati, riletture e nemmeno audiolibri. I libri devono avere un minimo di 150
pagine (farà fede quanto riportato su Amazon nella sezione dettagli
prodotto della versione cartacea).</li>
</ul>
<br />
<a name='more'></a><br />
Anche se ormai li conoscerete, e in parte li avrete già spuntati, vi ripropongo la lista dei <span style="background-color: #ead1dc;">24 obiettivi semplici annuali</span> che rimarranno invariati fino alla fine della challenge:<br />
<br />
<ol>
<li>Leggi un libro ambientato in Italia </li>
<li>Leggi un libro con la copertina rossa </li>
<li>Leggi un libro appartenente al genere giallo </li>
<li>Leggi un libro facente parte di una serie </li>
<li>Leggi un libro con più di 250 pagine </li>
<li>Leggi un libro con una donna in copertina </li>
<li>Leggi un libro appartenente alla narrativa storica </li>
<li>Leggi un libro di un autore/autrice defunti </li>
<li>Leggi un libro con la cover gialla </li>
<li>Leggi un libro romance </li>
<li>Leggi un libro che abbia dei fiori in copertina </li>
<li>Leggi un libro ambientato a Natale </li>
<li>Leggi un libro con la cover disegnata </li>
<li>Leggi un libro ambientato in America </li>
<li>Leggi un libro con un bambino/a in copertina </li>
<li>Leggi un libro con un mezzo di trasporto in copertina </li>
<li>Leggi un fantasy </li>
<li>Leggi un libro con animale in copertina </li>
<li>Leggi un libro recensito da una conduttrice </li>
<li>Leggi un libro di narrativa per ragazzi </li>
<li>Leggi un libro da cui hanno tratto un film o una serie TV </li>
<li>Leggi un libro scritto da un/una autore/autrice italiano/a </li>
<li>Leggi un libro scritto da più autori (valgono anche raccolte di racconti) </li>
<li>Leggi un libro pubblicato nel 2019 o nel 2020</li>
</ol>
<br />
<br />
Di seguito, invece, i nuovi obiettivi del Quinto (e penultimo) Bimestre che potrete spuntare con punteggio pieno fino al 26 Ottobre 2020, con punteggio dimezzato se li leggerete nel bimestre successivo.<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span><span style="color: #de3163;"><b>OBIETTIVI COMPLESSI BIMESTRE 5<br /></b></span></span></div>
<br />
<ol>
<li>Leggi un romanzo ambientato a Napoli<br /></li>
<li>Leggi un romanzo pubblicato prima del 2000<br /></li>
<li>Leggi un romanzo che abbia per protagonista un personaggio storico realmente esistito.<br /></li>
</ol>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span><span style="color: #de3163;"><b>TITOLI BONUS BIMESTRE 5<br /></b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- <u>ANAGRAMMA</u>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>"SI RIMODELLAVA PROLE"</i> </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- <u>GHIGLIOTTINA</u>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEt_Y7Ao8EXBuy2jS-8UP9NQ1V9XQlENS0rT9M2dk5Ik92WdL4PeXntV85NWcWqUvleomjUkeUY0nSmu-sGuDIWkEFml6qpl490hU_qZffA1QLGn_EVDO71rIgXyYkmGa5t-04QYwl5bA/s795/Ghigliottina+5+bimestre.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="795" data-original-width="787" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEt_Y7Ao8EXBuy2jS-8UP9NQ1V9XQlENS0rT9M2dk5Ik92WdL4PeXntV85NWcWqUvleomjUkeUY0nSmu-sGuDIWkEFml6qpl490hU_qZffA1QLGn_EVDO71rIgXyYkmGa5t-04QYwl5bA/w260-h263/Ghigliottina+5+bimestre.png" width="260" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
- <u>DOUBLE PUZZLE</u>:<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZOOXaFPq8c0fEErQukU15jNFJm6Wo2hEXr3gMbE39sIMF4Jha5qeww_HJQjZvS68B4uP3LKOq_het_XTt3McJfn6cowkz6ZwDGTbvy7i5I0jbtLQwkRsJITjevKB4lTVN0_yZRQcL8I/s514/117738980_817220329135683_7591009139293707966_n.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="378" data-original-width="514" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigZOOXaFPq8c0fEErQukU15jNFJm6Wo2hEXr3gMbE39sIMF4Jha5qeww_HJQjZvS68B4uP3LKOq_het_XTt3McJfn6cowkz6ZwDGTbvy7i5I0jbtLQwkRsJITjevKB4lTVN0_yZRQcL8I/s0/117738980_817220329135683_7591009139293707966_n.png" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;"><i>Piccolo aiutino per i bonus: sono libri letti e recensiti sui blog da noi conduttrici (ognuna ne ha scelto uno).<b> </b></i></span><br />
<br />
<br />
Ed eccoci dunque giunti alla fine di questo lungo post. Per qualsiasi dubbio potete trovarci sia sul gruppo Facebook, sia ai seguenti indirizzi email:<br />
<br />
Chiara: chiara.ropolo@virgilio.it<br />
Anna: appuntidiunagiovanereader@gmail.com<br />
Chicca: palmentierim@gmail.com<br />
<br />
A seguire troverete il nuovo modulo da utilizzare per l'invio dei link delle recensioni. Sperando che i nuovi obiettivi vi piacciano e vi permettano di scoprire tanti bei romanzi, vi auguro buone letture e buon divertimento!<br />
<br />
<br /></div>
</center>
<iframe frameborder="0" height="700" marginheight="0" marginwidth="0" src="https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeKolSzjo6l6DSIEhY2EryeyMYiJvwY9CW29M-5KI9Vescv3g/viewform?embedded=true" width="680">Caricamento…</iframe>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="" /></div>
<br />Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-16883438576486171092020-06-19T11:17:00.000+02:002020-07-01T18:26:22.911+02:00Recensione 'I cieli di Philadelphia' di Liz Moore<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGFr6hFOmEaWNTjZUoG578EYvJhhGqX4z64aneNqeoO9M_A3YdxpVwJwXbPpYYdTFVeVwoRZtfzHd6uDbkQ6Ri3qMIAITRStry8weOUEivS0DelsBbZqRcePdIqPuMo9i2EHe6VJ7C96k/s1600/Moore.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGFr6hFOmEaWNTjZUoG578EYvJhhGqX4z64aneNqeoO9M_A3YdxpVwJwXbPpYYdTFVeVwoRZtfzHd6uDbkQ6Ri3qMIAITRStry8weOUEivS0DelsBbZqRcePdIqPuMo9i2EHe6VJ7C96k/s1600/Moore.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/I-cieli-Philadelphia-Liz-Moore/dp/8894938654?pf_rd_r=QAJQB9M2V7GJCB8Y8QSS&pf_rd_p=b2f4203e-0e98-400b-a7ea-0c465a998dcb&pd_rd_r=7688572e-ba12-407a-8d19-d364bc5cbc98&pd_rd_w=GJUfu&pd_rd_wg=idsoH&ref_=pd_gw_ci_mcx_mr_hp_d"><b>I CIELI DI PHILADELPHIA</b></a> di Liz Moore │ <b>Editore:</b> NNE │ <b>Pagine:</b> 456 │ <b>Prezzo:</b> 18,00€ </span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Poliziesco dalle tinte fosche, <i>I cieli di Philadelphia</i>, di Liz Moore, tradotto per noi da Ada Arduini, è il romanzo che mi ha tenuto compagnia nelle ultime settimane. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho impiegato più tempo del necessario per leggere questa storia, per comprenderne a fondo le dinamiche e per, risanare, insieme ai diversi personaggi, le fratture ereditate dal loro vissuto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Seduta su una volante della polizia, al fianco della protagonista, barcamenandomi tra passato e presente, ho compiuto un viaggio fisico e psicologico, ho calcato strade, luogo di spaccio e prostituzione, e visitato posti squallidi, ho percepito il senso di dipendenza, il dolore e la sofferenza dell'astinenza, ho visto, più e più volte, impotente, persone ad un passo dalla morte. Ho cercato chi non voleva essere trovato, ho osservato con attenzione chi credeva di non esserlo e sono giunta all'epilogo tanto atteso animata da una nuova speranza e dalla spinta di coloro che, con coraggio e determinazione, sono pronti ad affrontare i propri errori in nome della verità. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A permettere tutto ciò è stata la scrittura magnetica della Moore, una penna ferma ed empatica, capace di scavare nei meandri più profondi della psiche umana, compenetrarsi con il vissuto dei suoi personaggi e accostarsi, silenziosamente, alle complesse dinamiche relazionali e familiari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con una tecnica narrativa che ha preso piede nella stragrande maggioranza dei diversi generi letterari, ma che, nonostante tutto, o forse proprio per questo, risulta solida ed efficace, l'autrice è in grado di aprire porte che conducono il lettore su strade già percorse o da percorrere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un alternarsi di <i>allora</i> e <i>adesso</i> che rendono il romanzo sospeso nel tempo almeno fino a quando il presente, puntualmente introdotto da una pagina di colore nero, che rappresenta un po' il brancolare nel buio che accomuna protagonista e lettore, non inizia a farsi sempre più pressante, a prendere il sopravvento, ad esigere quelle risposte che permetteranno di rimettere insieme i tasselli di un grande mosaico fino ad un certo momento frammentato e incompleto.<br />
<br />
<a name='more'></a>La Moore ci racconta la vicenda di due sorelle, facce di una stessa medaglia che non potrebbero essere più diverse, rami di un albero genealogico atrofizzati e marciti: Michaela e Kacey. La prima, che è anche la voce narrante, è un'agente di polizia che pattuglia le strade di Kensington Avenue, quartiere di Philadelphia in cui lo spaccio e la prostituzione regnano sovrani, frequentato da donne che farebbero qualsiasi cosa pur di comprare una dose. La seconda è proprio una di quelle donne che si vendono agli angoli delle strade, incapace di intraprendere il cammino che la porterà lontana da quella forma di baratto e piuttosto avvezza alle ricadute.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un sorvegliarsi a vicenda che le costringerà, spesso, ad interagire tra di loro, una nelle vesti di poliziotta e l'altra di indiziata. Questo fino a quando, contestualmente al ritrovamento del cadavere di una donna, cui seguirà una scia di omicidi che avranno per lo più come protagoniste proprio le prostitute del quartiere, Kacey non scompare da Kensington. Nel suo ruolo di agente, ma soprattutto di sorella, Michaela inizierà a compiere una serie di indagini personali che la porteranno ad intraprendere un percorso di scoperta e consapevolezza di sé e degli altri che la obbligherà a fare i conti con il proprio passato, con le ferite che ne ha ereditato e con una legge che non è poi così incorruttibile come si penserebbe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Critica nell'osservare e nel riferire dettagli e descrizioni anche secondari, la penna della Moore riesce a tratteggiare con grande maestria i personaggi di questa sua storia. Non può non risultare evidente la contrapposizione tra le due sorelle. L'irreprensibile e responsabile Michaela si scontra con la sua controparte, Kacey. La prima che, con caparbietà e ostinazione, è riuscita nella sua opera di riscatto sociale elevandosi ad un gradino superiore rispetto al mondo che per genetica e diritto di nascita l'avrebbe voluta piegata proprio come sua sorella minore, è stata completamente assorbita dal suo lavoro, una sorta di lente attraverso cui filtrare la realtà. Kacey, invece, con la sua esistenza opaca, persa in un crepuscolo infinito e inesorabile, è colei che ha ceduto alla replica di un destino che agli occhi di tutti appare ineluttabile. </div>
<div style="text-align: justify;">
Michaela è un personaggio complesso e bellissimo. Su di lei la Moore ha compiuto un lavoro eccezionale perché, inizialmente, la presenta come la sorella assennata, una sorta di eroina agli occhi del lettore, per poi, a mano a mano che passato e presente iniziano a tracciare confini sempre più netti e a rispondere a domande che diventano essenziali per il prosieguo della narrazione, renderla sempre più umana, mettendo in luce una serie di ombre e velature che ne cambiano di gran lunga la percezione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sarebbe riduttivo definire <i>I cieli di Philadelphia</i> un giallo o, ancor meglio, un
poliziesco. Nonostante presenti tutti gli elementi del caso, è connotato di una serie di sfumature che lo rendono da una parte un romanzo capace di sondare i rapporti familiari, dall'altra un romanzo psicologico, se si prende in considerazione l'attenta
analisi e costruzione dei personaggi, ed in ultimo il mezzo attraverso
cui fare una sorta di cronaca di una realtà che non è frutto della
fantasia dell'autrice, tutt'altro, è un mondo che
esiste, fatto di dinamiche complesse, e con il quale si è imparato a convivere perché considerato, oramai, un
dato di fatto.<br />
<br />
Una scrittura equilibrata, precisa e puntuale. Una narrazione cruda, che non fa sconti, ma racconta tutto per quello che è. Un ritmo che diventa via via sempre più serrato, costellato, come è giusto che sia, di colpi di scena che fanno restare col fiato sospeso. Un romanzo che è un vero e proprio pugno nello stomaco, capace di mettere in luce i recessi più reconditi e inaspettati. Ovviamente, non posso che consigliarvene la lettura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
</div>
</center>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-48609768611639583242020-05-25T10:55:00.000+02:002020-05-25T10:55:10.714+02:00Recensione 'Nella balena' di Alessandro Barbaglia<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel mio immaginario di lettrice c'è una specie di paniere. Non un recipiente qualunque, dove ognuno di noi ci metterebbe ogni sorta di oggetto, bensì un paniere delle storie. Una cesta che le contiene tutte, in uno spazio senza confini, tipo l'etere. Allora io mi immagino che ogni volta che uno scrittore cerca quel guizzo che gli permetta di individuare la storia giusta e renderla tangibile per noi comuni mortali, immerga la sua mano in questo paniere et voilà. Eccola la sua storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel caso specifico di Alessandro Barbaglia, che è l'autore del romanzo di cui vado a parlarvi, la scena è più o meno la stessa, con l'eccezione che la sua mano riesce sempre, e dico sempre, a pescare, da bravo cacciatore, le storie più insolite e originali, quelle che ci permettono di viaggiare verso orizzonti sconosciuti, dove il confine tra reale e fantastico è così labile che siamo in grado di oltrepassarlo senza remore, accompagnati da quella sensazione di leggerezza e di benessere che, fidatevi, non è cosa da poco.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV268bukr6VV5V7akBO_FkCbrFHRy9x-xzHvCTRCHnBRjUidfa8iSLbRTEowLv0v27zgQWKn8ScCktIPY1AZZl8TQplYfdbRpQO5_viysO67vsuCO_UwP3fY8mBGFud-WmKVjijEVKqy4/s1600/Barbaglia.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV268bukr6VV5V7akBO_FkCbrFHRy9x-xzHvCTRCHnBRjUidfa8iSLbRTEowLv0v27zgQWKn8ScCktIPY1AZZl8TQplYfdbRpQO5_viysO67vsuCO_UwP3fY8mBGFud-WmKVjijEVKqy4/s1600/Barbaglia.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Nella-balena-Alessandro-Barbaglia/dp/8804722428/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1590328936&sr=8-1"><b>NELLA BALENA</b></a> di Alessandro Barbaglia │ <b>Editore:</b> Mondadori │ <b>Pagine:</b> 228 │ <b>Prezzo:</b> 17,00€ </span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di Barbaglia, che è colui che mi fornisce le storie giuste al momento giusto, ho letto i precedenti lavori e li custodisco, gelosamente, a doppia mandata, nel mio cuore. Ora, capite bene che colpire nel segno per ben due volte non è cosa semplice. Ed è per questo che, quando ho scoperto dell'uscita di questo terzo romanzo, da una parte ho iniziato a scalpitare, impaziente di immergermi e perdermi in queste nuove pagine, dall'altra mi sentivo schiacciata dalla morsa dell'ansia e delle millemila domande che angustiano il più comune dei lettori quando deve leggere il nuovo romanzo di uno dei suoi scrittori preferiti. Riuscirà a soddisfare le aspettative? Segnerà una tripletta o questa volta dovrò riporre il libro sullo scaffale, mestamente sconfitto? So che ve lo state chiedendo ed è per questo che ve lo anticipo, senza indugio. Ebbene... tre su tre!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Nella balena</i> è un romanzo vero al 97%, il restante 2% è meraviglia e anche se manca ancora qualcosa non chiedetelo né a me né all'autore perché a quanto dice lui, ed io non posso che convenire, le storie ne sanno più di chi le scrive. Dicevo, è una storia vera perché, prendendo spunto da fatti realmente accaduti, in un arco temporale che parte dal 1954 e raggiunge i nostri giorni, ripercorre le avventure della Balena Goliath, un cetaceo lungo la bellezza di ventidue metri, pescato in Norvegia, al largo di Trondheim, la cui carcassa venne riempita di 7000 litri di formalina con l'idea di esporla al pubblico per farne visitare l'interno. A riuscire nell'impresa fu un italiano, un torinese, Giuseppe Erba che la rese la protagonista indiscussa di un tour che girò non solo tutta l'Italia ma anche parte dell'Europa.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Muovendosi tra passato e presente, in un intreccio di vite e di storie, l'autore ci fornisce i giusti appigli, quelli che ci permettono di imbarcarci in questa avventura, partendo dalla testa del cetaceo per arrivare giù, fino alla sua coda. A farci da spalla un nutrito gruppo di personaggi, alcuni più stravaganti di altri, ognuno però con peculiarità che lasciano il segno.<br />
<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Nel presente conosceremo Alessandro, che però tutti chiamano Cerro. Un tipo un po' fuori dal comune che, sin da bambino, invece di giocare agli indiani o pedalare su una bicicletta rossa mettendo a rischio le proprie ginocchia, per accorciare le distanze che lo separano da suo padre Emilio, in modo da sentirlo più vicino, aveva preso l'abitudine di provare ad invecchiarsi, vestendosi e pettinandosi come lui. Voleva crescere in fretta Cerro ed è per questo che, a trentotto anni, indossa già una vecchiaia non sua, ammalato di un guaio che non gli appartiene: la malattia di suo padre che lo ha reso un genitore senza aver mai potuto vivere il suo essere figlio. Non ha una vita sociale e conduce un'esistenza programmata e metodica, salvo qualche scossone provocato, senza preavviso, dalla malattia del genitore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWwEIOM0EySY7KwoUSYqQTIa7cWP6Ld5JNFePD8kNPLAsSX-GWuWx-TG8BBEqV1f4tIaTNIP9jLFPFq5g7LC-YWosg5MOxdFyNv-YS8SQq2R6aG6sPBJTqW4XjTtvn1VtSdhXzJ91mZZU/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWwEIOM0EySY7KwoUSYqQTIa7cWP6Ld5JNFePD8kNPLAsSX-GWuWx-TG8BBEqV1f4tIaTNIP9jLFPFq5g7LC-YWosg5MOxdFyNv-YS8SQq2R6aG6sPBJTqW4XjTtvn1VtSdhXzJ91mZZU/s1600/unnamed.jpg" width="240" /></a>Emilio, dal canto suo, è sempre stato un fantasma durante l'infanzia di Cerro. Da rispettabile psichiatra che ha sempre lavorato con i ricordi e la memoria, si ritrova, all'età di ottant'anni, a convivere con silenzi e frasi scritte su post it nei momenti di lucidità, e a fare i conti con buchi e risvegli, quelli che, quando capitano, trasformano il dottore in un uomo completo di passato e danno false speranze a suo figlio perché glielo fanno vedere bellissimo e anziano com'è giusto che sia. </div>
<div style="text-align: justify;">
A loro si contrappone il personaggio di Herman figlio dell'Uomo Pesce e della Maga Spezzata divenuta Sirena. Herman abita un tempo e un luogo molto lontani. La sua storia prende piede negli anni '30 a Chicago, in uno di quei posti che non curano le diversità ma le esaltano: il Circo. Generoso, curioso e capace solo a fidarsi del prossimo, Herman che non sa cosa sia il bene né cosa sia il male, che non distingue il vero dal falso, crede in tutto ciò che lo meraviglia. Anche Herman ha una straordinaria capacità: è nato con il fischio. Ora, il più scarso dottorino dell'America lo avrebbe definito asma, ma si sa, il circo non ha tempo di rivolgersi ai dottori, il circo corre, un giorno è qui, un giorno è là, e alla fine i suoi genitori si erano convinti che tutto si sarebbe risolto mettendo su un po' di muscolatura. Herman è il personaggio che Barbaglia immagina più vicino e più simile alla Balena Goliath. Sarà questo loro essere così similari a far sì che Herman sacrifichi la sua stessa vita, la possibilità di amare qualcuno e trovare il proprio posto nel mondo, in una forma di assoluta devozione nei confronti dell'animale. Sarà attraverso i suoi occhi che descriverà a noi lettori il viaggio del grosso cetaceo e lo stupore nello sguardo della gente che, tappa dopo tappa, si assieperà in lunghe file per ammirare il suo corpo dall'interno.<br />
<br />
Con il suo solito stile poetico, ricercato ed inusuale, Barbaglia ci racconta storie diversissime, apparentemente senza alcun legame, ma in realtà saldamente intrecciate dalla prima all'ultima riga. Come sempre nulla è lasciato al caso ma persegue un disegno narrativo che, giunti all'epilogo, risulta ben chiaro anche agli occhi del lettore più distratto.<br />
Cantastorie sopraffino, dotato di garbo, compostezza, delicatezza e una buona dose di sensibilità nel raccontare, l'autore è in grado di sfiorare e trattare tematiche importanti, come la malattia della memoria di Emilio e, di pari passo, di dare forma ai commoventi pensieri della balena che, in tutta onestà è il vero e proprio focus del romanzo nonostante la sua risulti essere una semplice comparsa. È lì, sullo sfondo ed è metafora di un qualcosa di molto più grande. Tutti noi siamo nella balena e lei è in noi. La balena è quel posto sicuro in cui ci rifugiamo, quello in cui ci rintaniamo e ci perdiamo quando vogliamo rimanere soli con noi stessi, quello in cui affoghiamo o esaltiamo sentimenti, stati d'animo, gioie e dolori.<br />
<br />
<i>Nella balena</i> non è un romanzo facile, mentirei se dicessi il contrario, e credo anche che non sia un romanzo adatto a tutti. È una di quelle letture in cui vi smarrirete prima di ritrovare voi stessi. Entrerete grigi e ne uscirete a colori. Un romanzo intenso e delicato che avvolge in una coccola chiunque decida di dargli una possibilità.</div>
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-57025476044279239762020-05-17T12:02:00.000+02:002020-05-17T12:03:14.724+02:00Recensione 'Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina' di Fannie Flagg<br />
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Quando ci imbattiamo in uno di quei periodi in cui con la lettura non si riesce proprio ad andare d'accordo, c'è bisogno di certezze. </div>
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Nel mio caso, cerco di rifugiarmi tra le pagine di quelli che reputo i miei scrittori preferiti. È per questo che, ispezionando lo scaffale dei libri da leggere, la mia scelta è ricaduta su <i>Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina</i>, di Fannie Flagg, un piccolo gioiellino di cui vado a parlarvi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0UdZzqojV1O9R4IgKlsBPVmW3H6WzOpzGOPjDJjuSpi2Xqz5fCaFyPpp800mRx7Bd7MLaD7xV_K0ER_sRv1hoR1e1PZfdgtTLD8LdVPgI6BrTZl4jpVdLcErsS5PYELZRqxKC0BaP84c/s1600/Flagg.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0UdZzqojV1O9R4IgKlsBPVmW3H6WzOpzGOPjDJjuSpi2Xqz5fCaFyPpp800mRx7Bd7MLaD7xV_K0ER_sRv1hoR1e1PZfdgtTLD8LdVPgI6BrTZl4jpVdLcErsS5PYELZRqxKC0BaP84c/s1600/Flagg.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><b><a href="https://www.amazon.it/Mr-Zuppa-Campbell-pettirosso-bambina/dp/8817028487/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1589637875&sr=8-1">MR. ZUPPA CAMPBELL IL PETTIROSSO E LA BAMBINA</a> </b>di Fannie Flagg │ <b>Editore:</b> BUR │ <b>Pagine:</b> 235 │ <b>Prezzo:</b> 10,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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Tra i romanzi scritti dalla Flagg, conosciuta in maniera del tutto casuale nel lontano 2016, e letti, con una media di un libro ogni due anni, annovero già <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2016/03/recensione-voli-acrobatici-e-pattini.html"><i>Voli acrobatici e pattini a rotelle</i></a> e <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2018/02/recensione-pomodori-verdi-fritti-al.html"><i>Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop</i></a>. <i>Mr. Zuppa Campbell</i> è il terzo romanzo che leggo e, lasciatemelo dire, l'ho apprezzato al pari degli altri per la sua unicità.</div>
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Ancora una volta ho ritrovato quello stile tipico della Flagg che mi ha da sempre affascinata. Una scrittura semplice e altamente evocativa, per la grande padronanza descrittiva, che nella sua essenzialità riesce a mettere su storie originali, mai scontate e con personaggi unici ed indimenticabili. </div>
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Tuttavia, <i>Mr. Zuppa Campbell</i> si discosta dai due romanzi già letti, non solo per trama, ma soprattutto per costruzione narrativa. Se i due avevano una struttura tale per cui c'era un alternarsi di presente e passato con digressioni che toccavano anche episodi poco conosciuti della storia passata, in questo romanzo l'intera narrazione è ambientata al tempo presente, in un continuo alternarsi di stagioni.</div>
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Ulteriore, e più importante novità, il protagonista della vicenda che, nel caso specifico, non è una donna ma un uomo: Oswald P. Campbell (come la zuppa di pomodoro, insieme alla quale fu abbandonato alla nascita sui gradini di una chiesa).</div>
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A fine lettura posso affermare, senza dubbio alcuno, che il personaggio del Signor Campbell è più che riuscito e rappresenta il perno dell'intera narrazione, che permette di tenere le fila del discorso ma che, allo stesso tempo, rappresenta il punto di snodo per dipanare il racconto, consentendogli di imboccare una serie di percorsi che lo porteranno verso altrettanti personaggi. Ma andiamo con ordine.<br />
<br />
<a name='more'></a>Siamo a Chicago, la seconda tormenta di neve della stagione ha colpito l'intera cittadina e al Signor Campbell, cinquantaduenne solitario e divorziato, durante una delle consuete visite di controllo, viene diagnosticato un enfisema polmonare, progredito ad uno stadio critico, con una prognosi di uno, massimo due anni di vita. Unica alternativa: lasciare Chicago il più in fretta possibile, per raggiungere un posto con il minor tasso di inquinamento e un clima migliore. Ed ecco, dunque, profilarsi l'Alabama (stato molto caro alla Flagg per le sue ambientazioni). Qui, nell'estremo sud, sulla sponda di un pigro fiume verdeggiante, che, al contempo, rappresenta una delle poche vie d'accesso alla cittadina, sorge la minuscola e sonnolenta comunità di Lost River, un luogo dimenticato dal tempo in cui per svagarsi si può fare un salto all'ufficio postale o al negozio di alimentari, un giro in barca in compagnia del postino/pescatore o ancora osservare la fauna locale stando comodamente seduti sul pontile della propria abitazione.</div>
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È in questo posto sperduto, senza indirizzi e codici postali, perché la posta viene consegnata via fiume, che il Signor Campbell si rifugia per trascorrere il tempo che gli resta. Ad attenderlo una comunità cordiale e compagnona che non arreca alcun disturbo, se non su richiesta, ma buona vicina in caso di bisogno. </div>
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<br /></div>
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Genuino e in grado di mettere il buon umore, <i>Mr. Zuppa Campbell</i> è uno di quei romanzi che lasciano in bocca al lettore il sapore della felicità. Sotto molti aspetti ricorda uno di quei film che siamo abituati a vedere a Natale, unico periodo dell'anno in cui sono ammessi miracoli e un po' tutti torniamo bambini.</div>
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Punto di forza sono senz'altro i diversi personaggi che popolano la scena e che permettono di instaurare con il lettore una sorta di complicità tale per cui non si può fare a meno di sentirsi parte di questa grande famiglia, in compagnia di Oswald che a primo impatto potrebbe sembrare scorbutico ma che, in realtà, è una persona molto sensibile; Frances; sua sorella Mildred e la mania di cambiare il proprio colore dei capelli d'impulso, a seconda dell'umore; Roy, una montagna d'uomo a cui tutti vogliono bene; Dottie Nivens; Betty e sua madre Alma; i creoli; l'innocente Patsy e il suo migliore amico, il piccolo Jack, il pettirosso di cui si parla nel titolo del romanzo e che, sotto certi aspetti, mi ha ricordato gli uccellini che puntualmente sono costretta a sottrarre alle grinfie del mio peloso preferito.</div>
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Ancora una volta un romanzo ricco di sentimenti, capace di insegnare valori come l'amore, l'amicizia, il coraggio e il senso di appartenenza. La Flagg si riconferma grande narratrice. È capace di raccontare l'ordinario trasformandolo in straordinario e rende questo romanzo un inno alla vita, alla speranza. Una piccola fiaba moderna accompagnata, come è giusto che sia, da una propria morale che recita più o meno così: <i>"...basta volere una cosa con tutte le proprie forze, e se deve succedere, succederà"</i>.<br />
E allora, anche se siamo un po' adulti, fa sempre bene tornare a sperare o, per meglio dire, a sognare.</div>
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-72334922176092944262020-05-02T11:56:00.001+02:002020-05-02T11:56:11.687+02:00Recensione 'Casa Tyneford' di Natasha Solomons<br />
<div style="text-align: justify;">
Sono trascorsi esattamente quarantanove giorni dalla mia ultima apparizione nella blogosfera, un periodo abbastanza lungo durante il quale, nonostante abbia stilato liste, scelto titoli e pianificato letture per far sì che il
tempo sospeso, nel quale ci siamo improvvisamente ritrovati, fosse
riempito di storie, la mia voglia di leggere è andata via via scemando.<br />
È successo, infatti, che queste storie, per quanto ci provassi, proprio non riuscivano ad imboccare la strada che le avrebbe condotte da me. Le priorità sono diventate altre, anche piccole imposizioni come leggere un capitolo al giorno, provare a cambiare libro, in un continuo iniziare ed accantonare romanzi, non hanno sortito alcun effetto. </div>
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Poi però qualcosa è cambiato, è diventato quasi necessario rimettere in moto gli ingranaggi che si erano inceppati e allora, mentre il cursore ha iniziato a lampeggiare su questa pagina bianca ho pensato che sarebbe stato meglio approfittare di questo momento in cui la marea si è ritirata e le nubi hanno iniziato a diradarsi per parlarvi dell'unica lettura che sia riuscita a portare a termine in questo periodo buio.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPyTJ7OsNDLPjSnrwE9CnvLL4fjzZeADUrADA4SCZ-ccm51LB3uHJSMQBr_zI6-C5-HQMBmGYerusiE0w4bGLcXUlVlVB17MUAT3OOyEoT_ZXHaqnhCPIy-1FFWQCDlcyv-rdpjuzjcXo/s1600/Solomons.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPyTJ7OsNDLPjSnrwE9CnvLL4fjzZeADUrADA4SCZ-ccm51LB3uHJSMQBr_zI6-C5-HQMBmGYerusiE0w4bGLcXUlVlVB17MUAT3OOyEoT_ZXHaqnhCPIy-1FFWQCDlcyv-rdpjuzjcXo/s1600/Solomons.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><b><a href="https://www.amazon.it/Casa-Tyneford-Natasha-Solomons/dp/8854520454/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1588328561&sr=8-1">CASA TYNEFORD</a> </b>di Natasha Solomons │ <b>Editore:</b> Neri Pozza │ <b>Pagine:</b> 413 │ <b>Prezzo:</b> 18,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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Chi mi conosce bene lo sa, in tempi non sospetti, <i>Casa Tyneford</i>, di Natasha Solomons, lo avrei letto ad occhi chiusi perché presenta tutta una serie di caratteristiche che, in quanto lettrice, apprezzo grandemente, prima tra tutte l'ambientazione.<br />
Come la stessa autrice ci racconta nelle note finali, il villaggio di Tyneford trae ispirazione dal villaggio fantasma di Tyneham, sulla costa del Dorset, un luogo remoto e segreto, lontano dalle strade principali e dalla ferrovia, separato dal mondo esterno da una serie di cancelli di legno, dove gli uomini si dedicano alla pesca e le donne lavorano nei campi o a servizio nella grande dimora di famiglia, appartenuta ai Bond nella realtà, ai Rivers nella versione romanzata. Un villaggio, quello di cui si racconta nel romanzo, che, tra realtà e finzione, durante gli anni del Secondo conflitto mondiale, sarà destinato a subire le stesse sorti di Tyneham.<br />
<br />
Secondo aspetto fondamentale riguarda la protagonista della storia. La figura di Elise Landau, sempre a detta dell'autrice, è ispirata alla sua prozia Gabi Landau che, alla fine degli anni Trenta, riuscì a lasciare l'Europa diventando la bambinaia di una famiglia inglese. La stessa Elise, protagonista del romanzo, infatti, si troverà costretta ad abbandonare l'Austria e ad accettare un visto per lavorare come cameriera alle dipendenze di Mr Rivers presso Tyneford House.<br />
Cresciuta negli agi di una famiglia borghese ebraica, con una genitrice che è una famosa cantante dell'Opera di Vienna e un genitore che è un noto scrittore d'avanguardia, Elise si ritrova a vivere in pieno la fase di cambiamenti e di privazioni che investì come un'onda d'urto gli ebrei durante l'ascesa del nazismo. Ed è proprio per aver salva la vita che i genitori decidono di smembrare la famiglia facendo in modo che Elise raggiunga la sconosciuta Inghilterra e la primogenita Margot, insieme a suo marito, l'America, con la promessa di un ricongiungimento nel nuovo continente, non appena le acque si fossero calmate.<br />
<br />
<a name='more'></a>Il perno attorno al quale ruota l'intera vicenda, nonché elemento caratterizzante del romanzo, è proprio Elise Landau. È alla sua voce che l'autrice affida la narrazione, in un continuo susseguirsi di ricordi che la vedranno ripercorrere, dalla prima all'ultima pagina, gran parte della sua esistenza. Ovviamente per farlo, la Solomons si serve della prima persona singolare cosa che, devo ammettere, non toglie nulla alla lettura nel suo complesso. Il lettore vede e percepisce ogni piccolo dettaglio proprio attraverso lo sguardo attento della protagonista.<br />
<br />
Ed è su di lei che l'autrice compie un lavoro di limatura efficace e necessario per rendere al meglio il suo personaggio. In Elise alberga un costante dualismo che trova la sua massima espressione in una frase, contenuta nel testo, e che mi ha molto colpito. Si dice infatti <i>"...lei non è una di noi e nemmeno una di loro..."</i> intendendo proprio l'impossibilità di collocarla tra la servitù, così come tra i signori.<br />
E questo dissidio interiore che accompagnerà la povera Elise nel corso di tutta la narrazione susciterà, nel lettore, quel senso di commiserazione e di commozione che lo porterà ad amare il suo personaggio.<br />
Con una valigia in cui è racchiusa un'intera esistenza di ricordi di ciò che aveva dovuto lasciare indietro, sola e sperduta, lontana dagli affetti a lei più cari ed intrappolata nel silenzio dettato da una lingua sconosciuta, Elise incarna in tutto e per tutto il concetto di resilienza.<br />
Sarà proprio la sua capacità di rimboccarsi le maniche, per adattarsi al cambiamento, a permetterle di superare il divario tra ciò che era e ciò che è destinata ad essere. Ed è proprio su questo aspetto che l'autrice pone il giusto accento servendosi di un escamotage narrativo, il cambio di nome da Elise Landau ad Alice Land, che segnerà un netto confine tra un prima e un dopo.<br />
<br />
Degni di nota sono anche Mr Rivers, proprietario della tenuta, con quell'aria di distaccata riservatezza che incute rispetto, gentile ma distante, come se vivesse al di là di un vetro; suo figlio Kit, sregolato e fascinoso; ed infine, non meno importanti, i membri della servitù. Mrs Ellsworth e Mr Wrexham mi hanno ricordato, soprattutto per il loro ruolo, la servitù di <i>Downton Abbey</i>, ma credo che questo dipenda dalla rigida etichetta, caratteristica imprescindibile per l'epoca e a cui era necessario attenersi scrupolosamente.<br />
<br />
Ho letto pareri discordanti su questo romanzo, c'è chi lo ha apprezzato molto e chi per nulla. Io mi colloco a metà strada in quanto, in generale, ho trovato la lettura abbastanza godibile. Lo stile narrativo della Solomons è molto ricco e preciso, soprattutto nelle descrizioni (cosa che mi piace particolarmente) e nelle costruzioni delle parti dialogate. L'ho trovato un tantino lento nel momento in cui si verifica un cambio di passo che corrisponde al periodo in cui la guerra toccherà anche la remota Tyneford. Ovviamente si tratta di una sensazione personale che magari altri lettori potrebbero non riscontrare e, anzi, apprezzare più di me.<br />
<br />
Se amate i romanzi che richiamano il passato, a metà strada tra le saghe familiari e la narrativa storica, con un pizzico dei mondi tracciati da Fellowes e Némirovsky, allora <i>Casa Tyneford</i> fa proprio al caso vostro.<br />
Preparatevi ad affrontare questo viaggio, con il vento salato che vi scompiglierà i capelli, il profumo dell'erica e della legna che arde, immersi nella brughiera che digrada verso spiagge assolate o percorrendo i dolci crinali delle colline. Il mio, di viaggio, è durato qualche giorno più del previsto ma, tutto sommato, credo ne sia valsa la pena.<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-86173837847263974482020-03-13T10:33:00.000+01:002020-03-13T10:34:35.072+01:00Recensione 'Insegnami la tempesta' di Emanuela Canepa<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSQphMMpWZgX3eH42i9-F_5kdkcZouaYVWG5AUKlWPGQnFoncPpImiuFKSQqhS_ZluZxs95APKz5phFCsC-VvMWmMSV3989ZCzvTSnQcOvMV5n845de7axQs3GurtbJGtmOt351wXeGw/s1600/Canepa.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSQphMMpWZgX3eH42i9-F_5kdkcZouaYVWG5AUKlWPGQnFoncPpImiuFKSQqhS_ZluZxs95APKz5phFCsC-VvMWmMSV3989ZCzvTSnQcOvMV5n845de7axQs3GurtbJGtmOt351wXeGw/s1600/Canepa.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Insegnami-tempesta-Emanuela-Canepa/dp/8806243330?pf_rd_r=NM1RX67Q4K76WS9NFS4J&pf_rd_p=2a58b8e4-f6ae-47f5-a20f-232f5f057db9&pd_rd_r=cd7179bb-6dcb-404a-a453-8149b9279b1f&pd_rd_w=svU10&pd_rd_wg=faxLy&ref_=pd_gw_cr_simh"><b>INSEGNAMI LA TEMPESTA</b></a> di Emanuela Canepa │ <b>Editore:</b> Einaudi │ <b>Pagine:</b> 237 │ <b>Prezzo:</b> 17,50€ </span><div style="text-align: justify;">
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Un titolo altamente evocativo, che in un certo senso si prefigge l'obiettivo di anticipare al lettore cosa dovrebbe aspettarsi da una lettura del genere, <i>Insegnami la tempesta</i> è un romanzo introspettivo ed intimistico che scandaglia tutta una serie di tematiche tra le quali spicca, in primis, quella della genitorialità, nello specifico il burrascoso rapporto madre-figlia, seguita da altre, sempre importanti, quali la maternità e il valore dell'amicizia.</div>
<div style="text-align: justify;">
È certo che la Canepa sondi un territorio ampiamente esplorato in ambito letterario ma, nonostante questo, riesce a farlo senza risultare mai stucchevole, tediosa o ripetitiva.</div>
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<br /></div>
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Per di più, è anche un romanzo tutto al femminile dove a fronteggiarsi sono appunto tre donne: Emma, la madre, Matilde, la figlia, e Irene, una suora nonché amica d'infanzia della genitrice.</div>
<div style="text-align: justify;">
A mio avviso, il punto di forza di <i>Insegnami la tempesta</i>, risiede nella ricostruzione ed analisi di un rapporto, quello tra Emma e Matilde, sul quale la scrittrice riversa la propria attenzione e la cura del particolare, presentandoci due personaggi autentici ed in conflitto tra loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci offre uno spaccato di una relazione fatta di chiaroscuri, di alti e bassi, di detto e taciuto invitando il lettore ad avanzare, in questo territorio irto, in sordina, ad osservare il tutto in controluce e in religioso silenzio almeno fino a quando non imparerà a conoscere le diverse psicologie che connotano le protagoniste.</div>
<div style="text-align: justify;">
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È davvero scarno il lessico familiare che intercorre tra madre e figlia, una figlia che, agli occhi della genitrice, è sempre sfuggente, ancorata a quel desiderio di ignorare la madre e facendo sentire quest'ultima superflua nel suo ruolo, sotto la costante minaccia dello sguardo indagatore della figlia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da sempre autonoma e solitaria, per Matilde l'isolamento è l'unica dimensione che riesce ad occupare con slancio. Puntuale, precisa e studentessa capace, Matilde non ha nulla dell'adolescente irrequieta, eppure è insita in lei quella sensazione disturbante di non aver alcun bisogno della genitrice. Matilde dice pochissimo di sé, l'indispensabile, con quell'aria introversa mista a sarcasmo e il desiderio di diventare grandi altrove.<br />
<br />
<a name='more'></a>Dall'altra parte c'è lo sconforto più totale di una madre che non riesce a comprendere le ragioni di sua figlia. Emma è una donna che si interroga costantemente, che cerca di ricucire un legame che pare non essere mai nato. Intorno a lei c'è sempre un vuoto d'aria, una vertigine di isolamento inspiegabile che tende a confonderla mentre osserva la sua bambina che cerca di stare al mondo, sin da piccola, con il fare di un'adulta, un piede davanti all'altro e lo sguardo dritto di fronte a sé.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per definire sua figlia Matilde occorrono sempre termini assoluti o verbi come <i>odiare</i>, <i>detestare</i>, <i>rifiutare</i>, cioè quelli che segnano un confine. </div>
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Emma la osserva crescere. La osserva mentre cerca di diventare quell'adulta che ha sempre voluto essere. La osserva giungere dinanzi ai bivi che la vita riserva ad ognuno di noi ed imboccare sempre la direzione che la porta più distante da lei. La osserva e rimane in disparte anche se non vorrebbe, anche se non dovrebbe. </div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Diviso in due parti, come se ci fosse un prima e un dopo, in una narrazione che, pur essendo affidata alla voce narrante in terza persona, è lungamente incentrata sulla figura della genitrice, quasi a voler essere l'unica prospettiva attraverso cui leggere l'intero racconto, <i>Insegnami la tempesta</i> è un romanzo che racconta il cementificarsi degli affetti di una figlia, altrove, e l'invidia penosa di una madre. </div>
<div style="text-align: justify;">
È un viaggio in cui, partendo da una casa medioborghese nel pieno centro di Roma e giungendo in un piccolo convento circondato da boschi e tornanti, i diversi personaggi avranno modo di ritrovare e ritrovarsi, recuperare e recuperarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Con un registro stilistico senza sbavature e una costruzione delle frasi, dialoghi compresi, mai casuale, la Canepa scandaglia la psiche dei suoi protagonisti, personaggi in lotta con sé stessi e con il mondo intero, desiderosi di poter raggiungere una libertà totalizzante che li porti a coincidere con il niente, a non essere definiti da nulla, ad essere altro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ripercorrendo la quotidianità, presente e passata, l'autrice dà vita ad un romanzo scorrevole a cui, con molta probabilità, ognuno di noi darà una diversa chiave di lettura. Non c'è dell'azione, non è una storia da seguire, con un inizio e una fine, si tratta, piuttosto, di un fermo immagine, un fotogramma che vede coinvolte le due donne, geneticamente legate, a cui si interpone l'ambiguo personaggio di Irene. Un romanzo che, forse, è adatto ad un tipo di lettore più che ad un altro ma che io, personalmente, mi sento comunque di consigliarvi.<br />
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<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img src="https://i.imgur.com/zuEdfW3.png" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-70867450585289850942020-03-07T12:30:00.000+01:002020-03-07T12:30:03.723+01:00Sneak Peek Marzo 2020!<br />
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<img height="108,9" src="https://i.imgur.com/mwKIi6R.png" width="495" /></center>
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La prima settimana di Marzo volge al termine, ed anche se il periodo per tutti noi non è dei migliori, credo che un giretto virtuale in libreria possa sempre essere utile per noi lettori. Chissà, magari tra queste poche proposte, che fanno parte delle nuove uscite del mese, potreste trovare la lettura che vi farà compagnia in queste lunghe e complicate giornate. Come sempre si tratta di una mia personalissima selezione che spero possa soddisfare anche i vostri gusti. Buona lettura!<br />
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91PoaOBNc4L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91PoaOBNc4L.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">ARIA DI NOVITÀ</span></b><br />
<span style="font-size: 14px;">- Carmen Korn -</span><br />
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 2 Marzo</span></i><br />
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<span style="font-size: 14px;">È il 1970 e Henny, che ha «l’età del secolo» ed è concentrata sui preparativi per il suo settantesimo compleanno, chiede divertita all’amica di sempre: «Hai mai tradito tuo marito?». Guardarsi allo specchio è più difficile, ma dentro si sente ancora una ragazzina; perché cos’è il tempo, in fin dei conti? A festeggiare con lei, insieme alle immancabili amiche, al marito e ai figli, ci sarà una nuova generazione appena entrata nell’età adulta: Katja, una fotografa che decide di mettere in secondo piano la sua vita per documentare con le immagini quel che accade nei focolai di guerra sparsi per il mondo; Florentine, modella di fama internazionale tornata a sorpresa ad Amburgo con una notizia che lascerà parenti e amici a bocca aperta; e poi Ruth, giornalista e militante, che fatica a liberarsi dalla travagliata relazione con un uomo violento pericolosamente vicino alle frange più estreme. Fra le tre giovani donne si ricrea lo stretto sodalizio che ha unito le loro madri e nonne e, con grande felicità di Henny, la generazione successiva alla sua porta avanti la tradizione: condivide felicità e sfortune, i momenti insignificanti e quelli importanti. A fare da sfondo, le grandi vicende politiche e sociali degli anni Settanta e Ottanta: la Germania divisa, la guerra in Vietnam, il terrorismo, l’immigrazione; e poi gli scandali della Casa Bianca visti dall’Europa, lo scioglimento del blocco orientale e infine l’evento risolutore per eccellenza: il crollo del Muro nel 1989. Ma prima che la storia intervenga ad abbattere questa barriera, chiudendo un’epoca e aprendone una nuova, le vite delle protagoniste subiranno diversi scossoni. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41Z5asAKSCL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41Z5asAKSCL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">CARLO È USCITO DA SOLO</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Enzo Gianmaria Napolillo -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 5 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Carlo ha trentatré anni e non esce mai da solo. Non rivolge la parola agli sconosciuti e conta tutto ciò che lo circonda: le briciole sul tavolo, le gocce di pioggia sulla finestra, le stelle in cielo. "Una linea retta è una serie infinita di punti", così gli ha detto anni prima la professoressa delle medie, ma non l'ha avvisato che alcune rette possono essere interrotte. Come la linea rassicurante della sua vita, che un giorno è andata in pezzi e da allora non è più stato possibile aggiustarla. Per questo ora Carlo si circonda di abitudini e di persone fidate, come i suoi genitori e sua sorella Giada: ha costruito un muro tra lui e il mondo esterno. Finché una mattina incontra Leda, la nuova ragazza del bar dove fa sempre colazione con il padre, ed è lei a creare una crepa nel muro, a ridargli un raggio di speranza. Nelle loro durezze, nei loro spigoli, riconoscono il reciproco dolore, stringono una tacita alleanza e cercano la forza per affrontare i ricordi e camminare liberi verso il futuro. Il racconto di un ragazzo e una ragazza danneggiati dalla vita, la storia tenace di un uomo che non si arrende e di una donna che potrebbe aiutarlo a rinascere, a darsi una possibilità. A uscire da solo, per non essere più solo. </span></div>
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<a href="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41XKrGnFYCL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41XKrGnFYCL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">NIENTE PER LEI</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Laura Mancini -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dall'11 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Tullia, il personaggio al centro di questo maturo romanzo d’esordio, cresce insieme alla città di Roma che, colta nel suo continuo mutamento, è l’altra grande protagonista di Niente per lei.
Le bombe piovono sul quartiere romano di San Lorenzo e Tullia, all’età di sei anni, vede crollare la propria casa. Inizia così la storia di una donna che, testimone in penombra del Novecento, ha cara la pelle e poco altro. Tullia affronta le difficili sfide che le capitano in sorte con l’incredibile determinazione di chi deve sopravvivere a ogni costo, senza però rinunciare a coltivare una ricca interiorità. Né la salute né la solitudine sembrano preoccuparla. Dopo un’infanzia trascorsa per strada da venditrice ambulante al fianco dei fratelli e la perdita dell’amatissimo padre, sopporta le durezze del lavoro operaio con ostinata energia, tra lotte sindacali e rivoluzioni culturali che la sfiorano appena.
I quattro decenni di narrazione procedono per piccoli affreschi, urbani e umani, di profonda intensità: la protagonista cresce insieme a Roma che, colta nel suo continuo mutamento, è l’altra grande protagonista di Niente per lei.
Lungo tutto il romanzo si snoda il rapporto complesso con Rosa, figura materna dal fascino feroce, e Marzia, la figlia smarrita e senza padre. Le due polarità femminili obbligano Tullia a una resa dei conti con l’incomunicabilità che spesso divide chi è visceralmente unito. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91gPEl-twEL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91gPEl-twEL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">FINCHÈ IL CAFFÈ È CALDO</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Toshikazu Kawaguchi -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 12 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">In Giappone c'è una caffetteria speciale. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi. Si narra che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l'unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c'è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato. Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kòtake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella. Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutte scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/9163s1DqAYL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/9163s1DqAYL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA STRADA DI CASA</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Kent Haruf -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 16 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Jack Burdette è troppo grande per la città di Holt e per i suoi abitanti. Ex giocatore di football, cacciato dal college con un’accusa di furto, poi militare in missione all’estero, quando sembra aver messo la testa a posto lascia improvvisamente la sua fidanzata per sposare un’altra donna conosciuta dodici ore prima. A ogni ritorno, Holt gli sembra sempre più stretta e scomoda... finché Jack non scompare con la cassa dell’azienda per cui lavora, lasciando la moglie e due figli. Dieci anni dopo, la città non ha perdonato né dimenticato. Eppure Jack torna un’ultima volta, con una macchina vistosa e un passato ingombrante, per far saltare di nuovo ogni convenzione e ogni certezza, senza alcun rimpianto. Ancora una volta Kent Haruf, con la sua scrittura tenera e implacabile e il suo sguardo asciutto ed empatico sulla vita e il destino, ci racconta la storia di un’umanità fragile, ostinata e tenace. Scritto prima della Trilogia della Pianura e già con la stessa grazia letteraria, La strada di casa è l’ultima opera non ancora tradotta di Haruf in Italia. Il canto di una comunità ferita, un romanzo epico che ha tutti i segni distintivi del classico americano moderno. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61pP6Xa4n5L.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61pP6Xa4n5L.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">FINO ALL'ALBA</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Carole Fives -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 17 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">«Vicino, vicino». Lei tenta di ignorare quella voce flebile che la implora dall'altra stanza, ma sa che non resisterà a lungo. Si alzerà nel cuore della notte per andare dal suo bambino di due anni. Per prendergli la mano, rassicurarlo: la mamma è qui, dove vuoi che vada? Preferisce non immaginare cosa succederebbe se il bambino si svegliasse durante le sue uscite notturne. A volte, infatti, le capita di fare due passi intorno all'isolato, qualche minuto, per prendere un po' d'aria. Non è una madre irresponsabile e sa che lasciarlo da solo è rischioso, ma a volte sente il bisogno di allontanarsi da quel nido soffocante, da quell'appartamento che è rifugio e prigione al tempo stesso. Perché da quando è nato il bambino, vive con lui in una simbiosi totale: il suo compagno l'ha abbandonata, in città non ha famiglia né amici, non può permettersi la retta dell'asilo o di pagare una baby-sitter e non riesce a dedicare il tempo necessario al suo lavoro, già precario, di grafica freelance. E il mondo sembra accanirsi contro di lei: la burocrazia è un rebus irrisolvibile che l'affligge, i vicini le lanciano sguardi di biasimo – «è la madre sola del sesto» –, una svista le è valsa l'ostilità dei genitori al parco – il piccolo è caduto dallo scivolo, succede quando le madri sono «tutte prese dal loro smartphone» –, impiegati di banca e ufficiali giudiziari fanno a gara per ricordarle che sta esaurendo le risorse. In cerca di confronto – e conforto –, la protagonista ricorre a internet, legge sui forum le opinioni di altre con una situazione analoga alla sua. Ma anche in rete si imbatte in un muro di ipocrisia e perbenismo. Avvilita, scorre i commenti crudeli di chi si scaglia contro le madri single che non riescono a organizzarsi, che sanno solo piangersi addosso, che alla fine se la sono cercata. Tra senso di colpa e voglia di libertà, la donna continua allora a concedersi quelle evasioni imprudenti. Ma la meta è ogni volta piú lontana, e sempre di piú il tempo che il bambino passa da solo in casa. Fino al giorno in cui è impossibile tornare indietro... </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/912ZaAJqDXL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/912ZaAJqDXL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">CERCANDO VIRGINIA</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Elisabetta Bricca -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 19 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Cortona, 1976. La luce è flebile, ma a Emma, rannicchiata nel fienile, basta per immergersi nelle pagine dei libri che è costretta a leggere di nascosto. Lontano dagli occhi del padre che la vorrebbe impegnata nelle faccende domestiche. Finora è riuscita a proteggere il suo segreto. Ma quando si rende conto di non poter più continuare, preferisce andarsene e accettare un posto da cameriera offertole da una ricca aristocratica di origini inglesi che si fa chiamare "signora Dalloway". Per Emma quel lavoro rappresenta l'occasione unica di conquistare l'indipendenza. Ciò che non si aspetta è di trovare nella signora Dalloway un mentore, oltre che un'amica fidata. Fin dai primi giorni di servizio, la donna si accorge della curiosità che accende l'animo di Emma. È per questo che decide di proporle delle ore di lettura condivisa alla scoperta di una delle prime scrittrici femministe della storia: Virginia Woolf. Così, sfogliando "Una stanza tutta per sé", "Le tre ghinee", "Diario di una scrittrice", Emma si nutre delle parole illuminate di Virginia e inizia a coltivare il sogno di una vita in cui è lei a scegliere il proprio destino. Ma per realizzarlo deve prima combattere contro chi tenta in ogni modo di ostacolarla e tenerla lontano dai libri. Solo così potrà davvero trovare la sua personale Virginia e, in lei, la voce per esprimere ciò che sente dentro. Elisabetta Bricca ci consegna un romanzo di formazione che è un inno al potere salvifico della letteratura. E insieme un elogio al coraggio di tutte le donne che sono disposte a sacrificare anche gli affetti e la stabilità di un'esistenza convenzionale per combattere l'ingiustizia e vedere riconosciuti e rispettati i propri diritti. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61J6RWtPqgL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61J6RWtPqgL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">L'INVENZIONE DI NOI DUE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Matteo Bussola -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 24 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">«Cominciai a scrivere a mia moglie dopo che aveva del tutto smesso di amarmi». Così si apre questo romanzo, in cui Milo, sposato con Nadia da quindici anni, si è accorto che lei non lo desidera più: non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi nulla di sé. Sembra essersi spenta. Come a volte capita nelle coppie, resta con lui per inerzia, per dipendenza, o per paura. Quanti si arrendono all'idea che il matrimonio non possa diventare che questo? Milo no, non si arrende. Continua ad amare perdutamente sua moglie, e non sopporta di non ritrovare più nei suoi occhi la ragazza che aveva conosciuto. Vorrebbe che fosse ancora innamorata, curiosa, vitale, semplicemente perché lei se lo merita. Ecco perché un giorno le scrive fingendosi un altro. Inaspettatamente, lei gli risponde, dando inizio a una corrispondenza segreta. In quelle lettere, sempre più fitte e intense, entrambi si rivelano come mai prima. Pian piano Milo vede Nadia riaccendersi, ed è felice, ma anche geloso. Capisce di essere in trappola. Come può salvarsi, se si è trasformato nel suo stesso avversario? Matteo Bussola racconta un amore. Forte, sciupato, ambiguo, indispensabile. Come ogni relazione capace di cambiarci la vita. </span></div>
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<a href="https://img.ibs.it/images/9788806243517_0_0_855_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://img.ibs.it/images/9788806243517_0_0_855_75.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">FRIEDA</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Annabel Abbs -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 31 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Nottingham, 1907. I coniugi Weekley formano una coppia insolita. Il mite Ernest non spicca per il suo fascino, ha origini umili ed è uno studioso di etimologia barricato in un mondo di prevedibili radici e desinenze. Frieda – la baronessa Von Richthofen – è di una bellezza straordinaria, discende da una famiglia di aristocratici tedeschi, e la sua personalità non potrebbe essere piú lontana da quella del marito: è raffinata, brillante, spontanea. Ernest e Frieda hanno tre bambini, Monty, Elsa e Barby, e convivono serenamente nella loro modesta dimora a due passi dalla foresta di Sherwood. Ultimamente, però, Frieda è giú di tono. Ernest le suggerisce allora di andare a trovare sua sorella a Monaco per distrarsi un po'. Monaco, 1907. Quando arriva nella città bavarese, Frieda ha l'impressione di aver riacquistato la vista dopo anni passati al buio di un'esistenza mediocre. Nei caffè bohémien scopre le idee radicali di anarchici e artisti d'avanguardia, nel salotto della sorella Elisabeth una nuova teoria rivoluzionaria, la psicoanalisi, e una prassi dissoluta, il libero amore. Frieda si innamora perdutamente dell'amante di Elisabeth, il medico Otto Gross – seguace di un certo Freud –, e sogna di trasferirsi con lui nella comunità utopica di Monte Verità. Al termine del suo soggiorno a Monaco, seppur ripiombata nello squallore del suo ménage familiare, Frieda rinuncia alla fuga: non può abbandonare i suoi figli. Nottingham, 1912. Sono passati cinque anni, ma Frieda non ha dimenticato Monaco e quel turbinio di emozioni che la faceva sentire viva. La relazione con Ernest la avvilisce e il suo ruolo di madre devota le sta stretto, nonostante l'amore incondizionato che nutre per i bambini. Frieda ancora non sa che l'incontro casuale con un giovane poeta dai capelli rossi è destinato a cambiare il corso della sua vita. E la storia della letteratura. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61r7gTLTvfL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61r7gTLTvfL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">NELLA BALENA</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Alessandro Barbaglia -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 31 Marzo</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Questa è la storia di Herman, figlio della Donna Sirena e dell'Uomo Pesce; è la storia di un bimbo che si fa uomo imparando a lottare dall'Uomo Elefante e allenando all'equilibrio la grande Bird Millman, la poetessa dell'aria: la più straordinaria funambola di tutti i tempi, la prima donna a danzare su una corda sospesa nel vuoto tra due grattacieli. Herman è figlio del circo, il circo classico, quello fatto da "uomini che camminano con la loro bruttezza, fieri di generare meraviglia". Ma è anche la storia di Cerro, che invece abita a Novara in una casa troppo grande e troppo vuota perché è rimasto presto senza madre. E anche un po' senza padre, che insieme alla moglie ha smarrito nei ricordi la sua capacità di amare. Da bambino Cerro contava il tempo in mirtilli: era capace di mangiarne uno al secondo, e portava al guinzaglio CuccioloAlfredo, un cane che sapeva essere dolce solo con lui. Teneva a bada così la solitudine, nutrendosi di piccole gioie. Ma da adulto? Un mirtillo lo farà ancora felice? Herman e Cerro non s'incontreranno mai, ma avranno per sempre in comune qualcosa di immenso, la più grande attrazione del circo: una balena, Goliath, l'altra protagonista di questa storia. I genitori di Cerro si sono conosciuti proprio davanti a lei, il giorno in cui il circo era di passaggio sulle sponde del lago Maggiore ed Herman guidava il camion su cui viaggiava Goliath. L'amore tra loro è nato nel segno della balena. Ma che cos'è Goliath: un mostro o una meraviglia? E in fondo che cos'è l'amore stesso: un sogno sublime o un incubo spaventoso? Perché l'irrequieta Marilisa attrae così tanto Cerro? E cosa sono la dedizione e la fede con cui Herman si prende cura per quasi trent'anni della balena? Esiste un amore più giusto di un altro? O forse l'amore è sempre e comunque un esercizio di sottomissione ed elevazione insieme, un'ossessione che ti spacca e ti completa? </span></div>
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Ed eccoci giunti alla fine di questo ricco appuntamento. C'è quache titolo che vorreste leggere o che vi incuriosisce? Noi ci rileggiamo il prossimo mese con tante bellissime novità!<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-36094664861914467142020-03-02T08:51:00.000+01:002020-03-02T08:51:10.662+01:00Recensione 'E avrai sempre una casa' di Piero Malagoli<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM80CtuooPR9X5U0BTa3UHF0K2ex1H70nDfw8Zj5kdjOI8mWVxlvB2RSzXX4jVQyrcshxRQDdzT1Liw1O5HqcRLFKl3ZRShzEVQsgnOEicAshGmCx-xj4BaVzQe7ckO6jHW2BEJhg_PTE/s1600/Malagoli.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiM80CtuooPR9X5U0BTa3UHF0K2ex1H70nDfw8Zj5kdjOI8mWVxlvB2RSzXX4jVQyrcshxRQDdzT1Liw1O5HqcRLFKl3ZRShzEVQsgnOEicAshGmCx-xj4BaVzQe7ckO6jHW2BEJhg_PTE/s1600/Malagoli.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/avrai-sempre-una-casa/dp/8896350786/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=WLFKX9DYFTKO&keywords=e+avrai+sempre+una+casa&qid=1583060621&sprefix=e+avarai+sem%2Caps%2C184&sr=8-1"><b>E AVRAI SEMPRE UNA CASA</b></a> di Piero Malagoli │ <b>Editore:</b> Edizioni Spartaco │ <b>Pagine:</b> 328 │ <b>Prezzo:</b> 14,00€ </span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ambientato tra le sperdute alture dell'Ozark, nell'Arkansas più rurale e profondo, con in sottofondo il lontano echeggiare della Guerra di Secessione, <i>E avrai sempre una casa</i> è un romanzo forte, capace di raccontare, senza sconti, la difficile ed estenuante lotta alla sopravvivenza, in ottemperanza a quel principio di autoconservazione, quella volontà di vivere, che è insita in ogni singola specie.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Malagoli, che, per inciso, non ha nulla da invidiare agli scrittori della letteratura americana, è in grado di sondare gli aspetti più crudeli ed inafferrabili dell'essere umano, quelle bassezze che, nel tentativo di non soccombere, lo rendono capace di qualsiasi azione, paragonabile, in tutto e per tutto, alle bestie. Senza troppi giri di parole, con una prosa ammaliante e potente, l'autore ci racconta la fiaccante esistenza dei fittavoli, la cui vita è scandita dai tempi della semina e della raccolta del cotone, disposti a spezzarsi la schiena per un ricavo annuale che gli permetta di non morire di stenti durante la fredda stagione invernale e di conservare la propria terra, quel piccolo frammento di mondo domestico incastonato in un'immensità aliena e selvaggia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per farlo si serve dei McMath, una famiglia senza aspettative, se non quella di rimanere vivi. Una famiglia per la quale il domani è rappresentato dalle settimane che scandiscono i lavori nei campi ed il futuro solo dal susseguirsi delle stagioni, nel ciclo interminabile del tempo che contempla la presenza dell'essere umano finché è vivo, in piedi, a fare la sua parte.<br />
<br />
<a name='more'></a>Capitolo dopo capitolo impareremo a conoscere ogni singolo membro di questa famiglia fino a
quando, per forza di cose, o a causa di un destino beffardo, l'attenzione non
si concentrerà sui due figli minori Kayla e Lucas. Sarà sulle loro
spalle che graverà tutto il peso della narrazione e sarà su di loro che
Malagoli svolgerà un certosino lavoro di caratterizzazione.<br />
Tra i
due, indubbiamente, il personaggio più bello, ma anche più complesso, è
quello di Kayla. Vera, intensa, con una volontà incrollabile ed una forza interiore
come poche, la giovane protagonista sarà chiamata ad una crescita
improvvisa e forzata, dettata da una serie di
scelte deprecabili ma necessarie per proteggere quel che rimane delle
loro esistenze ed imparare a combattere il dolore della perdita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Assisteremo, impotenti, al lento declino di questa umile famiglia, saremo condotti nei meandri di uno stile di vita in cui, a farla da padrone, è il profondo senso di miseria e povertà e il suo gravare sulle esistenze dei vari personaggi, arrivando ad infettarle fino al midollo, insieme alla morte che, come una cara e vecchia amica, aleggia nell'aria, costantemente, impregnando il romanzo in ogni sua parte.<br />
<br />
L'autore, inoltre, ha dalla sua una grandissima capacità, ovvero quella di riuscire a raccontare ogni singola emozione in maniera tangibile. Che si tratti di paura, delusione, rammarico, amore o solitudine, egli riesce a farne un fagotto e lo consegna, anzitempo, al lettore obbligandolo a portarlo con sé, in un viaggio che lo vedrà disperso in una valle immersa in un calamaio d'inchiostro accompagnato dal continuo salmodiare di Kayla, una litania che pervade mente e cuore dalla prima all'ultima riga.<br />
<br />
<i>E avrai sempre una casa</i> è un romanzo meraviglioso ed inaspettato. Una di quelle letture che, con compostezza e solerzia, è in grado di soddisfare anche il lettore più esigente aprendogli dinanzi una miriade di strade che conducono ad un mondo sconosciuto e ad un'epoca in cui, per sopravvivere si è chiamati, con una buona dose di coraggio, a compiere scelte inaspettate tenendo saldamente in una mano un libro di salmi e nell'altra un fucile. <br />
<br /></div>
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
</div>
</center>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-56679910010919824572020-02-27T08:00:00.000+01:002020-02-27T08:00:09.306+01:00GUESS MY BOOK - Reading Challenge, Secondo Bimestre!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg" imageanchor="1"><img height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="680" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
Buongiorno lettrici e lettori, e buongiorno ai partecipanti alla <i>Guess My Book reading challenge</i>, la sfida di lettura, nata in collaborazione con Chiara e Chicca, che vi terrà compagnia per tuuuutto il 2020!<br />
<br />
Non ci crederete, ma è tempo di dare inizio al <i>Secondo Bimestre</i> di gioco che si concluderà il prossimo <i>26 Aprile</i>.<br />
Ma prima, permettetemi di ringraziare ognuno di voi per la partecipazione e per le numerose e bellissime recensioni che ci avete inviato. Non sarà per nulla semplice decretare la vincitrice o il vincitore del bimestre appena conclusosi. Ci proveremo, ovviamente, e nei prossimi giorni vi aggiorneremo tramite il gruppo Facebook dedicato alla challenge.<br />
Per restare in tema, vi ricordo che la persona che ha scritto ed inviato la recensione che più ci è piaciuta riceverà un piccolo premio, sicuramente si tratterà di qualcosa di nostro, quindi usato e personale, senza un valore commerciale definibile.<br />
<br />
<br />
A questo punto vi ricapitolo brevemente come si articola la sfida (anche se trovate tutto nel dettaglio nel <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2019/12/guess-my-book-reading-challenge.html">post</a> di presentazione):<br />
<br />
<ul style="text-align: justify;">
<li>la challenge avrà la durata di un anno e sarà suddivisa in bimestri.
I post bimestrali con obiettivi e moduli per inviare i link nuovi si
alterneranno tra i vari blog;</li>
<li>la challenge è composta da <span style="background-color: #ead1dc;">24 obiettivi annuali semplici</span>, <span style="background-color: #cfe2f3;">3 bimestrali complessi </span>e <span style="background-color: #d9ead3;">3 titoli bonus</span> bimestrali da indovinare;</li>
<li>gli obiettivi complessi e i titoli bonus del bimestre potranno
essere letti anche passato il bimestre in questione, tuttavia il
punteggio risulterà dimezzato;</li>
<li>non c'è un minimo di letture per <i>"passare"</i> al bimestre successivo, una volta iscritti alla challenge potete sempre partecipare fino alla fine;</li>
<li>a ogni lettura è possibile associare un solo obiettivo.</li>
</ul>
<br />
<br />
Per quanto riguarda il punteggio:<br />
<br />
<ul>
<li><span style="background-color: #ead1dc;">Gli obiettivi semplici valgono 3 PUNTI;</span></li>
<li><span style="background-color: #cfe2f3;">gli obiettivi complessi valgono 6 PUNTI (3 punti in caso di dimezzamento);</span></li>
<li><span style="background-color: #d9ead3;">i titoli bonus valgono 10 PUNTI (5 punti in caso di dimezzamento);</span></li>
<li>è possibile aggiungere <span style="background-color: #fce5cd;">1 PUNTO per ogni lettura in più inerente i soli obiettivi semplici</span>.
Cioè, se avete già spuntato uno dei 24 obiettivi ma decidete di leggere
un altro libro che soddisfi sempre il medesimo requisito, potete
tranquillamente farlo ma solo per un massimo di dieci volte nel corso
dell'anno (non è necessario alcun requisito specifico come il numero di
letture/punti per poterlo fare).</li>
</ul>
<br />
<br />
È bene ricordare che:<br />
<br />
<ul>
<li>Per sapere se un libro soddisfa o meno i criteri richiesti da un
obiettivo chiedete a noi, abbiamo l'ultima parola su questo. Se siete in
dubbio vi consigliamo di chiedere a noi prima di cominciare, cercheremo
di rispondere sempre in pochissimo tempo.</li>
<li style="text-align: justify;">Cosa si vince? Ci stiamo ancora
pensando, sicuramente si tratterà di qualcosa di nostro, quindi usato e
personale, senza un valore commerciale definibile. Inoltre, ogni
bimestre, decreteremo la recensione che più ci è piaciuta a cui
invieremo un piccolo premio sempre nostro, quindi usato e personale,
senza un valore commerciale definibile. </li>
<li style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;">
le recensioni dovranno essere scritte solo ed esclusivamente su una
piattaforma pubblica (blog, goodreads o anobii) e dovranno essere un
minimo articolate. Non basterà dire <i>"mi è piaciuto!"</i>, <i>"lo consiglio"</i>.</div>
</li>
<li style="text-align: justify;">Non sono validi fumetti, manga, libri
illustrati, riletture e nemmeno audiolibri. I libri devono avere un minimo di 150
pagine (farà fede quanto riportato su Amazon nella sezione dettagli
prodotto della versione cartacea).</li>
</ul>
<br />
<a name='more'></a><br />
Anche se ormai li conoscerete, e in parte li avrete già spuntati, vi ripropongo la lista dei <span style="background-color: #ead1dc;">24 obiettivi semplici annuali</span> che rimarranno invariati fino alla fine della challenge:<br />
<br />
<ol>
<li>Leggi un libro ambientato in Italia </li>
<li>Leggi un libro con la copertina rossa </li>
<li>Leggi un libro appartenente al genere giallo </li>
<li>Leggi un libro facente parte di una serie </li>
<li>Leggi un libro con più di 250 pagine </li>
<li>Leggi un libro con una donna in copertina </li>
<li>Leggi un libro appartenente alla narrativa storica </li>
<li>Leggi un libro di un autore/autrice defunti </li>
<li>Leggi un libro con la cover gialla </li>
<li>Leggi un libro romance </li>
<li>Leggi un libro che abbia dei fiori in copertina </li>
<li>Leggi un libro ambientato a Natale </li>
<li>Leggi un libro con la cover disegnata </li>
<li>Leggi un libro ambientato in America </li>
<li>Leggi un libro con un bambino/a in copertina </li>
<li>Leggi un libro con un mezzo di trasporto in copertina </li>
<li>Leggi un fantasy </li>
<li>Leggi un libro con animale in copertina </li>
<li>Leggi un libro recensito da una conduttrice </li>
<li>Leggi un libro di narrativa per ragazzi </li>
<li>Leggi un libro da cui hanno tratto un film o una serie TV </li>
<li>Leggi un libro scritto da un/una autore/autrice italiano/a </li>
<li>Leggi un libro scritto da più autori (valgono anche raccolte di racconti) </li>
<li>Leggi un libro pubblicato nel 2019 o nel 2020</li>
</ol>
<br />
<br />
Di seguito, invece, i nuovi obiettivi del Secondo Bimestre che potrete spuntare con punteggio pieno fino al 26 Aprile 2020, con punteggio dimezzato se li leggerete nei bimestri successivi.<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 20px;"><span style="color: #de3163;"><b>OBIETTIVI COMPLESSI BIMESTRE 2</b></span></span></div>
<br />
<ol>
<li>Leggi un libro con il titolo di una sola parola (Es: “Luna”; “Vita”; “Amore” senza articoli)</li>
<li>Leggi un libro in cui il nome dell’autore/autrice o protagonista abbia l’iniziale del tuo nome proprio</li>
<li>Leggi un libro che abbia nel titolo il nome di una città Americana </li>
</ol>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 20px;"><span style="color: #de3163;"><b>TITOLI BONUS BIMESTRE 2</b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- <u>ANAGRAMMA</u>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<i>"FILO MACERATA PER RIALLACCIATA"</i> </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
- <u>GHIGLIOTTINA</u>:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1sJq5iFIVSmCsj80Zuqbr8MS9Klmg_JrTokP7gxndL0QLxL_LXQEsdPmkAw4-CCfdjEPns6PUZ4miLOnmhP1fDAgPsAbCS2xGtuSlazjnKjAQypTq7h28oObQIo5lOAXwzbjOIyzeJac/s1600/Ghigliottina+2+Bimestre.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="483" data-original-width="479" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1sJq5iFIVSmCsj80Zuqbr8MS9Klmg_JrTokP7gxndL0QLxL_LXQEsdPmkAw4-CCfdjEPns6PUZ4miLOnmhP1fDAgPsAbCS2xGtuSlazjnKjAQypTq7h28oObQIo5lOAXwzbjOIyzeJac/s200/Ghigliottina+2+Bimestre.png" width="198" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
- <u>RITAGLIO DI COVER</u>:<br />
<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqqM82y9EWs-olv1ZLOw6Z4LAX-J-SIYZYjQ3iHNUCRCZKKywSSJo9hE5B297G1QFl-M7jq2rGSTlxi9gfGKJfy98K31LKq5AywoVmVrxSlmeCK6E6GMPNTakdsjKBLk48J9Q8VNPfAWY/s1600/84682603_167343351364444_4437525777474387968_n.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="87" data-original-width="58" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqqM82y9EWs-olv1ZLOw6Z4LAX-J-SIYZYjQ3iHNUCRCZKKywSSJo9hE5B297G1QFl-M7jq2rGSTlxi9gfGKJfy98K31LKq5AywoVmVrxSlmeCK6E6GMPNTakdsjKBLk48J9Q8VNPfAWY/s200/84682603_167343351364444_4437525777474387968_n.png" width="133" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-size: xx-small;"><i>Piccolo aiutino per i bonus: sono libri letti e recensiti sui blog da noi conduttrici (ognuna ne ha scelto uno).<b> </b></i></span><br />
<br />
<br />
Ed eccoci dunque giunti alla fine di questo lungo post. Per qualsiasi dubbio potete trovarci sia sul gruppo Facebook, sia ai seguenti indirizzi email:<br />
<br />
Chiara: chiara.ropolo@virgilio.it<br />
Anna: appuntidiunagiovanereader@gmail.com<br />
Chicca: palmentierim@gmail.com<br />
<br />
A seguire troverete il nuovo modulo da utilizzare per l'invio dei link delle recensioni. Sperando che i nuovi obiettivi vi piacciano e vi permettano di scoprire tanti bei romanzi, vi auguro buone letture e buon divertimento!<br />
<br />
<br /></div>
</center>
<iframe frameborder="0" height="700" marginheight="0" marginwidth="0" src="https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfXeHF-3nlDiDSIjRz36y5QC-H43255Ykd3RZix0FTlqWtL2g/viewform?embedded=true" width="680">Caricamento…</iframe>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
<br />Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-990244577404020702020-02-10T11:08:00.000+01:002020-02-10T11:12:53.385+01:00Recensione 'Quel che affidiamo al vento' di Laura Imai Messina<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHWc0TKUdRzqthhQZauTN_sOdVxzbArlZ0weO9LmoErb2ziUxnOF765Aq-_3cbmH6C7HnucVfYJoG-SQ7qL8RMUBVAbjPZwbcX7vEB9X-YUiow3Dv5xurlbtdQ-LpB-O1SfnrGmubjtkU/s1600/Messina.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHWc0TKUdRzqthhQZauTN_sOdVxzbArlZ0weO9LmoErb2ziUxnOF765Aq-_3cbmH6C7HnucVfYJoG-SQ7qL8RMUBVAbjPZwbcX7vEB9X-YUiow3Dv5xurlbtdQ-LpB-O1SfnrGmubjtkU/s1600/Messina.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
<center>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Quel-che-affidiamo-al-vento/dp/8856674637/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=22JW8KAHRT0K8&keywords=quel+che+affidiamo+al+vento&qid=1581243346&sprefix=quel+che+affid%2Caps%2C177&sr=8-1"><b>QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO</b></a> di Laura Imai Messina │ <b>Editore:</b> Piemme │ <b>Pagine:</b> 237 │ <b>Prezzo:</b> 17,50€ </span><div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
A nord-est del Giappone, nella Prefettura di Iwate, ai piedi di Kujira-yama, la Montagna della Balena, subito accanto alla città di Ōtsuchi, c'è una cabina telefonica bianca, con la porta pieghevole, all'interno della quale è posato un quaderno ed un vecchio telefono nero collegato al nulla. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il <i>Telefono del Vento</i> (in giapponese <i>Kaze no Denwa</i>) è stato installato da Sasaki Itaru nel giardino della propria abitazione, luogo che successivamente è stato ribattezzato <i>Bell Gardia</i>, nel lontano 2010, in seguito alla morte di un cugino con il quale desiderava restare in contatto, in una qualche maniera. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quel telefono, inizialmente concepito per alleviare il senso di perdita di un singolo individuo, è diventato poi il simbolo di uno dei luoghi più colpiti dallo tsunami del 2011, meta di pellegrinaggio per quanti sentano il bisogno di comunicare con i loro cari defunti, affidando le proprie voci al vento in una comunicazione a senso unico ma necessaria per affrontare il proprio dolore, stabilendo un contatto tra chi resta e chi non c'è più.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è proprio traendo ispirazione da quegli avvenimenti luttuosi e da quegli stessi luoghi, in quello che può essere considerato a tutti gli effetti un omaggio per le vittime e per i sopravvissuti, che l'autrice tratteggia una storia delicata, capace di raccontare la speranza, il reimparare a stare al mondo, affrontando, come si legge nelle note finali, le sottrazioni che la vita ci impone e aprendoci, contestualmente, alle tante addizioni che essa stessa ci offre.<br />
<br />
<a name='more'></a>I protagonisti del romanzo sono diversi, o meglio lo sono le loro voci, pronte a raccontarsi al lettore private di ogni corazza o abbellimento. Sono storie tutte diverse ma con un denominatore comune, ognuna di queste persone sta affrontando un evento luttuoso, sta esorcizzando un dolore, che si tratti di mogli, di mariti, di figli, di padri o di madri.<br />
Tra tutte queste voci, meravigliose per la loro unicità, ce ne sono due a cui si rivolge, nel particolare, l'attenzione del narratore, onnisciente, che servendosi di una serie di salti temporali, ricompone i tasselli necessari a raccontarne il loro vissuto e quell'incastro perfetto attraverso cui delineare le diverse sfaccettature. Queste voci sono quelle di Yui e Takeshi, la cui vita è stata sconvolta l'11 marzo del 2011. Lei, una giovane donna che ha perso madre e figlia, si ritrova a sguazzare nelle profondità dell'abisso che ormai sembra averla inghiottita. Lui, un giovane padre che ha perso la propria sposa, si ritrova a fare i conti con il mutismo di sua figlia Hana che, in seguito alla morte della genitrice, sembra incapace di storpiare parole, cantare motivetti dei cartoni animati o proferire assurdità con la convinzione tipica dei bambini della sua età.<br />
Entrambi hanno imparato a contare i giorni in maniera dettagliata a partire proprio da quel
tragico evento, accumulando il tempo che passa in una soffitta
immaginaria, per un futuro utilizzo che chissà se sarebbe mai arrivato.<br />
<br />
Yui e Takeshi si incontrano per caso sulla strada per Bell Gardia e si riconoscono per via di un minuscolo angolo di buio impresso sul viso di entrambi, <i>"...uno spazio in cui chi sopravviveva, rinunciava ad ogni emozione, anche alla gioia, pur di non subire il dolore degli altri..."</i>. Da quel primo incontro, una volta al mese, raggiungeranno insieme il Telefono del Vento, convogliando nello sciabordio delle altre anche le loro voci.<br />
Con lo scorrere del tempo, impareranno, l'uno dall'altra, che il domani non è un qualcosa che esiste per principio e che, pertanto, non è affatto una certezza assoluta; che la felicità nasce proprio da quell'oggetto pesante che recita in cerchio i numeri dall'1 allo 0; che il momento in cui si incontrano, via via, non apparirà più come il raccogliersi di due sconosciuti, bensì come un ritorno. Lui torna a lei e viceversa, in una piacevole e benefica abitudine.<br />
<br />
Yui e Takeshi sono solo un piccolo esempio delle diverse figure che incontreremo strada facendo in quello che tra collisioni ed innesti di vite diventa, anche per il lettore, un vero e proprio viaggio di elaborazione e accettazione. Ed è proprio su tutti loro che si riversano le amorevoli cure dell'autrice. Sì, c'è una storia, anzi ce ne sono diverse, ma il lavoro e l'attenzione più grandi sono rivolti proprio al tratteggio delle loro peculiarità, soprattutto quelle psicologiche.<br />
Si tratta di gente sgualcita dalla vita e fragile. Come giocattoli rotti, rimangono ai margini della folla, ai bordi della vita delle altre persone, in attesa di trovare il coraggio, lo scoglio a cui ancorarsi per tornare a vivere. Sono essere umani, in tutto e per tutto, e come tali, dunque, capaci di soffrire e amare.<br />
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Complice uno stile cristallino, semplice e delicato, senza il bisogno di ornamenti di ogni sorta, la Messina riesce, con lievi pennellate di colore, a raccontare la vita vera, quella che non fa sconti, il buio e l'oscurità che possono stringere in una morsa il cuore dell'essere umano, le paure delle proprie scelte e l'intimità dei rapporti intra ed interpersonali in quella che diventa, a tutti gli effetti, una storia di resilienza, coraggio e speranza.<br />
<i>Quel che affidiamo al vento</i> è un romanzo che parla al cuore di ognuno di noi e ci insegna a tenerci stretta la gioia almeno quanto il dolore, ci suggerisce nuovi modi di stare al mondo dopo le avversità che la vita ci riserva perché <i>"...sono proprio quelle crepe e quelle fragilità a decidere la storia di ognuno di noi, a far venire la voglia di andare avanti per vedere cosa potrebbe succedere poco più in là..."</i>.<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-89967264844446362562020-02-08T10:49:00.000+01:002020-02-08T10:49:08.776+01:00Sneak Peek Febbraio 2020!<br />
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<img height="108,9" src="https://i.imgur.com/mwKIi6R.png" width="495" /></center>
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Buon sabato lettori! Dopo un lungo ed estenuante Gennaio che, almeno per quel che mi riguarda, sembrava non finire mai, siamo giunti al secondo mese dell'anno che, in questo 2020, conta un giorno in più. Avendo 24 ore extra da dedicare alla lettura eccomi qui con un post interamente dedicato alle nuove uscite librose che potrete già trovare, o troverete, in libreria nei prossimi giorni.<br />
Come sempre si tratta di una mia, personalissima, selezione che spero possa soddisfare anche il vostro gusto. Mettetevi comodi e, soprattutto, recuperate carta e penna!<br />
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71Px29NyKYL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71Px29NyKYL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">IL MERCANTE DI LONDRA</span></b><br />
<span style="font-size: 14px;">- Barbara Taylor Bradford -</span><br />
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 4 Febbraio</span></i><br />
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<span style="font-size: 14px;">Londra, 1884. Un giovane ambizioso e promettente, un destino ancora da scrivere. L'Inghilterra della regina Vittoria è un Paese profondamente diviso tra ricchi e poveri, ma James Falconer vuole sottrarsi al destino già scritto della sua famiglia di umili origini. Da quando era bambino, lavora instancabilmente come ambulante al banco del padre in un fiorente mercato londinese e, sebbene abbia solo quattordici anni, sogna in grande. Ambisce a costruire un impero di negozi come i celebri grandi magazzini Fortnum & Mason e a diventare un famoso mercante. Già alla sua giovane età, infatti, James possiede tutto ciò che serve per diventare un uomo di successo: di bell'aspetto, ma non vanesio, è intelligente e pieno di fascino; determinato e ambizioso, antepone il dovere al piacere. Le sue capacità non rimarranno indifferenti alle attenzioni di Henry Malvern, proprietario del mercato in cui i Falconer lavorano: quando la sua unica figlia nonché erede, Alexis, verrà colpita da un'inaspettata tragedia, la strada di lei e quella di James finiranno per incontrarsi. E il giovane Falconer, dopo aver fatto i conti con minacce alla reputazione e alla vita, dovrà dimostrare di essere veramente padrone del suo destino. Le sorti delle famiglie inglesi dei Falconer e dei Malvern s'intrecciano in modi inaspettati tra scandali, amori e passioni, intrighi e tradimenti, in questo romanzo, il primo di una nuova saga. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/8184H51tENL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/8184H51tENL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">CASA TYNEFORD</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Natasha Solomons -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 6 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Vienna, 1938. Quando riceve la lettera che la porterà a Tyneford House, sulle coste del Dorset, la diciannovenne Elise Landau non sa nulla dell'Inghilterra. Cresciuta negli agi di una famiglia borghese ebraica - la madre, Anna, è una stella dell'Opera di Vienna; il padre, Julian, un noto scrittore - Elise, in fuga dal nazismo, si trova costretta ad abbandonare l'Austria e ad accettare un visto per lavorare come cameriera alle dipendenze di Mr Rivers. Una volta giunta a Tyneford House, una magnifica residenza signorile con il prato che digrada verso il mare e una facciata di arenaria su cui campeggia lo stemma dei Rivers, la giovane donna non può fare a meno di sentirsi sola e sperduta. Lontana dalla sua famiglia e dalla scintillante Vienna, soltanto un filo di perle donatole dalla madre e una viola di palissandro, in cui è gelosamente custodito l'ultimo romanzo di suo padre, le ricordano chi è e da dove viene. In difficoltà con una lingua che non comprende e con cui fatica a esprimersi e a disagio sia con la servitù sia con il padrone, l'affascinante vedovo Christopher Rivers, Elise tenta, giorno dopo giorno, di non abbandonarsi alla nostalgia e alla preoccupazione per i suoi familiari, bloccati in Austria in attesa del visto per fuggire in America. Finché l'arrivo a Tyneford House di Kit, il figlio di Mr Rivers, non le restituisce la speranza di una rinnovata felicità. La guerra, tuttavia, sta per raggiungere l'Inghilterra, pronta a chiedere il suo tributo di sangue e a spazzare via ogni certezza. Il mondo che Elise ha conosciuto è sull'orlo di un epocale cambiamento e lei dovrà decidere se soccombere alle circostanze o abbracciare un'altra vita e un altro destino. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91fwhPtZlwL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/91fwhPtZlwL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">RAGAZZO ITALIANO</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Gian Arturo Ferrari -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 6 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">La vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversa le durezze da prima rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, l’esplosione di vita della Milano riformista. E insieme Ninni impara a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore che si cela anche nei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna, scopre di poter fare leva sull’immenso continente di esperienze e di emozioni che i libri gli spalancano di fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sé e della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava, all’insegna della curiosità e della volontà di sapere, quello che sarà il proprio posto nel mondo.
Nella storia di “Ragazzo italiano” si riflette la storia dell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro, la vicenda di una generazione figlia della guerra ma determinata a proiettare progetti e sogni oltre quella tragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozione sociale, e l’avvenire è affollato di attese e promesse. Un’Italia ancora viva nella memoria profonda del Paese, nelle peripezie familiari di tanti italiani. Ferrari le restituisce corpo e respiro senza indulgenze né compiacimenti, con uno stile cristallino e austero, non di rado crudo, con un timbro di coraggiosa sincerità. Capace di esprimere la freschezza del protagonista e di una moltitudine di personaggi lampeggianti di futuro. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/81LiX91TweL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/81LiX91TweL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA CONFRATERNITA DEGLI STORICI CURIOSI</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Jody Taylor -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 6 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po' eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71%2B2ImPPEcL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71%2B2ImPPEcL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">INVENTARIO DI UN CUORE IN ALLARME</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Lorenzo Marone -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dall'11 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici. </span></div>
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<a href="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41HqsMJCjtL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41HqsMJCjtL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">MARA. UNA DONNA DEL NOVECENTO</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Ritanna Armeni -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 13 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa, coi suoi cappellini e il passo deciso e veloce. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Tra il pubblico e il privato la Storia compone tragedie che riscrivono i destini individuali e collettivi, senza eccezioni. Quello che resta è obbedire ai propri desideri: nelle tempeste tengono a galla, e nei cieli azzurri sanno disegnare le strade del domani. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71Ce3yx5EiL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71Ce3yx5EiL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">L'IMPICCAGIONE DI ANN WARE E ALTRE STORIE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Margaret Doody -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 18 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Una ragazza accusata di omicidio e in attesa di essere impiccata pubblicamente continua a dichiararsi innocente mentre uno scrittore, non convinto della sua colpevolezza, cerca di capire cosa è realmente accaduto. Una bella istitutrice che lavora in una villa appartenuta a un conte dalla pessima fama sparisce misteriosamente per ore e notti intere per poi far ritorno come nulla fosse. Una tranquilla giornata tra le vigne californiane si trasforma in un incubo per Sylvia e George via via che un uomo a cui hanno dato un passaggio racconta loro una vecchia, inquietante storia.
L'immaginazione sconfinata e divertita di Margaret Doody dà superba prova di sé in questa breve raccolta di racconti dove l'occulto, la suspense e il mistero entrano con prepotenza nella vita quotidiana, a gettare un po' di scompiglio, ma soprattutto allegria. Una piccola gemma da non perdere per gli amanti della celebre autrice di Aristotele detective. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71TkQ2FI5VL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71TkQ2FI5VL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA FIGLIA DEL PECCATO</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Emily Gunnis -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 20 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Sussex, 1956. È calata la notte. Al convento di Saint Margaret tutte le luci sono spente e regna il silenzio. Protetta dal buio, Ivy si aggira furtiva per i corridoi. Spera di trovare una via di fuga dalla prigione che le ha tolto il suo unico figlio senza darle nemmeno il tempo di abbracciarlo. Per lei non c'è più possibilità di salvezza, ma forse può ancora aiutare Elvira, l'unica bambina cresciuta tra quelle mura. La piccola ha appena scoperto di avere una sorella gemella e vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma scappare da Saint Margaret sembra impossibile. Il convento si fregia di essere una casa di accoglienza per ragazze madri che qui si rifugiano per dare alla luce bambini destinati all'adozione. In realtà, è una fortezza che nasconde oscuri segreti. Un luogo in cui centinaia di giovani donne sono private degli affetti e della libertà, vittime di atrocità di cui nessuno ha mai saputo nulla. Da allora sono passati sessant'anni e tutta la verità su Saint Margaret è ora contenuta in una lettera di Ivy. Poche righe scritte con mano tremante che Samantha, madre single e giornalista in cerca di uno scoop, rinviene per caso in un vecchio armadio della nonna. Non appena le legge, si rende conto di avere per le mani quello che aspetta da tempo: una storia che ha bisogno di essere raccontata. Sa che quel compito spetta a lei. È come se quella lettera l'avesse trovata e le chiedesse di andare fino in fondo perché quell'indagine potrebbe rivelarle particolari sconosciuti del proprio passato. Ma Samantha deve fare in fretta. Il convento sta per essere abbattuto e la verità rischia di restare sepolta sotto le macerie. </span></div>
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<a href="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/51JXs1SmhzL.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/51JXs1SmhzL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA RAGAZZA CON LA MACCHINA DA SCRIVERE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Desy Icardi -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 20 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Cosa ricordano le dita? Se la memoria scompare, possono gli oggetti aiutare a ritrovare i ricordi?
Sin da ragazza, Dalia ha lavorato come dattilografa, attraversando il ventesimo secolo sempre accompagnata dalla sua macchina da scrivere portatile, una Olivetti MP1 rossa.
Negli anni Novanta, ormai anziana, la donna viene colpita da un ictus che, pur non rivelandosi letale, offusca parte della sua memoria. I ricordi di Dalia tuttavia non si sono dissolti, essi sopravvivono nella memoria tattile dei suoi polpastrelli, dai quali possono essere liberati solamente nel contatto con i tasti della Olivetti rossa. Attraverso la macchina da scrivere, Dalia ripercorre così la propria esistenza: gli amori, i dispiaceri e i mille espedienti attuati per sopravvivere, soprattutto durante gli anni della guerra, riemergono dal passato restituendole un’immagine di sé viva e sorprendente, la storia di una donna capace di superare decenni difficili procedendo sempre a testa alta con dignità e buonumore. Un unico, importante ricordo, però, le sfugge, ma Dalia è decisa a ritrovarlo seguendo gli indizi che il caso, o forse il destino, ha disseminato lungo il suo percorso.
La narrazione alla ricerca del ricordo perduto si arricchisce pagina dopo pagina di sensazioni e immagini legate a curiosi oggetti vintage: la protagonista del libro ritroverà la memoria anche grazie a questo tipo di indizi, che appaiono ogni volta in luoghi inaspettati, in una specie di caccia al tesoro immaginaria, tra realtà e fantasia.
Dopo L’annusatrice di libri, sul senso dell’olfatto e la lettura, un romanzo appassionante sul tatto e la scrittura, un viaggio a ritroso nella vita di una donna sulle tracce dell’unico ricordo che valeva la pena di essere conservato. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71uPwJEHHYL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/71uPwJEHHYL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">I DELITTI DI MONTEVERDE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Adele Golgada -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 26 Febbraio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Dopo anni trascorsi a editare libri gialli, Gerarda Greco, 58 anni compiuti da un mese e felicemente prepensionata, vuole solo leggere ciò che le va e fare lunghe passeggiate nel suo nuovo quartiere: Monteverde. Ha ereditato la casa di zia Ginetta e con essa un condominio di anziani e variopinti vicini. No, la casa editrice non le manca, magari il delitto... Gerarda non è destinata ad annoiarsi a lungo e quando la bislacca Gisella Sanfilippo, nota per collezionare qualsiasi tipo di carta, viene trovata morta non può fare a meno di ampliare le sue indagini. Sì, perché aveva già cominciato a chiedere in giro sul caso Grazzini, la scandalosa artista che era stata uccisa vent?anni prima, proprio nel palazzo accanto. Insomma qualcuno dovrà pur far giustizia... </span></div>
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Con la speranza di poter riprendere i miei soliti ritmi di lettura, in questo mese ci sono un paio di titoli di cui conto di parlarvi qui sul blog, insieme all'arretrato di Gennaio.<br />
Ma ora, prima di salutarvi, vi pongo la consueta domanda: cosa vi incuriosisce? C'è quache titolo che vorreste leggere? Noi ci rileggiamo il prossimo mese con un nuovo giretto virtuale il libreria!<br />
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<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
</div>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-84054364290268139292020-01-26T11:24:00.000+01:002020-01-26T11:27:31.884+01:00Recensione 'Il treno dei bambini' di Viola Ardone<br />
<div style="text-align: justify;">
Nel periodo successivo alla fine del Secondo conflitto mondiale, il cosiddetto Dopoguerra, la situazione dell'Italia tutta, ed in particolar modo del Meridione, risentì pesantemente degli strascichi della guerra. Tra fame, miseria, degrado e distruzione, molte famiglie del Sud non solo non avevano di che sopravvivere, ma non erano nemmeno in grado di garantire un futuro ai propri figli.</div>
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Con il sostegno del Partito Comunista e dell'Unione donne italiane, si diede vita ad una vera e propria rete di solidarietà il cui obiettivo era quello di far sì che i Bambini del Mezzogiorno venissero ospitati, durante il durissimo periodo invernale, dalle famiglie di artigiani e contadini del Settentrione in modo tale da provvedere al loro sostentamento, mentre le famiglie d'origine si riprendevano dai traumi della grande guerra. Secondo le fonti storiche furono migliaia i bambini che intrapresero questo viaggio su quelli che sono passati alla storia come <i>i treni della felicità</i>. Alcuni di loro tornarono a casa dopo l'inverno, altri dopo anni, altri ancora vennero addirittura adottati dalle famiglie ospitanti.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_l_b0VNQAH0VzFGanjKXjeBqxAZeGBHLDKhF91dMRpI42T16B44xqGHFfiJMyd40fba4iGkwFon7k-VYdmc1uGsyDNOa1M1r3ZRr4aLo0bHJNl8E9UwIJ1GJOuJI5Le7O352q4-d0Mwk/s1600/Ardone.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_l_b0VNQAH0VzFGanjKXjeBqxAZeGBHLDKhF91dMRpI42T16B44xqGHFfiJMyd40fba4iGkwFon7k-VYdmc1uGsyDNOa1M1r3ZRr4aLo0bHJNl8E9UwIJ1GJOuJI5Le7O352q4-d0Mwk/s1600/Ardone.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/treno-dei-bambini-Viola-Ardone/dp/8806242326/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=10Y6966KGQW8S&keywords=il+treno+dei+bambini&qid=1579949050&sprefix=il+treno+dei%2Caps%2C175&sr=8-1"><b>IL TRENO DEI BAMBINI</b></a> di Viola Ardone │ <b>Editore:</b> Einaudi │ <b>Pagine:</b> 233 │ <b>Prezzo:</b> 17,50€ </span><div style="text-align: justify;">
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La Ardone prende spunto da questo avvenimento storico, molto poco conosciuto, facendone il suo punto di partenza verso orizzonti sconfinati come quelli che la vita, fatta di decisioni ed improvvisate, è in grado di offrire ad ognuno di noi. In questa maniera riesce ad imbastire la trama di un romanzo che è capace di affrontare diverse tematiche che abbracciano il concetto di genitorialità, di affezione, di appartenenza, di umanità e di solidarietà.
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Per fare questo, si serve di un rione napoletano dei Quartieri Spagnoli, fatto di vicoli, chianche e bassi umidi e bui e di un protagonista semplice, genuino e curioso: Amerigo Speranza.</div>
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Amerigo ha solo sette anni, ma è uno di quei bambini cresciuti troppo in fretta in una città che non diventa mai adulta. Da sua madre Antonietta, una donna incapace di fare complimenti e consolare, una donna che non ha mai avuto carezze e non ne sa dare, abituata a guardare la vita sempre un po' di traverso con aria taciturna, ha ereditato il cognome, mentre del padre si sa solo che è partito all'America per fare fortuna. Ed è insieme a lei che cerca di combattere la fame e la povertà. Amante dei numeri ma non delle lettere, Amerigo, che tra i vicoli si è guadagnato il nome di Nobèl perché sa un sacco di cose, è uno di quelli che a scuola non ci è voluto più andare per imparare in mezzo alla via. Va girando, sente le storie, si fa i fatti degli altri e raccoglie le pezze, ovvero stracci, scarti, vestiti usati dei soldati americani, roba sporca e piena di pulci che Antonietta pulisce, strofina e ricuce per darle a Capa 'e fierro che le rivende sul banco a piazza Mercato.</div>
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Una mattina d'autunno, insieme a Mariuccia e Tommasino, anche Amerigo salirà su uno di quei treni diretti nell'Alta Italia. Contrariamente a quanto gli era stato detto, e cioè che si sarebbe ritrovato in Russia dove, privato di mani e piedi, sarebbe stato gettato nei forni e mangiato dai comunisti, Amerigo raggiungerà la nebbiosa campagna modenese e un'allargata e premurosa famiglia ospitante.<br />
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<a name='more'></a>Tra separazioni e ricongiungimenti, affetti persi e ritrovati, la Ardone ci offre uno spaccato della difficile situazione dell'Italia del Dopoguerra. Ci racconta, magistralmente, dello sferragliare di un treno e
della tristezza nella pancia; di esistenze che tutto d'un tratto si
restringono per far ritorno ad una realtà in cui non ci si può sentire
che fuori posto; dell'accoglienza e del sapore amaro che ha per entrambe
le parti, sia per quelli che la danno, sia per quelli che la ricevono; di
bambini spezzati in due metà che si chiedono se sia giusto provare la
stessa dose di amore, fino a quel momento riversata sui propri
familiari, per i membri delle famiglie ospitanti; di vite screpolate e
fuori sincrono.
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<i>Il treno dei bambini</i> è un romanzo molto intenso che, da un punto di vista strutturale, può essere ripartito in due sezioni che hanno sempre come protagonista Amerigo, ma in diversi stadi d'età e in diversi archi temporali. </div>
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La prima parte è quella che vede la narrazione affidata alla voce del protagonista bambino che, attraverso il suo sguardo vispo e attento, racconta la vita prima nel rione napoletano e poi nella pianura emiliana, arricchendola di aneddoti e descrizioni particolareggiate di luoghi e personaggi. Amerigo va, torna, forse riparte, forse resta. </div>
<div style="text-align: justify;">
La seconda, invece, è ambientata nella prima metà degli anni '90 e ha come narratore un Amerigo che ormai è un uomo di mezza età. È questa la parte più delicata e toccante, quella in cui la narrazione, che ha assunto le tinte tipiche del romanzo di formazione, si piega alle nuove esigenze del protagonista che viene chiamato a percorrere un viaggio a ritroso, inerpicandosi tra i vicoli e gli attimi della propria vita per riconciliarsi con un passato ormai lontano, sciogliere i nodi delle proprie inquietudini e imparare a perdonare e a perdonarsi, con sguardo diverso e maggiore consapevolezza.<br />
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Nonostante un salto temporale di circa cinquant'anni, il lettore non ha l'impressione di aver perso pezzi di storia, anzi. L'autrice adotta uno stratagemma narrativo tale per cui, attraverso le riflessioni dell'Amerigo adulto, viene messo a parte di quanto avvenuto nell'arco temporale mancante.<br />
Tuttavia, l'aspetto che più conquista è la scelta dell'autrice di affidare la narrazione di tutta la prima parte alla voce di un bambino. Per farlo si serve di un registro narrativo ricco di sbavature, sgrammaticato, pregno di inflessioni dialettali e quasi piegato alle esigenze stilistiche di un bambino di basso ceto sociale, stile che poi diventa colto e corretto, tipico di una persona istruita e riscattatasi da quel contesto di povertà, nella sua versione di adulto.<br />
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Ancora, nel testo sono presenti piccoli accorgimenti e figure retoriche che rendono manifesta l'attenzione che è stata posta nei confronti della costruzione del narrato. In primis i cognomi parlanti, Speranza per Amerigo, il bambino che parte e che sogna un futuro diverso magari di riscatto, di risollevamento, di speranza appunto, e Benvenuti per la famiglia ospitante, a rimarcare il concetto di accoglienza e solidarietà. <br />
Infine le scarpe. Amerigo alla sua primissima apparizione si presenta al lettore così: <i>"Guardo le scarpe della gente. Scarpa sana: un punto; scarpa bucata: perdo un punto. Senza scarpe: zero punti. Scarpe nuove: stella premio. Io scarpe mie non ne ho avute mai, porto quelle degli altri e mi fanno sempre male. Mia mamma dice che cammino storto. Non è colpa mia. Sono le scarpe degli altri. Hanno la forma dei piedi che le hanno usate prima di me. Hanno pigliato altre abitudini loro, hanno fatto altre strade, altri giochi. E quando arrivano a me, che ne sanno di come cammino io e di dove voglio andare?"</i><br />
Ed ecco che proprio quelle scarpe, che spesso e volentieri ritorneranno nei capitoli successivi, diventano metafora del viaggio condotto dal protagonista stesso, un file rouge che descrive il cammino impervio, fatto di difficoltà e scelte dolorose, il cui simbolo sono proprio le scarpe strette e scomode, quelle degli altri, che vengono finalmente sistemate da un ciabattino solo nella fase adulta, quella in cui un Amerigo spensierato si riconcilia con sé stesso e col proprio passato perché <i>"...i piedi sono tutti diversi, ognuno tiene la sua forma, bisogna saperla assecondare. Sennò è una sofferenza continua..."</i>.<br />
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<i>Il treno dei bambini</i> è un romanzo straordinario, commovente, intimo, emozionante. Per quel che mi riguarda, una delle migliori letture di questo nuovo anno, appena iniziato. Con lievi pennellate e grande maestria, la Ardone tratteggia un romanzo di una bellezza disarmante. Un romanzo che, pur raccontando un episodio apparentemente lontano nel tempo, è purtroppo ancora molto attuale, a dimostrazione che sì, i tempi cambiano, eppure noi, come genere umano, restiamo sempre un passo indietro.</div>
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-23830414670875648662020-01-14T07:55:00.000+01:002020-01-14T07:58:44.900+01:00Recensione 'Cadrò, sognando di volare' di Fabio Genovesi<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWsxJMLeKJrN3tWCvVMqObFs-RY7qH5uvgkvNKvSsU5OSWcEgHGV4gEho9RXYiAvSvI7V9gBOmyqfjZ08-4D_NMUGsVeoG7Ksfw_ADm-47Xz35ey7aA8AgTOg4u4SyUzoAryldM4wXcGQ/s1600/Genovesi.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWsxJMLeKJrN3tWCvVMqObFs-RY7qH5uvgkvNKvSsU5OSWcEgHGV4gEho9RXYiAvSvI7V9gBOmyqfjZ08-4D_NMUGsVeoG7Ksfw_ADm-47Xz35ey7aA8AgTOg4u4SyUzoAryldM4wXcGQ/s1600/Genovesi.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Cadr%C3%B2-sognando-volare-Fabio-Genovesi/dp/8804721960?pf_rd_p=d931bfb9-bdb1-444a-9cb7-4b93a83fea28&pd_rd_wg=OBTun&pf_rd_r=MS0T3PRDB1FHTHM9PJCD&ref_=pd_gw_cr_simh&pd_rd_w=6uyzS&pd_rd_r=2f1e4bde-c120-4760-81bb-4c7c7be6bf3d"><b>CADRÒ, SOGNANDO DI VOLARE</b></a> di Fabio Genovesi │ <b>Editore:</b> Mondadori │ <b>Pagine:</b> 312 │ <b>Prezzo:</b> 19,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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Ho conosciuto Fabio qualche anno fa grazie al romanzo <a href="https://appuntidiunagiovanereader.blogspot.com/2017/09/recensione-il-mare-dove-non-si-tocca-di.html"><i>Il mare dove non si tocca</i></a>. Era solo un bimbetto di sei anni cresciuto sotto l'influenza di uomini un po' nonni, un po' zii e un po' padri, a seconda dei casi e delle situazioni della vita, in una strada che era un villaggio, dove la normalità era la stranezza più grande che ci fosse.</div>
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Con <i>Cadrò, sognando di volare</i>, il Fabio scrittore aggiunge un nuovo tassello all'esistenza del giovane protagonista che non è più un bambino, completamente ignaro del mondo che lo circonda, ma un ragazzo di ventiquattro anni a un passo dalla laurea in giurisprudenza, facoltà che non lo entusiasma più di tanto ma nella quale si è ritrovato invischiato per i famosi <i>casi della vita</i>, e in procinto di partire per una vacanza a Siviglia.</div>
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Circondato dall'affetto dei propri cari e di una zia, che in lui ha riposto la speranza di vedere realizzato il sogno della sua bambina di diventare avvocato, Fabio procede stancamente, quasi per inerzia, tra illusioni e false convinzioni, fino a quando, per evitare il servizio di leva obbligatorio, viene spedito in un convento disperso sulle Alpi Apuane con il ruolo di educatore. </div>
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Peccato però che qui non ci sia nessuno da educare. Della scuola non rimane altro che un vecchio scuolabus, della cui manutenzione si occupa Don Mauro, il custode aggiusta tutto, così come del convento, divenuto una vera e propria casa di riposo per l'unico frate superstite, l'ottantenne direttore, Don Basagni, un ex missionario ruvido e lunatico, che non esce dalla sua
stanza perché non gli interessa più nulla, che ascolta i Doors e ne canta le canzoni e che tratta male tutti quanti tranne
Gina, una ragazza che si crede una gallina.<br />
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<a name='more'></a>Hanno inizio così tante piccole storie che, prese nella loro singolarità, vanno a costruire un quadro d'insieme molto più grande e ardito. Tra salti temporali e piccole digressioni narrative che serviranno a far luce su alcuni punti oscuri, ma non per questo meno importanti, Genovesi ci racconta di orizzonti così smisurati da togliere il respiro e di un arrembaggio all'impossibile che ci trova schiavi e ci rende uomini liberi, complice un indimenticabile Giro d'Italia e un corridore d'altri tempi, conosciuto sportivamente con l'appellativo di <i>Pirata</i>, ma con un nome e cognome passati alla storia del ciclismo: Marco Pantani.</div>
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Ed è proprio lui il coprotagonista del romanzo, colui a cui, spesso e volentieri, il giovane Fabio cede il passo nel corso della narrazione, in un alternarsi di similitudini e diversità. Genovesi, nel suo personalissimo tributo, ripercorre la carriera di un uomo perso tra i propri pensieri, i ricordi, le voci nella testa e la sofferenza che lo spinge. Ci offre lo spaccato di un campione venuto dal passato, da un tempo senza tempo, coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali del ciclismo, privandolo di ogni corazza e protezione. </div>
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Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, anche il lettore imparerà a conoscere quel ragazzino che, avendo una testa troppo piccola, preferisce la bandana al cappellino che gli finisce sempre sugli occhi, che si spinge sempre più in là, oltre quello che ha davanti, in attesa di vedere la strada puntare verso il cielo, verso quelle salite che ama tanto e che sono anche il suo punto di forza.</div>
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E sarà in quel preciso istante che ci ritroveremo, nel buio di uno stanzino illuminato solo ed esclusivamente dal bagliore di un piccolo televisore, al fianco di Fabio e Don Basagni che seguono il Giro d'Italia, oppure insieme alla ressa di tifosi che, ai bordi del percorso o sulla cima di uno dei monti da scalare a suon di pedali, assistono alle imprese di colui che riuscirà a spostare il confine che separa il possibile dall'impossibile portandosi su strade che possono condurci molto lontano.</div>
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Quello che mi affascina grandemente di Genovesi è la sua capacità di raccontare storie, che pure ci riguardano, con genuinità, schiettezza, ironia e con una cura dei dettagli che non può che rendere felice il lettore. Attraverso il vissuto dei diversi personaggi, dalle sembianze estremamente umane, e gli accadimenti che ne minano il loro cammino, l'autore ci racconta cosa voglia dire credere in qualcosa. <i> </i></div>
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<i>Cadrò, sognando di volare</i>, diventa dunque un romanzo di formazione per Fabio che, prendendo coscienza di sé e del suo futuro arriverà a mettere in dubbio la solidità e l'affidabilità di un'esistenza già decisa sì, ma dagli altri; per Don Basagni che ha compiuto la scelta più spirituale del mondo per il motivo più terreno di tutti, la fame, e che nonostante sia un ottuagenario ha ancora molto da imparare; per Pantani stesso, folle ed audace, emblema di quella corsa sciagurata e portentosa che è la vita. </div>
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Il nuovo lavoro di Genovesi è un romanzo di grande ispirazione, che insegna come <i>"...i confini siano limiti inventati che ci strizzano e soffocano l'orizzonte davanti e dietro di noi..."</i>, che <i>"...tra il possibile e l'impossibile c'è un confine sottile e finto,
tracciato da noi stessi come le sbarre di una prigione all'interno
della quale ci rinchiudiamo da soli..."</i> un po' come il tempo, quel mistero infinito che ci prende e ci porta, ci lascia e ci travolge e che, in quanto esseri umani vogliamo necessariamente capire e dominare, ingabbiare tra le lancette di un orologio che diventano la finta mappa che ci guida nella foresta del destino trasformando la nostra esistenza in un problema, ingabbiandola nel falso mito degli anni che passano.<br />
Se ciò è vero per il corpo che cambia, si piega, si rammollisce e muore, non lo è per lo spirito perché, dentro di noi, siamo sempre e per sempre il ragazzino o la ragazzina che sognava di volare.<br />
Un inno al coraggio, all'audacia, alla caparbietà e alla bellezza dei
sogni, quelli che, se ci crediamo fino in fondo, possono anche diventare
realtà. </div>
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-36848058530034053372020-01-11T11:41:00.001+01:002020-01-11T11:41:39.021+01:00Sneak Peek Gennaio 2020!<br />
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<img height="108,9" src="https://i.imgur.com/mwKIi6R.png" width="495" /></center>
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Buon sabato lettori! Gennaio è bello e iniziato e siamo anche prossimi alla metà del mese. Questo vuol dire che è tempo di tornare alle care, vecchie e sane abitudini ed infatti eccomi qui con un post interamente dedicato alle nuove uscite librose che, lasciatemelo dire, sono particolarmente interessanti.<br />Come sempre si tratta di una mia, personalissima, selezione che spero possa soddisfare anche il vostro gusto. Mettetevi comodi e, soprattutto, recuperate carta e penna!<br />
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51MzLShtQNL._SX328_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51MzLShtQNL._SX328_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA DONNA DAL KIMONO IN BIANCO</span></b><br />
<span style="font-size: 14px;">- Ana Johns -</span><br />
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 9 Gennaio</span></i><br />
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<span style="font-size: 14px;">Giappone, 1957. Il matrimonio combinato della diciassettenne Naoko Nakamura con il figlio del socio di suo padre garantirebbe alla ragazza una posizione sociale di prestigio. Naoko, però, si è innamorata dell’uomo sbagliato: è un marinaio americano, quello che in Giappone viene definito un gaijin, uno straniero. Quando la ragazza scopre di essere incinta, la comprensione e l’affetto che sperava di trovare nei genitori si rivelano soltanto un’illusione. Ripudiata da chi dovrebbe starle vicino, Naoko sarà costretta a compiere scelte inimmaginabili, per qualunque donna ma soprattutto per una madre.
Stati Uniti, oggi. Tori Kovač è una giornalista. Mentre si prende cura del padre, anziano e gravemente malato, trova una lettera che getta una luce sconvolgente sul passato della sua famiglia. Alla morte del padre, decisa a scoprire la verità, Tori intraprende un viaggio che la porta dall’altra parte del mondo, in un villaggio sulla costa giapponese. In quel luogo così remoto sarà costretta a fronteggiare i demoni del suo passato, ma anche a riscoprire le proprie radici. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51I-xZZ1KlL._SX330_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51I-xZZ1KlL._SX330_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">IL MUSEO DELLE PROMESSE INFRANTE</span></b></div>
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<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Elizabeth Buchan -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 9 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Esiste un museo, a Parigi, dove le persone non fanno la fla per ammirare i capolavori dell'arte. Dove non sono custoditi né quadri né statue. Un museo creato per conservare emozioni. Ogni oggetto in mostra, infatti, è il simbolo di un amore perduto, di una fiducia svanita. Un cimelio donato da chi vorrebbe liberarsi dei rimorsi e andare avanti. Come la stessa curatrice, Laure, che ha creato il Museo delle Promesse Infrante per conservare il suo ricordo più doloroso: quello della notte in cui ha dovuto dire addio al suo vero amore. Quando Laure lascia la Francia e arriva a Praga, nell'estate del 1986, ha l'impressione di essere stata catapultata in un mondo in cui i colori sono meno vivaci, le voci meno squillanti, le risate meno sincere. Laure lo capisce a poco a poco dagli sguardi spaventati della gente, dalle frasi lasciate in sospeso: questo è un Paese che ha dimenticato cosa sia la libertà. Eppure ci sono persone che ancora non si rassegnano. Come Tomas. Laure lo incontra per caso, a uno spettacolo di burattini. Ed è un colpo di fulmine. Per lui, Laure è pronta a mentire, lottare, tradire. Ma ancora non sa di cosa è capace il regime, né fin dove dovrà spingersi per avere salva la vita. Laure si è pentita amaramente della scelta che ha dovuto compiere tanti anni prima ed è convinta che non avrà mai l'occasione per aggiustare le cose. Eppure ben presto scoprirà che il Museo delle Promesse Infrante non è un luogo cristallizzato nel passato. È un luogo che guarda al futuro, in cui le storie circolano e spiccano il volo verso mete inaspettate. A volte raggiungono luoghi lontanissimi, ricucendo i fili strappati del destino. E a volte possono perfno giungere alle orecchie di un uomo cui non importa nulla degli sbagli e dei rimpianti, ma che aspetta solo un indizio per ritrovare il suo amore perduto... </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41CEAPterBL._SX323_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41CEAPterBL._SX323_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">CADRÒ, SOGNANDO DI VOLARE</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Fabio Genovesi -</span></div>
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 14 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">"Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi". Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando - siamo nel 1998 - per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina. Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare. Fabio Genovesi ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Qualsiasi cosa. Che sia però magica, e ci accenda, spingendoci avanti o da qualsiasi parte, senza progetti o direzioni già tracciate. Si rischia di cadere, sì, ma quando alla radio passeranno la canzone della nostra adolescenza allora, cantandola a squarciagola coi finestrini abbassati, di sicuro voleremo. </span></div>
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<a href="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41VSzeTFaVL.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-eu.ssl-images-amazon.com/images/I/41VSzeTFaVL.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Laura Imai Messina -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 14 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51E7-OrGceL._SX327_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51E7-OrGceL._SX327_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">STORIA DELLA NOSTRA SCOMPARSA</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Jing-jing Lee -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 16 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso Singapore: l'unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma non sempre basta. Wang Di viene strappata all'abbraccio del padre e condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle crudeltà subite da parte dei soldati, l'identificazione con il suo nuovo nome giapponese, il senso di vergogna che non l'abbandonerà mai. Quanto è alto il costo della sopravvivenza? Sessant'anni più tardi, nella Singapore di oggi, la vita dell'ormai anziana Wang Di s'incrocia con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna sul letto di morte. È lui l'unico testimone di quell'estremo, disperato grido d'aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue origini. L'incontro fra la donna e il ragazzino è l'incontro fra due solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che insieme riescono finalmente a trovare una voce. In questo romanzo d'esordio Jing-Jing Lee attinge alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni negata l'esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata confinata all'oblio. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51zQFes2G3L._SX324_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51zQFes2G3L._SX324_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LA RICAMATRICE DI WINCHESTER</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Tracy Chevalier -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 16 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Winchester, 1932. A trentotto anni Violet Speedwell sembra ormai inesorabilmente destinata a un'esistenza da zitella. La Grande Guerra ha preteso il suo tributo: il suo fidanzato, Laurence, è caduto a Passchendaele insieme a migliaia di altri soldati, e ora le «donne in eccedenza» come lei, donne rimaste nubili e con scarse probabilità di convolare a nozze, sono ritenute una minaccia, se non una vera e propria tragedia per una società basata sul matrimonio. Dopo essersi lasciata alle spalle la casa di famiglia di Southampton, e le lamentele della sua soffocante madre, ferma all'idea che dovere di una figlia non sposata sia quello di servire e riverire i genitori, Violet è più che mai intenzionata a vivere contando sulle proprie forze. A Winchester riesce in breve tempo a trovare lavoro come dattilografa per una compagnia di assicurazione, e ad aver accesso a un'istituzione rinomata in città: l'associazione delle ricamatrici della cattedrale. Fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta con pugno di ferro dall'implacabile signora Biggins, l'associazione, ispirata a una gilda medievale, si richiama a un'antica tradizione: il ricamo di cuscini per i fedeli, vere e proprie opere d'arte destinate a durare nei secoli. Sebbene la Grande Guerra abbia mostrato a Violet come ogni cosa sia effimera, l'idea di creare con le proprie mani qualcosa che sopravviva allo scorrere del tempo rappresenta, per lei, una tentazione irresistibile. Mentre impara la difficile arte del ricamo, Violet stringe amicizia con l'esuberante Gilda, i capelli tagliati alla maschietta, la parlantina svelta e un segreto ben celato dietro i modi affabili, e fa la conoscenza di Arthur, il campanaro dagli occhi azzurri e luminosi come schegge di vetro. Due incontri capaci di risvegliare in lei la consapevolezza che ogni destino può essere sovvertito se si ha il coraggio di sfidare i pregiudizi del tempo. Due incontri che insegnano anche che basta a volte un solo filo per cambiare l'intera trama di una vita. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51iIVnp0XFL._SX323_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51iIVnp0XFL._SX323_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">IL TRENO DI CRISTALLO</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Nicola Lecca -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 21 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">A Broadstairs, incantevole villaggio della costa inglese, Aaron lavora come apprendista nella storica gelateria Morelli e vive in simbiosi con Anja: una madre depressa e protettiva che gli tiene nascosta l'identità del padre e nulla racconta di Zagabria, la città dalla quale sono fuggiti quando lui era piccolo. Fortuna che Gennarino, il suo migliore amico, è un vulcano di allegria e colora di ottimismo il grigiore trasmesso dalla malinconia di Anja. Dal canto suo, Aaron ha imparato a essere felice con poco. Gli bastano il sapore del gelato al mandarino, le passeggiate solitarie lungo le scogliere a strapiombo sul mare e le conversazioni con Crystal, la ragazza che ama. Si sono conosciuti online e la loro relazione va avanti da più di un anno: ma è soltanto virtuale. Ogni volta che lui cerca di organizzare un incontro, lei trova mille scuse per rimandare. Eppure Aaron preferisce la sua presenza incompleta al dolore della solitudine. Finché un evento inatteso sconvolge tutto. Dalla Croazia arriva la lettera di un notaio che annuncia ad Aaron la morte di quel padre che gli è sempre stato tenuto nascosto, e lo invita a raggiungere Zagabria per l'apertura del testamento. In treno, grazie a un biglietto di Interrail. Sprovveduto e impreparato alla vita, Aaron affronterà con coraggio la sua piccola Odissea alla ricerca della verità. Dall'Inghilterra a Zagabria passando per Amburgo, Praga, Lubiana, Bratislava e Szentgotthárd si incontrerà finalmente col mondo: che lo metterà alla prova, fra rischi e tentazioni, offrendo in cambio incontri inattesi e immensa bellezza. L'ingenuità del protagonista, ricco soltanto dei suoi desideri, dà vita a pagine che ci offrono la disarmante purezza di uno sguardo nudo: capace di illuminare la complessità del mondo, evidenziando i paradossi delle relazioni online e le ipocrisie delle tante trappole tese per trarre profitto dalle nostre solitudini. </span></div>
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<a href="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41VYHu1sMsL._SX317_BO1,204,203,200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41VYHu1sMsL._SX317_BO1,204,203,200_.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">IL SALE DELLA TERRA</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Jeanine Cummins -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 23 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Dici Acapulco e pensi a spiagge di sabbia finissima, mare cristallino e palme accarezzate dalla brezza. Ma oggi la perla del Pacifico è molto diversa dall'immagine da cartolina usata per attirare i turisti. Il narcotraffico si è insinuato in città e gli omicidi sono all'ordine del giorno. Ad Acapulco vive Lydia, che si divide tra il lavoro in libreria e la famiglia costruita con il marito Sebastián, giornalista, e il figlioletto Luca, otto anni e un'intelligenza fuori dal comune. Quello che Lydia non si aspetta è che la sua esistenza venga sconvolta da un giorno all'altro, quando un commando di uomini armati irrompe alla festa di compleanno della nipote e stermina tutti i suoi cari. Nascosti in bagno, solo Lydia e Luca si salvano dalla carneficina, e per loro inizia una fuga estenuante. Rimanere in Messico equivale a morte certa, ma per non farsi rintracciare dal boss che ha ordinato il massacro bisogna evitare le strade più battute e i normali mezzi di trasporto. Così, a madre e figlio non resta altro da fare che prendere la via dei migranti: le centinaia di famiglie che ogni giorno fuggono dai paesi dell'America centrale, devastati dalle bande criminali, e attraversano il Messico nella speranza di raggiungere il confine con gli Stati Uniti. Questo significa anche salire sulla Bestia, il treno merci su cui i migranti si arrampicano al volo rischiando di finire stritolati. Mentre tentano di saltare a bordo, Lydia e Luca incontrano due sorelle, Soledad e Rebeca, scappate dall'Honduras, e i quattro iniziano a viaggiare insieme. Affronteranno la difficile traversata del deserto, conosceranno altri migranti, disposti ad aiutarli o pronti ad approfittarsi di loro, e cercheranno di conservare la propria umanità in un'esperienza che di umano ha ben poco. Ma è davvero possibile raggiungere il confine? I sicari li troveranno? E cosa ha scatenato la furia del boss che li vuole morti? </span></div>
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<a href="https://img.ibs.it/images/9788806243111_0_0_856_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://img.ibs.it/images/9788806243111_0_0_856_75.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">OGNI GIORNO È UN BUON GIORNO</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: 14px;">- Morishita Noriko -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 28 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">Prenditi il tuo tempo. Vivi il momento presente e non farti travolgere dalle distrazioni. Guarda il mondo intorno a te come se fosse la prima volta. Ascolta la natura, asseconda le stagioni. Obiettivi a cui tutti aspiriamo, certo, ma che non sappiamo mai come raggiungere.
Non lo sapeva nemmeno Morishita Noriko quando, ventenne, cominciò a frequentare le lezioni della signora Takeda per eseguire la cerimonia del tè. Né sapeva che quelle prime lezioni erano l'inizio di un cammino che sarebbe durato tutta la vita. Ogni giorno è un buon giorno è il racconto di una tradizione antichissima, dei suoi rituali, della sua filosofia piú profonda e delle gioie che può regalare. A tutti noi. «Ci sono cose che puoi provarci quanto e come vuoi ma non le capisci finché non arriva il momento giusto. Però quando poi un giorno le capisci, dopo non puoi far finta di niente». La cerimonia del tè è uno dei riti tradizionali piú affascinanti del Giappone. I monaci buddisti del sedicesimo secolo hanno codificato ogni passaggio di questo rituale che, attraverso i gesti piú semplici, chiama i partecipanti a concentrarsi sulla profonda ricerca di se stessi. Con quella sua ritualità che immutata attraversa i secoli, la cerimonia del tè sembra qualcosa di molto lontano dalla vita di tutti i giorni. Lo sembrava anche a Morishita Noriko quando, studentessa svogliata e indecisa sulla strada da intraprendere, su consiglio della madre prese a frequentare un corso sulla cerimonia del tè. Non sa che quelle prime lezioni sono l'inizio di un viaggio che durerà tutta la vita. I momenti dedicati alla cerimonia del tè, ai suoi riti, alla meditazione che impone e, contemporaneamente, dischiude diventano momenti per trovare un senso alle prove che la vita mette davanti a Noriko: un matrimonio annullato poche settimane prima della cerimonia, il tentativo di conciliare il lavoro con il privato, un trasferimento oltreoceano… il caos della vita si riconcilia nel tempo concentrato di una tazza di tè. </span></div>
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<a href="https://img.ibs.it/images/9788806243272_0_0_856_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="324" height="400" src="https://img.ibs.it/images/9788806243272_0_0_856_75.jpg" width="257" /></a><br />
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<b><span style="color: #de3163;">LE CONFESSIONI DI FRANNIE LANGTON</span></b></div>
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<span style="font-size: 14px;">- Sara Collins -</span></div>
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<i><span style="font-size: 14px;">In libreria dal 28 Gennaio</span></i></div>
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<span style="font-size: 14px;">1826. Londra è in fermento. La folla ha preso d'assalto l'Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i processi piú importanti del Paese. La folla è lí per vedere Frannie Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni, Mr e Mrs Benham. L'accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma non è la verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Cosí finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure. In Inghilterra Le confessioni di Frannie Langton è stato un caso letterario: un romanzo gotico e passionale, una ricostruzione storica tanto evocativa quanto precisa, il libro d'esordio piú letto e premiato dell'anno. Sara Collins ci trasporta in una Londra fatta di viali oscuri e di segreti ben custoditi tra le stanze di eleganti palazzi. E ci restituisce l'emozionante battaglia di una donna che vuole riappropriarsi della libertà. </span></div>
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Vi confesso che la maggior parte di questi titoli fanno già parte della mia pseudolista di letture, infatti di alcuni vi parlerò nei prossimi giorni, altri, invece, attendo di aggiungerli al mio carrello degli acquisti, virtuali e non.<br />
Ma ora, prima di salutarvi, vi pongo la consueta domanda: cosa vi incuriosisce? C'è quache titolo che vorreste leggere? Noi ci rileggiamo il prossimo mese con un nuovo giretto virtuale il libreria!<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-85010213985985875172020-01-07T12:31:00.000+01:002020-01-07T12:33:17.656+01:00Recensione 'Ossigeno' di Sacha Naspini<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgur08_6CNeP2J7VUJNS7J2sgY6CYIdHMBL9_OKN0cBt6huMoFkLbxShFMivEeLoABOXHbnpRmIxhNcniNySlG8HX8YARljR7lWvs_XOClPfPS3RXvA-nsB_VMErNjIvVI_L2JIeeGHFcw/s1600/Naspini.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgur08_6CNeP2J7VUJNS7J2sgY6CYIdHMBL9_OKN0cBt6huMoFkLbxShFMivEeLoABOXHbnpRmIxhNcniNySlG8HX8YARljR7lWvs_XOClPfPS3RXvA-nsB_VMErNjIvVI_L2JIeeGHFcw/s1600/Naspini.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Ossigeno-Sacha-Naspini/dp/8833571378/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=ossigeno+naspini&qid=1578333652&sr=8-1"><b>OSSIGENO</b></a> di Sacha Naspini │ <b>Editore:</b> Edizioni E/O │ <b>Pagine:</b> 211 │ <b>Prezzo:</b> 16,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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Sono le otto di sera del 6 ottobre 2013 quando l'irreprensibile e stimato professore universitario di antropologia, Carlo Maria Balestri, viene arrestato dai carabinieri, che irrompono nella sua abitazione, sotto lo sguardo attonito del figlio Luca, con l'accusa di rapimento, tortura, omicidio e occultamento di cadavere.<br />
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Quella stessa sera, infatti, alle porte della città, sul ciglio di un faggeto, lontano dai campi coltivati, viene ritrovata, in un container seminascosto dalle fronde di un vecchio salice, dopo quattordici anni di prigionia, Laura, una ragazzina scomparsa il 12 agosto del '99, all'età di otto anni.</div>
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È in questo modo che prende avvio <i>Ossigeno</i>, il nuovo romanzo di Sacha Naspini, dal titolo altamente evocativo, che dai più è stato definito, a giusta ragione aggiungerei, claustrofobico. Una claustrofobia che, per la verità, si riflette anche negli spazi, nei movimenti e nei pensieri delle diverse voci che accompagnano il lettore nel corso di tutta la narrazione.</div>
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Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, <i>Ossigeno</i> non è un romanzo che focalizza la propria attenzione sul responsabile della vicenda, il cosiddetto Mostro del Golfo, anzi, lo stesso viene posto quasi in secondo piano per porre i giusti accenti su quello che può essere considerato il vero e proprio protagonista: il dopo, quello che resta dopo una tragedia di una gravità immane e come questo male vada ad intaccare e ad amalgamarsi alle esistenze dei sopravvissuti, tenuti insieme anche se da prospettive diverse.</div>
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A farne le spese sono le anime incrinate di coloro che, capitolo dopo capitolo, in un alternarsi di voci interne ed esterne, si raccontano al lettore, spogliati di ogni corazza.<br />
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<a name='more'></a>Ricostruendo il proprio passato sarà lo stesso Luca, colui che viene additato come il figlio del mostro, a porre l'attenzione sui nodi fondamentali di un rapporto padre-figlio tra un genitore vedovo, che sente l'obbligo di colmare l'assenza della genitrice, temendo che la vita del proprio bambino sia ormai timbrata da un baratro senza speranza pronto ad inghiottirlo, ed una progenie che, pur vivendo lo stesso tipo di dolore, sente forte l'esigenza di distaccarsi da quella forma di alleanza quasi morbosa per riconquistare il silenzio che da sempre aveva interessato il loro legame. </div>
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Due persone distinte ma che l'opinione pubblica non è più in grado di separare. Luca è nato e cresciuto nelle stanze del Male, la sua identità, ormai, è strettamente legata a quello che percepisce la gente. Luca non ha vie di fuga, è completamente invischiato nell'incubo che è frutto di un esperimento perverso del genitore.</div>
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Accanto a lui Anna, la mamma di Laura. Una donna che, a seguito della scomparsa, ha visto andare in pezzi quel che restava di una vita già di per sé insoddisfacente. Una donna che ha perso sé stessa, annientandosi a poco a poco, preda di un'esistenza che ammazza e di un dolore che acceca e che si ritrova a dover reimparare a parlare ad una figlia sopravvissuta a quattordici anni di reclusione che, per quanto geneticamente legate, in verità non è altro che un'estranea.</div>
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Ed è proprio Laura il tassello che unisce le diverse esistenze. Una Laura che deve esser rieducata al vivere dopo le privazioni di una prigionia durata più della metà dei suoi giorni, durante la quale ha dovuto adattarsi al cambiamento, quello stesso cambiamento che la fa sentire a casa tra le mura di un container e in totale apnea nel mondo esterno dove la libertà può metterti davanti ad un ventaglio di ipotesi inaspettate.<br />
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Unica pecca, che in verità riguarda il mio personalissimo gusto e non va
ad inficiare in alcun modo la lettura, è l'assenza di un quadro narrativo incentrato proprio sul Mostro del Golfo, descrivendo la psicologia e le azioni di un uomo che, almeno
all'apparenza sarebbe dovuto appartenere alla fazione dei buoni. </div>
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Nonostante ciò, però, <i>Ossigeno</i> è una lettura che si insinua lentamente tra le pieghe dell'animo del lettore, che lo travolge con l'onda imprevedibile del destino e lo lascia annaspare nervosamente fino all'appiglio che gli consentirà quella boccata d'aria, quell'ossigeno tanto cercato e non trovato.</div>
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Con una scrittura agile ed un lessico fluido, Naspini racconta di gabbie che non sono solo fisiche ma soprattutto psicologiche, di distanze che diventano scudi insormontabili, di solitudine e della paura che la stessa genera. Al pari di un pittore pazzo ricompone su tela le vite di coloro che restano, entra nelle menti dei suoi personaggi ed invita il lettore a compiere lo stesso viaggio, alla ricerca del marcio, di quello che si nasconde dentro ognuno di noi.<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-46230885253489394462019-12-30T11:05:00.002+01:002019-12-30T11:05:23.110+01:00Un anno se ne va...<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjDAr4mtZUEyHry0hgjKnVHUkSMoeB60inRBAcnitDb1zBiLgQlQ3Ow5ySWiwU7GZZnIp6d4DSsSS9bbYSB0PQmja5RfH-ooMnz0R8EY0kXRUIdYK6gwzbKUBVBDzjpaHgKnNaeEb4m-M/s1600/51bjpkXZrwL._SX355_.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="242" data-original-width="355" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjDAr4mtZUEyHry0hgjKnVHUkSMoeB60inRBAcnitDb1zBiLgQlQ3Ow5ySWiwU7GZZnIp6d4DSsSS9bbYSB0PQmja5RfH-ooMnz0R8EY0kXRUIdYK6gwzbKUBVBDzjpaHgKnNaeEb4m-M/s400/51bjpkXZrwL._SX355_.jpg" width="400" /></a>Un titolo che, come da tradizione, si ripete puntualmente per un post che, per ogni anno che passa, diventa sempre più difficile da scrivere. Rieccoci qui, con il cursore che lampeggia in attesa della parola giusta, le frasi che si accavallano l'una dietro l'altra, prima in testa e poi sullo schermo, come tanti soldatini in fila, in marcia verso la loro destinazione. </div>
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È giunto il momento di tirare le somme, un appuntamento che si ripete da un po' di tempo e che richiede sempre una certa cura e attenzione. </div>
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Ci si dovrebbe abituare al bilancio di fine anno, farsi trovare pronti con liste su liste, buoni propositi da portare a termine e obiettivi da raggiungere. Eppure, ad ogni anno che passa, nonostante mi ripeta puntualmente <i>'il prossimo cercherò di far così'</i>, anzi <i>'lo farò senz'altro'</i>, ecco che mi ritrovo a brancolare nel buio, quasi in attesa che questo lungo post si scriva da solo, come per magia.</div>
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E allora è bene armarsi di pazienza, coraggio e tanta, tanta pancia per iniziare a buttar giù qualcosa di sensato. </div>
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Per il 2019 avevo stabilito una sorta di tabella di marcia, fatta di buoni propositi da spuntare nel corso dei mesi. Ho capito, molto presto, a conferma di quanto già sapevo, che non sono affatto una da liste, che la vita è imprevedibile e che, per quanto uno possa organizzarsi, arriva sempre lei a scombinare i nostri bei piani. </div>
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Come dimostra il mio esiguo numero di letture, molto sotto gli standard, e la mia scarsa permanenza nella blogosfera, in questo anno uscente non sono riuscita a dedicarmi alla lettura come avrei voluto. Ho continuato ad acquistare quasi compulsivamente, certa che i miei compagni di viaggio, quelli che mi sono scelta, saranno sempre qui ad attendermi nonostante li abbia messi un tantino da parte, colpevole di non potergli prestare la giusta attenzione.</div>
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Sì, l'ingranaggio continua ad incepparsi, il famoso ingresso nell'età adulta, con i mille impegni ad essa annessi, continua a rallentarmi ma io non demordo e, benché, le letture di questo 2019 siano davvero poche, ciò non vuol dire che sia più facile stilare una lista delle mie preferite. </div>
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Che fare, dunque? Approfittare di un escamotage che ormai utilizzo da diversi anni e presentarvi quelle che, per me, sono diventate le <i>letture del cuore</i>. Accanto ad ognuna un piccolo stralcio della mia recensione, per invogliarvi a dargli una possibilità, se ancora non lo aveste fatto...</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9E5bg_ur57TQW8eLKhuLGgnHNj-R6are8by319eBD8O_8CZyBx5dvtX7ion1gaGwk7f4HVUmNRVwFAOhtxjFQ7vHgZNXKRYZw6Hs-Np6FfYYqwJrKTjoEq-XLDCb_YwU9xepWSyzf1vA/s1600/Ferrante.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="750" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9E5bg_ur57TQW8eLKhuLGgnHNj-R6are8by319eBD8O_8CZyBx5dvtX7ion1gaGwk7f4HVUmNRVwFAOhtxjFQ7vHgZNXKRYZw6Hs-Np6FfYYqwJrKTjoEq-XLDCb_YwU9xepWSyzf1vA/s1600/Ferrante.png" style="cursor: move;" width="320" /></a><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 13px;"><br />"La Ferrante scandaglia con attenzione il delicato sentimento dell'amicizia che vede le due protagoniste barcamenarsi continuamente tra affetto e rivalità, amore che sfocia spesso in una specie di odio, complicità e distacco. Entra nell'animo dei suoi personaggi regalandoci delle figure intense e magnetiche. Sonda un territorio costituito dalla miriade di sfumature che caratterizzano da sempre i sentimenti e le emozioni dell'essere umano. Rimescola le carte per servire mani inaspettate laddove il destino ed il futuro sembrano ormai tracciati. Tiene incollati, col fiato sospeso, rendendoci spettatori silenziosi." </span></span></div>
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Piccolo ma intenso, nonostante l'essenzialità della scrittura, offre al lettore uno sguardo vivo, attento e partecipe, velato di malinconia. Uno sguardo di cui il lettore ha bisogno per percepire il più piccolo particolare, a partire dai gesti, passando tra i diversi sentimenti che albergano nell'animo dei personaggi e finire poi alle accurate descrizioni." </span></span></div>
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Si parla di oppressione e persecuzione; di guerra e diserzione; di lingue, italiano e tedesco, che diventano marchi di razza, muri che continuano ad alzarsi e vere e proprie dichiarazioni di guerra; di abbandoni e di ritorni; di amore per la propria terra; di coraggio; dell'importanza e dell'impotenza delle parole; della gente che ha lottato per non farsi derubare i giorni dai troppi pensieri. <i>Resto qui</i> non è solo il titolo di un romanzo. È l'accostamento di un verbo e un avverbio nei quali è fortemente radicato il senso profondo di una scelta consapevole e coraggiosa." </span></span></div>
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<span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 13px;">"Un romanzo di formazione che, attraverso l'infanzia, la giovinezza e l'età adulta, segue l'evoluzione delle protagoniste andando a raccontare le emozioni, i sentimenti e le azioni nel loro nascere dall'interno. L'autrice è molto brava in questo perché capace di descrivere con ricercatezza e delicatezza i turbamenti più impercettibili nell'animo del singolo permettendo al lettore di vivere pienamente, sulla propria pelle, i diversi mutamenti. Si percepisce appieno l'opprimente fardello di una terra che con i suoi usi e costumi è in grado di dare e togliere, oggi come allora." </span></span></div>
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<span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 13px;">"Classico esempio di come la semplicità ripaghi, grazie alla limpidezza della storia e alla naturalezza della prosa, è in grado di mirare al cuore del lettore colpendo il bersaglio in pieno centro. Bertoldi, con delicatezza ed attenta compostezza, racconta una sfumatura molto particolare dell'esistenza umana: la perdita della memoria. È anche un romanzo che parla di attese. L'attesa di ricordare e quella di dimenticare. L'attesa di un ritorno. L'attesa di amare, di nuovo.
Che racconta la paura, la paura di un'onda che possa, con la sua forza dirompente, cancellare ogni tipo di impronta lasciata nella memoria." </span></span></div>
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<span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 13px;">"Con delicatezza e rispetto, in un alternarsi di voci, l'autrice scandaglia una pagina della storia del dopoguerra che è impossibile dimenticare. A parlare sono i sopravvissuti, vittime e carnefici, a cui non resta che fare i conti con quello che rimane, che siano ferite, fisiche e mentali, o profondi sensi di colpa.
Ne <i>L'interprete</i> si parla di cecità, omertà, vergogna, responsabilità e colpa, quella che condanna a convivere dolorosamente con un tale episodio anche i figli, i nipoti e i pronipoti di chi è sopravvissuto e di chi ha commesso il male. È una colpa che si ripercuote nel corso del tempo e, pertanto, viene spontaneo domandarsi, alla resa dei conti, chi sia il vero responsabile." </span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhurO1WZlRZYjp7HzcM1zGXpuHxTha00u28dwMq1AU-MRO7G-Yp99EtT7aGIw8US5LZJEPi-AM-MvWSxU6X4yBdf2LBC1Krf_2xuIyygIgsvmDbax55wDwJ1mlJlRlGi3zOF8yQILdt9lQ/s1600/Strukul.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="415" data-original-width="750" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhurO1WZlRZYjp7HzcM1zGXpuHxTha00u28dwMq1AU-MRO7G-Yp99EtT7aGIw8US5LZJEPi-AM-MvWSxU6X4yBdf2LBC1Krf_2xuIyygIgsvmDbax55wDwJ1mlJlRlGi3zOF8yQILdt9lQ/s1600/Strukul.png" width="320" /></a><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 13px;"> "L'autore ripercorre un arco temporale che a partire dal 1427, con la Battaglia di Maclodio, si spinge fino al 1476. La penisola italica dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti è governata da sovrani avidi e meschini che si guardano bene dall'infangare i propri abiti sul campo di battaglia e demandano ai comandanti dei loro eserciti il compito di soddisfare le loro voglie e ambizioni. Sono gli anni in cui imperano i costanti cambi di fazione motivo per cui è facile ritrovarsi a combattere quelli che fino al giorno prima figuravano come alleati.
Sette le dinastie e sei le città coinvolte: i Visconti-Sforza a Milano; i Condulmer a Venezia; gli Estensi a Ferrara; i Medici a Firenze; i Colonna a Roma; gli Aragonesi a Napoli." </span></span></div>
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Emozioni su carta, generi diversi così come le storie racchiuse nella miriade di pagine inchiostrate. In questo 2019 ho ritrovato una maggiore affinità per certi tipi di storie e personaggi, filone che, quasi sicuramente, detterà molte delle mie scelte letterarie del nuovo anno. <br />
Non fisserò alcun proposito o obiettivo per l'anno che verrà, mi farò guidare, come sempre, dal cuore, dando spazio ad alcuni romanzi che albergano da tantissimo tempo gli scaffali della mia libreria. Magari vi parlerò di qualche titolo che si è perso tra le pieghe del tempo o di qualcuno che è meno conosciuto ma che merita, senza ombra di dubbio, di essere letto.<br />
<br />
Ed ora non mi resta che augurarvi un nuovo anno all'insegna delle storie, quelle belle, che segnano, insegnano e regalano emozioni; quelle che ci fanno sorridere e ci permettono di mollare gli ormeggi e salpare verso epoche e luoghi sconosciuti. Ed allora, a tutti voi, un felice 2020!<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-37678686061605658182019-12-16T09:02:00.000+01:002019-12-16T09:04:14.103+01:00Recensione 'Luna nera. Libro Primo - Le città perdute' di Tiziana Triana<br />
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Tra il XVI e il XVIII secolo si diffuse, in tutto il mondo, un fenomeno conosciuto ai più con il nome di <i>caccia alle streghe</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Facendo leva sulla superstizione, il pregiudizio, l'ignoranza e la paura, i poteri dell'epoca, spirituale e temporale, cercarono di arginare il malcontento del popolo e le richieste di maggiore libertà, da parte dello stesso, individuando in alcune figure femminili (e raramente maschili) il capro espiatorio che costituisse una giustificazione per povertà, fame, carestie e finanche guerre.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWGY3MH6eI7PQOYgcYnusrXbijS_0CPlSuic9jzvS10bwLtugMc8UNVk2y94uo8Vprbw8XnfNc7U0IMTxs0Ru69KWxwWFZAb7htmRm5Z_YDZvoEEOn88Y2S3HFIX5mUEMNS6gHpH_hbds/s1600/Triana.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWGY3MH6eI7PQOYgcYnusrXbijS_0CPlSuic9jzvS10bwLtugMc8UNVk2y94uo8Vprbw8XnfNc7U0IMTxs0Ru69KWxwWFZAb7htmRm5Z_YDZvoEEOn88Y2S3HFIX5mUEMNS6gHpH_hbds/s1600/Triana.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/citt%C3%A0-perdute-Luna-nera/dp/8845400816/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&keywords=luna+nera&qid=1576424741&sr=8-1"><b>LUNA NERA. LE CITTÀ PERDUTE</b></a> di Tiziana Triana │ <b>Editore:</b> Sonzogno │ <b>Pagine:</b> 527 │ <b>Prezzo:</b> 19,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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Ed è proprio prendendo spunto da fatti di comprovata storicità, attingendo alla tradizione e al folklore italiano, che la Triana imbastisce una storia dalla trama solida, in cui troverà spazio anche una componente sovrannaturale, in una cornice in cui il fanatismo religioso e l'Inquisizione la fanno da padroni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Luna nera</i>, infatti, è il primo volume di una trilogia dalle ambientazioni tutte italiane, in cui si respira forte la tematica della stregoneria con tutti i clichè del caso, che pure sono necessari perché fortemente radicati in un fenomeno di tale portata.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La protagonista è Adelaide Bruno, da tutti ribattezzata Ade (un nome che, non a caso, dovrebbe già lasciare intendere qualcosa al lettore), una ragazzina di 16 anni che, rimasta orfana, insieme a suo fratello Valente, viene cresciuta da nonna Antalia, una sorta di guaritrice nel villaggio di Torre Rossa, a pochi chilometri da Roma. </div>
<div style="text-align: justify;">
In seguito alla morte di Antalia, per sopravvivere e prendersi cura di suo fratello, Ade ha preso il suo posto svolgendo, nello specifico, il mestiere di levatrice. Ed è proprio questo suo lavoro che causerà la rovina della sua famiglia. Quando, dopo un parto difficile, la piccola Maddalena, figlia del capo del villaggio, viene a mancare, la colpa ricadrà inevitabilmente sulla giovane Ade, accusata di maleficio e tacciata di stregoneria.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ha inizio così la rocambolesca fuga della protagonista che, perseguitata ed evitata al pari di un'appestata anche nel vicino villaggio di Serra, deciderà, insieme a Valente, di rifugiarsi nelle profondità del bosco, dove incontrerà una congrega di donne. Sono le Città Perdute, si sussurra pratichino la magia nera, reclutando e proteggendo ragazze che la società ha messo al bando.</div>
<div style="text-align: justify;">
A questa comunità di donne danno la caccia i Benandanti, un gruppo di uomini forti che, sostenuto dalla potente Chiesa cattolica, è stato istituito al solo scopo di liberare il territorio dalle streghe in una continua lotta tra il bene e il male.<br />
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<a name='more'></a></div>
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</div>
Questa a grandi linee la trama del romanzo che, effettivamente, si presenta abbastanza corposo, ma tale lunghezza è, a mio avviso, necessaria per entrare in maniera convinta nelle pieghe della storia narrata, prendendo contatto con i diversi personaggi e comprendendo l'ambientazione storica e temporale.<br />
<div style="text-align: justify;">
Lo stile della Triana è fluido e molto attento ai particolari e alle descrizioni dei personaggi, sui quali è stato condotto un lavoro certosino, anche nella ricostruzione dei diversi background dove nulla è lasciato al caso. Questo è un aspetto essenziale per mantenere viva l'attenzione del lettore e farlo sentire pienamente coinvolto. In tutto il romanzo si respirano a pieni polmoni gli ideali di un mondo fatto di credenze, superstizioni e pregiudizi dove i problemi vengono risolti affidandosi ai sussurri, le cosiddette voci di popolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<i>Luna nera</i> non è solo un romanzo che parla di stregoneria e condanne senza appello, ma è soprattutto un romanzo che parla delle donne, del mutamento interiore ed esteriore, del loro desiderio di rivalsa e libertà che, in quel periodo storico, le vedeva piegate alla volontà di una società estremamente patriarcale, dove a comandare era, unicamente, la figura del padre-padrone. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma, soprattutto, è un romanzo incentrato sulla differenza tra bene e male, categorie non fisse nella loro immutabilità, ma soggette al cambiamento di rotta, un po' come avviene con la direzione del vento che, in alcuni momenti, sgombra d'improvviso il cielo, mentre in altri costringe a rientrare in fretta in casa, prima che esploda un temporale. </div>
<div style="text-align: justify;">
La continua lotta tra bene e male è ben rappresentata, in una visione più generale, come uno scontro tra società/religione e streghe e nello specifico, dal conflitto tra Benandanti e Città Perdute. I primi si credono uomini predestinati che nascono con il compito di combattere il male incarnato nei malandanti; le seconde, invece, sono solo un gruppo di donne di scienza e di cultura, profonde conoscitrici delle piante e degli astri, dal forte temperamento e assolutamente indipendenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Scendendo ancor più nel particolare, tale scontro è ben incarnato nei due protagonisti Pietro, figlio del capo dei Benandanti, e Ade che, un po' come Romeo e Giulietta, si trovano in due fazioni avverse della storia e del tempo, destinati a percorrere cammini paralleli che li vedono uno il nemico dell'altra.</div>
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<br /></div>
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Misterioso, affascinante ed intrigante al punto giusto, il romanzo mi ha colpita in positivo. A questo punto non mi resta che attendere il prosieguo della storia. I presupposti per un secondo volume che non deluda il lettore sono più che fondati, soprattutto se si tiene presente che il piccolo Valente ha smesso di disegnare una luna con i raggi per dedicarsi a qualcosa di nuovo, ma statene certi, non ho alcuna intenzione di svelarvi di cosa si tratta. </div>
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<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-78895754575248056852019-12-05T08:00:00.000+01:002019-12-16T21:37:20.171+01:00GUESS MY BOOK - Reading Challenge<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg" imageanchor="1"><img height="464" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhu40LMBsL85WIyFN-3p-nzPXL_K1XRqTO9cjW7SGSZQgpBJnf_cWcC5kO0HpKi6GI5KQv7IbKP70L8EizJirqYnWPkIC6dZm3rkw0jWzM3j5pzq6-ibvgWT3zxawX6YP_JrkNh6qApzTg/s1600/Guess+my+book6.jpg" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="680" /></a></div>
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<blockquote class="tr_bq">
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<b><span style="font-size: 11px;"><i>"Coff coff... Squillino le trombe, rullino i tamburi, gioia e giubilo in quel di Appunti di una giovane reader. Ebbene sì, ci ricasco. Dopo anni di silenzio eccomi qui pronta a condividere insieme a tutti voi una nuova Reading Challenge e un nuovo anno di letture. A farmi compagnia altre due menti, alle quali in realtà va tutto il merito, perché si sa che due è meglio di una, ma anche in tre non si scherza mica. Ed ora è il momento di cominciare per cui tre, due, uno, azione!"</i></span></b></div>
</blockquote>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Questa è una sfida di lettura. Io, Chiara e Chicca saremo le conduttrici di questo show, ma siamo soprattutto lettrici accanite e negli anni abbiamo partecipato (e continuiamo a farlo) a diverse challenge. Per creare la nostra Reading Challenge ci siamo quindi ispirate a ciò che abbiamo provato, traendo spunto da ciò che ci piaceva maggiormente.
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scopo di una Challenge, secondo noi, è la sfida con sé stessi, oltre che con gli altri lettori. Non è importante solo la vincita finale, ma la gara, il provare a superare i propri limiti, uscendo magari dalla cosiddetta comfort zone. Per noi è stato così e abbiamo pensato di creare qualcosa con la stessa finalità, che sia però fattibile anche per chi non riesce a leggere quanto vorrebbe.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #de3163;"><b><span style="font-size: 20px;">LA SFIDA</span></b></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La Guess my Book - Reading Challenge avrà la durata di un anno, suddivisa in bimestri, e sarà così composta:<br />
<br /></div>
<ul style="text-align: justify;">
<li>24 obiettivi annuali semplici;</li>
<li>3 obiettivi complessi per ogni bimestre;</li>
<li>3 titoli bonus per ogni bimestre (in forma di giochini).</li>
</ul>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Gli obiettivi annuali saranno comunicati nel post d'apertura della challenge, mentre i complessi verranno svelati di volta in volta, alternativamente su questo blog e su quello delle altre conduttrici. Per quanto riguarda i 3 titoli bonus del bimestre, questi potranno essere letti indipendentemente dagli obiettivi complessi, non sarà necessario sbloccarli con un determinato numero di letture. Ovviamente si tratta di titoli da scoprire e per i quali vi verrà proposto qualche giochino (anagramma, rebus, ghigliottina, cover distorta, ecc.) che vi permetterà di indovinarli. Attenzione, potete chiedere conferma privatamente a una di noi conduttrici, ma potremo rispondervi semplicemente con sì o no, senza altri indizi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Gli obiettivi complessi e i titoli bonus del bimestre potranno essere letti anche passato il bimestre in questione, tuttavia il punteggio risulterà dimezzato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non c'è un minimo di letture per <i>"passare"</i> al bimestre successivo, una volta iscritti alla challenge potete sempre partecipare fino alla fine.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 20px;">IL PUNTEGGIO </span></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<ul style="text-align: justify;">
<li>Gli obiettivi semplici valgono 3 PUNTI;</li>
<li>gli obiettivi complessi valgono 6 PUNTI (3 punti in caso di dimezzamento);</li>
<li>i titoli bonus valgono 10 PUNTI (5 punti in caso di dimezzamento);</li>
<li>è possibile aggiungere 1 PUNTO per ogni lettura in più inerente i soli obiettivi semplici. Cioè, se avete già spuntato uno dei 24 obiettivi ma decidete di leggere un altro libro che soddisfi sempre il medesimo requisito, potete tranquillamente farlo ma solo per un massimo di dieci volte nel corso dell'anno (non è necessario alcun requisito specifico come il numero di letture/punti per poterlo fare).</li>
</ul>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<u>Per sapere se un libro soddisfa o meno i criteri richiesti da un obiettivo chiedete a noi, abbiamo l'ultima parola su questo. Se siete in dubbio vi consigliamo di chiedere a noi prima di cominciare, cercheremo di rispondere sempre in pochissimo tempo</u>.<br />
<u></u><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 20px;"><b>COME PARTECIPARE E PREMI</b></span></span></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per iscriversi e prendere parte alla challenge occorre:</div>
<ol>
<li>essere lettori fissi del mio blog, di <a href="https://lalettricesullenuvole.blogspot.com/">La lettrice sulle nuvole</a> e di <a href="http://librintavola.altervista.org/">Librintavola</a> (requisito obbligatorio - trovate il box nella colonna di destra);</li>
<li>seguirci sui diversi social (requisito facoltativo);</li>
<li>compilare il modulo alla fine di questo post con i dati richiesti.</li>
</ol>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se avete un profilo <i>Facebook</i> abbiamo creato un gruppo nel quale confrontarci e chiedere eventuali delucidazioni (<a href="https://www.facebook.com/groups/424499271789916/"><i>qui</i></a>). Ci sarà anche un documento condiviso nel quale monitorare man mano i progressi di gioco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Cosa si vince? Ci stiamo ancora pensando, sicuramente si tratterà di qualcosa di nostro, quindi usato e personale, senza un valore commerciale definibile. Inoltre, ogni bimestre, decreteremo la recensione che più ci è piaciuta a cui invieremo un piccolo premio sempre nostro, quindi usato e personale, senza un valore commerciale definibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="color: #de3163;"><span style="font-size: 20px;"><b>**************</b></span></span></div>
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La challenge inizierà il 27 Dicembre 2019 e si concluderà il 26 Dicembre 2020, troverete il post d'apertura sul blog di Chiara. Nel post iniziale ci sarà il modulo per inviare i link delle recensioni che dovranno essere scritte solo ed esclusivamente su una piattaforma pubblica (blog, goodreads o anobii) e dovranno essere un minimo articolate. Non basterà dire <i>"mi è piaciuto!"</i>, <i>"lo consiglio"</i>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non sono validi fumetti, manga, libri illustrati e nemmeno audiolibri. I libri devono avere un minimo di 150 pagine (farà fede quanto riportato su Amazon nella sezione dettagli prodotto della versione cartacea).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per ogni eventuale dubbio siamo a vostra disposizione. Speriamo che l'idea vi piaccia e che partecipiate in tanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Io, Chiara e Chicca vi aspettiamo. Buone letture a tutti e buon anno di challenge!<br />
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<br /></div>
</div>
</div>
</center>
<iframe frameborder="0" height="700" marginheight="0" marginwidth="0" src="https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdCkJEgmNvp8eDbL6Qsqi881SQTlS_SzBewhb3Wo_RVlJ3A9A/viewform?embedded=true" width="680">Caricamento…</iframe>
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<br />
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<div style="margin-right: 20px; text-align: right;">
<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
<br />
<br />
<span style="font-size: x-small;">INFORMATIVA PRIVACY </span><br />
<span style="font-size: xx-small;">Ai sensi dell’articolo 13 del Regolamento (EU) 2016/679, ti informiamo che i Tuoi dati personali, da Te liberamente conferiti, saranno trattati prevalentemente con mezzi informatici al solo fine di dar seguito alla Tua partecipazione alla Challenge e non saranno dati a terzi.</span>
Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-50341985820166769522019-11-29T11:14:00.001+01:002019-11-29T11:14:28.464+01:00Recensione 'Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri' di Daniele Germani<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik2_0b-ddGYGWX8laZ51ZbCq0wql6U-wAPdNaQpU7zVl9peCZoDVbv_P-uVfSIKyAY6u6nwWxF7tqMfyLI4v5ZigBIOxoN81ayMjpJzXUqPdSxHmBUG3HrGaWm5fgzJZHUPLrr8r_M3VM/s1600/Germani.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik2_0b-ddGYGWX8laZ51ZbCq0wql6U-wAPdNaQpU7zVl9peCZoDVbv_P-uVfSIKyAY6u6nwWxF7tqMfyLI4v5ZigBIOxoN81ayMjpJzXUqPdSxHmBUG3HrGaWm5fgzJZHUPLrr8r_M3VM/s1600/Germani.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: 11.5px;"><b><a href="https://www.amazon.it/eliminare-polvere-altri-brutti-pensieri/dp/889635076X/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=2AEY7DOVMKEML&keywords=come+eliminare+la+polvere+e+altri+brutti+pensieri&qid=1574943808&sprefix=come+eli%2Caps%2C166&sr=8-1">COME ELIMINARE LA POLVERE E ALTRI BRUTTI PENSIERI</a> </b>di Daniele Germani │ <b>Editore:</b> Edizioni Spartaco │ <b>Pagine:</b> 183 │ <b>Prezzo:</b> 12,00€ </span><div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
È il 13 maggio del 1978 quando in Italia viene approvata la legge che ha come tema gli <i>Accertamenti e i trattamenti sanitari volontari e obbligatori</i>. La legge, passata alla storia come <i>Legge Basaglia</i>, che prende il suo nome da Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica italiana, verrà ripresa ed integrata solo pochi mesi dopo con quella che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di fatto, però, la 180 fu la prima ed unica legge che, da una parte impose la chiusura dei manicomi, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici, dall'altra regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio andando a modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, con l'intento di rinnovare i rapporti tra società, personale delle strutture e pazienti, riconoscendo pienamente a questi ultimi i diritti spettanti e una vita di qualità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
È prendendo spunto da questo avvenimento storico, che segna un vero e proprio punto di svolta nella lotta all'abolizione degli ospedali psichiatrici, che Germani inizia a tessere le fila di una storia malinconica e dolorosa che accompagnerà il lettore negli anfratti più oscuri della psiche umana, tra sofferenza fisica e mentale, e che lo obbligherà a riflettere sul concetto di <i>normalità</i> e <i>pazzia</i>, andando oltre il significato stereotipato, con il solo intento di coglierne il senso più vero e profondo. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I punti di riferimento per il lettore, le guide che lo accompagneranno in questo percorso di guarigione universale, sono tre personaggi. Tre anime fragili ingabbiate nel vorticoso battere e levare dei propri pensieri, impossibili da sbrogliare, preda del rammarico e di una sorta di estraneazione dalla realtà. Le loro sono tre storie che, capitolo dopo capitolo, sono destinate a correre parallelamente senza incontrarsi mai, fino al punto di rottura definitivo in cui, quel filo sotteso, che pure apparentemente le lega, verrà inesorabilmente reciso.<br />
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<a name='more'></a>Loro sono un uomo, una donna e un pazzo. Nella testa del primo risuona l'eco di una nota stonata, zoppa, che proprio non vuole funzionare e rovina l'intera partitura, rendendo muta ogni parola. Un pensiero malforme, un tritono, una brutta dissonanza che confonderebbe anche i musicisti più esperti. Un jazz suonato male, ma talmente male, da diventare quasi logico, quasi buono. Perso nei corridoi bui e tentacolari, annaspando in un'esistenza quadrata, l'uomo, che odia il suo lavoro e non ha mai visto il mare, cerca una risposta al quesito che lo assilla costantemente: <i>come eliminare la polvere e altri brutti pensieri?</i></div>
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Accanto a lui una donna che ha fatto del rimpianto la sua costante di vita. Nonostante il mondo sia in continua evoluzione, lei rimane ferma nella sua staticità di moglie e madre, così distante dallo scenario immaginato e sognato negli anni universitari, durante i pomeriggi di pioggia, mentre le sue mani correvano sui tasti di un pianoforte. Centoquaranta passi a ritmo di dita, un percorso infinito dove avrebbe potuto correre, rallentare e respirare in piena libertà a cui aveva preferito il matrimonio con un uomo silenzioso e taciturno, privo di slanci emozionali e passionali.<br />
Infine c'è un Pazzo che, da circa vent'anni, mormora sottovoce il buio dei propri pensieri popolati da strani granelli di polvere. Sono i compagni di una vita, l'unico contatto con la realtà. Ha viaggiato tanto insieme a loro, pur di rivendicare la propria identità, senza mai perdersi. Preda del pregiudizio e dell'ignoranza di una società di sani che lo ha etichettato come tale, il Pazzo ha imparato a fissare un muro e a viverci dentro. Tra le crepe di quei mattoni e della malta che li tiene insieme, ha imparato a vivere le vite di chi non è mai vissuto per davvero, vite finite, contate, storie a scadenza, segnate da fiumi di domande a cui è difficile trovare delle risposte che siano diverse dalla menzogna.<br />
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<i>Come eliminare la polvere e altri brutti pensieri</i> è un romanzo che indirizza il lettore verso una concatenazione di eventi che, ad un certo momento, diventa quasi logica, come se i pezzi del puzzle fossero tutti lì ed andrebbero semplicemente incastrati gli uni con gli altri, salvo poi sovvertire ogni cosa. Un cambio di prospettiva che diventa quasi un volersi prendere gioco del lettore che, spiazzato, dinanzi alla piega presa dagli eventi, non riesce a distinguere la realtà dall'immaginazione.<br />
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Il viaggio all'interno di questo romanzo-denuncia è paragonabile ad un terreno scivoloso, un pendio argilloso pronto a franare alla minima folata di vento e capace di travolgere il lettore e quel suo flebile barlume di certezze. Cos'è la pazzia? Chi sono i pazzi? Alla resa dei conti, chi ci dice che siamo noi i sani?<br />
Con una prosa lucida e raffinata, che non smarrisce mai la via, nonostante gli aneddoti toccanti che riguardano la figura del Pazzo, con tutte le descrizioni inerenti l'esistenza condotta nei manicomi e le diverse pratiche di tortura a cui persone, come noi, sono state sottoposte, Germani ci mette a parte di una realtà che, con modalità e in luoghi diversi, è purtroppo ancora attuale. Una realtà nei confronti della quale, molto spesso, si è preferito, in molti casi, volgere le spalle perché si sa <i>se occhio non vede, cuore non duole. </i><br />
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Un romanzo di nicchia, un romanzo-protesta, un romanzo che sovverte le regole ed invita alla riflessione convinta. Un romanzo che è un'esperienza di vita, o meglio di vite, reali e non, a cui sarebbe necessario prestare la giusta attenzione.<i> </i></div>
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4925657339352321959.post-19379405680833129712019-11-13T08:48:00.000+01:002019-11-13T08:50:33.256+01:00Recensione 'Questione di Costanza' di Alessia Gazzola<br />
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Ogni volta che, un autore o un'autrice che ci piace particolarmente sceglie, consapevolmente, di abbandonare la via maestra per una secondaria, lo stato di ansia e preoccupazione è duplice. Da una parte c'è l'autore stesso che si pone mille interrogativi circa il suo salto nell'ignoto, dall'altra il lettore che, da fedelissimo, si preoccupa se resterà deluso o meno dalla nuova impresa e se riuscirà ad affezionarsi al nuovo personaggio o proverà un odio atavico nei suoi confronti (perché viene quasi spontaneo fare un paragone).<br />
Come
tutti saprete, lo scorso anno, Alessia Gazzola ha deciso, in maniera
molto sofferta, di mettere in pausa (forse per sempre) il suo storico
personaggio, Alice Allevi, per dedicarsi a nuovi progetti
ed idee narrative. E,
in effetti, oggi sono qui per parlarvi della sua nuova protagonista.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDSxvKmbFL98JZ70mXJ4ppiqRViG2Yxe3qD34DjmPFmrO5pxJXBbe6ItGAh4iHlr2NmSs34zH47LY1doZqMBOLYiv9e88_GrsAobkt4onrpaVTe7SndQFnhAQ-rS5qrHGsBIdZ28pfok4/s1600/Gazzola.png" imageanchor="1"><img height="540" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDSxvKmbFL98JZ70mXJ4ppiqRViG2Yxe3qD34DjmPFmrO5pxJXBbe6ItGAh4iHlr2NmSs34zH47LY1doZqMBOLYiv9e88_GrsAobkt4onrpaVTe7SndQFnhAQ-rS5qrHGsBIdZ28pfok4/s1600/Gazzola.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="720" /></a></div>
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<span style="font-size: 11.5px;"><a href="https://www.amazon.it/Questione-Costanza-Alessia-Gazzola/dp/8830452491/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=6YKYR0OLZHR4&keywords=questione+di+costanza+gazzola&qid=1573557744&sprefix=questione+di%2Caps%2C171&sr=8-1"><b>QUESTIONE DI COSTANZA</b></a> di Alessia Gazzola │ <b>Editore:</b> Longanesi │ <b>Pagine:</b> 335 │ <b>Prezzo:</b> 18,60€ </span><div style="text-align: justify;">
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Specializzatasi in anatomia patologica da soli cinque mesi, Costanza Macallè, ventinovenne messinese, ha atteso, invano, la pubblicazione di un bando per un assegno di ricerca prima di rivolgersi a cliniche private e laboratori che l'hanno accolta calorosamente e messa alla porta, gentilmente, con la solita frase di circostanza, il consueto <i>le faremo sapere</i>.<br />
Poiché si aspettava che non sarebbe stato per niente semplice trovare un lavoro a due passi da casa, ha deciso di iscriversi all'ordine dei medici di Londra, con la speranza di poter trovare un lavoro in Inghilterra e traferirvisi, in modo tale da esaudire uno dei desideri lungamente covati a partire dall'adolescenza fino ad oggi.<br />
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Nell'attesa che la broker Carrie trovi un'occasione giusta per lei che le permetta di raggiungere il tanto agognato suolo inglese, Costanza, sollecitata da sua sorella Antonietta, psicologa che vive a Verona da due anni, decide di partecipare ad un concorso per soli titoli, il cui assegno di ricerca durerà un solo anno, per portare a termine un progetto molto importante legato però alla Paleopatologia, quella branca della medicina applicata all'archeologia che studia le malattie del passato a partire da resti umani.<br />
Ed è proprio mentre l'aereo si immerge, gradualmente, in una densa coltre grigia pronto per atterrare a Verona, che conosciamo Costanza e la sua piccola Flora, perché sì, in tutto questo, la giovane protagonista è madre di una treenne con la passione per l'altalena, il latte ed il turpiloquio, ed è sempre per lei che ha deciso di imbarcarsi in un'avventura che la vedrà fare i conti con un mondo a lei sconosciuto, e nel quale sarà difficile trovare il proprio posto, e con fatti di storia legati a Selvaggia e Biancofiore, figlie legittimate di Federico II di Svevia.<br />
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<a name='more'></a>Ancora una volta la Gazzola ci presenta un personaggio femminile che, per certi versi sì, ricorda molto Alice, ma si arricchisce di nuove sfumature che la rendono, se possibile, ancora più umana. Capace di cacciarsi in una serie di situazioni paradossali e, a colpo d'occhio, senza via d'uscita, sconclusionata, per certi versi insicura e per altri determinata, Costanza, però, incarna in tutto e per tutto un tipo di donna piuttosto attuale nella
società contemporanea: una mamma single, per scelta o per puro gioco del
caso, intenta a sbarcare il lunario, il più delle volte lontana da
casa, con un lavoro che la soddisfa relativamente. Ed ecco che quindi il romanzo, per alcuni potrà rappresentare una sorta di evasione dalla realtà, per altri sarà un rispecchiarsi nelle vicissitudini della protagonista, un ritrovare la propria storia tra le righe, per riderci su, in taluni casi, o per acquisire maggiore consapevolezza di sé, in altri.<br />
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Come sempre il punto di forza, in una narrazione che fa quasi da corredo, è la protagonista. Costanza è una giovane donna che ha messo in discussione il suo futuro e i suoi sogni, abbracciando una branca della medicina che la vede incapace, inesperta ed imbranata e riorganizzando totalmente la propria esistenza e quella della piccola Flora che ha uno spirito di adattamento migliore rispetto a quello della genitrice. Flora rappresenta il tassello in più, quel quid che farà capitolare il lettore sin dalla prima pagina.<br />
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Ed è mentre viene messo a parte del background della protagonista, la cui vita inizia a sferragliare come un treno i cui binari sono però irti di cambi ed inversioni, che la Gazzola compie una piccola incursione tra le vie del romanzo storico regalando al lettore una storia nella storia. Ecco perché possiamo senz'altro dire che <i>Questione di Costanza</i> si muove su due piani temporali: il presente, con protagonista la Macallè, e un periodo storico che abbraccia un arco che si estende dagli anni '30 agli anni '70 del 1200, con protagoniste figure in dissolvenza che in alcuni casi sono storicamente comprovate, in altri frutto della fantasia della stessa autrice.<br />
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Con il suo tipico stile narrativo, fresco, leggero, preciso e dettagliato, ed un titolo che rivela la doppia accezione del termine <i>costanza</i>, come nome proprio di persona ma anche come sinonimo di perseveranza e fermezza, l'autrice è in grado di porre l'accento su diverse tematiche quali l'essere genitore, il cambiamento, l'adattamento, l'accettazione e l'amore (che sì, ci sarà, ma di cui non ho intenzione di anticiparvi nulla).<br />
Alessia Gazzola non sbaglia nemmeno questa volta, pur uscendo dal seminato, regalando ai lettori una protagonista alla quale, che siano fedelissimi o neofiti, non potranno non affezionarsi, in attesa di scoprire cosa ne sarà del suo futuro. Anatomopatologa o paleopatologa? Chi lo sa!<br />
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<img height="85" src="https://i.imgur.com/VBjj2nB.png" style="border: medium none; box-shadow: none;" width="212,5" /></div>
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Appunti di una giovane readerhttp://www.blogger.com/profile/12218357583014968018noreply@blogger.com4