mercoledì 19 luglio 2017

Recensione 'Time Deal' di Leonardo Patrignani


Buon mercoledì lettori! Di ritorno da una bellissimo viaggetto in quel di Pontremoli, dove si è svolta la serata finale del Premio Bancarella, vi lascio la recensione di un romanzo che ho terminato prima della partenza e per la cui copia devo ringraziare la casa editrice DeA. Buona lettura!





Time Deal
Leonardo Patrignani


Editore: DeA - Genere: Fantascienza
Pagine: 475 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE)


Ci sono promesse che non possono essere mantenute. Come quella che Julian ha fatto ad Aileen. Era solo un bambino quando l'ha vista per la prima volta, e se n'è innamorato perdutamente. Da quel momento ha giurato che non l'avrebbe lasciata mai. Che sarebbe rimasto con lei per sempre. Ma si può davvero promettere per sempre? Non in una città come Aurora, una metropoli schiacciata da un cielo plumbeo e soffocata dall'inquinamento, in cui l'aspettativa di vita è scesa drasticamente. Almeno fino all'arrivo del Time Deal, un farmaco in grado di arrestare l'invecchiamento cellulare. Nessuno ne conosce i possibili effetti collaterali, solo qualcuno immagina quali possano essere le conseguenze morali e sociali. La città è divisa in due: da una parte chi insegue ciecamente il sogno della vita eterna, dall'altra chi invece rifiuta di manipolare la propria esistenza e preferisce che il tempo scorra secondo natura. Julian è tra questi ultimi. Ma Aileen non ha avuto scelta: figlia di un noto avvocato, che finanzia da sempre la casa farmaceutica del Time Deal, è stata sottoposta al trattamento. Finché qualcosa va storto. Aileen inizia ad accusare disturbi della memoria, e poi sparisce nel nulla. Julian però è disposto a tutto pur di ritrovarla. E di regalarle il loro per sempre.



Ho scelto di leggere questo romanzo, pur appartenendo ad un genere non proprio nei miei canoni, per un duplice motivo: l'ambientazione prettamente futuristica (adoro i film post apocalittici e ho scoperto, da letture passate, che anche i romanzi non sono male) e il fatto che l'intera vicenda ruotasse attorno ad un farmaco (e qui si risveglia la farmacista che è in me) miracoloso, il time deal per l'appunto, in grado di arrestare l'invecchiamento cellulare e, in assenza di gravi incidenti o malattie, garantire, potenzialmente, l'immortalità. Un tema molto affascinante, devo ammetterlo, per il quale nutrivo un certo tipo di curiosità.

Come già anticipato, ci troviamo, temporalmente parlando, nel futuro. In seguito ad una guerra nucleare che ha distrutto ogni angolo conosciuto del pianeta Terra, l'unico posto in cui poter vivere è rappresentato dalla città di Aurora. Situata su di un'isola, Aurora ci appare come un luogo molto triste, cosa che mi ha un po' angosciato durante la narrazione, una metropoli schiacciata sotto un cielo plumbeo e soffocata dall'inquinamento. La società, costituita da classi meno abbienti e classi più facoltose, è divisa in due fazioni: i sostenitori del farmaco, coloro che perseguono ciecamente il sogno della vita eterna e che considerano la TD Pharma un vero e proprio credo, un'ideologia per cui dare la vita e, dall'altra, coloro che, invece, preferiscono che il tempo scorra secondo natura.
Julian, il protagonista maschile della storia, appartiene proprio a quest'ultima corrente di pensiero. Cresciuto troppo in fretta e senza genitori, deve occuparsi della sorella minore Sara. In contrapposizione Aileen, la sua fidanzata, che invece il farmaco lo ha assunto a causa del timore reverenziale nei confronti dei genitori, responsabili delle scelte che riguardano il suo stesso destino. 
La situazione precipiterà nel momento in cui inizieranno ad emergere gli effetti collaterali del farmaco con problematiche a carattere prevalentemente psichiatrico, il potere della TD Pharma si estenderà al punto tale da rendere la vaccinazione un obbligo e non più una scelta ed, infine, gli abitanti, compresa Aileen, inizieranno a scomparire.

Nonostante le belle premesse, la curiosità e quant'altro, io e questo romanzo non ci siamo presi. Time Deal è, a tutti gli effetti, un distopico, caratterizzato da un'alternanza di capitoli in cui voci e punti di vista sempre diversi la fanno da padroni, tuttavia questo, in alcuni momenti, crea non poca confusione nel lettore in quanto alcune scene vengono lasciate in sospeso rischiando di far perdere il filo del discorso. 
Non vi nego che l'idea di base è molto originale, la storia offre appigli e spunti di riflessione, si percepisce il lavoro che c'è dietro ma il potenziale, a mio parere, non è esploso. Ciò è dovuto principalmente allo stile dell'autore che non mi ha favorita nella letture andando a rallentarmi parecchio. Purtroppo si tratta di una scrittura molto ricca in scene descrittive, discorsive e riflessive piuttosto che in dialoghi. I pochi presenti non riescono a catturare l'attenzione di chi legge essendo molto semplici e piuttosto elementari, da un punto di vista strutturale, per il tipo di linguaggio utilizzato. Le scene al cardiopalma, adrenaliniche, vengono relegate alle pagine finali lasciando, anche lì, il tempo che trovano. 

Per quanto riguarda l'ambientazione futuristica devo ammettere che è stata sapientemente costruita e delineata, a volte anche troppo nel dettaglio, tuttavia avrei preferito che la cosa si fosse estesa anche ai vari personaggi che calcano la scena. Sono figure che non giocano un ruolo preponderante, per lo più adolescenti, che non si fanno largo per emergere non riuscendo a stabilire un contatto che gli permetta di socializzare con il lettore.

Tutte queste caratteristiche fanno sì che, nel complesso, la lettura manchi di vivacità e leggerezza ed è proprio per questo motivo che non sono riuscita ad apprezzarla. Ripeto, bel potenziale, bella l'idea di fondo, ma per quel che mi riguarda non è bastato.





2 commenti

  1. uh davvero? Lo devo leggere, amo tanto il genere, lo sai, ma non sopporto le descrizioni eccessive. Ti dirò, intanto parto con più consapevolezza

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