Buongiorno lettori e ben trovati. Oggi vi accolgo nel mio angolino con la recensione di un romanzo me-ra-vi-glio-so. Ve l'ho sillabato per rendere ulteriormente l'idea! Credetemi, mi sto ancora chiedendo come mai io la Flagg l'abbia scoperta solo adesso e questo è un errore madornale, imperdonabile. Tuttavia, come in ogni cosa, è importante accorgersene per tempo per poter rimediare!
Bene dopo questo preambolo è opportuno che inizi a parlarvi del romanzo. "Voli acrobatici e pattini a rotelle" è un libro divertente, educativo ed esilarante; vi farete delle grasse e grosse risate amando taluni personaggi e odiandone altri. Siete curiosi, ammettetelo! Già vi immagino davanti al vostro computer, o con cellulare o tablet alla mano, desiderosi di saperne di più ed io sono qui per accontentarvi!
Voli acrobatici e pattini a rotelle
Fannie Flagg
Editore: Bur-Rizzoli - Genere: Narrativa Internazionale
Pagine: 392 - Prezzo: 10,00 € - eBook: 4,99€
La signora Sookie ha appena accompagnato all’altare l’ultima delle sue figlie e si prepara a godersi il meritato riposo. Un giorno però, Sookie riceve una lettera dalla figlia dell’ex governante di sua madre, morta di recente, e viene a conoscenza di una verità inaspettata. Da quel momento inizia per lei un’avventura nel passato, nella California degli anni Quaranta, dove un’irrefrenabile donna di nome Fritzi aveva rilevato assieme alle sorelle la stazione di servizio del padre: una pompa di benzina gestita da sole ragazze, in pattini a rotelle. Un viaggio tra i decenni e le generazioni, dove la realtà si ridisegna pagina dopo pagina nelle forme più inaspettate, tra qualche lacrima e molti sorrisi.
Come vi ho preannunciato non conoscevo in alcun modo Fannie Flagg nonostante mi sia imbattuta spesso nel suo famosissimo romanzo "Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop", romanzo che, peraltro, è volato direttamente ai primi posti della mia WL, un po' come tutti gli altri, e che non vedo l'ora di leggere. Finalmente, grazie alla challenge delle LGS e a Laura La Libridinosa che ha scelto questo titolo bonus, ho potuto leggere la tanto osannata Fannie e trarre le mie conclusioni che sono le seguenti: IO AMO LA FLAGG! E ve lo scrivo a caratteri cubitali nel caso non sia del tutto chiaro.
Ma cosa mi ha spinto ad urlare al mondo intero questa mia ammirazione nei suoi confronti? Un po' di caratteristiche che pian piano vado ad elencarvi.
Innanzitutto la Flagg ha un suo personalissimo stile narrativo, molto particolare ed ammaliante direi. Uno stile semplice, essenziale ed efficace, grazie al quale riesce a costruire delle storie originali, per nulla scontate e con personaggi davvero speciali. Esatto, speciali è l'aggettivo che rende al meglio l'idea che mi sono fatta dei protagonisti di questo romanzo ma che credo sia un tratto caratteristico e distintivo proprio della sua penna, cosa di cui saprò darvi conferma quando avrò letto altri suoi libri.
È davvero difficile, anzi impossibile, non affezionarsi a queste figure, parteggiare per loro, accompagnarle passo dopo passo e arrivare anche ad odiarle, anche se il termine è un tantino esagerato. Diciamo che amerete alcuni personaggi e ne sopporterete meno altri.
Ecco questo è, a grandi linee, il motivo per cui la Flagg si è già conquistata un posto nel mio cuore: partire dalla semplicità, da avvenimenti comuni e mai banali per dare vita ad un grande ed appassionante romanzo.
Non mi capita spesso di non voler terminare un libro in lettura, sono solita divorarlo per raggiungere il tanto temuto epilogo e scoprire cosa ne è stato. Tuttavia, in questo caso specifico, ne ho centellinato la lettura, ho cercato di portarla per le lunghe quanto più possibile perché da quelle pagine io non volevo staccarmi, non volevo in nessun modo abbandonare Sookie, Lenore e le sorelle Jurdabralinski. Un romanzo tutto al femminile, un romanzo che parla dell'importanza delle donne, del loro coraggio e della loro forza d'animo, un romanzo che insegna che "...quando ami col cuore i legami di sangue non contano".
Lenore e Sookie, madre e figlia rispettivamente, sono le protagoniste del romanzo. Una strana accoppiata, c'è da ammetterlo, ma del tutto ben riuscita e soprattutto vincente. Due figure che non potevano essere più
diverse tra loro: Lenore rappresenta la donna perfetta, conosciuta da tutti in città, ammirata e rispettata, capace in tutto, influente e soprattutto interessata allo stile di vita dei suoi familiari,
"...la sposa di ogni matrimonio, la salma di ogni funerale...", una frase che rende l'idea del personaggio; Sookie, invece, è tutto l'opposto di sua madre, una donna che si ritiene un'inetta, incapace di primeggiare, come vorrebbe Lenore, che conduce una vita piuttosto, se non troppo, normale, ovviamente questo sempre a detta della genitrice. Una figlia che è stata cresciuta secondo gli ideali materni nel rispetto delle proprie origini, della propria appartenenza alla famiglia dei Simmons, un nome altisonante, un nome che incute timore in Sookie e reverenza in Lenore. Madre e figlia sono accomunate proprio da questa
ossessione per gli antenati che viene letta in chiave diversa a seconda del punto di vista: per Lenore questo forte attaccamento alle proprie radici è sintomo di un'inclinazione a vivere nel passato remoto; per Sookie, che teme di essere internata in manicomio come alcuni membri della famiglia, viene vissuta come una maledizione tanto da ritenersi lei stessa una bomba ad orologeria, ignara dei geni ereditati.
Potete ben capire come, partendo da questi presupposti, la notizia che di lì a breve investirà la cinquantanovenne Sookie, che scoprirà di essere già una sessantenne, sortirà un effetto devastante. Peraltro tale notizia, che rappresenterà il
cambiamento principale attorno al quale ruoterà tutta la narrazione, arriva in un momento in cui la povera protagonista, dopo aver sposato le proprie figlie, pensava di poter dedicare più tempo alla propria vita matrimoniale in tutta tranquillità.
La scoperta dell'adozione sarà davvero sconcertate per la povera Sookie che, non solo vedrà venir meno le proprie certezze, ma inizierà a nutrire dei forti dubbi su se stessa e sul rapporto con Lenore.
"Non sono io. Sono solo plasma che fluttua nello spazio... la donna invisibile. Perché non l'ho scoperto quando ero giovane ed ero ancora in tempo per cambiare? Ormai è troppo tardi. Sono già vecchia. Sono solo una comparsa sul palcoscenico della vita e lo resterò per sempre."
Con una scrittura simpatica, divertente e brillante, l'autrice riesce a trattare in maniera esemplare un tema già di per sé molto delicato e particolare, quale l'
adozione, quasi con leggerezza, prestando la giusta attenzione al fatto che l'interessata sia completamente ignara della cosa.
Durante tutta la narrazione si nota, di pari passo al cambiamento, una
crescita personale della protagonista per mano di tutte le scoperte e le informazioni che dovrà assimilare e metabolizzare, insieme al lettore, pagina dopo pagina. Si entra in empatia con il suo personaggio così frizzante, brioso e per niente comune, che passerà dall'incredulità iniziale alla rabbia nei confronti della sua madre adottiva; si porrà le tipiche domande, sarà assalita da una serie di dubbi giustificati fino ad arrivare all'accettazione, non prima di aver fantasticato su cosa sarebbe accaduto se tutto fosse rimasto come avrebbe dovuto essere, se fosse rimasta con la sua famiglia naturale.
L'elaborazione della sconvolgente notizia verrà vissuta da Sookie in prima persona nei capitoli a lei dedicati, ai quali si avvicendano capitoli in terza persona che, facendo un balzo nel passato, raccontano al lettore della sua famiglia d'origine: gli Jurdabralinski.
Devo ammettere che questi ultimi sono i capitoli che ho apprezzato ancora di più perché non solo sono ben strutturati e curati, ma ci permettono di focalizzare l'attenzione su uno
spaccato familiare, sul loro modo di vivere, sulla
forza delle donne e soprattutto su un argomento sconosciuto ai più e che vede come protagoniste le WASP, acronimo che sta per
Women Airforce Service Pilots e fa riferimento alle donne pilota che ebbero un ruolo fondamentale in America proprio durante gli anni della guerra. Delle donne il cui servizio fu considerato civile e non militare, come avveniva invece per gli uomini, e i cui fascicoli sono stati secretati per oltre 35 anni per cui il loro contributo allo sforzo bellico è sempre stato poco noto.
Un romanzo dalla
trama originale, divertente ed intrigante, dove nessun elemento è lasciato al caso ma occupa un posto ben preciso all'interno del quadro generale. Una lettura che insegna e nella quale si intravede una morale di fondo che vale per la protagonista ma anche per tutti noi:
"...il successo di una persona non si misura dai traguardi raggiunti bensì dagli ostacoli superati."
A questo punto credo sia chiaro, non posso che consigliarvene la lettura!