Buona domenica miei cari lettori! Oggi vi accolgo nel mio angolino con un post molto particolare nel quale cerco di riassumervi la mia esperienza a Tempo di Libri. È ormai passata una settimana dalla mia scampagnata milanese e devo confessarvi che ho fissato più e più volte questa pagina bianca, quasi fossi uno scrittore che non riesce a procedere con il suo narrato. Bene, il motivo di base di questa incertezza è che non so come si possano imprimere su carta, e spiegare, le emozioni, gli sguardi, i sorrisi, i gesti. Perché per me Milano è stato tutto questo e molto di più. Quasi quasi trovo più facile parlarvi dei libri che leggo, il che, probabilmente, è un paradosso!
So che molti gradirebbero un confronto tra Torino e Milano (che detta così sembra quasi una disputa calcistica) ma io non sono in grado di farlo perché quella di quest'anno è stata la mia primissima esperienza ad una fiera del libro. Dalle mie parti, infatti, eventi culturali di questo tipo sarebbero da ricercare col lanternino (ma questa è un'altra storia ed è meglio soprassedere!). Però, se trasformaste la domanda in 'Cosa te ne è parso di Tempo di Libri, essendo proprio la tua prima esperienza e non avendo quindi parametri di confronto?', vi risponderei che, in tutta sincerità, mi aspettavo qualcosa di molto, sottolineo il molto, più grande. Forse la mia fervida immaginazione era andata oltre rispetto a quanto ho potuto effettivamente constatare, ma mi aspettavo un universo. Nonostante ciò, però, mi sono divertita moltissimo.
Le #bancarellablogger con Amanda e Alice Basso |
Inoltre, una volta pubblicato il benedetto programma, ci è voluta una laurea per cercare di districarsi tra i vari appuntamenti, salvo scoprire che molti incontri con gli autori (e con molti intendo più di due!) si accavallavano ad una stessa ora. Ecco non siamo ancora capaci di teletrasporto o bilocazione e a qualcosa abbiamo dovuto rinunciare, ahinoi!
Per non parlare della questione mappe. Ecco, se non avessi segnato per bene, a casuccia, tutti gli stand di mio interesse, a quest'ora staremmo ancora svolgendo la nostra caccia al tesoro tra i padiglioni 2 e 4.
Ora, chiusa la parentesi 'aspetti negativi e come migliorarli!' (sembra quasi un manuale di self help!), è tempo di raccontarvi quello che per me è stato il cuore pulsante di questa fiera, ovvero gli incontri in carne ed ossa (più carne direbbe la Failla!) con autori e colleghe che, da questo momento in poi, preferirei chiamare, a tutti gli effetti, amiche (alla faccia di chi ci gufa dietro!).
Con Rosa Teruzzi |
Ancora, la gentilissima Virginia Bramati, che di secondo nome fa Anna come me, e che si è prodigata nel firmare le copie del suo ultimo romanzo che conto di leggere nelle prossime settimane.
Sara Rattaro, bella, macché, bellissima, che si è raccontata a noi parlandoci del suo ultimo lavoro e di quell'amore racchiuso nel titolo, così forte e così potente. Lei che ha dovuto, carinamente, sottostare all'esperimento culturale di dover effettuare una trasposizione cinematografica del proprio romanzo, in cui Margherita Buy avrebbe potuto interpretare sia ruoli maschili che femminili. Gioco che ha visto coinvolto anche Lorenzo Marone che, invece, è riuscito a svicolarne elegantemente, per poi incappare nella trasformazione, magica ed improvvisa, di uno dei suoi personaggi in prete (suvvia, confondere il Don, titolo signorile, in Don ecclesiastico è una frazione di secondo!).
Abbiamo anche avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Alice Basso che si è sincerata riguardo la mia vista (detta così non ha molto senso ma c'è un trascorso davvero divertente dietro le sue parole), con Francesca Rodella, ormai ribattezzata Santa e Benedetta e per la quale le Laure hanno in cantiere la costruzione di una statua in piazza Duomo. C'è stata poi la riunione di una parte delle #bancarellablogger con il grande capo Amanda, dalla chioma rossa ed impeccabilmente vestita, alla quale ho potuto, finalmente, stringere la mano. Insieme a lei ho conosciuto anche Deborah del blog Scheggia tra le pagine che non a caso ha scelto questo nome essendo una scheggia anche di fatto.
Tempo di Libri è stata un'esperienza straordinaria e coinvolgente che mi ha fatta sentire a casa, soprattutto per la presenza di alcune persone a cui finalmente ho potuto dare una voce. Sapete, virtualmente potete farvi un'idea ben precisa di una persona, magari soffermandovi sull'aspetto fisico, sul volto, sul modo di scrivere. Ma quello che mi affascina in maniera smisurata è il timbro vocale e come questo vada a plasmare un determinato soggetto. Sì ho la fissa delle voci, ma anche dei sorrisi, degli sguardi, dei gesti, tutte cose che attraverso le semplici foto non potete vedere perché dietro i movimenti e i comportamenti di una persona c'è un mondo. E allora è successo proprio questo: il mio mondo e quello di queste persone, i nostri mondi, si sono incontrati e si sono riconosciuti. Per questo motivo voglio ringraziare Laura La Libridinosa, che mi sembra di conoscere da sempre, Laura de La biblioteca di Eliza, che è sempre gentile e disponibile, la Ropolo, che non solo ha perso il nome ma è un vulcano di simpatia, Lea e Stefania, che sono proprio come le avevo immaginate, Dolci, che ha un nome bellissimo, Mariarosaria, che sprizza gioia da tutti i pori, Stefania Crepaldi, che è dolcissima ed in gambissima e ha un fidanzato fighissimo e pugliese come me. Tutte voi siete il mio incontro più bello!
Infine il mio grazie più grande va ai miei compagni di viaggio: Antonio che era il tuttofare nonché portatore dei millemila libri che ho acquistato (questi magari ve li illustro tra qualche giorno nel Monthly Recap altrimenti non finiamo più!), Maria e Marianna che, nonostante tutto, ci sono sempre e comunque...
Bene, siamo giunti alle battute finali ed è tempo di bilanci. Cosa mi porto dietro oltre ai libri? I sorrisi, gli abbracci, gli sguardi, la gioia e le emozioni, quelle belle, quelle vere, quelle intense, che ti fanno scoppiare il cuore e riempiono ancora di più il mio personalissimo bagaglio culturale e affettivo. A questi, ovviamente, va aggiunta tutta una serie di dolori, ma quella, mi dicono, è la vecchiaia!
Con Sara Rattaro |
La Squadra!!! |
Bene, siamo giunti alle battute finali ed è tempo di bilanci. Cosa mi porto dietro oltre ai libri? I sorrisi, gli abbracci, gli sguardi, la gioia e le emozioni, quelle belle, quelle vere, quelle intense, che ti fanno scoppiare il cuore e riempiono ancora di più il mio personalissimo bagaglio culturale e affettivo. A questi, ovviamente, va aggiunta tutta una serie di dolori, ma quella, mi dicono, è la vecchiaia!