Un'altra settimana ha inizio ed io vi accolgo, con molto piacere, nel mio angolino virtuale con una nuova recensione. Quest'oggi vi parlo di un romanzo che ho divorato nel giro di due giorni e che nel mio profilo Goodreads si è aggiudicato il numero massimo di stelline.
Si tratta di un libro esilarante, divertente, spassoso, comico, insomma tutti sinonimi che stanno ad indicare quanto mi sia divertita a leggere "I garbati maneggi delle signorine Devoto, ovvero, un intrigo a Sestri Ponente" di Renzo Bistolfi. Mettetevi comodi perché sarà un piacevolissimo tornare indietro nel tempo!
I garbati maneggi delle signorine Devoto
Renzo Bistolfi
Editore: TEA - Genere: Gialli
Pagine: 231 - Prezzo: 14,00 € - eBook: 6,99€
Sestri Ponente, anni Cinquanta. Nel tranquillo quartiere dove vivono le tre anziane sorelle Devoto si verifica un certo numero di fatti straordinari: un'amica delle Devoto, di carattere piuttosto diffidente, al punto che non si è mai allontanata da casa, se ne va in villeggiatura con alcuni sconosciuti e di lei si perdono le tracce; le stesse signorine Devoto subiscono un furto con scasso e, infine, una loro vicina di casa si suicida. Come se non bastasse, gli immobili degli anziani del quartiere attirano l'attenzione di una nuova società immobiliare che avanza strane proposte di acquisto. Insomma, le signorine Devoto si trovano loro malgrado al centro di una serie di fatti nuovi, inconsueti e traumatici, che delineano un vero mistero. E mentre si vara la Leonardo Da Vinci, le tre sorelle si mettono sorprendentemente in movimento, e con la loro logica e i loro mezzi, districano la matassa e danno una spiegazione a ogni cosa.
Credo che tutti i lettori abbiano dei preconcetti a volte anche senza fondamento. Ebbene, uno dei miei è il seguente: non sono facilmente predisposta a leggere romanzi che abbiano dei protagonisti più maturi, diciamo dai 60 anni in su, sopratutto se sono coinvolti in storie d'amore. Non so spiegarvi il motivo, ma è così!
Sicuramente vi starete chiedendo perché io abbia letto questo romanzo che pure ha per protagoniste delle simpatiche ed arzille vecchine. Prima di tutto perché non si tratta di una storia d'amore e, secondo, perché ho percepito il richiamo di queste signorine al punto tale da volergli concedere una possibilità. Dopo aver riposto il romanzo sullo scaffale un senso di soddisfazione e contentezza mi ha pervasa, soprattutto perché non sono stata sorda a questa chiamata. Allora il mio intento è proprio questo, riuscire a parlarvi delle Devoto come meriterebbero, affinché anche voi ne sentiate il richiamo.
"Un piccolo corteo si avvicinava. Le prime erano le sorelle Devoto che avanzavano nel consueto ordine: Santa davanti, impettita, a fendere l'aria come una polena, e dietro Mariannin, che trottava a piccoli passi rapidi, tenendo per mano Siria, la cieca. Nel quartiere erano considerate un'autorità perché appartenevano a una famiglia antica e per bene. Le tre donne, nubili e riservate, si somigliavano, ma nel contempo erano anche molto diverse fra loro: con le camicette inamidate, i tailleur fuori moda e i cappellini ornati di frutta, piume e uccellini di gesso dipinto, sembravano uscite da una fotografia dell'Ottocento."
1958. Sestri Ponente. Via Privata Vassallo. In un palazzo storico, ed in quello che è anche l'appartamento più grande, abitano le sorelle Devoto. Tre signorine per bene, dall'aspetto antiquato e riservate nei modi, considerate una vera e propria autorità da vicini e conoscenti. "Tutte le salutavano con rispetto e, quando nel quartiere c'era da ottenere un'informazione delicata o delle referenze, le sorelle Devoto erano le prime ad essere interpellate."
Proprio questo loro aspetto antiquato ed austero ne accresceva la considerazione da parte degli abitanti del quartiere. Caratterialmente e fisicamente molto diverse, ognuna di loro presenta degli aspetti peculiari che rimarcano questa sostanziale differenza: la sessantasettenne
Santa è la più giovane ed impulsiva delle sorelle, colei che sogna di avere un fidanzato (che ovviamente non esiste!) del quale aspetta il ritorno dalle Americhe per convolare a nozze;
Mariannin, la mezzana, è un'ottantenne pignola e meticolosa ma che da qualche tempo soffre di problemi di memoria, dimenticanze passeggere che la portano a compiere azioni del tutto inspiegabili; infine, l'ottantacinquenne
Siria, la sorella maggiore, apparentemente introversa e taciturna, è la più autoritaria, quella che ci vede meglio nonostante sia cieca sin da bambina, lei rappresenta il buonsenso e la razionalità, la parte pensante di questa famigliola fuori dall'ordinario.
Nonostante si tratti di tre personalità incredibilmente diverse, le sorelle Devoto hanno sempre vissuto in una simbiosi tale da farle apparire un essere unico ed indifferenziato. Le loro convinzioni riguardo il genere umano si possono riassumere in un'unica massima secondo la quale gli uomini si dividono in due categorie:
"...quella buona, che era rispettabile, cristiana e all'antica e quella poco raccomandabile, che comprendeva tutto il resto".
Una vita regolata da rituali quotidiani che scandiscono il loro tempo:
"la sveglia alle sei, la messa alle otto, poi il ricamo e qualche lettura fino a mezzodì, quando consumavano un pasto frugale, [...] alle diciassette e trenta tornavano in chiesa per il vespro e alle diciannove la cena, più frugale del pranzo; alle ventuno, una volta sprangate porte e finestre e recitato l'ultimo rosario, le tre vecchiette e la fedele domestica si abbandonavano all'abbraccio di Morfeo".
A tutto ciò si aggiungono le visite pomeridiane, rigorosamente dopo le quindici, durante le quali discutere con le proprie amiche di particolari avvenimenti del quartiere e non.
La calma e la tranquillità che regnano sovrane a Sestri Ponente verranno ben presto
minacciate da una serie di inspiegabili avvenimenti: qualcuno ha messo gli occhi sulle belle proprietà di Via Privata Vassallo, l'amica Isolina Verardo scompare senza lasciare tracce di lei, le Devoto subiscono un furto in casa e una vicina si suicida.
Da questo momento in poi le tre sorelle si sentiranno chiamate in causa e organizzando una vera e propria squadra di detective, aiutate da amici e conoscenti, inizieranno ad indagare in maniera garbata ed elegante, come solo loro sono in grado di fare, mettendo in luce quella zona d'ombra che fino alle battute finali resterà oscura anche agli occhi del lettore.
"Cavaliere, disperarsi non riporta in vita i morti. Cerchiamo piuttosto di fare in modo che non accadano altre disgrazie. Oggigiorno sono molti quelli che in nome del denaro fanno tacere la coscienza. L'ambizione e l'ingordigia sono cattive consigliere, e a volte bisognerebbe prendersi più tempo per ascoltare il cuore."
Come vi ho accennato nel breve preambolo iniziale, con questo romanzo è davvero facile
tornare indietro nel tempo, tanto che ho deciso di ribattezzarlo
'il romanzo dei ricordi'. In particolare, questa lettura, mi ha fatto a lungo pensare alla mia bisnonna risvegliando quelle sensazioni, quei profumi così familiari che credevo di avere dimenticato da tempo, e che invece erano solo nascosti sotto la superficie. Allora l'odore pungente della naftalina si è fatto strada fino a raggiungere il mio naso, così come i ricordi di una casa perfetta e candida, dove ogni cosa occupa uno spazio ben preciso ed il semplice spostarla potrebbe dare il via ad una vera e propria guerra mondiale, o ancora l'arco della giornata scandito da momenti prestabiliti che si ripetono quotidianamente, gli incontri con le vicine di casa per recitare il rosario e da ultimo spettegolare, quell'odore buono, di anziano, di casa, di famiglia.
Uno
stile fluido e scorrevole vi farà entrare nel mondo delle protagoniste sin dalle prime pagine, suscitando quell'empatia che vi farà parteggiare per loro. I
personaggi così straordinari e ben caratterizzati, le
descrizioni puntuali e precise da far rivivere le vicende narrate come se fossimo al loro fianco, seduti in quel salottino a conversare sul da farsi, mi hanno fatta letteralmente innamorare delle signorine Devoto; anche loro sono dei personaggi che difficilmente dimenticherò perché mi hanno strappato molte riflessioni e più di un sorriso. Tra le tre, però, mi sento molto più vicina a Siria, la più acuta, la più riflessiva, colei che ha imparato a vedere, ad osservare, senza l'ausilio della vista, colei che è in grado di leggerti dentro. La sorella maggiore, nonché punto di riferimento delle altre due. Forse, proprio perché la più grande, rappresenta la figura materna per Santa e Mariannin e l'autore pone particolare attenzione a questo legame che viene sempre descritto teneramente.
Mi è molto piaciuto quell'aspetto che le rende umane e reali ed emerge in maniera efficace nel momento in cui sarà necessario agire perché loro rimorsi non ne vogliono in quanto fanno perdere il sonno.
Nonostante mi sia accompagnata alle Devoto con pasti frugali, in ottemperanza al motto
"Mangiate poco e starete bene, mangiate meno e starete anche meglio", c'è stato un personaggio che non sono proprio riuscita a digerire: il Cavaliere Damonte, colui che cercherà in tutti i modi di circuire i poveri vecchietti indifesi e senza parenti, per portarli alla vendita del proprio immobile.
Un personaggio odioso che forse allo scrittore non stava poi tanto antipatico perché, a poche pagine dal finale, cercherà di riscattarlo in qualche maniera.
In definitiva si tratta di un giallo che non può mancare nelle librerie degli amanti del genere, ma allo stesso tempo rappresenta
uno spaccato degli anni cinquanta che ci permette di entrare in
connessione con i nostri antenati. E allora io me le immagino Santa, Siria e Mariannin mentre si incamminano verso la cucina perché, per loro, è ora di sedersi a tavola, ma, per voi, è giunto il momento di andare a conoscerle!