Un titolo altamente evocativo, che in un certo senso si prefigge l'obiettivo di anticipare al lettore cosa dovrebbe aspettarsi da una lettura del genere, Insegnami la tempesta è un romanzo introspettivo ed intimistico che scandaglia tutta una serie di tematiche tra le quali spicca, in primis, quella della genitorialità, nello specifico il burrascoso rapporto madre-figlia, seguita da altre, sempre importanti, quali la maternità e il valore dell'amicizia.
È certo che la Canepa sondi un territorio ampiamente esplorato in ambito letterario ma, nonostante questo, riesce a farlo senza risultare mai stucchevole, tediosa o ripetitiva.
Per di più, è anche un romanzo tutto al femminile dove a fronteggiarsi sono appunto tre donne: Emma, la madre, Matilde, la figlia, e Irene, una suora nonché amica d'infanzia della genitrice.
A mio avviso, il punto di forza di Insegnami la tempesta, risiede nella ricostruzione ed analisi di un rapporto, quello tra Emma e Matilde, sul quale la scrittrice riversa la propria attenzione e la cura del particolare, presentandoci due personaggi autentici ed in conflitto tra loro.
Ci offre uno spaccato di una relazione fatta di chiaroscuri, di alti e bassi, di detto e taciuto invitando il lettore ad avanzare, in questo territorio irto, in sordina, ad osservare il tutto in controluce e in religioso silenzio almeno fino a quando non imparerà a conoscere le diverse psicologie che connotano le protagoniste.
È davvero scarno il lessico familiare che intercorre tra madre e figlia, una figlia che, agli occhi della genitrice, è sempre sfuggente, ancorata a quel desiderio di ignorare la madre e facendo sentire quest'ultima superflua nel suo ruolo, sotto la costante minaccia dello sguardo indagatore della figlia.
Da sempre autonoma e solitaria, per Matilde l'isolamento è l'unica dimensione che riesce ad occupare con slancio. Puntuale, precisa e studentessa capace, Matilde non ha nulla dell'adolescente irrequieta, eppure è insita in lei quella sensazione disturbante di non aver alcun bisogno della genitrice. Matilde dice pochissimo di sé, l'indispensabile, con quell'aria introversa mista a sarcasmo e il desiderio di diventare grandi altrove.