Affascinata dalle famiglie reali, in generale, e cresciuta con il mito della Principessa Elisabetta di Baviera, conosciuta ai più con il diminutivo di Sissi, e di Anastasia Romanov, a cui si aggiunge una nonna che ama collezionare ritagli di giornale che ritraggono le royal bride nel giorno più importante della loro vita (perché, a suo dire, potrei forse prendere spunto un giorno, chissà!), ho deciso di dare fiducia ad una email ricevuta, non proprio per caso, questa estate.
Io, che di solito, sono molto diffidente verso le varie proposte che giungono nella mia casella di posta, appartenendo spesso a generi letterari che non sono propriamente di mio gradimento, sono rimasta affascinata dal mondo che gravita attorno alla figura di Marina Minelli e, soprattutto, dal suo immane bagaglio di conoscenze. Ma andiamo con ordine...
Laureata in Storia Moderna a Bologna e, per una serie di anni, giornalista di diverse testate, Marina Minelli può essere considerata una vera e propria esperta di famiglie reali europee tanto che, nel 2009, ha deciso di creare un suo blog, altezzareale.com, che è il primo e unico sito italiano dedicato ai reali di ieri e di oggi e che è davvero ricco in quanto a materiale, sia scritto che fotografico.
Questa passione è sfociata anche nella pubblicazione di diversi libri, tra cui l'ultimissimo di cui sto per parlarvi.
Royal Wedding non è un romanzo e nemmeno un saggio, piuttosto lo si può definire un testo divulgativo incentrato sui matrimoni dei sovrani inglesi negli ultimi due secoli. A partire dalla regina Vittoria fino ad arrivare al principe Harry, il lettore sarà chiamato a partecipare a ben quattordici matrimoni, fra riti immutabili e grandi innovazioni.
Oggi come oggi, nell'era dei social, la spettacolarizzazione di un evento del genere rappresenta la normalità. I matrimoni reali hanno riscosso una risonanza mediatica tale da raggiungere milioni di spettatori in tutto il mondo e farli sentire partecipi di un giorno tanto importante come se fossero al fianco degli invitati, durante la cerimonia, o degli stessi sposi, durante i preparativi.
Le origini di questa spettacolarizzazione, in verità, risalgono al febbraio del 1840 quando la regina Vittoria, prossima alle nozze con il suo Alberto, intuisce le potenzialità di quella che, almeno fino a quel momento, era stata considerata sempre e solo una celebrazione intima e privata, decidendo di trasformarla in un evento strategico sia per la monarchia che per il regno. Un grande momento celebrativo e di promozione il cui scopo è quello di distrarre i sudditi dagli eventi dell'epoca.
È alla regina Vittoria che si deve l'introduzione dell'abito bianco riccamente decorato con pizzi e merletti di produzione inglese; è sempre a lei che si devono le cronache dettagliate di un evento tanto importante, a cui far seguire i ritratti dei giovani sposi che vengono diffusi con ogni mezzo disponibile per l'epoca.
Da quel momento in poi i matrimoni reali diventano il mezzo attraverso cui non solo rinsaldare il popolo alla monarchia ma anche far girare l'economia, il turismo e il commercio di una nazione che risente profondamente dell'influenza di tali eventi che, nel corso degli anni, si arricchiscono sempre di nuovi dettagli dalle fotografie alla radiocronaca, fino alle più recenti trasmissioni in mondovisione.