Ed anche questo anno volge al termine e, come per lo scorso, è tempo di tirare le somme e fare bilanci. Il 2017, in ottemperanza a quelle ultime due cifre che lo caratterizzano e lo rendono unico almeno per il prossimo secolo, un po' di sfortuna se l'è portata dietro.
Iniziato nel migliore dei modi, si è poi perso per strada come un po' mi aspettavo. Non sono una fan dei pronostici, men che meno degli oroscopi, indi per cui non ci avevo tanto creduto.
Eppure questo 2017 è stato l'anno delle rivelazioni. Nella sua bruttezza è stato portatore di piccole verità a cui avrei dovuto essere abituata (dopo anni di esperienza il callo ancora non l'ho fatto, a quanto pare!). Forse lo considero negativamente proprio per questo, perché mi ha aperto gli occhi ancora una volta, insegnandomi che le favole con il lieto fine non esistono e che bisogna sempre andarci con i piedi di piombo.
Non sono una che ama parlare e sbandierare ai quattro venti quello che pensa, non ho manie di protagonismo, piuttosto sono una che incassa e in punta di piedi lascia la scena. Ed è un po' quello che è successo nei mesi passati. Ovviamente se ve ne parlo è perché quanto accaduto non riguarda tanto il mio vissuto personale (altrimenti non sarei qui a fare questo lungo discorso) quanto proprio la blogosfera.
Ci ho messo qualche mese a metabolizzare il tutto ed oggi sono consapevole del fatto che forse questo 2017 io dovrei ringraziarlo perché, ancora una volta, mi ha permesso di crescere. Le sue delusioni, i sogni spezzati, le scelte inaspettate, le machere cadute e i rapporti interrottisi sono tanti altri tasselli che, non solo mi hanno aperto gli occhi, ma messi insieme vanno a formare quella che sono, nel bene e nel male.
Un anno di crescita, quindi, non solo anagrafica ma anche caratteriale. Un anno disastroso in termini di amicizie ma non di letture. Come vi avevo preannunciato, infatti, il 2017 sarebbe un po' stato l'anno delle sperimentazioni di genere, un uscire, ogni tanto, dalla comfort zone per provare letture non proprio vicine al mio io lettrice. Cosa è successo? Ebbene, ho scoperto che ci sono generi che fino a questo momento avevo bellamente snobbato perché non abbastanza nelle mie corde salvo poi scoprire che, ad esempio, una vena fantasy scorre in me. Sì, diciamo che la scoperta più eclatante è stata proprio la mia passione verso il genere fantasy. Ma il 2017 è stato anche un anno di conoscenza di nuovi autori, di incontri letterari, di trasferte, di sorrisi, di mani che si stringono, di abbracci, di sguardi che, in fondo, potrebbe essere bello non dimenticare.
Ed ora ecco la parte che un po' tutti aspettavate, quella in cui fare un
bilancio delle letture. Il 2017 è stato un anno molto ricco di pagine
inchiostrate, di emozioni forti e coinvolgenti. Avevo fissato una meta
di 100 libri su Goodreads, come già era avvenuto lo scorso anno, ne ho letti solo 74, battendo così il record passato, e mi accingo a riprovarci, fiduciosa che quest'anno sia quello giusto per sfidare me stessa in termini di quantità ma, soprattutto, di qualità.
Come già avveniva lo scorso dicembre, arrivati a questo punto, è più che difficile stilare un elenco di letture che possano essere definite le "migliori". Per quanto uno ci provi, qualcuna resta sempre fuori. Allora ho deciso di proporre una piccola selezione di
letture del cuore, quelle che avranno sempre un posto speciale nella mia
biblioteca; accanto ad ognuna troverete un piccolo stralcio della mia
recensione:
"Questo romanzo è una vera e propria presa di coscienza. Tra le pagine prendono piede diverse storie, ognuna dotata di una propria autonomia ma ben legate al contesto generale attraverso una fitta trama intessuta con maestria ed eleganza, alla francese, e mai stucchevole. Questo è anche il romanzo della consapevolezza attraverso il quale il lettore in primis sarà chiamato a rapportarsi al mondo dell'anzianità con occhi diversi, andando al di là della semplice idea seconda la quale l'anziano rappresenta, agli occhi di chi osserva, l'intero ciclo della vita. Comprenderà come dietro quei volti, quei capelli grigi ci siano delle persone che sono state giovani, hanno fatto dei progetti, hanno amato, fatto delle scelte, costruito una vita intera."
"Con uno stile semplice ed ammaliante, arricchito dalle sonorità del dialetto napoletano che rendono la lettura quasi musicale, Lorenzo ci insegna che, il più delle volte, anche noi annodiamo la nostra vita a formare un gomitolo la cui struttura è completamente diversa da quella che ci aspettavamo. E per fare ciò si serve di personaggi che bucano la pagina, un coro di voci che ti si insinuano nelle orecchie e che, quando tutto è compiuto, li immagini ancora lì, pronti a restare. Loro ce l'hanno fatta a sbrogliare la matassa.