mercoledì 20 settembre 2017

Recensione 'Il rumore della pioggia' di Gigi Paoli






Il rumore della pioggia
Gigi Paoli


Editore: Giunti - Genere: Giallo/Thriller
Pagine:285 -Prezzo: 15,00 € - eBook: 6,99€


Sono ormai alcuni giorni che Firenze è sferzata da una pioggia battente e, come se non bastasse, la visita del presidente israeliano ha completamente paralizzato la città. Carlo Alberto Marchi è intrappolato nella sua auto che da casa lo porta al Palazzo di Giustizia, quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all'alba, in un antico palazzo di via Maggio, la prestigiosa strada degli antiquari, viene trovato morto con ventitré coltellate l'anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l'Economato. Marchi si mette come un mastino alle calcagna dei magistrati nella speranza di tirar fuori uno scoop e chiudere finalmente la bocca al direttore del Nuovo Giornale. Sempre correndo come un pazzo, intendiamoci, perché a casa c'è Donata, la figlia di dieci anni che inizia a lanciare i primi segnali di un'adolescenza decisamente in anticipo. Ma stavolta conciliare il ruolo di padre single con quello di reporter d'assalto sembra davvero un'impresa disperata: sì, perché c'è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti. Su tutte, l'ombra della massoneria, che in città è prospera e granitica da secoli. E l'inchiesta corre veloce in una Firenze improvvisamente gotica e oscura.




La pioggia che bagna, che lava ogni cosa, ogni macchia, ogni colpa, che fa da sottofondo, quasi musicale, all'intera vicenda, creando la scenografia perfetta per quelli che sono i fatti narrati, è uno degli elementi caratteristici, nonché portanti, di questo bellissimo noir che mi ha conquistata sin dalle prime battute. Noir che si riflette anche nelle atmosfere un po' gotiche, nelle tinte fosche del cielo cupo e ombroso di novembre, nell'aria grigia dei palazzi, nello sfumato orizzonte visivo del colore dell'acciaio, nell'efferatezza dell'omicidio. Ventitrè coltellate squarciano il corpo della vittima, un anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze, e l'assassino sembra avere le sembianze di un fantasma. Un caso complicato ed intricato, un caso che vede presente e passato intrecciarsi tra loro perché è proprio lì che affondano le radici di quella che è, a tutti gli effetti, una storia di vendetta, una storia che seguiremo al fianco delle forze dell'ordine e dei magistrati, ma soprattutto accanto al personaggio principale, Carlo Alberto Marchi, giornalista del Nuovo Giornale, esperto in cronaca giudiziaria.

"Può capitare a volte che nel mare di carte si trovi quell'appiglio necessario a riemergere, respirare e faticosamente tornare sulla terraferma. Non è sempre così. Perché spesso, in un mare di carte, si può anche affogare."

Come ormai saprete sono un'amante di questo genere di romanzi ed ho sempre il terrore di imbattermi in qualcosa di trito e ritrito. Partita con i piedi di piombo sono rimasta piacevolmente colpita ed entusiasta dinanzi ad una lettura che si è rivelata magnetica e realistica sotto molti aspetti.

Elemento innovativo, è l'affiancamento tra forze dell'ordine e giornalismo. Nella stragrande maggioranza dei romanzi a cui siamo abituati l'indagine viene condotta da commissari, poliziotti, carabinieri e quant'altro, mentre in questo caso specifico fa capolino una nuova figura che ci permetterà di osservare il tutto da una prospettiva diversa e di aprire gli occhi su un mondo sconosciuto ai più. Carlo Alberto Marchi è un giornalista, un padre single alle prese con una ragazzina prossima all'adolescenza e un uomo che tiene le donne a distanza perché lui con la parola "coppia" ha chiuso. È uno di quei personaggi che, quasi in sordina, è in grado di conquistarsi la fiducia non solo di chi gli sta affianco nella storia stessa, ma soprattutto del lettore che, assumendo le sembianze della cosiddetta spalla, lo accompagna nel corso delle ricerche. Imperfetto, ironico e sempre sul pezzo, Carlo vive di storie e per le storie, quelle che gli raccontano e di cui scrive, ed è proprio per questo che non ci troviamo di fronte ad un vero e proprio eroe, non sarà lui il risolutore del caso ma, inconsapevolmente, sarà l'autore di quella brusca sterzata, del famoso cambio di rotta, in un'indagine che sembrerebbe già risolta.

Un punto di forza riguarda il tipo di narrazione. Siamo di fronte ad un romanzo corale in cui i diversi punti di vista contribuiscono da una parte a rendere il racconto dinamico, mantenendo viva l'attenzione di chi legge, dall'altra ad avere una visione d'insieme ben definita andando a comporre, con i singoli tasselli, un mosaico più grande e molto più complesso che lentamente si dipana sotto gli occhi attenti del lettore. A ciò contribuisce anche la scelta di permanere in un determinato luogo, in una scena, cambiando semplicemente la voce narrante e garantendo, in questo modo, una continuità. Per spiegarmi meglio: ci si sente un po' come il famoso moscerino nella stanza, sempre presente e sempre informato sui fatti.

Con un ritmo serrato, incalzante, soprattutto nella parte iniziale, quando tutto deve ancora accadere, e con una scrittura pulita, lineare, arricchita da terminologie specifiche che non appesantiscono in alcun modo la lettura, l'autore costruisce, strutturalmente parlando, un romanzo molto intelligente che racconta in maniera concreta la realtà dei fatti, tralasciando il surreale. Servendosi di riferimenti storici e geografici ci invita a compiere un vero e proprio viaggio tra i vicoli oscuri, tra i segreti più reconditi di Firenze, città che è sì sullo sfondo ma che allo stesso tempo è parte integrante del narrato, aspetto che si avverte e che fa la differenza. 
Per non parlare dell'indagine che, non solo non lascia intendere nulla anzitempo, ma condurrà ad una risoluzione inaspettata e ad un assassino insospettabile. 

Gigi Paoli è uno scrittore che sul pezzo ci sa stare in maniera eccellente e non posso negarvi che nel romanzo si intraveda l'impronta prettamente giornalistica, cosa che ho molto apprezzato e che, a mio avviso, fornisce quel quid che fa la differenza e che mi fa dire, senza ombra di dubbio, che ci troviamo di fronte ad un esordio con i fiocchi e ad uno di quei narratori da tenere d'occhio. Se ancora non vi siete avvicinati al suo mondo credo che dovreste farlo al più presto. Io fortunatamente ho già un nuovo romanzo, nato dalla sua penna, in cui rifugiarmi per sentirmi in un porto sicuro ed accogliente.





7 commenti

  1. ecco lo sapevo che la tua recensione sarebbe stata perfetta! :D
    come ho già scritto altrove amo Carlo Alberto e amo il modo di scrivere di Gigi Paoli! adesso aspetto che tu legga il prossimo.

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  2. Una delle mie prossime letture! Ne parlano tutti un gran bene e non vedo l’ora di conoscere Carlo Alberto

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  3. Ho letto questo libro poco tempo fa e mi è piaciuto davvero tanto. Invece ho terminato proprio ieri il seguito, "Il respiro delle anime" e te lo consiglio vivamente, ancora più bello!

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