mercoledì 13 marzo 2019

Recensione 'Le parole di Sara' di Maurizio De Giovanni


LE PAROLE DI SARA di Maurizio De Giovanni │ Editore: Rizzoli │ Pagine: 350 │ Prezzo: 19,00€


A distanza di un anno, all'incirca, Maurizio De Giovanni torna in libreria con il secondo volume della serie avente come protagonista Sara Morozzi, conosciuta nell'ambiente dell'investigazione con lo pseudonimo di Mora.
Come forse ricorderete ve ne ho parlato abbondantemente nella recensione di Sara al tramonto con cui venivano inaugurati i natali di una figura tanto complessa, quanto impareggiabile, come quella di Sara. 

La prima differenza sostanziale tra i due volumi, che salta subito all'occhio del lettore, riguarda proprio la protagonista. Se il primo romanzo era improntato su una chiave di lettura tale da porre i giusti accenti sul background della figura di Sara, in quella che poteva essere considerata una sorta di presentazione del suo personaggio, ne Le parole di Sara, il lettore ha già ereditato tutti i tasselli necessari per andare a comporre quel mosaico che gli permetterà di approcciarsi nuovamente alla protagonista senza tralasciare nessun dettaglio del suo passato e del suo presente. Complice anche il racconto intitolato Sara che aspetta, che troverete nelle ultime cinquanta pagine di questo volume e che vi permetterà di focalizzare l'attenzione su un episodio del passato di Sara a cui, fino a questo momento, si è solo fatto cenno.

Ad ogni modo, a distanza di sei mesi dai fatti narrati in precedenza, torniamo nei pressi di quella stessa panchina che, tante volte, aveva visto Sara accomodata e in attesa con, tuttavia, una variante prospettica: questa volta è il lettore a sedercisi, silente spettatore, pronto ad osservare le scene che, capitolo dopo capitolo, andranno a costituire gli elementi essenziali per la storia imbastita dall'autore.

Anche in questa occasione Sara, che, ricorderete, ha avuto un passato nell'unità speciale deputata alle intercettazioni non autorizzate, unità che ha abbandonato in seguito alla malattia del suo compagno, viene contattata dalla ex collega, Teresa Pandolfi, per investigare, a titolo di favore, sulla scomparsa del giovane Sergio Minucci. 
Sergio è un ricercatore universitario, nonché stagista presso l'unità diretta dalla stessa Teresa e suo amante. L'amore, quel sentimento a cui Bionda, pseudonimo della Pandolfi, ha rinunciato per circa trent'anni, pur di non privarsi di nulla, e le cui conseguenze, nel presente, vanno a riflettersi nel suo sguardo e nei suoi gesti. Un cambiamento repentino, nella sua persona, che non sfuggirà a Sara che, in nome della vecchia amicizia che le lega, scenderà nuovamente in campo affiancata dall'ispettore Davide Pardo e da Viola, la ragazza che le ha regalato una nuova speranza, rendendola nonna. Il cammino si rivelerà difficile da affrontare anche a causa del coinvolgimento di alte sfere politiche e militari, il cui unico scopo è l'insabbiamento dell'intera questione.

Maurizio De Giovanni confeziona, ancora una volta, un giallo dai molteplici risvolti in cui giocano un ruolo molto interessante una serie di tematiche assai attuali che toccano la politica, il problema della clandestinità e dell'immigrazione e l'impotenza, in taluni casi, della giustizia stessa.
Un romanzo al passo con i tempi in cui è possibile ravvisare molte delle caratteristiche della nostra società.

A tirare le fila del discorso c'è, ancora una volta, Sara e quella sua capacità innata di riuscire a leggere da lontano i sussurri a fior di labbra e i sentimenti racchiusi in espressioni sfuggenti.
Preda dei suoi silenzi, fatti di parole urlate attraverso gli occhi, e dei fantasmi che continuano a farle compagnia giorno e notte, Sara è in grado di cogliere centinaia di minuscoli segnali da mettere poi in fila, unendo i puntini numerati, per ottenere, così, quell'immagine che andrà a costituire il quadro generale. Testarda, anonima, all'apparenza fragile e, invece, estremamente letale, Sara, la donna invisibile, è affilata come una lama e senza scrupoli. Giustiziera perfetta senza il bisogno di alibi. 

Questo è quello a cui già siamo stati abituati e che pure ritroviamo in questo romanzo, a cui si accompagna, però, un nuovo intento. De Giovanni, infatti, fa una cosa bellissima: si concentra sul cambiamento di Sara, arricchendo il suo personaggio di nuove connotazioni che aprono spiragli verso sfumature inaspettate. Quel senso di solitudine che aveva sempre caratterizzato la figura della protagonista è andato, via via, affievolendosi grazie anche all'arrivo di Viola e del piccolo Massimiliano. Annusandosi, inizialmente con diffidenza, i due si sono avvicinati al punto tale da riuscire a sgretolare il muro di mattoni che Sara aveva eretto a fatica per separare se stessa dagli altri. Più che di solitudine, il personaggio della Mora si veste di speranza e attaccamento alla vita con quella sua grande capacità di affrontare i sentimenti senza paura e senza piangersi addosso. Tutto ciò si percepisce grazie anche a quella misurata compostezza e sensibilità che da sempre si delinea nello stile dell'autore.

Con Le parole di Sara, vengono aperte porte sui sentimenti del passato, ripercorrendo, a tratti, il grande legame tra Sara e Massimiliano. La narrazione si arricchisce di molti altri personaggi che si affiancano alla protagonista, alcuni ripescati da quello stesso passato a cui Sara non appartiene più, e pronti a raccontarsi.

Ancora una volta De Giovanni supera la prova a pieni voti coinvolgendo il lettore in una storia che ha ben poco di adrenalinico ma che conquista grazie alla semplicità con cui è in grado di dipanare il bandolo della matassa e di raccontare due sentimenti che caratterizzano, e rendono tali, gli esseri umani: amore e amicizia. Un romanzo imperdibile attraverso cui avrete la possibilità di innamorarvi, nuovamente, del bellissimo personaggio che è Sara.

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