martedì 15 gennaio 2019

Recensione 'Un cuore tuo malgrado' di Piero Sorrentino


In uscita oggi per Mondadori, Un cuore tuo malgrado, di Piero Sorrentino, è il romanzo che, tra tutte le novità di gennaio, ha stuzzicato, per primo, la mia curiosità. Posso anticiparvi che le mie aspettative non sono state affatto deluse perché la storia raccontata, nonostante la sua brevità, è un condensato di emozioni.


UN CUORE TUO MALGRADO di Piero Sorrentino │ Editore: Mondadori │ Pagine: 156 │ Prezzo: 17,00€


Bianca Mattei guida gli autobus, mestiere non propriamente femminile che ha ereditato alla morte del padre, anche lui autista, ma amante degli aerei. 

Una mattina di fine febbraio, alle nove e mezza, orario della seconda corsa universitaria, Bianca prende servizio. Il mosaico colorato dei pendolari che si assiepano attorno agli autobus, gli auricolari che trasmettono una canzone inglese, i rumori del traffico che come folate di vento salgono attraverso i finestrini aperti e un'autostrada tutta da percorrere. 
Costeggiando una delle aree di servizio che si incrociano lungo il percorso che conduce all'università, intravede un tizio che, seduto sul guard rail, con le gambe a penzoloni dal lato della carreggiata, si appresta a lanciare il mozzicone della sigaretta sulla strada. 
Bianca lo immagina, incandescente, rotolare sotto la scocca dell'autobus, brillare rimbalzando sull'asfalto e sciogliersi in minuscole scintille prima di arrestare la sua corsa chissà dove. 
Una distrazione. Bianca viene ridestata dall'urlo di una passeggera in prima fila, una professoressa. La station wagon blu scuro venuta fuori dall'area di sosta si immette senza rallentare. Inutile schiacciare il pedale del freno o azionare la levetta di quello ausiliario, l'autobus entra nella fiancata dell'auto e l'ultima cosa che Bianca riesce a vedere è l'espressione di impotenza del guidatore. Si tratta di Dario Spatola e nell'incidente perderà sua moglie Giulia e suo figlio Vittorio.


"...tutte le nostre vite hanno molti modi di essere raccontate, e qualsiasi versione dettiamo a noi stessi o agli altri non e nient'altro che una variante che ha diritto di esistenza tanto quanto tutte le altre ipotesi scartate, e in fondo siamo sempre la somma di tutto ciò che siamo e che avremmo potuto essere, il semplice abbozzo di una persona che alla fine non cambia se non nei dolori contro cui sbatte."


Sorrentino ci regala una storia che si concentra prevalentemente sul dopo, su quello che rimane in seguito ad una tragedia così grande. La narrazione riprende esattamente dopo quattro mesi di riabilitazione e venti di ricovero, mentre i fotogrammi di quanto avvenuto si susseguono senza sosta nella mente di Bianca che cerca di metabolizzare la sua colpa ricomponendo le parti mancanti dell'incidente stesso. 
Un'esistenza tutta da ricostruire la sua, facendo i conti con quello che è stato, con responsabilità e mancanze. Quelle stesse responsabilità e mancanze che vorrebbe raccontare e spiegare a Dario, incontrandolo e parlandogli. Ma Dario ha interposto tra loro due solo riserbo e distanza. 

Il personaggio di Bianca è molto bello e carico di emotività, tanto da imbrigliare il lettore nella rete della sua solitudine. Perseguitata dall'immagine dello schianto, che continua ad assillarla non soltanto al buio ma anche in pieno giorno, Bianca appartiene alla schiera di coloro che riescono a sentirsi a proprio agio solo nelle lontananze, dialogando con le assenze e regalando amore nei ricordi. Mentre cerca di vivere il presente, la protagonista ci rende partecipi di un altro dolore, quello legato all'improvvisa morte del padre e mai realmente sanato.
Ed è così che, trascinati indietro nel tempo, nelle estati della sua infanzia trascorse su un'isola della quale non viene fatto mai il nome, tra le case dei pescatori, le voci dei marinai sul molo e i suoni cadenzati delle ancore e delle carrucole, si stagliano le battute di pesca con quell'uomo così solido. Diviene quasi facile immaginarselo all'alba mentre si richiude la porta alle spalle per andare a pesca facendo attenzione a non provocare il minimo rumore per non svegliare nessuno. Oppure in piedi, sullo scoglio, indifferente a tutto, con il filo di nylon tra le mani mentre aspetta le onde, quelle stesse onde che provengono da lontano, chiuso nella sua posa solenne ed indurita dalla concentrazione.

Accanto alla protagonista, quasi legato da una trama invisibile intessuta da un beffardo destino, troviamo il personaggio di Dario, l'uomo che ha pagato il prezzo più grande. Colui che dall'essere marito e padre, ora non è più niente. Colui che ha visto la terra franargli sotto i piedi e che dal momento dell'incidente conduce un'esistenza tanto tormentosa quanto incerta.

Un cuore tuo malgrado è un romanzo impregnato di grida silenziose, un ossimoro certo, ma l'unico accostamento di parole che rende l'idea di quello che c'è da aspettarsi da questa lettura. Sono grida di sofferenza, di rammarico, di disperazione, di dolore, di vergogna, di chi chiede aiuto e di chi è preda della solitudine.

Un piccolo ma intenso romanzo che, nonostante l'essenzialità della scrittura, offre al lettore uno sguardo vivo, attento e partecipe, velato di malinconia. Uno sguardo di cui il lettore ha bisogno per percepire il più piccolo particolare, a partire dai gesti, passando tra i diversi sentimenti che albergano nell'animo dei personaggi e finire poi alle accurate descrizioni.
Piero Sorrentino invita i personaggi del suo romanzo, ma anche il lettore, a confrontarsi con il dolore e con l'amore, due facce della stessa medaglia che, il più delle volte, hanno la capacità di manifestarsi in maniera alquanto contraddittoria e che, proprio per questo motivo, bisogna imparare a riconoscere.


16 commenti

  1. Questo sembra un romanzo struggente. uno di quelli che fanno molto male al cuore. io non so se riuscirei a leggerlo sai?

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    1. In parte è vero, la storia raccontata è d'impatto ed emoziona. Però il taglio dato alla narrazione e la scelta dell'autore di far trascorrere circa cinque mesi dalla tragedia smorza un po' i toni. Direi che non è eccessivamente struggente. Facci un pensierino :)

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  2. Sembra molto bello, mi sa tanto che lo metterò in WL :)

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  3. Temo di pensarla come Chicca. Troppo struggente per me. Bellissima recensione. Ciao da Lea

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    1. Grazie Lea! Come spiegavo a Chicca, più su, non lo è eccessivamente anche se, c'è da ammetterlo, è qualcosa di molto soggettivo. Un abbraccio

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  4. Complimenti per la bella recensione!

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  5. Ci farò sicuramente un pensiero. Letture del genere mi attirano quasi sempre ☺☺

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    1. In questo periodo sono orientata verso questo tipo di letture, ne ho già puntato un'altra ;)

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  6. mi è piaciuta molto la tua recensione anche se non credo che lo leggerò, troppo struggente.

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  7. Un'altra bellissima recensione, complimenti!

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