lunedì 21 gennaio 2019

Recensione 'L'ufficiale dei matrimoni' di Anthony Capella


L'ufficiale dei matrimoni è un romanzo che, coprendo un arco temporale che si estende dal 1943 al 1945, quindi nel pieno del secondo conflitto mondiale, racconta la situazione dell'Italia del Sud prendendo a campione la città di Napoli, la prima ad essere stata liberata dagli Alleati.


L'UFFICIALE DEI MATRIMONI di Anthony Capella│ Editore: Neri Pozza │ Pagine: 445 │ Prezzo: 18,00€


La Napoli di fronte alla quale ci troviamo è una città che, un po' come il resto della nazione, assomiglia ad un campo di battaglia in cui gli italiani non hanno alcuna intenzione di battersi, preda dei tedeschi, prima, e degli americani e degli inglesi, poi, per i quali i bisogni delle popolazioni civili contano poco o nulla. Il mercato nero e la prostituzione dilagano senza possibilità di scampo, rendendo la situazione sempre più decadente e corrotta. I ristoranti, i bar e le case di tolleranza vengono chiusi con l'intento di ostacolare la diffusione delle malattie veneree, ma senza risultati concreti. Le notti sono riempite da luminescenze spettrali, argentee e scintillanti, da boati, esplosioni e fughe rocambolesche per mettersi in salvo nella grande galleria che attraversa la collina sotto la città di Napoli.

È in questo clima, in cui la liberazione è peggio dell'occupazione, e all'iniziale contagioso entusiasmo si accompagna, via via, un senso di non sopportazione sempre più visibile, che si staglia la figura dell'ufficiale dei matrimoni, ruolo che viene affidato a James Gould, capitano del Field Security Service, il servizio di spionaggio britannico.
Compito dell'ufficiale è quello di arginare la situazione venutasi a creare con l'arrivo degli Alleati, impedendo i matrimoni che rammolliscono i soldati e creano uno scontento senza fine. Molti militari in servizio, infatti, si sono messi in testa di sposare ragazze del posto ma, per poter fare ciò, devono ottenere un permesso dal proprio superiore. È qui che interviene l'ufficiale dei matrimoni il cui lavoro consiste nel raccogliere prove, sottoporre le potenziali fidanzate ad un esame di verifica delle loro condizioni e redigere un verbale che possa definire la futura sposa idonea e di buon carattere.

Parallelamente alla narrazione che vede protagonista il capitano Gould, se ne sviluppa un'altra che è incentrata sulla figura di Livia Pertini.
Livia vive in una piccola frazione alle pendici del Vesuvio, insieme a suo padre Nino e a sua sorella Marisa. Vedova di guerra, Livia è una donna forte e volenterosa, per nulla spaventata dal lavoro tanto da aiutare il genitore nella gestione dell'osteria. Sua madre aveva cominciato ad insegnarle l'arte del cucinare sin da piccola, mettendo uno sgabellino di legno che le permettesse di raggiungere i fornelli. Livia non ricordava di aver imparato a cucinare, per lei si è sempre trattato di un comportamento innato tanto da non seguire nessun tipo di ricetta. Testarda e dalla lingua tagliente, quando anche l'osteria di famiglia viene chiusa, Livia parte per Napoli. Qui si imbatterà nell'ufficiale dei matrimoni. Due mondi così diversi, sia nel modo di pensare che in quello di vivere, che collideranno prima di poter raggiungere una parvenza di equilibrio.

Anthony Capella riesce a coniugare avvenimenti storici e finzione scenica per raccontare al lettore la vita e l'amore in tempo di guerra, così come l'importanza assunta dai rituali quotidiani, in un periodo così buio in cui nulla andava dato per scontato.

Il romanzo è ricco di dettagli storici che rendono manifesto il profondo lavoro di ricerca condotto dall'autore. Ci imbatteremo nell'eruzione del Vesuvio del '44, assisteremo impotenti ai rastrellamenti condotti per radunare le prostitute sifilitiche di Napoli e mandarle nel territorio tedesco a nord ad infettare quanti più nemici possibili, tremeremo al cospetto dei raid aerei, scenderemo in battaglia al fianco dei militari. A stemperare l'atmosfera il profumo del soffritto di aglio, cipolla e sedano tritati finemente e gettati nell'olio di oliva, del basilico spezzettato e delle fettuccine al limone.

L'ufficiale dei matrimoni è un romanzo che si lascia leggere. Un po' per l'ottima caratterizzazione dei personaggi, un po' per lo stile efficacemente descrittivo, senza sbavature e ricco di dialoghi ben costruiti e un po' per gli improvvisi colpi di scena. Unico neo: ho trovato la parte centrale della narrazione, quella che coincide con lo sbocciare del sentimento d'amore, piuttosto monotona, quasi come se il romanzo, in quel centinaio di pagine, perdesse un po' di mordente.
Nonostante questo, però, resto affascinata dalla scrittura di Capella. In un prossimo futuro, infatti, leggerò quasi sicuramente qualche altro suo lavoro.


4 commenti

  1. Sono indecisa, anche se sulla carta sembra proprio il libro che fa per me.
    un saluto da Lea

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  2. Anche io sono un po indecisa, ma la copertina e la tua recensione mi hanno allettando parecchio 😉

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