Pubblicato la scorsa settimana dalla casa editrice Longanesi, Sperando che il mondo mi chiami è un fermo immagine, dai colori nitidi, della situazione di precariato che accomuna molti insegnanti, oggi, in Italia.
Ponendo l'attenzione su quelle che sono le dinamiche che interessano il mondo della scuola, e che sono sconosciute ai più, la Venturo narra lo spaccato di una generazione di accumulatori seriali di punteggi, un continuo addizionare che, in termini patologici, dovrebbe corrispondere ad un vero e proprio disturbo e che, invece, alla resa dei conti, rappresenta l'unico mezzo attraverso il quale scalare la propria montagna, perché ognuno ne ha una, e raggiungere la cima di una lista chiamata graduatoria.
Il tempo della maestra Carolina è fatto di ore, giorni e settimane che, come una serie di passi sempre uguali, ricominciano ogni volta daccapo. La sua vita non prevede scadenze, programmi, appuntamenti. Tutto accade all'improvviso. Ogni mattina si sveglia, si veste, esce di casa e percorre le strade della capitale verso una meta appena intuibile. Il cellulare stretto nella mano in attesa che una qualche segreteria la chiami. C'è una supplenza da coprire. Sono libera.
Una litania che nella sua ripetitività è necessaria per spuntare il calendario delle presenze, concludere l'avventura di un anno e completare una tessera punti, come quelle del supermercato, per vincere un tesoro che si chiama lavoro.
Una missione da compiere e non necessariamente da completare. Un destino di cui far parte per genetica perché Carolina appartiene ad una famiglia di insegnanti in cui, sin dal tempo degli avi, non ci si tira mai indietro ma ci si rimbocca le maniche con contegno e controllo perché a scuola non si vince, si combatte.
Si soffre con Carolina. Insieme a lei si cerca di trovare l'equilibrio in un mondo instabile, claudicante e faticoso che non ha la minima intenzione di ingranare la cosiddetta marcia delle abitudini. Prendiamo autobus, percorriamo strade, superiamo incroci, attendiamo il segnale.
Entriamo con lei in classe, ci presentiamo con la solita frase, ascoltiamo i pensieri piccoli ed enormi di future donne e futuri uomini, le domande facili ma dalle risposte difficili. Rincorriamo un presente alternato alle attese.
Carolina è tenace, caparbia, bella, gentile, intelligente, curiosa. È uno di quei personaggi di cui ci si innamora alla prima occhiata e che si impara a conoscere man mano che scorrono le pagine.
Carolina si evolve, passa dall'iniziale distacco ad un coinvolgimento sempre più acceso, arricchisce il proprio bagaglio di storie e di nuove conoscenze tra le quali spicca la figura di Sara.
Sara è un personaggio magnetico e di impatto, uno di quelli che fa sciogliere il cuore. Lo sguardo perso ad inventare un orizzonte oltre la finestra, un silenzio ostinato e arrabbiato, gli occhi delusi e accusatori. È fragile Sara. È sola.
La Venturo confeziona un romanzo dalla prosa gentile, fresca e sempre attenta. Un romanzo che pone al centro della narrazione la passione per una vocazione, quella dell'insegnante, a cui si affiancano desideri, sogni, speranze, sfide da superare e, a tratti, la voglia di gettare la spugna.
Si sofferma sulla complessità di un mondo che si fonda proprio sull'incertezza, ma anche sul bisogno di amore e, ancora, sul concetto di esclusione, nel senso più ampio del termine. Contrappone il presente di Carolina al passato di nonna Fortunata, alle sue storie di maestra antica e contadina.
Nonostante le sue quattrocento pagine, Sperando che il mondo mi chiami è un romanzo che si lascia leggere in pochissimo tempo, fa riflettere molto e apre gli occhi su una realtà che non è inventata, che è tutta qui, a portata di mano e nella quale è possibile rispecchiarsi. Io per prima ne faccio parte e forse, proprio per questo motivo, mi sono sentita particolarmente vicina alla storia raccontata. Non posso che consigliarvene la lettura, soprattutto se siete estranei a questo tipo di mondo.
Finito ieri e piaciuto moltissimo. Io che, purtroppo, per forza di cose questo mondo mi appresto a conoscerlo.
RispondiEliminaEsordio adorabile!
Vero, un romanzo molto, molto bello!
EliminaVedrai che, a mano a mano, entrerai anche tu nelle dinamiche di un tale mondo, fagocitato dal meccanismo di punteggi e graduatorie ;)
Ero indecisa se concedergli o meno un opportunità. Adesso qualche domanda ha avuto la sua risposta ☺
RispondiEliminaGrazie ☺
Allora spero di averti convinta ;)
EliminaSembra essere il libro adatto a me... lo segno
RispondiEliminaUn esordio davvero bello!
EliminaNon vedo l'ora di leggerlo. Grazie Anna. Un saluto da Lea
RispondiEliminaGrazie a te Lea :)
EliminaFammi sapere!
Molto bella la recensione!
RispondiEliminaGrazie :)
Eliminaavevo adocchiato questo romanzo in libreria, segno!
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