Fiori sopra l'inferno
Ilaria Tuti
Editore: Longanesi - Genere: Thriller
Pagine: 366 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 8,99 €
Pagine: 366 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 8,99 €
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.»
Recensione
Poco fuori Travenì, sul limitare della foresta millenaria sovrastata da cime innevate e pareti rocciose a strapiombo, viene ritrovato il cadavere di un uomo, completamente nudo e privato degli occhi, gli organi di senso che hanno il compito di scoprire il mondo, osservarlo e misurarlo. Con i suoi vestiti è stato realizzato uno spaventapasseri che, a qualche metro di distanza, si gode la scena del ritrovamento. Uno spettacolo macabro e raccapricciante con cui dovrà fare i conti il sessantenne commissario Teresa Battaglia, una ferocia che non è destinata a fermarsi ma che si ripercuoterà in tutta la sua brutalità anche sulle vittime che seguiranno. Non un normale caso di omicidio, ma frutto della psicosi di un assassino, un killer che non lascia tracce, che sa come muoversi in quel posto reso candido dalla copiosa quantità di neve che ricopre ogni cosa come un vello.
"È un inchino alla vita, questo sentimento che mi attraversa da quando sono arrivata nella valle. Un inchino alla vita e al suo dispiegarsi anche in assenza di luce e di cure. È lei la più forte, e noi i suoi strumenti."
Ho scelto di leggere Fiori sopra l'inferno spinta dalla curiosità. Ilaria Tuti è stata definita una delle nuove voci da tenere d'occhio nel panorama del thriller italiano e a giusta ragione, aggiungerei.
In effetti la Tuti ci regala una storia interessante, ben scritta e strutturata, incalzante il giusto con un ritmo e uno stile narrativo scandito da pause che comunque non inficiano in alcun modo la lettura in generale: il lettore ha bisogno di quelle interruzioni per metabolizzare e riflettere sui vari tasselli che vengono disseminati, durante il corso della narrazione, con sapiente maestria.
La scia di omicidi e sparizioni si dipana nel presente ma affonda le proprie radici nel passato, un passato che viene introdotto grazie a capitoli che, a partire dal 1978, ci raccontano di una Scuola, sospesa tra le vette aguzze e le acque di un lago, una costruzione sbagliata, fuori luogo, carica di segreti, ammantata di mistero, frutto del capriccio di una nobiltà non disposta ad accettare i limiti. Un luogo che richiede devozione, devozione che presuppone ed implica una qualche rinuncia.
Eppure, accanto alla ferocia e alla brutalità, la Tuti è in grado di raccontare con estrema delicatezza le emozioni umane e per farlo si serve di un commissario, una donna, Teresa Battaglia.
Con un cognome che calza a pennello con il personaggio e che lascia intendere anzitempo al lettore di che pasta sia fatta, Teresa appare, ad una prima occhiata, burbera ma fortemente empatica, razionale e al contempo istintiva. Attenta osservatrice e sicuramente avvezza al clima che circonda lei e la sua squadra, ha sviluppato la capacità di riuscire, con pochi dettagli, a fare un quadro completo ed abbastanza preciso e veritiero circa l'assassino, le sue abitudini e il suo vissuto. Tuttavia il caso che dovrà affrontare risulterà ben più complesso e articolato perché la porterà a combattere battaglie personali con il proprio presente ma, soprattutto, con il proprio passato, conducendola laddove non si era mai spinta, a superare i limiti fisici e psichici.
Sul suo personaggio l'autrice ha compiuto un lavoro eccellente facendola emergere rispetto agli stereotipi che caratterizzano figure femminili del suo calibro e rendendola interessante agli occhi del lettore. Ne risulta una personalità complessa, volitiva. Custode di un segreto, Teresa, ormai sessantenne, è scesa a patti con la solitudine, coinquilina discreta che ha imparato ad assorbire, giorno per giorno, a piccole dosi, proprio come si fa con i veleni, in modo da rendere la propria anima invulnerabile ai suoi attacchi. Aiutata dal tempo a liberarsi della tristezza, compagna silente per gran parte della sua vita, Teresa ha imparato a gestire il dolore, un fardello necessario da trascinarsi dietro per non rinunciare ai ricordi. Eppure, costretta a diventare la guardiana di se stessa, con l'avanzare dell'età che non perdona, si ritroverà a fare i conti con il suo incubo peggiore: dipendere da qualcun altro perché incapace di provvedere a se stessa e agli scherzi della memoria. Ed è a questo punto che emergeranno la sua forza e la sua determinazione, la voglia irrefrenabile, nonostante tutto, di lanciare il proprio corpo alla ricerca di tracce, di usare ogni energia rimasta per portare a termine il proprio lavoro.
Ad ostacolarla una comunità chiusa e bigotta, poco collaborativa e che tende a proteggere il gruppo e il suo equilibrio in quanto tale piuttosto che il singolo individuo.
Scrivere un buon thriller non è semplice ma, al suo esordio, la Tuti dimostra di avere tutte le carte in regola per centrare il bersaglio: una grande padronanza della materia ed una maturità stilistica che le permettono di mantenere alta l'attenzione del lettore e di far trasparire quel senso di umanità che caratterizza il romanzo nella sua interezza. Umanità che si riflette anche nella visione e nella comprensione del male e di quel killer che, da carnefice, si trasforma in vittima. Complici di tutto ciò una protagonista impareggiabile, ed una cornice paesaggistica descritta in maniera talmente attenta e dettagliata da far sentire il lettore completamente coinvolto e avvolto da un'atmosfera cupa in cui è la natura a farla da padrona. Tutte queste caratteristiche rendono il romanzo estremamente godibile, una lettura davvero interessante per gli amanti del genere e proprio per questo motivo estremamente consigliata!
Eppure, accanto alla ferocia e alla brutalità, la Tuti è in grado di raccontare con estrema delicatezza le emozioni umane e per farlo si serve di un commissario, una donna, Teresa Battaglia.
Con un cognome che calza a pennello con il personaggio e che lascia intendere anzitempo al lettore di che pasta sia fatta, Teresa appare, ad una prima occhiata, burbera ma fortemente empatica, razionale e al contempo istintiva. Attenta osservatrice e sicuramente avvezza al clima che circonda lei e la sua squadra, ha sviluppato la capacità di riuscire, con pochi dettagli, a fare un quadro completo ed abbastanza preciso e veritiero circa l'assassino, le sue abitudini e il suo vissuto. Tuttavia il caso che dovrà affrontare risulterà ben più complesso e articolato perché la porterà a combattere battaglie personali con il proprio presente ma, soprattutto, con il proprio passato, conducendola laddove non si era mai spinta, a superare i limiti fisici e psichici.
Sul suo personaggio l'autrice ha compiuto un lavoro eccellente facendola emergere rispetto agli stereotipi che caratterizzano figure femminili del suo calibro e rendendola interessante agli occhi del lettore. Ne risulta una personalità complessa, volitiva. Custode di un segreto, Teresa, ormai sessantenne, è scesa a patti con la solitudine, coinquilina discreta che ha imparato ad assorbire, giorno per giorno, a piccole dosi, proprio come si fa con i veleni, in modo da rendere la propria anima invulnerabile ai suoi attacchi. Aiutata dal tempo a liberarsi della tristezza, compagna silente per gran parte della sua vita, Teresa ha imparato a gestire il dolore, un fardello necessario da trascinarsi dietro per non rinunciare ai ricordi. Eppure, costretta a diventare la guardiana di se stessa, con l'avanzare dell'età che non perdona, si ritroverà a fare i conti con il suo incubo peggiore: dipendere da qualcun altro perché incapace di provvedere a se stessa e agli scherzi della memoria. Ed è a questo punto che emergeranno la sua forza e la sua determinazione, la voglia irrefrenabile, nonostante tutto, di lanciare il proprio corpo alla ricerca di tracce, di usare ogni energia rimasta per portare a termine il proprio lavoro.
Ad ostacolarla una comunità chiusa e bigotta, poco collaborativa e che tende a proteggere il gruppo e il suo equilibrio in quanto tale piuttosto che il singolo individuo.
Scrivere un buon thriller non è semplice ma, al suo esordio, la Tuti dimostra di avere tutte le carte in regola per centrare il bersaglio: una grande padronanza della materia ed una maturità stilistica che le permettono di mantenere alta l'attenzione del lettore e di far trasparire quel senso di umanità che caratterizza il romanzo nella sua interezza. Umanità che si riflette anche nella visione e nella comprensione del male e di quel killer che, da carnefice, si trasforma in vittima. Complici di tutto ciò una protagonista impareggiabile, ed una cornice paesaggistica descritta in maniera talmente attenta e dettagliata da far sentire il lettore completamente coinvolto e avvolto da un'atmosfera cupa in cui è la natura a farla da padrona. Tutte queste caratteristiche rendono il romanzo estremamente godibile, una lettura davvero interessante per gli amanti del genere e proprio per questo motivo estremamente consigliata!
Bell'esordio, ma l'elemento novità - Teresa Battaglia a parte - purtroppo mi è mancato. Ne parlerò lunedì. :)
RispondiEliminaAspetto di leggerti allora :)
EliminaIn questo inizio anno riesco a leggere solo libri che abbiano 100 anni! Non so se essere preoccupata perché mi pare di volermi rifugiare nel passato. Meno di un metro tra me e Teresa Battaglia...forse ora accorcio la distanza.
RispondiEliminaBelle le tue parole.
Ciao da Lea
Dovrei forse preoccuparmi maggiormente della mia prosa zoppicante. Notte Anna.
EliminaCara Lea, a volte rifugiarsi nel passato è un buon espediente per rimediare ad un presente poco convincente quindi se dal punto di vista letterario sei attratta da libri che hanno 100 anni perché non approfittarne!? Tornando al presente, invece, la Tuti mi ha piacevolmente convinta per cui se deciderai di leggerla fammi sapere :)
EliminaUn abbraccio
Mi manca poco alla fine e concordo con te in tutto. Un grande esordio.
RispondiEliminaAttendo di leggerti allora ;)
EliminaCiao,
RispondiEliminacomplimenti per il tuo blog!
Ti seguo anche io :)
A presto
Ciao Rita, benvenuta :)
EliminaLa tua splendida recensione mi ha incuriosita, mi piacerebbe conoscere il personaggio di Teresa Battaglia :)
RispondiEliminaUn personaggio interessante e tutto da scoprire :)
Eliminaciao, sono una tua nuova iscritta :), follower...se ti va puoi seguirmi anche tu come lettore fisso...
RispondiEliminahttps://amoriemeraviglie.blogspot.it/
Benvenuta :)
EliminaHo ricambiato con piacere!
Ciao! Ho sentito parlare di questo libro grazie a Daniela, ma ancora non l'ho letto. Ormai questa Teresa mi incuriosisce parecchio, che debba veramente metterlo in lista?
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