lunedì 3 giugno 2019

Recensione 'Se i pesci guardassero le stelle' di Luca Ammirati


SE I PESCI GUARDASSERO LE STELLE di Luca Ammirati │ Editore: DeA Planeta │ Pagine: 328 │ Prezzo: 16,00€


C'è un famoso proverbio che recita: "Chi cerca, trova". Un modo di dire che, nella sua veste di monito, potrebbe avere anche un fondo di verità ma non essere una certezza. Lo so bene io così come lo sa, meglio di me, Samuele Serra, il protagonista del romanzo di cui vado a parlarvi.

Samuele ha trent'anni, un bagaglio di errori e di cose lasciate a metà, un gran bisogno di essere felice e l'opprimente sensazione di stare girando a vuoto. Appeso a gesti non compiuti e a parole non dette, e con quella voglia matta di sognare un altro po', proprio come gli accadeva da bambino, Samuele cerca di diventare un cacciatore di draghi, prima, e un creativo pubblicitario, poi, nonostante i suoi progetti vengano puntualmente bocciati. 
Sognatore irrisolto, si è dovuto accontentare di quello che la vita gli ha offerto: un lavoro precario e sottopagato come reporter di Sanremo PuntoNews, di giorno, e una guida turistica al piccolo Osservatorio di Perinaldo, un angolo di paradiso conosciuto anche come "il poggio delle stelle", di notte. 
In campo sentimentale, poi, Samuele è un esperto collezionista di abbandoni. Per lui l'amore è sempre stato un grande e complesso rompicapo, soprattutto a causa della sua incapacità di interpretare le impercettibili sfumature negli sguardi femminili. Un uomo che, piuttosto che avere la testa sulle spalle, l'ha tra le stelle, troppo sognatore, e pertanto incapace di prendersi cura, nella giusta maniera, della propria compagna.
Una mente ingarbugliata la cui esistenza ha una trama fragile e tragicomica. A fargli compagnia una squadra di amici capeggiata da Leo, diminutivo di Galileo, un pesce rosso che del famoso astronomo porta soltanto il nome visto che non è mai riuscito a rimirar le stelle.

Emma, invece, che sognava di diventare una sirena che nuota beata in fondo all'oceano, si è ritrovata, al pari di Samuele, a scendere la fatata scala dei sogni per cercare di rimanere a galla nell'imprevisto mare della vita. Insicura e fuori posto al punto tale da costruire muri dietro ai quali barricarsi, Emma, che di mestiere fa la disegnatrice di libri per bambini, non sa bene dove sia diretta, né tantomeno se sia alla ricerca di niente o di tutto.
Circondata da ombre e turbamenti, si nasconde dietro un sorriso pieno di dolcezza ma costellato di piccole crepe e dietro occhi che sono squarci su verità dolorose.

Entrambi facce di una stessa medaglia, i due si incontrano nella notte di San Lorenzo all'Osservatorio di Perinaldo. Un appuntamento voluto dal caso, che li porterà a riconoscersi, anime affini nel loro essere traballanti e intrappolate tra difficoltà, dubbi e sogni, fino a quando Samuele non si addormenterà. Il giorno seguente non resterà che un nome e l'impronta di un bacio d'addio, color ribes, su uno specchio.

Ha inizio così una vera e propria ricerca, che è anche la parola chiave di questa storia e va intesa con una doppia estensione: in senso più generale come ricerca di una persona a noi estranea, nella fattispecie Emma; in senso più stretto come ricerca e riappropriazione di se stessi.
Ammirati, infatti, ci offre un romanzo dalle tinte delicate, semplice e lineare, grazie anche ad una scrittura priva di artifici stilistici, che è anche l'immagine di una generazione. Quella dei trentenni, di cui il protagonista ne è un esempio, a cui non è più concesso fregiarsi dell'aggettivo giovani ma non è nemmeno permesso definirsi adulti. Sono quelli che si trovano a metà strada, in quella parte della vita che è tutta un divenire, in cui emerge forte la paura del futuro, quel senso di inquietudine che attanaglia quando ci si rende conto di stare brancolando nel buio delle proprie e delle altrui aspettative. La paura di deludere, di non lasciare il segno in un mondo che uccide la fantasia, che prende le emozioni e le svuota.
Samuele, punto di forza del romanzo, si lascia amare dal lettore proprio perché è uno di noi, fa parte della schiera di coloro che, nonostante la disillusione, trovano il coraggio di aggrapparsi ancora una volta ai propri sogni, con la speranza di potersi imbattere in un domani migliore.

Ambientato in una cornice quasi favolistica ma squisitamente reale, tra stradine acciottolate, un groviglio di case, piazze minuscole e ripide scalinate, Se i pesci guardassero le stelle è un romanzo sulla bellezza dei sogni. Un romanzo ricolmo di buoni sentimenti e tutto da vivere anche se, a mio avviso, rasenta un po' troppo la perfezione nell'epilogo. Nonostante ciò, rappresenta comunque un modo genuino di guardare alla vita, uno sconfinare dalla propria realtà per reimparare, malgrado tutto, a sorridere e a non piegarsi di fronte alle difficoltà che, a qualsiasi età, punteggiano il nostro cammino.


7 commenti

  1. Recensione bellissima come sempre che invoglia alla lettura. Sto incontrando questo romanzo ovunque e prima o poi mi deciderò a leggerlo.

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  2. Lettura che non mi ispirava, ti dirò, ma tu sai sempre interessarmi al suon di parole giuste!

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  3. Nemmeno a me ispirava, ma le tue parole mi hanno fatto cambiare idea ☺️

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    1. Potresti provare, è un libro che si lascia leggere con estrema facilità :)

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  4. che bella recensione, ma credo che questo libro non faccia troppo per me

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