Lontano anni luce dalla mia comfort zone, Warcross, primo volume di una nuova serie fantascientifica, mescola vita reale e realtà aumentata in maniera ineccepibile, regalando a noi lettori, inesperti compresi come la sottoscritta, un romanzo dalla trama abbastanza solida e variegata.
Warcross è una piattaforma di realtà aumentata alla quale chiunque, dotato della giusta tecnologia, ovvero un paio di occhiali/lenti a contatto, può accedere, attraverso la creazione di un account, in qualsiasi momento della giornata. Warcross è una deviazione dalla realtà, uno stile di vita alternativo che conta milioni di persone loggate in tutto il mondo. Warcross è l'unico posto dove dimenticare i propri guai, godendosi la magia delle suggestive atmosfere che lo compongono, vivere esperienze inimmaginabili salendo di livello ed entrando nella classifica di quelli che contano.
Parallelamente, però, Warcross è anche un gioco. Ogni anno un comitato segreto seleziona cinquanta wild-card, i cosiddetti giocatori dilettanti, e li inserisce nel draft, ovvero il processo di selezione delle squadre che gareggeranno nell'evento più importante dell'anno: il campionato mondiale di Warcross. Negli infiniti mondi virtuali le squadre si sfidano a coppie con l'unico obiettivo di rubare agli avversari l'artefatto, una gemma colorata custodita dal capitano di brigata, senza però perdere la propria.
È in questo scenario futuristico che si staglia la figura della protagonista.
È in questo scenario futuristico che si staglia la figura della protagonista.
Emika Chen dovrebbe svegliarsi presto, scrivere tesine ed essere in ansia per gli esami universitari. Questo se fosse una ragazza normale. Emika è, invece, un'hacker molto esperta che, per sbarcare il lunario, fa la cacciatrice di taglie e, nei ritagli di tempo, lavora come cameriera in una delle poche tavole calde non ancora completamente automatizzate. Affascinata dal mondo di Warcross e dal suo inventore, il giapponese Hideo Tanaka, anche Emika evade dalla propria quotidianità accedendo alla piattaforma virtuale in maniera anonima, non usufruendo per questo di tutti i benefici previsti, studiando le scene e scattando istantanee mentali che la renderebbero degna rivale di coloro che bazzicano nei livelli più alti. A corto di denaro, e con il fiato del padrone di casa sul collo che reclama l'affitto di mesi, Emika vede un'opportunità per saldare tutti i suoi debiti durante la partita di inaugurazione del campionato: rubare uno dei potenziamenti più costosi da rivendere al mercato nero per migliaia di dollari. Quello che sarebbe dovuto essere un furto in pieno anonimato si compie, invece, alla luce del sole. Emika viene individuata immediatamente e, nel giro di poche ore, la sua vita non sarà più quella di prima.
Warcross è una vera e propria commistione di generi: la fantascienza la fa da padrona, ma si toccano anche punte di mistery e young-adult. Con diverse tematiche all'attivo, tra cui spicca il concetto di dipendenza dal gioco stesso, una dipendenza così radicata al punto tale da soggiogare e rendere difficile comprendere quale sia la realtà e quale no, e una trama estremamente dinamica, Warcross è un romanzo pregevole ma non impeccabile. Cosa voglio dire? Che in termini di apprezzamento ho qualche riserva su alcuni aspetti piuttosto che su altri.
Per quanto mi riguarda i punti inattaccabili sono tre: l'idea di base, le ambientazioni e il finale.
L'idea sviluppata dall'autrice forse non è del tutto innovativa, se raffrontata ad altri grandi nomi del panorama fantascientifico, ma, nonostante tutto, regge bene il confronto. La Lu non esce mai dal seminato, ha un progetto prestabilito e lo persegue dalla prima all'ultima pagina sfruttando al meglio la storia, la tecnologia e le descrizioni. C'è da ammettere che, in alcune situazioni ho avuto qualche difficoltà a destreggiarmi tra certe scene e certi movimenti ma questo potrebbe dipendere dalla mia esperienza piuttosto limitata.
Warcross è una vera e propria commistione di generi: la fantascienza la fa da padrona, ma si toccano anche punte di mistery e young-adult. Con diverse tematiche all'attivo, tra cui spicca il concetto di dipendenza dal gioco stesso, una dipendenza così radicata al punto tale da soggiogare e rendere difficile comprendere quale sia la realtà e quale no, e una trama estremamente dinamica, Warcross è un romanzo pregevole ma non impeccabile. Cosa voglio dire? Che in termini di apprezzamento ho qualche riserva su alcuni aspetti piuttosto che su altri.
Per quanto mi riguarda i punti inattaccabili sono tre: l'idea di base, le ambientazioni e il finale.
L'idea sviluppata dall'autrice forse non è del tutto innovativa, se raffrontata ad altri grandi nomi del panorama fantascientifico, ma, nonostante tutto, regge bene il confronto. La Lu non esce mai dal seminato, ha un progetto prestabilito e lo persegue dalla prima all'ultima pagina sfruttando al meglio la storia, la tecnologia e le descrizioni. C'è da ammettere che, in alcune situazioni ho avuto qualche difficoltà a destreggiarmi tra certe scene e certi movimenti ma questo potrebbe dipendere dalla mia esperienza piuttosto limitata.
Si viene completamente avvolti dalle ambientazioni che sono una delle caratteristiche più affascinanti ed il mezzo attraverso cui catturare l'attenzione del lettore. Si entra con tutte le scarpe in questo scenario futuristico, si evade insieme ai diversi personaggi e si pongono le basi per un mondo estremamente credibile. Pur non indossando la giusta tecnologia, Warcross e la sua realtà aumentata avvolgono il lettore e conquistano la sua fiducia.
Il finale, da ultimo, pone le basi per il futuro, introducendo un argomento molto più spinoso di quello affrontato in questo volume. Non ci si crede, eppure gli amici si trasformeranno in nemici e viceversa, forse.
Le falle, passatemi il termine, le ho invece riscontrate nella caratterizzazione dei personaggi, nel mistero da risolvere e nella parte young-adult. Ma andiamo con ordine.
Il finale, da ultimo, pone le basi per il futuro, introducendo un argomento molto più spinoso di quello affrontato in questo volume. Non ci si crede, eppure gli amici si trasformeranno in nemici e viceversa, forse.
Le falle, passatemi il termine, le ho invece riscontrate nella caratterizzazione dei personaggi, nel mistero da risolvere e nella parte young-adult. Ma andiamo con ordine.
Il personaggio di Emika è interessante, non solo per via dei suoi fantastici capelli dalle mille sfumature di colore, ma per il suo essere istintiva, tenace, coraggiosa e pungente. Su di lei l'autrice ha posto la propria attenzione aprendo parentesi sul suo passato e sul forte legame con il padre che, nonostante sia ormai un fantasma, è sempre presente nei suoi pensieri, soprattutto quando si appresta a compiere delle scelte essenziali.
Questo voler limare la protagonista concentrandosi sul suo personaggio piuttosto che sugli altri va proprio a scapito di questi ultimi. Ed è questa la prima della tre falle. Ecco, da questo punto di vista, avrei preferito un lavoro che fosse esteso anche alle figure secondarie che, a mio avviso, appaiono solo accennate nella loro ambiguità senza dare al lettore quel senso di completezza necessario per conoscerle.
Ancora, il mistero da risolvere. Da questo punto di vista, forse avrà prevalso il mio fiuto da conoscitrice di gialli, ma è davvero facile intuire, in seguito ad un episodio, chi si nasconda dietro l'identità di Zero, colui che sta cercando di sabotare Warcross e sul quale la stessa Emika è stata assunta per indagare. La Lu non riesce a tenerlo segreto e poco prima dell'epilogo conferma le nostre teorie.
Infine, e poi concludo perché mi sono dilungata troppo, la storia d'amore. Partiamo dal presupposto che sono consapevole del fatto che questo genere di situazioni tiri e che ormai quasi tutti i romanzi ne abbiano una ma, trattandosi di una serie di volumi, la carta dell'innamoramento non l'avrei giocata in questo ma l'avrei sfruttata più in là e non necessariamente tra i personaggi che ne sono protagonisti. Nel caso specifico è troppo improvvisa e troppo poco credibile. Insomma, il colpo di fulmine, ormai, regna sovrano a scapito della lungaggine del buon, caro, vecchio corteggiamento.
Nonostante questo alternarsi tra aspetti positivi e quelli che lo sono meno, la Lu ha uno stile di scrittura che conquista, in un crescendo che diventa via via più serrato soprattutto nella parte del gioco vero e proprio, facendo sì che il romanzo si legga nel giro di un paio di giorni. Valutando i pro e i contro, e incuriosita da quello che potrebbe accadere oppure no, ho comunque deciso di concedere una possibilità al secondo volume, quindi vi toccherà sorbirvi un ulteriore soliloquio.
Infine, e poi concludo perché mi sono dilungata troppo, la storia d'amore. Partiamo dal presupposto che sono consapevole del fatto che questo genere di situazioni tiri e che ormai quasi tutti i romanzi ne abbiano una ma, trattandosi di una serie di volumi, la carta dell'innamoramento non l'avrei giocata in questo ma l'avrei sfruttata più in là e non necessariamente tra i personaggi che ne sono protagonisti. Nel caso specifico è troppo improvvisa e troppo poco credibile. Insomma, il colpo di fulmine, ormai, regna sovrano a scapito della lungaggine del buon, caro, vecchio corteggiamento.
Nonostante questo alternarsi tra aspetti positivi e quelli che lo sono meno, la Lu ha uno stile di scrittura che conquista, in un crescendo che diventa via via più serrato soprattutto nella parte del gioco vero e proprio, facendo sì che il romanzo si legga nel giro di un paio di giorni. Valutando i pro e i contro, e incuriosita da quello che potrebbe accadere oppure no, ho comunque deciso di concedere una possibilità al secondo volume, quindi vi toccherà sorbirvi un ulteriore soliloquio.
Purtroppo queste letture non fanno più parte nemmeno della mia comfortzone. Eppure, ho letto un mucchio di recensioni positive, soprattutto per quanto riguarda la saga di Legend, e magari ci farò un pensierino :)
RispondiEliminaAspetto allora anche la recensione del secondo volume ;)
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