venerdì 15 febbraio 2019

Recensione 'Se ami qualcuno dillo' di Marco Bonini


SE AMI QUALCUNO DILLO di Marco Bonini │ Editore: Longanesi │ Pagine: 271 │ Prezzo: 17,60€


Se ami qualcuno dillo è un romanzo introspettivo nel quale il protagonista, Marco, riesce a compiere un accurato lavoro di analisi su se stesso, sulle proprie emozioni e sulle motivazioni insite alla base del suo agire, con l'obiettivo di curare la "cardiopatia" maschilista che affligge il ramo paterno da generazioni. 

L'episodio scatenante che costringerà Marco a percorrere un sentiero così irto sarà proprio il ricovero del genitore, Sergio, a seguito di un infarto che, da poco superati i cinquant'anni, lo ha colto così come era già avvenuto per suo padre Marco, ovvero il nonno del protagonista. Una sorta di maledizione che sembra perseguitare i membri della famiglia e alla quale, lo stesso Marco, cercherà di porre rimedio. 

Ed eccolo il pretesto per analizzare profusamente il legame tra Marco e suo padre. Un legame che ha scandito la sua intera esistenza, il cosiddetto esempio da seguire. Suo padre è stato il giudice incontrastato della sua infanzia e, per questo, la causa di tutti i suoi problemi nel futuro, tanto da condizionare quasi tutti i suoi rapporti compreso il modo in cui guardare a sua madre, il modo in cui giocare con suo figlio, il modo in cui rivolgersi a sua moglie. Fa eccezione l'arte che, né suo padre, né suo nonno prima, avevano reputato così pericolosa. La recitazione è l'unica cosa che lo renda libero, capace di amare senza riserve, abbandonarsi fino a perdersi. Tutto il resto è sotto l'egida del patto maschilista, una mentalità imbastita dai suoi avi in cui prevalgono l'assenza di dialogo e l'aridità degli affetti, una mentalità di abbracci negati e sentimenti ridicolizzati secondo cui soprattutto il primogenito, Marco, per l'appunto, va tenuto lontano dalle volubilità delle frivolezze femminili, va protetto ostinatamente da qualsiasi forma di smanceria. Una mentalità all'insegna del cinismo più negativo in cui ogni cosa è corrotta, soprattutto i sentimenti.

Compito di Marco è cambiare questo programma, interrompere il perpetuarsi del messaggio, spezzare la catena che ha distorto il suo sguardo sul mondo. E la narrazione punta proprio a questo, a fare luce sulle contraddizioni ravvisabili tra le righe di una famiglia all'apparenza ordinaria e che, invece, è un'onda d'urto che travolge ogni cosa.

Nonostante la narrazione in prima persona muova i passi unicamente facendo riferimento al punto di vista del protagonista, il romanzo è impregnato di una coralità di voci bizzarre che si affiancano a quella di Marco. Sono figure pittoresche che si fanno largo per presentarsi al lettore, descritte in maniera particolareggiata e non come delle silhouette soltanto accennate e costrette a rimanere nelle retrovie del palcoscenico su cui prende vita la storia. 

Tra tutte vorrei ricordare Alba, ex moglie di Sergio e madre di Marco, colei che, terrorista della gentilezza, ha osato mettere in crisi l'intero sistema dall'interno, introducendo l'artiglieria pesante per aprirsi un varco verso l'esterno. Lei che è sempre stata succube di un senso di inadeguatezza che viene da lontano e che la tiene piegata ad una sorta di debito secondo cui se vuoi essere amata te lo devi meritare. 
O ancora Vittoria, madre di Sergio e nonna di Marco, una matrona d'altri tempi nonché la raccontastorie dell'infanzia del protagonista. 
Infine Nestino, zio di Sergio e fratello minore di nonno Marco, un uomo psicologicamente assente, del tutto soggiogato fin dalla nascita dallo strapotere del primogenito. Un'anima monca.

In un passato in cui si intercalano frammenti del presente che servono ad evocare episodi importanti nella vita del protagonista, con una scrittura disinvolta e frizzante, ricca di pensieri e dialoghi ben costruiti e vivaci, soprattutto quelli in romanesco, che strappano più di un sorriso, Bonini ci presenta una storia normale, una storia comune a molti, che affonda le sue radici nel concetto di identità dell'uomo, di come l'essere maschio condizioni i diversi ruoli di padre, marito, compagno, datore di lavoro, ma soprattutto l'idea sviluppata dai figli, maschi o femmine che siano.
Bonini racconta, stupisce e, per quel che mi riguarda, supera abbondantemente lo scoglio dell'opera prima facendo non solo divertire il lettore ma spingendolo a riflettere su quella che non è una finzione ma la realtà dei fatti. Niente motore. Niente azione. Solo la vita, quella vera.


5 commenti

  1. Al solito, mi apri gli occhi su romanzi mai presi in considerazione. Grazie!

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    1. Felice di averlo fatto!
      Poi, sono quasi sicura che possa piacerti :)

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  2. Anche per me è stata una scoperta questa recensione; purtroppo del romanzo non ne conoscevo nemmeno l'esistenza :(

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    1. Sono qui per questo e ti consiglio di dargli una possibilità. Merita davvero!

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