venerdì 7 aprile 2017

Recensione 'Una storia nera' di Antonella Lattanzi





Una storia nera
Antonella Lattanzi


Editore: Mondadori - Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 249 - Prezzo: 18,00 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Roma, 7 agosto 2012. Il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla. Ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà. Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. Sono stati insieme per tutta la vita, da quando lei era una bambina, sono stati l'uno per l'altra il grande amore, l'unico, lo saranno per sempre. Vito però era anche un marito geloso, violento, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio, per un vestito troppo corto. "Può mai davvero finire un amore così? anche così tremendo, anche così triste." A due anni dal divorzio, la famiglia per una sera è di nuovo unita: Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa. I regali, la torta, lo spumante: la festa va sorprendentemente liscia. Ma, nelle ore successive, di Vito si perdono le tracce. Carla e i ragazzi lo cercano disperatamente; e non sono gli unici, perché Vito da anni ha un'altra donna e un'altra quasi figlia, una famiglia clandestina che da sempre relega in secondo piano. Ma ha anche dei colleghi che lo stimano e, soprattutto, una sorella e un padre potenti, giù a Massafra, in Puglia, i cui amici si mobilitano per scoprire la verità a modo loro. Sarà però la polizia a trovarla, una verità. E alla giustizia verrà affidato il compito di accertarla. Ma in questi casi può davvero esistere una sola, chiara, univoca verità?



Una storia di violenza, nera come la pece. Un amore malato quello di un uomo, padrone, per la sua donna, intesa come una proprietà. Vito è un uomo geloso di qualunque cosa, persino dei pensieri di sua moglie, quella stessa moglie che, dopo anni di umiliazioni e botte, ha deciso di lasciarlo e chiedere il divorzio. La famiglia, composta da Carla, la madre, Nicola, Rosa e Mara, i figli, si riunirà in occasione del compleanno della piccola di casa dopo di che Vito sparirà. Se ne perderanno le tracce e di pari passo inizieranno ricerche ed interrogatori che condurranno alla verità. Ma può mai finire davvero un amore così? Un amore tremendo, un amore triste?

Attraverso la routine quotidiana di Carla e della sua famiglia entreremo in punta di piedi in una storia in cui i personaggi sono silhouette su carta con la voglia di raccontarsi. 
Carla, gli occhi stanchi e addolorati da quella forma di dolore che accoglie su di sé per il bene dei propri figli. Un dolore taciuto, accettato e nascosto. Un dolore così netto e così chiaro per i figli che lo guardano, lo osservano riflesso in quegli stessi occhi. Una famiglia che si ama nonostante tutto il male, nella gioia e nel dolore, vicini e indivisibili. Dei personaggi che comprenderanno come "Essere adulti vuol dire anche accettare che certi problemi non si possono risolvere".

Nonostante ciò, però, se dovessi fare un paragone per descrivere questo romanzo, vi direi che è come trovarsi sulle montagne russe, all'apice, sospesi nel vuoto, in attesa di quella discesa, così improvvisa e repentina da farvi sobbalzare cuore e stomaco e urlare a squarciagola, che non arriva. O ancora, è come quando in montagna, inforcati scii ed occhialoni, siete pronti ad affrontare una delle piste più impervie, perché in fondo vi piace cedere al brivido, ed invece vi trovate dinanzi ad un rettilineo, senza ostacoli o pericoli di ogni sorta. 
Ecco, il romanzo della Lattanzi è proprio così. Manca di quella discesa improvvisa, di quell'ostacolo da evitare, di quel qualcosa che renda la lettura meno piatta e meno scontata di come appare. Ogni cosa sembra già decisa, il sentiero tracciato sin dalle prime pagine, senza quel colpo di coda che renda il tutto meno inevitabile. 

L'aggettivo nera che accompagna il titolo, descrive al meglio non solo la storia ma anche lo stile. Uno stile cupo, lento, caratterizzato da periodi alle volte molto lunghi in cui, al presente, si frappongono i racconti di aneddoti del passato che fanno perdere il cosiddetto filo del discorso. Pochi dialoghi, a volte inglobati nel discorso indiretto, e una prosa che appesantisce. 

Le basi per un romanzo forte, deciso, di quelli che lasciano il segno, ci sarebbero tutte però credo che non siano state sfruttate al meglio. La storia diventa banale e scontata e di pari passo scema anche l'entusiasmo nel voler proseguire con la lettura. Un vero peccato!




9 commenti

  1. Ciao Anna, fortissimo il tema trattato, forse per questo l'autrice non ha voluto forzare la mano? Forse perché l'argomento poteva bastarsi o perché non esistono parole poi così giuste da usare per togliere ad una storia tanto reale la banalità? Non so...Quello che ho capito dalle tue parole è che ho sofferto tantissimo con L'amore e le foreste quindi non desidero affatto ripetere l'esperienza. Ti abbraccio

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    1. Ciao Cuore! Per la verità il tema della violenza domestica aleggia nel corso delle pagine ma non ne prende mai il possesso, tutto è già avvenuto. La banalità a cui mi riferisco, in realtà, è quella inerente la risoluzione del caso. Vito scompare ma la questione sembra risolversi sin da subito, si segue un sentiero già tracciato e scontato, nessun colpo di scena. Questo mi è mancato, avrei voluto che non fosse tutto così semplice. Ti abbraccio!

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    2. Certo, in questo caso capisco la tua critica. Ti ringrazio per la lucidità con cui analizzi sempre i testi, togliendomi ogni dubbio sull'interaprende o meno una lettura :-)

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  2. Peccato, sì, mi ispirava molto.
    E le storie nere, di mio, le adoro.
    Come sempre, recensione illuminante. :)

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    1. Ti ringrazio Michele! Piacciono molto anche a me le storie nere ma questa volta mi è mancato quel qualcosa che di solito mi fa innamorare di un libro. Il caso si risolve subito, non succede nient'altro fino all'epilogo e lo stile non aiuta. Ovviamente la mia potrebbe essere una voce fuori dal coro, non sarebbe la prima volta che accade, però credo che bisogna sempre essere onesti con chi ci legge e a me questo libro non è piaciuto! Sono curiosa, se mai dovessi leggerlo, di conoscere il tuo parere ;)

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  3. avessi la metà del tuo talento nello scrivere sarei la blogger più felice del mondo, ma visto che non ce l'ho mi beo delle tue parole.
    recensione magnifica come sempre.

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    1. Ma no Chicca, ognuno ha un proprio modo di scrivere, diciamo che mi è sempre piaciuto, sin da quando facevo i temi a scuola :D
      Ti ringrazio per le belle parole! :*

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  4. Ciao Anna, lo sai perché mi piacciono le tue recensioni? Perché anche se un libro non ti è piaciuto lo dici con tale grazia e eleganza e soprattutto motivi il tuo giudizio negativo! Penso che non leggerò questo libro, non è il mio genere, ma ho letto molto volentieri la tua recensione! Brava hai tutta la mia ammirazione!!!

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    1. Ti ringrazio Rosa! Credo che un punto fondamentale sia essere onesti verso chi ci legge, ma anche nei confronti degli autori che si leggono motivando, sempre e comunque, i propri pensieri :)

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