domenica 13 novembre 2016

Sneak Peek di Novembre!


Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buona domenica lettori! Siete pronti per il consueto giretto virtuale in libreria? Devo ammettere che Novembre è un mese molto molto ricco e, tra l'altro, è anche il penultimo appuntamento, almeno per questo 2016, prima delle festività natalizie per cui potete iniziare a prendere appunti per quella che sarà la vostra letterina al dolcissimo uomo con la barba bianca e il pancione.
Come sempre si tratta di una selezione di uscite tra quelle che mi hanno colpita particolarmente e che spero abbraccino anche i vostri gusti. Detto questo, possiamo cominciare!




In libreria dal 2 Novembre


Trama:


Nicole è cresciuta senza padre e ha sempre desiderato una famiglia numerosa. Così, quando scopre di essere incinta di quattro mesi, non può nascondere la sua felicità. Peccato che il fidanzato David la pensi diversamente e decida di non seguirla in questa avventura. Inoltre, durante un controllo, Nicole scopre che il bambino ha un problema cardiaco e, disperata, corre a rifugiarsi a casa della madre Marianne, viticoltrice in un paesino nella campagna tedesca. Determinata a scoprire se la malattia del bimbo possa avere origine ereditaria, Nicole convince sua madre a mettersi in contatto col padre, su cui la donna ha sempre ostinatamente taciuto. Inizierà un viaggio che porterà Marianne a Bar-le-Duc, nella Lorena, dove negli anni '70 ha lavorato come insegnante in un villaggio circondato da campi di papavero. Un luogo in cui l'astio verso i tedeschi non si è mai sopito. Ma non tutti riescono a vedere Marianne come nemica, soprattutto l'affascinante viticoltore Michel, che però è già promesso a un'altra donna... La storia di una grande passione che supera ogni odio e pregiudizio.




In libreria dal 3 Novembre


Trama:


Di solito i bambini abbandonati vengono lasciati sulla porta di ospedali ed orfanotrofi, oppure tra gli scaffali di tetri grandi magazzini o in sudice stazioni ferroviarie. La neonata conosciuta come "la bambina dell'Hotel du Barry", invece, è avvolta in un paio di mutandoni da donna e appesa al filo del bucato nel cortile della lavanderia del lussuoso albergo londinese, miracolosamente scampato ai bombardamenti della prima guerra mondiale. Conquistati dal sorriso della piccina, i membri del personale decidono all'unanimità di tenerla con loro e con mezzi non del tutto ortodossi convincono il proprietario, Daniel, ad adottarla. Cat cresce così amata e coccolata sia dallo staff che dagli ospiti dell'hotel, ugualmente a proprio agio nella sontuosa suite del nono piano e nel labirinto di corridoi dello scantinato. Molti anni dopo, quando Daniel du Barry muore in circostanze a dir poco sospette, Cat decide di risolvere il mistero, e chiede aiuto ai membri della sua insolita famiglia - dal detective dell'albergo al gigolò irlandese, dalla compassionevole prima governante alla seducente cameriera - perché l'aiutino a inchiodare l'assassino dell'uomo che le ha fatto da padre.




In libreria dal 3 Novembre


Trama:


Il soprannome che gli hanno dato, Dubbio, parla da solo. Una certezza, però, ce l'ha persino lui: dai carabinieri è meglio stare alla larga. Perché di "mestiere" il Dubbio fa il contrabbandiere e campa traghettando stecche di sigarette dalla Svizzera, magari di notte, con una barchetta a motore. E proprio stanotte, col fianco della barchetta, ha urtato il cadavere di una donna. L'ha tirato a riva e, senza dimenticare di far sparire il carico illegale, è andato a chiamare un suo cliente fidato, il medico di Bellano, proprio per evitare i carabinieri. Ma quando torna alla riva, il cadavere non c'è più. Eppure l'ha visto bene, non può esserselo inventato, anche se qualche bicchiere l'ha bevuto, su al crotto del Buco dell'Orso, prima della traversata. In ogni caso, il punto ora è questo: che fare?











In libreria dal 10 Novembre


Trama:


La memoria è un animale strano. Passi una vita a cercare di domarla, a convincerti che ci sei riuscito, e poi basta un attimo per renderti conto che sei solo un illuso. Per Stefano quell'attimo arriva insieme a un telegramma che lo porta indietro di ventisette anni, alla notte che lo ha reso l'uomo che è: una convocazione, di questo si tratta, un appuntamento con il passato che non può più rimandare. Insieme a lui al casale, in quel tranquillo weekend estivo, ci sono loro, gli amici del liceo, ed è dalla maturità che non si vedono: Margherita, che come lui - lo capisce dalla luce nel suo sguardo - non si è perdonata, Silvia e Lucio, che invece si sono perdonati tutto, e poi Germano, che di quel gesto assurdo, forse, non ha ancora capito nulla. A riunirli è stata la madre di Mirko, il ragazzo troppo diverso da loro che in quella maledetta gita hanno trasformato prima in vittima e poi in nodo irrisolto di giganteschi sensi di colpa. Ma è subito chiaro che il pomeriggio sarà più lungo del previsto, perché, come su un palcoscenico, sfilano davanti ai loro occhi spaesati i protagonisti di quei giorni, in un processo finalmente in grado di mettere a nudo una verità che nessuno degli imputati ha mai immaginato. Giovanni Floris raccoglie le domande che ci pongono i troppi casi di violenza tra i giovanissimi e ne fa un romanzo sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del nostro futuro. Perché non esistono vittime e carnefici se sappiamo riconoscere il diritto di essere tutti diversi.





In libreria dal 10 Novembre


Trama:


Irlanda, 1922. La giovane Mary Lavelle intraprende un lungo viaggio per raggiungere Altorno, in Spagna, dove l’attende un incarico di istitutrice e insegnante di inglese presso la famiglia Areavaga. La decisione del fidanzato John di rimandare le nozze, in attesa di una più soddisfacente stabilità economica, è solo il pretesto della partenza. La verità è che Mary intende seguire, finalmente, l’impulso all’indipendenza, e la Spagna risponde perfettamente al suo bisogno d’avventura. I colori sconvolgenti del paesaggio, il carattere misterioso e infuocato degli abitanti, l’eleganza e il sangue della corrida colpiscono profondamente la giovane, iniziata ai misteri dell’affascinante paese del Sud dal circolo delle “miss” irlandesi che vi abitano da molti anni. Una di loro le confesserà di amarla, in due pagine di sincera intensità che, nel 1936, costarono al libro la censura immediata. Ma Mary è destinata a ricambiare, con grande sensualità, l’amore di Juanito, il figlio sposato degli Areavaga, provocando lo scandalo che segnerà la vita di tutti.

venerdì 11 novembre 2016

Recensione 'Il diciassettesimo conte' di Patrizia Marzocchi





Il diciassettesimo conte
Patrizia Marzocchi


Editore: Cento Autori - Genere: Giallo
Pagine: 331 - Prezzo: 14,00 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE)


Jolanda Marchegiani ufficialmente è autrice di romanzi rosa, ma in realtà è lei a dirigere l'agenzia investigativa L'Occhio di Sherlock al posto del cugino Johnny, il vero autore dei romanzi che si vergogna di firmare. Durante una vacanza in Slovenia, Jolanda viene avvicinata da Rodolfo che la introduce gradualmente alla storia della sua nobile casata, i Castelli della Torre. L'uomo sospetta che la recente morte del figlio di un noto ginecologo romano, avvenuta nella villa di famiglia, non sia da addebitare a un semplice arresto cardiaco, ma a una mano assassina. Ne è convinto anche il commissario Tommaso Pedroni, amico di Jolanda, che vuole usare Rodolfo e l'investigatrice come talpe, per violare l'omertà dei Castelli della Torre. Le indagini sveleranno un segreto inquietante che si cela nel passato. Una vicenda così drammatica da gettare un'ombra sulla discendenza della famiglia e spingere qualcuno a uccidere ripetutamente.





Ho un certo debole per le storie di famiglia e la cosa si acuisce ancor di più se c'è di mezzo un albero genealogico. Ecco, questa schematizzazione sortisce una sorta di malia su di me, mi incanta, mi affascina. Allora la mia mente inizia ad andare oltre quell'accavallarsi di nomi e di date, dietro di loro rintraccio storie, tratteggio fisionomie quando mancano documenti fotografici, caratteri, mi domando se dietro quel matrimonio ci fosse vero amore o solo interesse, magari potrebbe trattarsi di uno di quegli sposalizi combinati. Ogni ramificazione, diretta o collaterale, è disseminata di vasi da scoperchiare, di scheletri ammucchiati in armadi polverosi che chiedono solo di essere ritrovati per dar loro voce.

A questo punto, capite bene che, quando ho iniziato a sfogliare il romanzo in questione imbattendomi proprio in uno stilizzato albero genealogico, che accoglie il lettore poco prima dell'inizio della narrazione, sono andata completamente in visibilio. Prestate attenzione, questo albero sarà molto utile nel corso della ricostruzione della storia che è piuttosto ingarbugliata per quanto riguarda nomi e parentele quindi il mio consiglio, per chi volesse affrontare questa lettura che consiglio caldamente e a breve ve ne spiegherò il motivo, è quello di tenere questa schematizzazione sempre sottomano. 

Ora veniamo a noi. Tutta la vicenda ruota attorno ad una famiglia nobiliare, i Castelli della Torre. Si tratta di una delle rare casate che è riuscita a non estinguersi. Per i membri di tale famiglia è molto importante che la proprietà non venga dispersa per cui il primogenito eredita il Castello, un'antica dimora che ha tutte le caratteristiche necessarie per essere definita tale, senza però negare ospitalità a tutti quei parenti che appartengono ai rami collaterali. Quando in seno a tale famiglia si consumeranno ben due morti, molto probabilmente ricollegabili ad un'altra avvenuta in passato, quindi tre in totale, si inizierà a gridare all'omicidio
È a questo punto che entra in scena la protagonista indiscussa, colei che calca le scene alla perfezione e mantiene le fila di tutto il discorso: Jolanda Marchegiani.
Jolanda, ufficialmente è autrice di romanzi rosa il ché è tutto dire, in realtà gestisce un'agenzia investigativa per conto di suo cugino. Ora, Jolanda rappresenta quanto di più lontano dall'archetipo dell'investigatore: pressione alta, colesterolo alle stelle, sovrappeso, fumatrice e in analisi. Eppure, si instaura un rapporto di empatia tra la stessa e il lettore. A lei si contrappone il burbero commissario Tommaso Pedroni che, implicato nell'indagine, la conduce rimanendo comodamente seduto alla propria scrivania, delegando i suoi sottoposti e la stessa Jolanda. Emerge, tra i due, un rapporto fuori dal consueto, fatto di piccoli screzi, battute taglienti e privo di qualsiasi tipo di gratificazione. Un continuo rimbeccarsi che rende l'accoppiata efficace e funzionante.
Spostandoci temporalmente e localmente saremo magistralmente guidati dalla penna dell'autrice. Sarà necessario ricostruire la storia della famiglia, indagare su un attentato avvenuto durante il periodo fascista, spostarsi in una terra lontana come l'Argentina all'epoca del regime di Videla, una terra che ha molto da rivelare.


"... gli esseri umani spesso spendono le maggiori energie per nascondere una parte di sé e apparire il contrario di quel che sono. Ingannano se stessi e gli altri con una sorta di protesi psichica."


Che sia una lettrice di gialli è una cosa risaputa. Bazzico questo genere da anni e non dico che lo conosca in lungo e in largo, ma ci siamo vicini. Per tale motivo sono sempre alla ricerca di letture che, inquadrate in tale categoria, presentino quel qualcosa in più, quel quid, che le distingua dalla solita solfa. Quello che mi colpisce maggiormente in letture di questo tipo è l'imprevedibilità, un aspetto che procede di pari passo con la costruzione delle indagini che condurranno poi alla scoperta dell'assassino.

Con un titolo altisonante, e allo stesso tempo accattivante, "Il diciassettesimo conte" è riuscito nell'impresa. Non credevo che la penna della Marzocchi, autrice che ho conosciuto con piacere attraverso il suo stile moderato ed equilibrato, potesse sortire un tale effetto su di me. Il romanzo è un piccolo capolavoro per trama, storia ed intreccio. Uno di quelli che tengono col fiato sospeso soprattutto per il continuo rovesciamento di fronte al momento della scoperta della verità, verità che emergerà nell'ultimo capitolo, quello chiarificatore, quando attraverso le parole di Jolanda tutti i nodi verranno al pettine in maniera precisa e puntuale. 
 
Una Bologna che giace serenamente in un silenzio nebbioso farà da sfondo all'intera vicenda, una vicenda che vede protagonista una famiglia. I Castelli della Torre sono una di quelle casate che accoglierà la protagonista, e quindi il lettore, negli atri delle loro residenze ponendo una serie di ostacoli affinché non si raggiungano gli angoli più oscuri e segreti, i vasi e gli scheletri di cui vi parlavo all'inizio.

Ho molto apprezzato la scelta di tratteggiare le fisionomie dei personaggi, i loro caratteri e il loro aspetto: né troppo, né poco. Il necessario per seguire le fila del discorso. Così come l'artificio di ricorrere a una serie di lettere anonime che giungeranno alla cara Jolanda e che lasciano intendere, senza alcun dubbio, che il mittente sia una persona defunta, aspetto che comprenderete procedendo nell'indagine e che mi ha depistata fino all'ultimo.

Per concludere, un romanzo che rappresenta una vera e propria sfida alla logica, in cui passato remoto, passato prossimo e presente si intrecceranno per dar vita ad un disegno complicato e di difficile comprensione almeno fino a quando non si troverà il bandolo della matassa. Molto più che consigliato!





lunedì 7 novembre 2016

Recensione 'Il giardino dei fiori segreti' di Cristina Caboni


Buon lunedì miei cari lettori! Siamo a novembre, una nuova settimana inizia ed io voglio accogliervi nel mio angolino con la recensione di un libro che definirei meraviglioso e, nonostante tutto, tale aggettivo è comunque riduttivo. Fino ad ora non avevo letto nulla di Cristina Caboni, mi ero ripromessa più e più volte di recuperare ma tutto si è sempre concluso con un nulla di fatto. Ecco perché, quando ho scoperto che un nuovo romanzo era in uscita non ho saputo proprio resistere. Ringrazio la casa editrice Garzanti per la copia omaggio e per avermi permesso di scoprire, anche se con molto ritardo, un'autrice come poche. Vi chiedo scusa per la prolissità della recensione ma è uno di quei casi in cui le parole non sono mai abbastanza. Buona lettura!




Il giardino dei fiori segreti
Cristina Caboni


Editore: Garzanti - Genere: Letteratura rosa
Pagine: 356 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Londra, Chelsea Flower Show, la più grande mostra di fiori del mondo. Sotto gli archi carichi di rose, Iris Donati è felice: fra le piante si sente a casa. Una casa vera, quella che non ha mai avuto, perché fin da piccola ha vissuto in giro per il mondo sola con il padre. Mentre si china per osservare meglio una composizione, Iris rimane paralizzata. Si trova di fronte due occhi uguali ai suoi. Gli stessi capelli castani. Lo stesso viso. La ragazza che ha davanti è identica a lei. Viola è il suo nome. Anche lei ama i fiori e i suoi bouquet sono fra i più ricercati di Londra. Tutte le certezze di Iris crollano in un istante. Quella ragazza è la sua sorella gemella. Sono state divise da piccolissime, e per vent’anni nessuna delle due ha mai saputo dell’esistenza dell’altra. Perché? Ora che sono di nuovo riunite, Iris e Viola devono scoprirlo. Il segreto si nasconde in Italia, a Volterra, dove sono nate. Tra viali di cipressi e verdi declivi, sorge un’antica dimora circondata da un giardino sconfinato. È qui che i Donati vivono da generazioni. Ed è qui che Giulia Donati, la loro nonna, le aspetta. Solo lei può spiegare davvero perché sono state separate e aiutarle a trovare il sentiero giusto per compiere il loro destino. Iris e Viola non lo sanno, ma ogni coppia di gemelle della famiglia, da secoli, ha un compito da svolgere per salvaguardare la sopravvivenza del giardino. Devono imparare cosa significa prendersene cura, e soprattutto devono capire il suo grande potere: quello di curare l’anima. Ma c’è un mistero che affonda le radici nel passato della famiglia Donati, e che sta uccidendo il giardino.




Vi siete mai domandati cosa provereste se, in un mattino qualunque, di un giorno qualunque, vi imbatteste in due occhi identici ai vostri? Se scendendo lungo la curva del viso incrociaste prima lo stesso sguardo e poi lo stesso sorriso? Questo è proprio quello che avviene alle due protagoniste del romanzo: Iris e Viola. 
Smarrimento e sconcerto, credo che siano i termini più esatti a descrivere i sentimenti che si rincorrono nel loro animo. Due sorelle, per di più gemelle, separate sin dalla più tenera età in seguito ad una scelta, del tutto egoistica, operata da parte dei genitori. Quella stessa madre e quello stesso padre creduti morti a seconda dei casi. Eppure, nonostante il dolore, nonostante il rancore, sarà il richiamo in una terra sconosciuta come l'Italia, dove affondano con prepotenza le radici del loro passato, che le porterà a comprendere "...che non tutto quello che accade ha un significato immediato. Spesso è parte di qualcosa che si deve compiere e solo dopo, una volta concluso, acquista un senso".

Questo è un romanzo che racchiude in sé la bellezza delle voci delle donne. Sono loro le protagoniste indiscusse. Un avvicendarsi di generazioni, un continuo salto tra passato e presente, tra ricordi e segreti. Un'alternanza di capitoli in cui saranno voci diverse a raccontarsi, voci che nella loro singolarità ci permetteranno di avere un quadro d'insieme, quasi corale. Entreremo nella vita delle giovani protagoniste, nei loro mondi che, irrimediabilmente, dovranno incontrarsi. In taluni casi lo faremo in punta di piedi, in altri prepotentemente.

Iris è la prima voce alla quale ci aggrappiamo nel corso della lettura. In lei alberga un forte senso di vuoto, da non confondere con la solitudine, piuttosto con l'avvertire una mancanza. Un dolore sottile, il peso di una malinconia con il quale convivere. Ci sono giorni in cui quel malessere si trasforma in tristezza vera e propria ed è necessario attendere l'arrivo della notte per dar vita a quella voce dentro di lei che la spinge a prendersi cura delle piante. È proprio quello il momento in cui i suoi giardini prendono vita nelle diverse zone della città. Quasi come una ladra si accinge a realizzarli interpretando un bisogno che prima era solo suo, ma che, con l'andare del tempo, coinvolge anche altre persone e questo segna un vero e proprio cambiamento nel suo modo di pensare. Lei quel bisogno lo traduce in fiori, profumi, piante, quelle stesse piante che lei salva dall'abbandono, intrise di storie da raccontare. 
La sua controparte è Viola, una ragazza cresciuta dando retta alle proprie illusioni pur conoscendo la verità delle cose. Il suo passato è fatto di ombre, di silenzi, di vuoti che la portano a credere di non averlo mai veramente avuto. Lei che si afferra con tutte le forze ai torti e ai dolori perché li ritiene necessari ad indicare la strada da percorrere. A differenza di Iris non è capace di chiedere scusa né tanto meno di perdonare perché significherebbe andare avanti, rimettersi in gioco, e ciò richiede ottimismo e coraggio, qualità che non possiede. Aveva sempre vissuto con sua madre, erano sempre state solo loro due, si bastavano. Come sua sorella, anche lei si esprime attraverso l'arte floreale realizzando composizioni. La sua vena artistica, a differenza di Iris, è espressione di sé stessa piuttosto che dei bisogni altrui. 

Insieme intraprenderanno un viaggio che le condurrà alle origini, in una villa fuori Volterra, una villa resa immortale dalle piante che ne hanno preso possesso, da un giardino in disfacimento, un giardino che rappresenta una sorta di personificazione, e per tal motivo indicato spesso col pronome 'lui', con un potere da riscoprire e riportare alla luce: ascoltare i segreti di chi è capace di confidarsi, prendersi i dolori e le malinconie per restituire sorrisi e speranze. Sarà proprio la dualità e l'unità delle gemelle a fare la differenza in tal senso. 


"Esiste sempre la speranza. Le cose non avvengono tutte secondo regole matematiche. Alcune sono uniche, speciali. Così quello che finora è andato in un modo cambia all'improvviso. E diventa altro. È la vita. La cosa importante è saperlo, correre il rischio."


Sono stata folgorata, ammaliata dal modo di scrivere della Caboni, dal suo stile ipnotico, dal modo di raccontare e di porsi con il lettore. Una sorta di dialogo che permette di sentirsi nella storia, incatenati a quelle pagine con la sola voglia di ricostruire ogni cosa, presente, passato e futuro inanellandoli nel giusto ordine. 

Sublime ed efficace la caratterizzazione dei personaggi, così come la ricostruzione del rapporto tra le gemelle fatto di scontri e di rifiuti più che di legami. Due mondi geneticamente simili ma completamente diversi per quello che è stato il loro vissuto. Avrebbero dovuto sostenersi a vicenda in quanto avevano subito lo stesso torto mentre in realtà lo affrontano in solitudine. Ancora, il rapporto con nonna Giulia una donna austera ma allo stesso tempo fragile come "...una pianta nata da poco o un fiore destinato a vivere solo poche ore...", o quello conflittuale con i genitori, con quel padre che è considerato un ladro di tempo, di occasioni, di sentimenti, di emozioni, di vite intere.

Importante la cura dei dettagli, lo studio alla base di un'arte, quella del giardinaggio, che richiede le giuste conoscenze: a tal proposito ho molto apprezzato le introduzioni ai vari capitoli. In ognuna di esse sono racchiuse generalità e curiosità di diverse specie di fiori e piante.
Il romanzo è un continuo ancorarsi al passato, un passato ricco di storie, di segreti, di dolori e di sofferenze da riportare alla luce per poter pensare ad un futuro migliore. E quel fardello, quel segreto che pesa come un macigno ne impregna ogni singola pagina. Se ne percepisce il peso rigo dopo rigo, emozione dopo emozione, silenzio dopo silenzio perché è il non detto che uccide. 

Un romanzo in cui si parla di rifiuti, di scelte egoistiche. Un romanzo in cui non sbocceranno solo le protagoniste, ma anche il lettore, proprio per la miriade di emozioni provate, emozioni che avvertirete sotto la pelle, nella pancia, nel vostro cuore ed è per questo che non posso che consigliarvene la lettura. Imbattersi in un romanzo del genere è davvero un dono.





venerdì 4 novembre 2016

Recensione 'È solo una storia d'amore' di Anna Premoli


Buongiorno miei cari lettori, oggi è venerdì ed è tempo di lasciarvi una nuova recensione prima del weekend. Il romanzo di cui vi parlo l'ho ricevuto in omaggio dalla casa editrice Newton Compton Editori, che ringrazio per la copia, e che trovate in tutte le librerie da ieri, 3 Novembre. 
Come avrete capito dal titolo di questo articolo si tratta del nuovo romanzo di Anna Premoli, un'autrice che non mi è del tutto sconosciuta perché, in passato, ho avuto modo di leggere altri suoi romanzi, primo tra tutti "Ti prego lasciati odiare". Mettetevi comodi in modo da cominciare!





E' solo una storia d'amore
Anna Premoli


Editore: Newton Compton Editori - Genere: Letteratura rosa
Pagine: 310 - Prezzo: 9,90 € - eBook: 4,99€
(OMAGGIO CE)


Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?





Partiamo dal presupposto che non leggo molti romanzi rosa quindi sono estranea a tutte quelle caratteristiche che un titolo, che rientri in tale genere, debba soddisfare. Per questo motivo ve ne parlerò sì da profana, ma sicuramente da lettrice.
Come vi ho anticipato, ho già avuto modo di conoscere Anna Premoli con il suo romanzo di esordio "Ti prego lasciati odiare" prima e con "Come inciampare nel principe azzurro" poi. Ecco, alla luce di questa mia conoscenza pregressa posso dirvi che questo ultimo lavoro non è male ma, rispetto a quei titoli, manca di qualcosa. Non è il migliore, quindi, ed è anche piuttosto prevedibile. Ma andiamo con ordine.

Ho ravvisato in questo romanzo una sorta di velata protesta, divenuta poi sempre più evidente e marcata, da parte dell'autrice, nei confronti di tutti coloro che sviluppano una serie di preconcetti contro la letteratura rosa e contro le lettrici di tale genere. A questo proposito io mi schiero con la Premoli perché de gustibus non disputandum est e ognuno legge quel che gli pare, però ho trovato che, a tratti, la stessa protesta abbia un po' preso il sopravvento a discapito della storia vera e propria.

L'archetipo per eccellenza, colui che incarna alla perfezione questo tipo di individuo carico di preconcetti, è un esemplare di sesso maschile di nome Aidan Tyler, nonché il protagonista. Aidan è un vero e proprio pallone gonfiato, uno che si era aggiudicato il Premio Pulitzer cinque anni prima rispetto ai fatti narrati e da allora aveva perso la sua vena artistica, quella stessa vena artistica che aveva fatto di lui uno scrittore di fama mondiale. La sua filosofia di vita consta di due aspetti fondamentali: da anni, ormai, si vende solo spazzatura (vedasi romanzo rosa) e, se proprio deve sfornare un nuovo romanzo questo deve essere un capolavoro, altrimenti non se ne fa nulla.
Egocentrico e arrogante, si tratta di uno di quei tipi incapaci di dosare le parole e quindi incauto, il più delle volte, tanto da ritrovarsi, all'improvviso, impelagato in una sorta di scommessa: scrivere un romanzo d'amore. 
La sua controparte femminile è Laurel, una scrittrice di successo di romanzi rosa e per di più molto prolifica. Arguta, attenta osservatrice, curiosa sì, ma con i piedi ben saldi per terra, preferisce credere alle cose concrete lasciando che siano i suoi libri a raccontare di favole moderne alle sue lettrici. Dotata di acume e di una dialettica sottile e tagliente, che emerge soprattutto nell'ottima costruzione dei dialoghi, Laurel è una donna schietta che dice sempre quello che pensa ma, allo stesso tempo, complicata perché nasconde dentro di sé un tumulto di emozioni che non riesce ad esprimere davvero. Lei rappresenterà la montagna da scalare, il mezzo attraverso cui nutrirsi di sensazioni, emozioni ed intuizioni necessarie, ad Aidan, per la stesura del suo nuovo romanzo. Quello stesso Aidan che si crogiola nelle sue paure, soprattutto in quella di non reggere il confronto con quello che è stato, di non essere all'altezza ma, piuttosto, un buono a nulla. Tutto ciò che accadrà tra loro sarà fatto per il bene della letteratura rosa, ma i sentimenti, ben presto, prenderanno il sopravvento. 


"La verità è che nei romanzi le storie si sbriciolano per motivazioni drammatiche e inattese. Nella vita reale, invece, le relazioni naufragano con sorprendente costanza anche senza il bisogno di eventi paranormali: bastano due persone che tengono più a se stesse che alla coppia, basta la pigrizia, oppure l'ottusità. e il gioco è fatto. Ecco perché questa volta ho deciso di narrare la nascita di un grande amore piuttosto normale, anche se non banale."


Con un ritmo narrativo ironico la Premoli riesce a rendere su carta tutte le sfaccettature dei suoi personaggi, principali e non. L'ottima caratterizzazione fa sì che, irrimediabilmente, si arrivi ad odiare Aidan e ci si schieri dalla parte di Laurel. Assisteremo al momento dell'incontro e, via via, alla nascita di un legame, un rapporto sempre più burrascoso ma che costituirà una costante della loro quotidianità.

Nel complesso la lettura è stata piacevole ma mi aspettavo qualcosa di diverso dalla talentuosa penna della Premoli, soprattutto sapendo di cosa è capace. Non si è certamente smentita per stile e per capacità dialettiche ma la storia non è così dirompente, anzi l'ho trovata sottotono, così come la piega degli eventi che sembra rispettare una scaletta prestabilita e piuttosto banale. Purtroppo la curiosità del lettore, almeno nel mio caso, non è rimasta sempre costante ma è andata scemando fino a raggiungere un finale, ahimè, scontato e prevedibile.

Nonostante questo, il romanzo offre alcuni spunti di riflessione in quanto manifestazione dell'amore per i libri, indipendentemente dal genere di appartenenza o dal posto in classifica e su questo non posso che essere d'accordo. Ne consiglio la lettura a chi magari adora il genere rosa, a chi, ogni tanto, vorrebbe staccare la spina, ma a coloro che non conoscono questa scrittrice consiglierei di partire da altro, magari proprio dalle origini.





mercoledì 2 novembre 2016

Monthly Recap Ottobre!



Rubrica a cadenza mensile per riepilogare quanto avvenuto nel mese appena trascorso



Buongiorno lettori! Un altro mese è letteralmente volato via, Ottobre ha lasciato il posto a Novembre e questo vuol dire che è tempo di bilanci. Siamo in quel periodo dell'anno in cui i profumi e i colori la fanno da padroni. Il periodo in cui la fiamma viva nel caminetto, il calore sprigionato dai tizzoni ardenti, le tazze di tè o tisana, a seconda dei gusti, e la copertina lavorata a maglia fanno compagnia ad una buona lettura. Ottobre, in ambito letterario, non è stato un mese facile per la sottoscritta, questo perché avevo un arretrato di letture da portare a termine e gran parte di queste non le ho gustate a pieno, o comunque come avrei voluto, e ciò è emerso anche in qualche recensione. 
Comunque, ora sono tornata padrona di me stessa, o meglio il mio io lettrice si è risvegliato dal letargo, per cui preparatevi a conoscere cosa è accaduto in questi trentuno giorno, ma soprattutto cosa è arrivato nella mia libreria, cartacea e virtuale!




LETTURE E RECENSIONI


Questo mese, come preannunciato, ho letto davvero poco: solo 5 romanzi sul mio comodino. Di alcuni troverete la recensione tra qualche giorno, degli altri vi basterà cliccare sulle immagini di copertina per dare uno sguardo a ciò che vi siete persi.


Testo Alternativo Testo Alternativo Testo Alternativo
Testo Alternativo
RECENSIONE IL 4 NOVEMBRE
Testo Alternativo
RECENSIONE IL 7 NOVEMBRE

Non avete ancora modo di saperlo, in quanto la recensione sarà pubblicata lunedì, ma la lettura che ho decretato la migliore del mese di Ottobre è "Il giardino dei fiori segreti" di Cristina Caboni.


giovedì 27 ottobre 2016

Reader's Tip #2: 'La verità di Corrag' di Susan Fletcher



Rubrica a cadenza mensile nella quale troverete un mio consiglio letterario



Ultimo giovedì del mese e, come avveniva per il precedente, eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata ai consigli della Reader, che poi sarei io!

Tra pochi giorni è Halloween, una festa che ormai si è diffusa in tutti i Paesi, vicini e lontani, ed è per questo motivo che, fissando la mia libreria, ho scelto un romanzo che si interfaccia perfettamente con tale evento. 
Il titolo che ho accuratamente selezionato per voi, e del quale troverete un brevissimo pensiero a seguire, affronta una tematica a me cara, una tematica che mi ha, da sempre, affascinata: la stregoneria. 
Diciamoci la verità, spero ardentemente che una mia antenata fosse, tra le altre cose, una strega!
Vi lascio ad alcune generalità mentre noi ci rileggiamo tra qualche riga.






La verità di Corrag
Susan Fletcher


Editore: Mondadori - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 371 - Prezzo: 9,50 €


Scozia, 1692. In una cella buia e fredda una giovane donna, Corrag, sta aspettando che il suo destino si compia: tra pochi giorni sarà messa al rogo, accusata di essere una strega, responsabile del terribile massacro di Glencoe nel quale hanno trovato una morte orribile uomini, donne e bambini del clan MacDonald. Un episodio che interessa molto a Charles Lcslie, attivista politico irlandese, che vuole sfruttare la situazione di tumulto per ridare il trono al re James. Desideroso di ottenere informazioni, Leslie interroga Corrag e ascolta la sua verità e la sua storia: l'infanzia libera e selvaggia nelle brughiere con la madre guaritrice, l'amore per Alasdair MacDonald, il terribile giorno della strage, la fuga, la cattura. Un racconto destinato a mutare per sempre i destini dei protagonisti, una vicenda ricca di forti emozioni cha cattura e toglie il respiro.





PICCOLO PENSIERO



"Ho sentito parlare di destino. È una parola che non uso. Credo che ognuno faccia le proprie scelte. Credo che ognuno sia l'artefice della propria esistenza e che non ci si debba affidare completamente ai sogni e alle stelle. Forse, però, i sogni e le stelle possono indicarci la via. E quella del cuore è una voce potente. Sempre. Ascoltatela."


Non lasciatevi ingannare dalla copertina, non si tratta di un semplice romanzo d'amore nonostante nel libro se ne parli ampiamente. Tuttavia è un tipo di amore privo di sfumature romantiche, è un amore nei confronti del mondo, delle piccole cose. Un amore per la vita. Un inno alla vita da parte di una giovane donna prossima alla morte.
Da una cella buia e fetida Corrag attende il disgelo che la porterà verso quello che sembrerebbe essere il suo destino: bruciare sul rogo in quanto strega e responsabile del massacro di Glencoe.  
Pagina dopo pagina Corrag si racconterà al lettore emergendo in tutta la sua purezza e la sua fragilità. Corrag è il tutto e il niente, lei che vive in simbiosi con la natura, lei che ama un uomo che non potrà avere. Corrag è coraggio, determinazione.
Grazie alle magnifiche capacità descrittive dell'autrice, che fanno del romanzo una piccola raffigurazione su tela, conoscerete una storia magnifica e coinvolgente, una storia sussurrata all'orecchio del lettore ma capace di farsi strada sino al cuore, alla pancia e agli occhi. A toccare le corde dell'anima. 
Se avete voglia di emozionarvi questo è il libro che fa per voi, non a caso è anche tra i miei preferiti!







lunedì 24 ottobre 2016

Recensione 'Un segreto non è per sempre' di Alessia Gazzola






Un segreto non è per sempre
Alessia Gazzola


Editore: Longanesi - Genere: Giallo
Pagine: 412 - Prezzo TEA: 12,00 € - eBook: 8,99€


"Mi chiamo Alice Allevi e ho un grande amore: la medicina legale. Il più classico degli amori non corrisposti, purtroppo. Ho imparato a fare le autopsie senza combinare troppi guai, anche se la morte ha ancora tanti segreti per me. Ma nessun segreto dura per sempre. Tuttavia, il segreto che nascondeva il grande scrittore Konrad Azais, anziano ed eccentrico, è davvero impenetrabile. E quella che doveva essere una semplice perizia su di lui si è trasformata in un'indagine su un suicidio sospetto. Soltanto Clara, la nipote quindicenne di Konrad, sa la verità. Ma la ragazza, straordinariamente sensibile e intelligente, ha deciso di fare del silenzio la sua religione. Non mi resta che studiare le prove, perché so che la soluzione è lì, da qualche parte. Ma studiare è impossibile quando si ha un cuore tormentato. Il mio Arthur è lontano, a Parigi o in giro per il mondo per il suo lavoro di reporter. Claudio, invece, il mio giovane superiore, il medico legale più brillante che conosca, è pericolosamente vicino a me. Mi chiamo Alice Allevi e gli amori non corrisposti, quasi più delle autopsie, sono la mia specialità."




'Un segreto non è per sempre' è il secondo romanzo con protagonista la specializzanda in medicina legale, Alice Allevi. Complice il folle innamoramento che provo verso questo personaggio, conosciuto grazie al primo volume intitolato 'L'allieva' (trovate la mia recensione qui), e la fiction in onda su Rai Uno che è incentrata proprio sui primi tre romanzi, ho deciso di imbarcarmi in una nuova avventura della dottoressa più ironica, più intuitiva e più stramba che conosca.

In questo romanzo, Alice è chiamata a prendere parte alla perizia di un caso di interdizione nei confronti del celebre scrittore Konrad Andràs Azais. A causa delle sue volontà testamentarie che privano i figli dell'eredità, senza una precisa spiegazione, viene ritenuto dagli stessi un soggetto disturbato e incapace di amministrare i suoi averi. Nei giorni seguenti, tuttavia, il povero Azais viene trovato morto ed è allora che nella mente di Alice prenderà piede la remota possibilità che lei possa essere una jettatrice, ovvero una che porta male. Emergerà, come al solito, quella forza tanto casuale che la getterà tra le braccia degli eventi, eventi che stanno a significare guai. Insomma la morte sta ad Alice come Alice sta alla morte.
All'apparenza sembrerebbe un caso di suicidio, suffragato anche dalla lettera scritta di proprio pugno dallo scrittore e ritrovata accanto al cadavere. Se non fosse, però, che la piccola Clara, colei che ha rinvenuto il corpo senza vita del nonno, abbia smesso di parlare, soprattutto dell'accaduto. Pur sapendo, pur avendo assistito a qualcosa, pur avendo visto qualcuno, piuttosto che fingere di dimenticare, lei sceglie di non dire. 
Si sviluppa così l'unica pista possibile, quella dell'omicidio che darà origine ad un caso in cui il confine tra buoni e cattivi si rivelerà essere molto molto labile. Un caso che si complicherà ulteriormente con un secondo assassinio intimamente legato al precedente.

Ancora una volta ci si ritrova dinanzi all'incredibile penna della Gazzola, alla sua capacità di costruire gialli fitti ed intricati con, come in questo caso, un continuo ribaltamento di fronti riguardanti i possibili colpevoli, che tengono il lettore imbrigliato alla storia. 
A tutto ciò si accosta, in questo romanzo, una maggiore attenzione nei confronti di personaggi già conosciuti e ritrovati. Una serie di sfumature che permettono di inquadrarne al meglio le figure e con ciò mi riferisco ad un Calligaris molto più reale, un ispettore che nonostante sia chiamato, per lavoro, ad interfacciarsi con lo squallore umano, conserva la capacità di provare una fiducia genuina nei confronti dell'umanità, o ancora lo stesso Claudio Conforti, il cui passato, anche solo accennato, ci permetterà di inquadrarlo in una maniera differente, una maniera che lo faccia scendere dal piedistallo dorato sul quale si è elevato.

A mantenere le fila della trama troviamo l'irresistibile personaggio di Alice, una Alice che si sveste, si mostra in tutta la sua fragilità dinanzi agli occhi del lettore, con tutti i suoi dubbi, i suoi pensieri, le sue domande che hanno rinsaldato ulteriormente quel feeling che tra me e lei si era già creato anzitempo.
Una protagonista sicuramente molto più preparata in ambito lavorativo, nonostante l'istinto prenda ancora il sopravvento sui dati scientifici, ma completamente in balia della sua vita sentimentale. Un vero e proprio combattimento tra due fuochi perché se è vero che il suo cuore sia legato a quello del giovane Arthur, ogni volta che lui va via, per inseguire il suo sogno di reporter di guerra, qualcosa si spezza ed è come se lei debba ricominciare tutto da capo senza di lui. Debba ritrovare quella quiete che assopisca il dolore della lontananza perché il tempo non basta mai quando si è lontani, l'unica cosa che avanza è la nostalgia. 
Allora iniziano ad accavallarsi le domande di rito: quale futuro esiste per loro? Ma soprattutto, in quale esatta frazione temporale?
Se è difficile trovare una strada percorribile con Arthur, dall'altra parte il susseguirsi degli eventi la porterà a relazionarsi costantemente con Claudio, il suo affascinante mentore, che mostrerà a lei giorno per giorno, piccole gocce della sua complessa personalità iniziando a scombussolare quel finto stato di quiete in cui dovrebbe trovarsi il suo cuore.

Accettare i mutamenti, prendere una decisione, affrontare la realtà significa crescere e questo la giovane protagonista lo sa benissimo, ma lei è una che non riesce a scegliere. Un verbo, scegliere, che rappresenta la cosa più difficile a cui sottoporre un essere umano. 

Insomma una serie, una protagonista e una scrittrice che dovreste conoscere a tutti i costi. Io, dal canto mio, vado a procurarmi il volume successivo perché il finale di questa avventura mi ha lasciata col fiato sospeso in quanto anticipa il coinvolgimento di qualcuno di molto vicino al mondo che gravita attorno alla giovane Alice.