Primo volume di una serie che, almeno in lingua originale, ne conta ben sedici, Jalna è il romanzo apripista di quelle che sono anche conosciute come The Whiteoak Chronicles, ovvero le Cronache dei Whiteoak.
Una grande saga familiare che, pubblicata sul finire degli anni '20 del Novecento, copre un arco temporale narrativo di ben cento anni, raccontando la storia di tre generazioni di Whiteoak.
Jalna non è solo il titolo del primo romanzo della serie, ma è anche il nome della grande tenuta, costruita nell'Ontario, in Canada, in onore dell'omonima città indiana in cui si erano conosciuti i due capostipiti della famiglia, ovvero Philip Whiteoak e sua moglie Adeline Court.
Come un frutto maturo immerso nella luce dorata del pomeriggio, avvolto in un rosso manto di vite vergine e circondato da prati appena tosati e dal profumo dei frutteti, l'antica casa padronale diventa il teatro in cui si esibiscono gli attori principali dell'intera vicenda, la famiglia Whiteoak.
A tirare le redini è l'indomita nonna Adeline. Prossima al secolo, Adeline è una donna dalla feroce maestosità che dà l'impressione di aver vissuto una giovinezza fitta di intrighi, amanti e duelli, ma al contempo desiderosa dell'affetto di figli e nipoti e di una buona dose di pietanze da gustare nelle diverse ore della giornata. C'è, poi, il capofamiglia, Renny, inscalfibile, arrogante, irremovibile e apparentemente insensibile; Finch col suo strisciante senso di inferiorità e impotenza, rispetto al resto della famiglia, dal quale fugge solo attraverso la musica; Eden, impacciato e riservato, aggrappato alla sua delicata sensibilità di poeta; il birbante Wakefield, fratello minore, scaltro e furbo come pochi; gli zii Ernest e Nicholas; la sorella maggiore Meg, che ancora immagina un Maurice malinconico e intento a rimuginare sul fidanzamento annullato; lo sventato Pears. Per non contare poi due estranee, Pheasant, figlia illegittima del vicino, e Alayne, americana in carriera, due donne che, con il loro arrivo, andranno a scombussolare l'equilibrio familiare già precario.
Facce difficili da dimenticare,
affettuosi, arroganti irascibili ed egocentrici, i Whiteoak sono una
vera e propria falange di soldati pronta a piombare addosso al lettore.
In un susseguirsi di stagioni, che vanno dall'autunno piovoso alla neve sonnolenta e immacolata del letargo invernale, dall'odore fresco della terra e dei fiori selvatici in primavera ai profumi intensi e dolci delle notti estive, sospinti dai tiepidi aliti e dalle fresche brezze, ci ritroviamo immersi interamente nella complessità delle dinamiche familiari. Quei legami invisibili, oscuri, che uniscono ciascun membro della famiglia, fili sottili che legano ma che possono spezzarsi e riannodarsi in nuovi modi, improvvisi ed imponderabili.
L'autrice esplora la profondità di tali interazioni, cogliendo le diverse situazioni che si presenteranno nel corso della narrazione, per tratteggiare, con dovizia di particolari, i singoli, in quella che può essere considerata a tutti gli effetti una sorta di presentazione. Approfondisce, poi, il gioco di intrecci all'interno e al di fuori di Jalna, dando importanza a una serie di avvenimenti che avranno un peso preponderante nella vita di ciascuno e che, come una fitta rete, andranno a toccare e influenzare le esistenze altrui.
Questo il fulcro centrale della vicenda che si svolge interamente all'interno, o comunque nei confini, della tenuta. La casa padronale, come il ventre materno, richiama tutti i figli a sé in un susseguirsi di amori, tradimenti, bugie, segreti e dissapori, il tutto completamente immersi nell'incontaminata quanto caparbia natura canadese che, la de la Roche non lesina mai di descrivere.
La prosa estremamente fluida, la scrittura ironica, pungente ed arguta, fanno di Jalna una lettura accattivante e piacevolissima. Un romanzo il cui scopo è quello di fornire un'infarinatura necessaria per conoscere i diversi figuranti, a cui l'autrice dedica lo stesso tipo di attenzioni, per poter poi varcare, con passo sempre più convinto e deciso, la soglia di quella porta che ci condurrà verso un nuovo mondo, in seno ad una famiglia che ha tutta la voglia di rivelarsi, agli occhi attenti di noi lettori, senza nascondere nulla di sé.
La curiosità è davvero tanta, le trame e sottotrame svicolano verso pieghe inaspettate. A questo punto non ci resta che il tempo dell'attesa, quella del volume successivo.
In un susseguirsi di stagioni, che vanno dall'autunno piovoso alla neve sonnolenta e immacolata del letargo invernale, dall'odore fresco della terra e dei fiori selvatici in primavera ai profumi intensi e dolci delle notti estive, sospinti dai tiepidi aliti e dalle fresche brezze, ci ritroviamo immersi interamente nella complessità delle dinamiche familiari. Quei legami invisibili, oscuri, che uniscono ciascun membro della famiglia, fili sottili che legano ma che possono spezzarsi e riannodarsi in nuovi modi, improvvisi ed imponderabili.
L'autrice esplora la profondità di tali interazioni, cogliendo le diverse situazioni che si presenteranno nel corso della narrazione, per tratteggiare, con dovizia di particolari, i singoli, in quella che può essere considerata a tutti gli effetti una sorta di presentazione. Approfondisce, poi, il gioco di intrecci all'interno e al di fuori di Jalna, dando importanza a una serie di avvenimenti che avranno un peso preponderante nella vita di ciascuno e che, come una fitta rete, andranno a toccare e influenzare le esistenze altrui.
Questo il fulcro centrale della vicenda che si svolge interamente all'interno, o comunque nei confini, della tenuta. La casa padronale, come il ventre materno, richiama tutti i figli a sé in un susseguirsi di amori, tradimenti, bugie, segreti e dissapori, il tutto completamente immersi nell'incontaminata quanto caparbia natura canadese che, la de la Roche non lesina mai di descrivere.
La prosa estremamente fluida, la scrittura ironica, pungente ed arguta, fanno di Jalna una lettura accattivante e piacevolissima. Un romanzo il cui scopo è quello di fornire un'infarinatura necessaria per conoscere i diversi figuranti, a cui l'autrice dedica lo stesso tipo di attenzioni, per poter poi varcare, con passo sempre più convinto e deciso, la soglia di quella porta che ci condurrà verso un nuovo mondo, in seno ad una famiglia che ha tutta la voglia di rivelarsi, agli occhi attenti di noi lettori, senza nascondere nulla di sé.
La curiosità è davvero tanta, le trame e sottotrame svicolano verso pieghe inaspettate. A questo punto non ci resta che il tempo dell'attesa, quella del volume successivo.
Come ho scritto anche a Tessa stamattina, con le saghe familiari ho un problema: sono capace di acquistarle, ma puntualmente, poi, non le leggo. Chissà perché. Troppo incostante io?
RispondiEliminaOgni volta, però, il fascino delle recensioni è grande. :)
Per quanto mi riguarda devo ammettere che Jalna ha avuto un ottimo impatto su di me. Certo sono un po' spaventata dalla mole, ma questo romanzo si butta giù come un bel bicchiere di acqua fresca :)
EliminaAbbiamo avuto le stesse sensazioni ;) Credo proprio che questi Whiteoak ci terranno buona compagnia. Un bacio.
RispondiEliminaSperiamo di poter leggere in tempi brevi anche il volume successivo :)
EliminaUn bacio!
Ho trovato il primo volume della saga coinvolgente e mi sono già affezionata ai protagonisti. Speriamo di poter leggere presto il seguito :)
RispondiEliminaVero! Credo proprio che sarà uno di quei romanzi che vanno a ruba :)
EliminaCiao, ho trovato anche io questo primo volume molto bello! Speriamo di non dover aspettare troppo per i seguiti! ;)
RispondiEliminaCon tutte le belle recensioni che ho letto sicuramente lo leggerò e poi amo le saghe familiari perché mi permettono di affezionarmi ai personaggi.
RispondiEliminaBaci
Con tutte le belle recensioni che ho letto sicuramente lo leggerò e poi amo le saghe familiari perché mi permettono di affezionarmi ai personaggi.
RispondiEliminaBaci
Io aspetto con ansia. Credo che questa serie mi prenderà totalmente!
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