venerdì 13 gennaio 2017

Recensione 'Il prigioniero del cielo' di Carlos Ruiz Zafon







Il prigioniero del cielo
Carlos Ruiz Zafon


Editore: Mondadori - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 340 - Prezzo: 12,00 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE)


Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista.





Torno a camminare per i vicoli oscuri di Barcellona, insieme a quelli che ormai considero i miei più fidati compagni di viaggio, un viaggio che si infittisce sempre più, pagina dopo pagina e che molto probabilmente giungerà a conclusione nell'ultimo romanzo della quadrilogia che leggerò prossimamente.
"Il prigioniero del cielo" è il terzo capitolo della saga de Il cimitero dei libri dimenticati e, cronologicamente parlando, si riaggancia perfettamente alle vicende conclusive de "L'ombra del vento" che è, invece, il primo capitolo e ripercorre molti solchi tracciati ne "Il gioco dell'angelo",  il secondo capitolo. Ecco, alla luce di tutto ciò credo che sarebbe necessario invertire l'ordine di lettura tra primo e secondo libro in modo da avere un quadro lineare e ben definito.

Detto questo, quando mi è stato quasi promesso che il romanzo in questione mi avrebbe coinvolta così come avvenuto durante la lettura de "L'ombra del vento" non ci ho veramente creduto. Era impossibile, secondo me, eguagliare quel libro nello specifico. Ebbene devo ricredermi. Non dico che mi ha suscitato lo stesso tipo di attrazione, ma quasi, tanto da averlo divorato nel giro di due giorni.

Non aggiungerò nulla di più sulla trama, mi piacerebbe che chiunque decida di leggerlo si ritrovi catapultato in questa nuova avventura così come è accaduto a me, con il fiato sospeso e la crescente curiosità che accompagna il lettore ogni qual volta si gira la pagina.
Quello che invece ho apprezzato grandemente è che la maggior parte delle vicende siano incentrate su quello che fino ad ora è stato considerato un personaggio secondario. Una sorta di riscatto che lo vede protagonista indiscusso portando alla luce gli aspetti più segreti del suo vissuto. Tra queste pagine scopriremo cosa ne è stato di lui nel periodo antecedente alla sua comparsa nel romanzo, di come sia tornato dal mondo dei morti come un essere umano inesistente.
Ovviamente sto parlando di Fermìn, il piccolo uomo con il peso del mondo sulle spalle. Accanto a lui ritroveremo anche tutti gli altri personaggi tra cui lo stesso Daniel Sempere con un più profondo senso di inquietudine nello sguardo alla luce di alcune scoperte che riguardano se stesso, la sua famiglia e il suo passato.

La narrazione in prima persona, che rispecchia in tutto e per tutto il classico stile dello scrittore spagnolo, si muove su due registri temporali con altrettanti narratori d'eccellenza: le vicende di quello che è il tempo presente, il 1957, saranno raccontate dalla voce di Daniel, quelle del passato, il 1939, da Fermìn. 
Ecco, sarà proprio l'intreccio tra i due archi temporali, presente e passato, a rendere il romanzo molto più che interessante, a far sbocciare quei piccoli semini, quelle informazioni, che erano stati piantati nei solchi tracciati dai precedenti romanzi.

Cosa mi aspetto adesso? Che il nuovo capitolo sia altrettanto coinvolgente, che renda ancora più completo il puzzle che, via via, prende sempre più forma, ricomponendosi. Un tassello alla volta per far sì che il lettore comprenda fino in fondo la grandezza e la bellezza della storia che gli si dipana davanti. 




10 commenti

  1. Anna cara mi convinci sempre più! Come ti dissi nella scorsa recensione ho letto L'ombra del vento molto tempo fa e ho ricordi sbiaditi della storia. Non ti nascondo che mi piacerebbe leggere l'intera quadrilogia e leggendo il tuo pensiero hai consigliato di leggere prima Il gioco dell'angelo e poi L'ombra del vento, magari seguo questo ordine...ora non mi resta che aspettare il tuo pensiero su l'ultimo capitolo della saga! A presto!

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    1. Ciao Rosa, sì credo che ai fini della consequenzialità temporale sarebbe meglio invertire l'ordine di lettura per inquadrare meglio i diversi personaggi e le loro storie. Come sai non avevo letto nulla di questa saga in particolare per cui leggendo non dico di seguito, ma quasi, è davvero appassionante :)

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  2. Ciao, sento sempre parlar bene di Zafon, autore che conosco solo di nome ma che mi incuriosisce sempre di più, man mano che legog i post sui vari blog che seguo ;-)
    P.s. ho organizzato un giveaway sul mio blog, se ti interessa questo è il link http://langolodiariel.blogspot.it/search/label/Speciale%20Giveaway%202017

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  3. Considerato quanto scrivi, con calma, lo leggerò. Mi fido molto della tua opinione.
    Un saluto da lea

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    1. Ed io sono lusingata della tua fiducia :) Questo romanzo l'ho finito nel giro di due giorni, mi ha tenuta incollata alla storia un po' come avveniva ne "L'ombra del vento". Baci!

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  4. Ho provato la stessa empatia come per il primo anch'io!!!! L'ultimo è in lettura è un bel mattone, lo leggo tra un libro e l'altro, sono a metà. Mi sono bloccata perchè il nostro carissimo Zafòn mi ha tirato un colpo basso...vedrai...però entro l'anno voglio finirlo eh ;-P
    Indiscutibilmente è bravo, ma tanto bravo a scrivere. Ciao Anna!

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    1. Non mi direeee! Io lo inizio oggi e credo che, come te, lo intervallerò tra le varie letture perché è un bel mattoncino :)
      Allora poi ne parliamo approfonditamente! Bacio

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  5. Ho sentito pareri contrastanti su questo romanzo, a molti miei amici non è piaciuto ma io l'ho trovato molto bello e mi è piaciuta la ricostruzione della storia di Fermin, personaggio che Zafon stesso ha confessato di amare! Un bellissimo romanzo! :)
    Complimenti anche per il blog.. passa anche da me se ti va!
    Ilaria

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