lunedì 13 giugno 2016

Recensione 'La donna di picche' di Guido Maria Nizzola


Buon inizio di settimana miei affezionati lettori. Non so se ci avete fatto caso ma siamo prossimi alla metà del mese e sembra solo ieri quando maggio ci salutava per lasciare spazio a giugno.
Tra l'altro questo avanzamento temporale mi fa pensare all'estate ormai prossima, anche se sarò in ferie solo tra qualche mese, e sto già iniziando a pensare a quali titoli portare in vacanza con me.
Oggi, però, vorrei parlarvi di un romanzo che mi è stato proposto dalla casa editrice Edizioni Artestampa, che ringrazio per la copia, e che fa parte di un genere a me molto affine quale il thriller. Mettetevi comodi, si comincia!




La donna di picche
Guido Maria Nizzola


Editore: Edizioni Artestampa - Genere: Thriller Pagine: 309 - Prezzo: 15,00 € - eBook: 7,99€
(OMAGGIO CE)


Quando la splendida Annika Mellemberg, erede di una facoltosa stirpe di industriali tedeschi, entra nella vita – e nell'azienda – dell'ingegner Enrico Mattei, sembra che la sorte abbia voluto creare una di quelle coppie perfette che suscitano negli altri ammirazione e, talvolta, invidia. Ma non è tutto oro quello che luccica, o meglio: l'oro è autentico, tutto il resto è un grande enigma che Enrico Mattei dovrà risolvere, se ci tiene alla vita.








Il rituale del matrimonio prevede che venga pronunciata una promessa che dice grossomodo così: "...per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi?". Ora, pare che la frase finale abbia subito delle modifiche nel corso degli anni ma non è questa la sede in cui appurare la cosa. Per potervi parlarvi del romanzo, invece, è importante proprio la battuta finale, quel "finché morte non vi separi".

Siete sicuri di potervi fidare al cento per cento della persona che avete al vostro fianco? Vi è mai capitato di provare un sentimento diverso da quello d'amore, un sentimento molto più simile alla paura? Sono sicura che la maggior parte di voi risponderà in coro un secco no! Diversa è la questione per Enrico Mattei, il protagonista del romanzo e per sua moglie Annika Mellemberg. Conosciutisi qualche anno prima rispetto ai fatti raccontati, entrambi sono a capo di due grandi aziende specializzate nel campo delle energie rinnovabili, una tutta italiana e l'altra tedesca. 
Tuttavia il loro si presenta come un matrimonio davvero singolare; costretti a soggiornare in luoghi diversi per la maggior parte dell'anno, non condividono il letto neanche quando si trovano sotto lo stesso tetto e assolvono ai loro doveri coniugali in maniera molto sporadica. Un matrimonio d'interessi reciproci, più che di amore nel senso più stretto del termine. Enrico è un uomo che si è fatto da solo: una madre bidella, un padre idraulico e nonni contadini. Dotato di intelligenza, cultura e ingegno ha proseguito gli studi grazie al denaro delle varie squadre calcistiche in cui aveva giocato da ragazzino e che avevano preso a cuore la situazione del piccolo Enrico, orfano di padre. 
Annika invece è una donna magnetica, non dotata di una particolare bellezza, ma ricca di fascino. Appartenente alla stirpe dei Mellemberg, un cognome altisonante, ha risollevato le sorti dell'azienda di famiglia della quale è divenuta, poi, presidente. Una donna cinica, subdola e calcolatrice. Lo stesso Enrico si ritroverà ad essere succube di quella moglie per la quale inizierà a provare un sentimento molto più vicino alla paura e all'odio. Una donna disposta a tutto per ottenere quello che vuole ed Enrico questo lo scoprirà a proprie spese, soprattutto quando il confine che separa la vita dalla morte verrà valicato.


"La vedeva volare e aspettava ansioso. Quando vide la mosca dibattersi freneticamente fu preso da una enorme soddisfazione. Vicino a lei la farfalla, che poco prima era rimasta impigliata, si era rassegnata e non si muoveva più. Si sentì l'acquolina in bocca. Quale mangio per prima? La farfalla, decise. Guardò ancora una volta dall'alto il suo capolavoro. Le faceva tutte belle, ma la ragnatela di quel giorno era perfetta. Cominciò a scendere, rapido e leggero. Sono un genio pensò. Io, il ragno."


"La donna di picche" racconta di potere, ricchezza, ambizione, il tutto condito da una scia di sangue che coinvolge un numero di cadaveri sempre maggiore. Il romanzo si suddivide in tre grandi sezioni. Ho trovato la parte iniziale, che per contenuti rappresenta una sorta di presentazione che solo in un secondo momento ci introdurrà nel vivo della storia, eccessivamente prolissa in alcuni punti con una particolare focalizzazione su argomenti quali i diversi tipi di energia rinnovabile, le fonti utilizzabili e via discorrendo che, per chi come me non è esperto in materia, costituiscono una pausa nella narrazione che ha un certo peso dal punto di vista dell'attenzione.
La seconda e la terza parte, invece, rappresentano il punto di forza del romanzo. È qui che iniziano a dipanarsi i vari omicidi e prende piede l'indagine vera e propria. Un'indagine con tutti i crismi, ben strutturata, costruita passo passo, in maniera così particolareggiata da sentirsi parte integrante della squadra investigativa. Lo confesso, da questo momento in poi la lettura si è rivelata molto più piacevole e scorrevole. Molto bravo l'autore a costruire un intreccio di storie che, apparentemente, sembrerebbe condurre all'unico colpevole possibile per poi stravolgere ogni cosa e ribaltare interamente la situazione prospettatasi di facile risoluzione fino a quel momento. Uno stile semplice, agevole e lineare, ricco di dialoghi che lasciano trasparire la forte interazione tra i vari personaggi, non solo tra i protagonisti, ma tra tutti coloro che occupano la scena. Ognuno di loro è dotato di una propria personalità e questo traspare in maniera efficace pagina dopo pagina. Si nota, inoltre, l'ottima conoscenza dei luoghi, soprattutto quelli del modenese, in cui si snoda la vicenda.

Una lettura che si è rivelata una piacevole scoperta e che, per questo motivo, consiglio agli amanti del genere, a tutti coloro che amano restare col fiato sospeso, che vogliono sentirsi parte integrante dell'indagine e che si sentono affini a quelle storie in cui niente è come sembra.







4 commenti

  1. Certo che una parte prolissa all'inizio è un problema, perchè magari il lettore si scoraggia. Anna... non so se leggerò questo libro, ma di sicuro mi è piaciuto leggerne la recensione. :)
    Lea

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    1. Ciao Lea, sì la parte iniziale mi ha lasciata spiazzata al principio perché non sapevo che piega avrebbe preso. Poi però, fortunatamente, è stata una bella lettura! Un abbraccio

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  2. Sono d'accordo con Lea, la parte iniziale di un romanzo potrebbe influenzare un lettore nel decidere se interrompere o no la lettura, ma al tua recensione è stata molto precisa e coinvolgente. Se capita ci farò un pensierino!

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    1. Credo che se si sfoltisse un po' la parte iniziale sarebbe un thriller coi fiocchi :)

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