Titolo: Massacrare con cura
Autore: Massi E. Monaco
Editore: Self Publishing
Pagine: 389
Prezzo: 15,98€
Prezzo eBook: 2,99€
Omaggio Autore
A un'ora dal tramonto, verso metà luglio, il brutto omicidio di Cecilia La Nera fece il suo ingresso nella contea di Trenno. Sul bordo del Santa Giustina, un fiume che passa da quelle parti.
La sera prima qualcuno se l'era sostanzialmente scopata di soppiatto dalla giustizia e dalla moglie e, lo stesso tizio che raggiunse l’orgasmo, forse si convinse di poterle far passare le emorroidi con una sega. Di sicuro, lo spezzatino del corpo ci fu. Un’atrocità del tutto sproporzionata per la popolazione locale, anche. Mentre della motivazione non si poteva esserne certi.
Lo sbirro del luogo, uno che per baciare sua moglie avrebbe dovuto procurarsi la macchina del tempo, visto che gliel’avevano ammazzata da un anno, per strada, in bicicletta, si fece venire un bel mal di schiena per trovare quel bastardo. Nel mentre cresceva una figlia e non condivideva mezza opinione col suocero. Il quale non gli perdonava di trascurare le indagini sul pirata della strada. Ma il poliziotto non sapeva ciò che avrebbe potuto combinare una volta che lo avesse trovato.
"Ci sono delitti e delitti. Funziona così per parecchie cose che fanno parte di questa terra, e così è anche per quanto riguarda le attività criminali. Alcuni di questi, per quanto te la faccia sotto al solo sentirli raccontare, sono solo quello che sono. Azioni disumane commesse nel corso di un'esistenza vissuta in violazione delle banali norme di convivenza generale. Altri, invece, diventano qualcosa di più. Nella nostra campagna, sebbene non si erano mai visti circolare Santi, non si era nemmeno mai concepita tanta efferatezza nell'esecuzione di una persona."
Cecilia La Nera è stata uccisa. Un omicidio efferato, fuori dagli schemi. Una morte provocata non da un corpo contundente o da un'arma da fuoco, bensì un'esecuzione violenta, dura, crudele commessa da un macellaio, un assassino che ne ha deturpato il cadavere, pezzo per pezzo massacrandolo, paradossalmente, con cura.
Una scena raccapricciante, da far torcere le budella anche al più coraggioso degli uomini, è questo lo spettacolo a cui Leo, il nostro protagonista, uno sbirro come viene spesso definito, assiste impotente. Una giovane ragazza, una ventenne, una prostituta. Inizia così il racconto di un'indagine piuttosto complessa, un'indagine che aveva visto impegnato il nostro protagonista molti anni addietro. Si tratta infatti di un ricordo ripescato nella sua memoria quando ormai Leo attende "...a momenti l'arrivo dell'azzimato con l'abito lungo e il cappuccio tirato sopra la testa. Che di solito porta una falce...". Questo dettaglio, cioè che la vicenda viene narrata a posteriori, lo si scopre inizialmente attraverso alcune frasi al passato che lasciano intendere la differenza temporale tra avvenimenti e voce narrante, per poi essere palesato nei capitoli finali.
Un' indagine paragonabile ad un groviglio di fili che sembrerebbe non portare a nessun capo, a nessuna risoluzione almeno nell'immediato. Un intreccio di personaggi, di storie, di emozioni che porterà Leo a percorrere piste sempre meno convincenti, fino al ritrovamento di un secondo cadavere. I resti di un uomo, un ragazzo, che sembrerebbero appartenere ad un episodio avvenuto anni addietro, un depistaggio bello e buono come riveleranno le analisi condotte su quello scheletro. A questo punto, se la matematica non è un opinione, due più due fa quattro ed è palese che tra le due morti ci sia un legame sottile. Con l'aiuto del suo amico d'infanzia, Milo, un uomo che non la conta giusta alla giustizia, cercherà di mettere insieme i tasselli di un'indagine senza risoluzioni. Cecilia La Nera è stata fatta fuori perché ha ficcato il naso in qualcosa di grosso, un qualcosa che non sarebbe mai dovuto venire a galla e il macabro esecutore sarà sicuramente un personaggio diverso dal suo pappone, un uomo che non si è fatto scrupolo alcuno nel commettere un tale delitto.
Ma Leo, oltre a questa indagine ne conduce una molto personale: scoprire chi ha investito e ucciso, senza prestare soccorso, sua moglie Elisa, lasciandola esanime sul ciglio della strada. Un caso che si protrae ormai da un anno e dal quale è stato, giustamente, esonerato perché troppo coinvolto. Il ritrovamento, del tutto accidentale, dell'automobile implicata nella triste vicenda riporterà a galla una serie di tasselli che lo stesso Leo dovrà rimettere insieme per completare quel puzzle che forse lo porterà alla risoluzione di entrambi i casi.
"Massacrare con cura" è un romanzo crudo, a tratti anche eccessivamente volgare, caratterizzato da uno stile un po' complesso che, in alcuni casi, ho avuto difficoltà a seguire. Diciamo che questo aspetto non mi ha fatto apprezzare a pieno la lettura perché avrei preferito qualcosa di più diretto e meno artificioso.
Si descrive una periferia di Trenno molto simile, paesaggisticamente parlando, alle cittadine tipiche delle pellicole western, con strade polverose, degrado e paludi putrescenti, nella quale prendono piede le vicende che vedono coinvolti un elevato numero di personaggi, alquanto surreali, con i quali è facile perdere il conto. Tra questi spicca il protagonista, Leo, uno sbirro che sta facendo i conti con un passato non del tutto archiviato, con una moglie che gli appare sotto forma di fantasma e con la quale intesse conversazioni e dialoghi molto vividi, reali al punto tale da dimenticare che si tratti di una persona che ormai non c'è più. Un padre che di questa accezione ha ben poco, che ha riversato tutte le sue energie, fisiche e mentali, nel lavoro, mettendo da parte la propria bambina, cosa per la quale sarà spesso rimproverato dal fantasma di Elisa. Un uomo che deve fare i conti anche con un'altra persona, suo suocero. Un marito che ha perso una moglie e un padre che ha perso una figlia, due persone così diverse, così in disaccordo ma che perseguono lo stesso obiettivo: scovare il responsabile della prematura scomparsa della donna che entrambi, seppur in modo diverso, hanno amato.
Un' indagine paragonabile ad un groviglio di fili che sembrerebbe non portare a nessun capo, a nessuna risoluzione almeno nell'immediato. Un intreccio di personaggi, di storie, di emozioni che porterà Leo a percorrere piste sempre meno convincenti, fino al ritrovamento di un secondo cadavere. I resti di un uomo, un ragazzo, che sembrerebbero appartenere ad un episodio avvenuto anni addietro, un depistaggio bello e buono come riveleranno le analisi condotte su quello scheletro. A questo punto, se la matematica non è un opinione, due più due fa quattro ed è palese che tra le due morti ci sia un legame sottile. Con l'aiuto del suo amico d'infanzia, Milo, un uomo che non la conta giusta alla giustizia, cercherà di mettere insieme i tasselli di un'indagine senza risoluzioni. Cecilia La Nera è stata fatta fuori perché ha ficcato il naso in qualcosa di grosso, un qualcosa che non sarebbe mai dovuto venire a galla e il macabro esecutore sarà sicuramente un personaggio diverso dal suo pappone, un uomo che non si è fatto scrupolo alcuno nel commettere un tale delitto.
Ma Leo, oltre a questa indagine ne conduce una molto personale: scoprire chi ha investito e ucciso, senza prestare soccorso, sua moglie Elisa, lasciandola esanime sul ciglio della strada. Un caso che si protrae ormai da un anno e dal quale è stato, giustamente, esonerato perché troppo coinvolto. Il ritrovamento, del tutto accidentale, dell'automobile implicata nella triste vicenda riporterà a galla una serie di tasselli che lo stesso Leo dovrà rimettere insieme per completare quel puzzle che forse lo porterà alla risoluzione di entrambi i casi.
"Massacrare con cura" è un romanzo crudo, a tratti anche eccessivamente volgare, caratterizzato da uno stile un po' complesso che, in alcuni casi, ho avuto difficoltà a seguire. Diciamo che questo aspetto non mi ha fatto apprezzare a pieno la lettura perché avrei preferito qualcosa di più diretto e meno artificioso.
Si descrive una periferia di Trenno molto simile, paesaggisticamente parlando, alle cittadine tipiche delle pellicole western, con strade polverose, degrado e paludi putrescenti, nella quale prendono piede le vicende che vedono coinvolti un elevato numero di personaggi, alquanto surreali, con i quali è facile perdere il conto. Tra questi spicca il protagonista, Leo, uno sbirro che sta facendo i conti con un passato non del tutto archiviato, con una moglie che gli appare sotto forma di fantasma e con la quale intesse conversazioni e dialoghi molto vividi, reali al punto tale da dimenticare che si tratti di una persona che ormai non c'è più. Un padre che di questa accezione ha ben poco, che ha riversato tutte le sue energie, fisiche e mentali, nel lavoro, mettendo da parte la propria bambina, cosa per la quale sarà spesso rimproverato dal fantasma di Elisa. Un uomo che deve fare i conti anche con un'altra persona, suo suocero. Un marito che ha perso una moglie e un padre che ha perso una figlia, due persone così diverse, così in disaccordo ma che perseguono lo stesso obiettivo: scovare il responsabile della prematura scomparsa della donna che entrambi, seppur in modo diverso, hanno amato.
Interessante anche la caratterizzazione di Ottavio La Nera, il padre della giovane prostituta ritrovata cadavere all'inizio della narrazione dei fatti. Un uomo ritenuto pazzo dalla stragrande maggioranza delle persone che gli passano accanto ma che in realtà sarà quello con più sale in zucca di tutti. Colui che in più di un'occasione salverà lo stesso Leo, con l'intento di scoprire chi ha massacrato così selvaggiamente la sua bambina.
Non da ultimo, è necessario soffermarsi sui temi trattati: la prostituzione, l'omicidio, la droga e la violenza sulle donne. Uno spaccato di una realtà molto attuale, soprattutto per quest'ultimo aspetto. Si racconta di donne che sono costrette a sopportare gli abusi e le violenze dei propri mariti o dei propri clienti, donne troppo deboli per parlare, donne nelle quali la paura è annidata nell'animo.
Un romanzo complesso, non di facile lettura almeno fino a quando non si entra in sintonia con la scelta stilistica dell'autore. Un romanzo che, inizialmente non mi aveva trovata molto affine, nonostante si trattasse di un genere che pure apprezzo molto. Unica nota dolente: avrei preferito un finale alternativo, diverso, un finale col botto.
Non da ultimo, è necessario soffermarsi sui temi trattati: la prostituzione, l'omicidio, la droga e la violenza sulle donne. Uno spaccato di una realtà molto attuale, soprattutto per quest'ultimo aspetto. Si racconta di donne che sono costrette a sopportare gli abusi e le violenze dei propri mariti o dei propri clienti, donne troppo deboli per parlare, donne nelle quali la paura è annidata nell'animo.
Un romanzo complesso, non di facile lettura almeno fino a quando non si entra in sintonia con la scelta stilistica dell'autore. Un romanzo che, inizialmente non mi aveva trovata molto affine, nonostante si trattasse di un genere che pure apprezzo molto. Unica nota dolente: avrei preferito un finale alternativo, diverso, un finale col botto.
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