giovedì 22 marzo 2018

Recensione 'Fai piano quando torni' di Silvia Truzzi





Fai piano quando torni
Silvia Truzzi


Editore: Longanesi - Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 272 - Prezzo: 16,40 € - eBook: 9,99 €


Margherita ha trentaquattro anni e un lavoro che ama. È bella, ricca ma disperatamente incapace di superare sia la scomparsa dell’adorato papà, morto all’improvviso otto anni prima, sia l’abbandono del fidanzato che l’ha lasciata senza troppe spiegazioni. Dopo un grave incidente d’auto si risveglia in ospedale. Qui incontra una signora anziana che da poco è stata operata al femore. Anna, oggi settantaseienne – nata poverissima, «venduta» come sguattera da bambina – ha trascorso la vita in compagnia di un marito gretto e di una figlia meschina, eppure ha conservato una gioia di vivere straordinaria. Merito delle misteriose lettere che, da più di mezzo secolo, scrive e riceve ogni settimana. I mondi di queste due donne sono lontanissimi: non fossero state costrette a condividere la stessa stanza, non si sarebbero mai rivolte la parola. Dopo i primi tempestosi scontri, però, fuori dall’ospedale il cortocircuito scatenato dalla loro improbabile amicizia cambierà in meglio la vita di entrambe.



Recensione

La resilienza, in psicologia, è la capacità di reagire in maniera positiva alle difficoltà o agli eventi traumatici che molto spesso si frappongono al nostro cammino; è la capacità di riorganizzare positivamente la propria esistenza; è un sapersi ricostruire. Resilienza è proprio il termine che meglio descrive il romanzo d'esordio di Silvia Truzzi, il fine ultimo cui tutti i suoi personaggi auspicano.

Fai piano quando torni è un racconto tutto al femminile: donna è la scrittrice, donna è la narratrice e donne sono le protagoniste principali. Margherita e Anna rappresentano quanto di più lontano possa esistere. La prima, trentaquattrenne, di buona famiglia e con una carriera avviata, ha visto svanire la felicità insieme al suo ex, Francesco. La seconda, ultrasettantenne e di umili origini, dedita al lavoro sin da giovanissima, si gode lo stato di vedovanza che la vede finalmente libera dalle grinfie di quel marito gretto che l'ha vessata per buona parte della vita.

Due mondi agli antipodi destinati a collidere in una camera di ospedale dove entrambe risultano ricoverate per diversi motivi: Margherita ha dovuto subire una serie di operazioni a seguito di un grave incidente automobilistico, in cui molti ravvisano un ipotetico tentativo di suicidio, Anna è ricoverata nel letto accanto al suo perché si è rotta il femore cadendo in casa. Lo sguardo di Anna è pieno di dolore e di malinconia ma ancora vivo, nonostante l'età. In quello di Margherita spadroneggia la rabbia per il modo compassionevole in cui viene trattata da madre, psicologi e fisioterapisti. Ed è proprio mentre Margherita comprende che vivere le interessa sempre meno, perché abbandonata da tutti e legata a quel passato che non riesce a far passare, che interviene l'eccentrica signora Anna che, con quel bambina ripetuto costantemente e il suo italiano maccheronico, inizia a raccontarle la sua intera esistenza sin da quando, bambina ed analfabeta, era stata mandata a servizio in una grande casa padana, sotto un cielo color del latte, con il profumo dell'erba tagliata in primavera e la compagnia dei grilli in estate. 

Si dice che l'amicizia costituisca la miglior cura alle inquietudini della vita e questo romanzo è un vero e proprio inno all'amicizia e alla fiducia nel prossimo, nonostante le protagoniste siano diversamente giovani. La Truzzi, in quello che per padronanza stilistica, maturità di argomenti e grande capacità narrativa non può essere considerato un esordio, ci presenta due personaggi dal carattere molto forte. Due donne destinate a scontrarsi in un primo momento e a diventare dipendenti l'una dall'altra con il prosieguo della storia. Tra le due, il personaggio di Margherita è sicuramente quello più complesso. Orfana di padre sin da giovanissima, nonostante abbia cercato di individuare, con scarsi risultati, un papà d'emergenza, deve fare i conti con una madre che non ne può più dei suoi capricci e un fidanzato che l'ha lasciata con un 'non so se ti amo più'. Un'esistenza, la sua, scandita da un dolore ostinato, dalla nostalgia, dalla paura di vivere, dall'incapacità di chiedere aiuto in un momento di difficoltà. Margherita è una che non sa stare al mondo perché stare bene è più difficile che stare male. L'invadente e molesta Anna, che al contrario di lei tutto ciò che aveva guadagnato se l'era conquistato con il sudore della fronte, diventerà il suo appiglio nella tempesta, la sua fonte di felicità, lo tsunami che le sconquasserà l'esistenza. E la bellezza di queste due figure risiede proprio nel loro essere umane, prede dei sentimenti e delle debolezze più comuni, quindi capaci di emozionare il lettore.

Anche il titolo del romanzo, metaforicamente, rappresenta questo senso di rinascita, di ritorno alla vita, di ricostruzione di se stessi per gradi. Partire dalle macerie del proprio passato per costruire le solide e robuste fondamenta del futuro. Altra metafora, il luogo scelto per l'incontro: l'ospedale inteso come luogo di sospensione, una sorta di purgatorio, di anticamera che divide la vita che è stata da quella che potrà essere e che rappresenta un passaggio chiave in quello che può essere considerato a tutti gli effetti un vero e proprio percorso catartico. 

Fai piano quando torni è un romanzo struggente, intenso e gradevolissimo. Un romanzo che si sofferma con delicatezza sulle paure proprie dell'essere umano, sulle mancanze, sulle difficoltà della vita riflesse negli occhi di due grandi donne, le protagoniste. Un romanzo che con ironia e sarcasmo insegna a ricucire le ferite del cuore, ad alleggerire il fardello del dolore della perdita e della fatica della rinascita, del ritornare a fiorire più e meglio di prima. 

8 commenti

  1. Ciao, volevo avvisarti che ti ho citata qui: http://www.ilmondodisopra.it/2018/03/lora-del-test-scopri-qual-e-il-blog-che.html

    RispondiElimina
  2. È piaciuto molto anche a me. Ho adorato il personaggio di Anna e il suo modo di entrare nel cuore di Margherita.
    Ah! Buon compleanno, Maestà!
    Stefi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per il carattere di Margherita forse l'unico modo possibile :)
      Bellissima amicizia e bellissima storia! Grazie per gli auguri ;)

      Elimina
  3. L'ho appena iniziato e penso che vado sul sicuro dopo aver letto le tue parole!

    RispondiElimina
  4. E dire che, dopo aver letto la trama, non mi aveva incuriosito per niente... A quanto pare dovrò ricredermi :)

    RispondiElimina
  5. IL TUO BLOG MI PIACE TROPPO, è fantastico! Mi sono iscritta subito ai tuoi lettori, se vuoi passa a dare un'occhiata anche al mio blog! Anche se sono ancora alle prime armi.. :D Si chiama: Profumo di storie

    RispondiElimina