lunedì 22 maggio 2017

Recensione 'Gocce di Veleno' di Valeria Benatti


Buongiorno lettrici e lettori! Procedendo nel mio cammino da #bancarellablogger, oggi vi parlo di uno dei sei romanzi finalisti della 65^ edizione del Premio Bancarella. A raccontare è una donna, Claudia, che servendosi della voce dell'autrice ci trascinerà in un vortice di pagine, così come è la sua vita. Buona lettura!





Gocce di veleno
Valeria Benatti


Editore: Giunti - Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 192 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 8,99€

FINALISTA PREMIO BANCARELLA 2017


Questa è la storia di Claudia, della sua ossessione per Barbablù, del suo tentativo di guarire da un amore malato e pericoloso. La gelosia di lui è eccessiva, le sue minacce reali: “Se mi tradisci, ti ammazzo”. Ma Claudia glielo ha sentito dire così tante volte che non ci fa più caso. Non ha paura, pensa che lui si prenda gioco di lei, non crede che possa ucciderla davvero, anche se a Barbablù ogni tanto piace far scorrere la lama di un coltello sulla sua pancia, percorrendola tutta, dal pube ai seni. L’ossessione continua fino a quando un giorno, all’improvviso, lei vede negli occhi di lui lampi di odio puro e finalmente si spaventa. A quel punto decide di farsi aiutare e la storia cambia, diventa un’altra, antica, rimossa, che risale nel tempo, fino alle origini del suo male d’amore. Claudia inizia un viaggio doloroso verso la guarigione. Lungo il cammino, i volti caldi di amiche e psicologhe, ma anche lo sguardo freddo di chi rifiuta la verità. Un viaggio che ogni donna dovrebbe affrontare per capire se stessa e superare la propria, piccola o grande, ferita amorosa.



Gocce di Veleno è un romanzo prorompente, che entra sottopelle e scava nella pancia. Senza giri di parole, Valeria Benatti ci racconta di un legame morboso, oscuro, violento. Un amore malato, una relazione malsana e fuori dagli schemi in cui le dichiarazioni sanno di morte. Un amore che prende, si sazia e non concede nulla in cambio. 

A raccontarsi, in quello che è un vero e proprio diario, è Claudia. Una donna malandata. Le ossa rotte e i pensieri storti. Claudia che vive di scampoli d'amore rubati agli uomini che incontra sul suo cammino. Uomini per lo più sposati, con famiglia, figli e mogli che non hanno alcuna intenzione di abbandonare. Fino a quando non si imbatte in Manfredi, ribattezzato Barbablù, e l'amore per lui diventa un'ossessione. Carismatico, potente, forte, egocentrico e narcisista, Barbablù detesta le relazioni, rappresentano una costrizione alla quale non può sottostare visto che ha bisogno di spaziare e sentirsi libero, senza dover dare conto alcuno. Un uomo geloso, e parliamo di una gelosia asfissiante, insensata e a senso unico, visto che lui continua a vedere comunque altre donne durante la loro 'relazione'. Lui che è capace di non farla sentire mai abbastanza, che le fa perdere ogni certezza, quasi fosse soggiogata dal solo guardarlo. E allora inizieranno le giustificazioni continue, come se dovesse chiedergli scusa a prescindere, la convinzione sempre più radicata che il comportamento di lui sia giusto, che abbia ragione a trattarla così perché lei non merita altro. I complessi e le insicurezze diventeranno i semi per far attecchire la paura, quel senso di condizionamento che intaccherà la quotidianità di lei anche quando lui è lontano e silenzioso.


"Quel che mi chiedo e ti chiedo è: perché? Cosa ci trovi in un uomo che ti maltratta? Cosa ci stai a fare? Non credi di meritare molto di meglio?" 
"Non so cosa mi merito, so però che la mia speranza è che lui cambi... anche grazie al mio amore e alla mia dedizione."


Con una copertina che riflette, nella sua semplicità, la storia dura racchiusa tra le pagine, Gocce di veleno è un'immersione in acque torbide, un annaspare senza poter riprendere fiato, senza una via di fuga se non precipitare sempre più verso l'oscuro fondale. Ed è proprio questo che accade alla protagonista. Claudia incarna a pieno l'immagine della donna sottoposta a violenza fisica e psicologica. Lei, con quell'indole vittimistica, sottomessa ma allo stesso tempo sognatrice, crede di poter cambiare il suo uomo. Le parole vuote di lui rappresentano il nettare con il quale addolcire la realtà, una realtà fatta di tradimenti e bugie, di lontananza e mancanze. Claudia arriverà a rinunciare a se stessa, alla sua famiglia, ai suoi amici, più in generale alla sua vita. "Mi modifico, mi reprimo, mi cancello".

Confesso che io e la protagonista non ci siamo prese subito. Leggendo, ci si trova di fronte ad uno di quei casi in cui si vorrebbe prendere a schiaffi quel personaggio così remissivo, urlargli in faccia di svegliarsi, aprire gli occhi e, gambe in spalla, fuggire da quella realtà che giorno dopo giorno le instilla gocce di dolore nel cuore. Ma Claudia è un po' come un brutto anatroccolo che diventa cigno o, ancora più calzante, un bruco. Un bruco chiuso dentro un bozzolo, piccolo e angusto come solo un bozzolo può essere, nella prima parte del romanzo, per poi diventare una bellissima crisalide in un mondo non più in ombra ma tinto dei colori dell'arcobaleno.

Attraverso uno stile graffiante, che lacera, schietto, diretto, duro, a volte crudo e senza filtri, la Benatti ci racconta di un vero e proprio viaggio di rinascita, comprovato dai diversi titoli delle sezioni in cui è suddiviso il romanzo, quasi fossero dei porti di attracco: Amour fou, Ossessione, Rivelazione e Approdo. Un processo di guarigione interiore che porterà la protagonista a riflettere sul proprio passato fino a ritrovare quel segreto che l'ha da sempre condizionata e che è sepolto in fondo all'anima, dimenticato. 

Oggi come oggi le storie di violenza sono all'ordine del giorno e questo romanzo racchiude una profonda denuncia ad ascoltare le voci silenti di chi soffre, ad aprire gli occhi su un argomento che non può, e non deve assolutamente, lasciare impassibili. Un romanzo che insegna come, alle volte, bisogna starci dentro al dolore, viverlo fino in fondo per poi poterlo spazzare via. Un romanzo che è anche un invito alle donne maltrattate a far sì che quella voce silenziosa diventi un grido di aiuto e di speranza per trovare il coraggio, il coraggio di tornare ad amarsi, il coraggio di sentirsi nuovamente libere dal giogo, affinché una nuova alba renda radioso il loro futuro. 




7 commenti

  1. Bellissima recensione, Anna, e di un romanzo che non mi ha convinto fino in fondo. Perdona ancora la sovrapposizione, oggi non era giornata. :)

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  2. Lo leggerò presto, mi preparo già psicologicamente da ora!

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    1. Sì Chiara, preparati! è un vero e proprio viaggio interiore, una profonda riflessione...

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  3. Mi preparo anch'io e la tua recensione è un'ottimo modo per iniziare a conoscere questo romanzo.
    Baci, Stefi

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  4. Ciao Anna!
    È un libro che non fa per me, ma ho letto la tua stupenda recensione senza riuscire a staccarmi dalle parole! Davvero brava! :) :)

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  5. Una di quelle storie che hanno presa su di me, anche se forse Claudia mi farebbe rabbia quanto a te, ma perché è uno di quei personaggi che si prendono a cuore.

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