Quando ci imbattiamo in uno di quei periodi in cui con la lettura non si riesce proprio ad andare d'accordo, c'è bisogno di certezze.
Nel mio caso, cerco di rifugiarmi tra le pagine di quelli che reputo i miei scrittori preferiti. È per questo che, ispezionando lo scaffale dei libri da leggere, la mia scelta è ricaduta su Mr. Zuppa Campbell, il pettirosso e la bambina, di Fannie Flagg, un piccolo gioiellino di cui vado a parlarvi.
Tra i romanzi scritti dalla Flagg, conosciuta in maniera del tutto casuale nel lontano 2016, e letti, con una media di un libro ogni due anni, annovero già Voli acrobatici e pattini a rotelle e Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop. Mr. Zuppa Campbell è il terzo romanzo che leggo e, lasciatemelo dire, l'ho apprezzato al pari degli altri per la sua unicità.
Ancora una volta ho ritrovato quello stile tipico della Flagg che mi ha da sempre affascinata. Una scrittura semplice e altamente evocativa, per la grande padronanza descrittiva, che nella sua essenzialità riesce a mettere su storie originali, mai scontate e con personaggi unici ed indimenticabili.
Tuttavia, Mr. Zuppa Campbell si discosta dai due romanzi già letti, non solo per trama, ma soprattutto per costruzione narrativa. Se i due avevano una struttura tale per cui c'era un alternarsi di presente e passato con digressioni che toccavano anche episodi poco conosciuti della storia passata, in questo romanzo l'intera narrazione è ambientata al tempo presente, in un continuo alternarsi di stagioni.
Ulteriore, e più importante novità, il protagonista della vicenda che, nel caso specifico, non è una donna ma un uomo: Oswald P. Campbell (come la zuppa di pomodoro, insieme alla quale fu abbandonato alla nascita sui gradini di una chiesa).
A fine lettura posso affermare, senza dubbio alcuno, che il personaggio del Signor Campbell è più che riuscito e rappresenta il perno dell'intera narrazione, che permette di tenere le fila del discorso ma che, allo stesso tempo, rappresenta il punto di snodo per dipanare il racconto, consentendogli di imboccare una serie di percorsi che lo porteranno verso altrettanti personaggi. Ma andiamo con ordine.
Siamo a Chicago, la seconda tormenta di neve della stagione ha colpito l'intera cittadina e al Signor Campbell, cinquantaduenne solitario e divorziato, durante una delle consuete visite di controllo, viene diagnosticato un enfisema polmonare, progredito ad uno stadio critico, con una prognosi di uno, massimo due anni di vita. Unica alternativa: lasciare Chicago il più in fretta possibile, per raggiungere un posto con il minor tasso di inquinamento e un clima migliore. Ed ecco, dunque, profilarsi l'Alabama (stato molto caro alla Flagg per le sue ambientazioni). Qui, nell'estremo sud, sulla sponda di un pigro fiume verdeggiante, che, al contempo, rappresenta una delle poche vie d'accesso alla cittadina, sorge la minuscola e sonnolenta comunità di Lost River, un luogo dimenticato dal tempo in cui per svagarsi si può fare un salto all'ufficio postale o al negozio di alimentari, un giro in barca in compagnia del postino/pescatore o ancora osservare la fauna locale stando comodamente seduti sul pontile della propria abitazione.
Siamo a Chicago, la seconda tormenta di neve della stagione ha colpito l'intera cittadina e al Signor Campbell, cinquantaduenne solitario e divorziato, durante una delle consuete visite di controllo, viene diagnosticato un enfisema polmonare, progredito ad uno stadio critico, con una prognosi di uno, massimo due anni di vita. Unica alternativa: lasciare Chicago il più in fretta possibile, per raggiungere un posto con il minor tasso di inquinamento e un clima migliore. Ed ecco, dunque, profilarsi l'Alabama (stato molto caro alla Flagg per le sue ambientazioni). Qui, nell'estremo sud, sulla sponda di un pigro fiume verdeggiante, che, al contempo, rappresenta una delle poche vie d'accesso alla cittadina, sorge la minuscola e sonnolenta comunità di Lost River, un luogo dimenticato dal tempo in cui per svagarsi si può fare un salto all'ufficio postale o al negozio di alimentari, un giro in barca in compagnia del postino/pescatore o ancora osservare la fauna locale stando comodamente seduti sul pontile della propria abitazione.
È in questo posto sperduto, senza indirizzi e codici postali, perché la posta viene consegnata via fiume, che il Signor Campbell si rifugia per trascorrere il tempo che gli resta. Ad attenderlo una comunità cordiale e compagnona che non arreca alcun disturbo, se non su richiesta, ma buona vicina in caso di bisogno.
Genuino e in grado di mettere il buon umore, Mr. Zuppa Campbell è uno di quei romanzi che lasciano in bocca al lettore il sapore della felicità. Sotto molti aspetti ricorda uno di quei film che siamo abituati a vedere a Natale, unico periodo dell'anno in cui sono ammessi miracoli e un po' tutti torniamo bambini.
Punto di forza sono senz'altro i diversi personaggi che popolano la scena e che permettono di instaurare con il lettore una sorta di complicità tale per cui non si può fare a meno di sentirsi parte di questa grande famiglia, in compagnia di Oswald che a primo impatto potrebbe sembrare scorbutico ma che, in realtà, è una persona molto sensibile; Frances; sua sorella Mildred e la mania di cambiare il proprio colore dei capelli d'impulso, a seconda dell'umore; Roy, una montagna d'uomo a cui tutti vogliono bene; Dottie Nivens; Betty e sua madre Alma; i creoli; l'innocente Patsy e il suo migliore amico, il piccolo Jack, il pettirosso di cui si parla nel titolo del romanzo e che, sotto certi aspetti, mi ha ricordato gli uccellini che puntualmente sono costretta a sottrarre alle grinfie del mio peloso preferito.
Ancora una volta un romanzo ricco di sentimenti, capace di insegnare valori come l'amore, l'amicizia, il coraggio e il senso di appartenenza. La Flagg si riconferma grande narratrice. È capace di raccontare l'ordinario trasformandolo in straordinario e rende questo romanzo un inno alla vita, alla speranza. Una piccola fiaba moderna accompagnata, come è giusto che sia, da una propria morale che recita più o meno così: "...basta volere una cosa con tutte le proprie forze, e se deve succedere, succederà".
E allora, anche se siamo un po' adulti, fa sempre bene tornare a sperare o, per meglio dire, a sognare.
E allora, anche se siamo un po' adulti, fa sempre bene tornare a sperare o, per meglio dire, a sognare.
mi piace tantissimo la Flagg è un po' una coperta di Linus, non credi? Credo di aver letto tutto di questa autrice e di tutti i suoi romanzi ne conservo un bellissimo ricordo.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione Chicca <3
Eliminaho letto un paio di romanzi (questo no) di fannie: deliziosi.
RispondiEliminaDefinisco i suoi libri "una coccola letteraria", su di me hanno l'effetto positivo di una chiacchiera con una cara amica.
Hai descritto benissimo quel che si prova leggendo la Flagg. Ovviamente non posso che consigliarti anche questo romanzo ;)
EliminaPutroppo ho letto tutti i romanzi della Flagg. Non mi resterà che rileggerli nuovamente.
RispondiEliminaCiao da lea
Allora sono fortunata ad averne ancora altri da leggere.
EliminaUn abbraccio a te :)