giovedì 20 dicembre 2018

Recensione 'Inquisizione Michelangelo' di Matteo Strukul


Buongiorno lettori! Come procedono le vostre giornate in vista del Natale? Io sono alle battute finali prima delle vacanze e mentre leggerete questo post, molto probabilmente, starò ripetendo in preda all'ansia per l'esame che dovrò sostenere questo pomeriggio. Ma non voglio tediarvi con questo. Oggi sono qui per lasciarvi il mio parere sull'ultimo libro letto. Un romanzo che sento di poter consigliare a coloro che amano il personaggio che ne è protagonista, a chi ama l'arte e a chi, più in generale, apprezza il genere storico proprio come la sottoscritta.





Inquisizione Michelangelo
Matteo Strukul


Editore: Newton Compton - Genere: Narrativa storica
Pagine: 384 - Prezzo: 12,90 € - eBook: 2,99 €


Roma, autunno 1542. All'età di 68 anni, Michelangelo è richiamato ai suoi doveri: deve completare la tomba di Giulio II, opera ambiziosa ma rinviata per quasi quarant'anni. Guidobaldo II, erede dei Della Rovere, non accetterà altre scuse da parte dell'artista. Ma Michelangelo si trova nel mirino dell'Inquisizione: la sua amicizia con la bellissima Vittoria Colonna non è passata inosservata. Anzi, il cardinale Gian Pietro Carafa, a capo del Sant'Uffizio, ha ordinato di far seguire la donna, con lo scopo di individuare il covo degli Spirituali, la setta eretica capeggiata da Reginald Pole, che propugna il ritorno alla purezza evangelica e alla semplicità della vita in una città in cui la vendita delle indulgenze è all'ordine del giorno. Proprio la Roma divorata dal vizio e violata dai Lanzichenecchi sarà il teatro crudele e magnifico in cui si intrecceranno le vite di Malasorte, giovane ladra incaricata di riferire sugli Spirituali, del capitano Corsini, capo dei birri della città, di Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, e di Michelangelo Buonarroti, tra i più grandi geni del tempo. Tormentato dai committenti, braccato dagli inquisitori, il più grande artista della cristianità concepirà la versione finale della tomba di Giulio II in un modo che potrebbe addirittura condannarlo al rogo...



Recensione

Michelangelo Buonarroti è stata una delle figure storiche più controverse, un uomo dalla personalità irrequieta ed un genio in campo artistico. Michelangelo aveva sempre creduto di potersi avvicinare a Dio attraverso le sue opere. Cercava le figure nella pietra per soddisfare l'urgenza bruciante di svelare le forme celate, esplorando la materia con alla base una conoscenza solida riguardo lo studio dei corpi, dei muscoli e delle espressioni. La facilità con cui dipingeva, disegnava e scolpiva la perfezione lasciava i suoi ammiratori senza parole. 

Ed è proprio lui il protagonista del nuovo romanzo storico di Matteo Strukul, un'opera non tanto atta a celebrare la sua indiscussa magnificenza, quindi l'artista, quanto il suo essere uomo.

I punti di forza di Inquisizione Michelangelo sono molteplici, primi tra tutti la scelta temporale e l'ambientazione. L'autore, infatti, pone l'attenzione narrativa su un quinquennio, dal 1542 al 1547, delicato e particolare non solo per la vita dell'artista ma per la storia tutta. 
Siamo in una Roma ormai agonizzante, sconfitta dai suoi stessi demoni e che, nonostante tutto, si ostina a rimanere in piedi. Sono anni di fermento e di cambiamento, anni in cui la Chiesa romana ha perso ogni traccia di spiritualità votandosi completamente al potere materiale e alla depravazione, piuttosto che alla misericordia e al sacrificio. Sono anni in cui si percepisce forte il potere dell'Inquisizione romana, capitanata dal cardinale Gian Pietro Carafa che si erge a leale paladino dei nuovi ideali di una Chiesa piegata alla vanagloria, al desiderio di potere, alla fama e al denaro, a cui si contrappone un'altra figura cardinalizia, quella di Reginald Pole e degli Spirituali, ecclesiastici e non che accogliendo alcune delle idee luterane, senza volersi però staccare da Roma, premono per una radicale riforma della chiesa i cui capisaldi devono essere modestia, semplicità ed essenzialità. 

È in questo scenario di apocalisse religiosa che Strukul introduce il terzo elemento fondamentale per l'intera vicenda: la figura dell'artista, un Michelangelo dai tratti tremendamente umani e chiamato a fare i conti con l'aura di fama e gloria che ammanta la sua figura ormai da decenni.
Un uomo che ha sacrificato ogni cosa per la propria arte, rinnegando, con il passare degli anni, se stesso e cedendo alle lusinghe del denaro e della fama e che, a sessantotto anni si sente corrotto, ed estremamente ambizioso, troppo legato al volere dei papi, suoi committenti, piuttosto che a se stesso. 
Un uomo che, piegato non solo dall'età ma anche dalla guerra interiore che lo logora, sta conducendo la propria battaglia per poter giungere ad una sorta di redenzione con l'unica arma che egli conosce: l'arte, che è memoria e mezzo per urlare la verità. 

Strukul pone il giusto accento sul suo personaggio sondando il suo animo, il mutamento interiore, scandagliando i suoi rapporti con gli altri, con l'alterigia di Guidubaldo II della Rovere che preme per il completamento della tomba del prozio Giulio II, con Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, con lo stesso Reginald Pole e gli Spirituali, con il papa Paolo III e con Malasorte, la giovane popolana mandata come spia dalla Santa Inquisizione.

Ed un ruolo importante, nella vita dell'artista, è proprio quello di queste due donne, Vittoria e Malasorte, le maglie di una catena che andranno a bloccare l'ingranaggio perfetto ideato da Michelangelo per isolarsi in un mondo che apparteneva soltanto a lui. Quello stesso ingranaggio che lo aveva visto sempre emarginato, lontano da sentimenti come l'amore e dedito a quell'arte che tutto gli toglieva e tutto gli dava allo stesso tempo e che, a causa di quegli incontri, adesso lo vede capace di provare emozioni forti. 

Strukul ci trascina tra pagine intrise di storia che, ancora una volta, hanno richiesto un lavoro di ricerca immane per portare in luce alcuni aspetti sui quali difficilmente ci si sofferma sui libri scolastici. L'autore lo fa con estrema precisione e attenzione al minimo dettaglio, immedesimandosi nei gesti e nelle parole dei diversi personaggi, nella loro psiche e nei loro stati d'animo.
Inquisizione Michelangelo è un romanzo interessante e molto diverso rispetto ai precedenti lavori di Strukul in quanto l'azione vera e propria è del tutto assente, o quasi, per lasciare il posto alla narrazione, ai dialoghi e alle descrizioni. Un piccolo cambio di passo che, tuttavia, non inficia in alcun modo la lettura anzi, la rende più ricca e coinvolgente.

2 commenti

  1. sai che io ancora non mi sono decisa ancora a leggere questo autore? devo farlo perchè mi incuriosisce davvero molto.

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  2. Mi ispira molto, e la tua recensione è molto bella!

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