martedì 25 settembre 2018

Recensione 'Isola di Neve' di Valentina D'Urbano


Buon martedì lettori! Ultimo giro di boa per il mese di Settembre con temperature che, almeno dalle mie parti, hanno ben poco della stagione autunnale. In attesa che qualche timida pioggerellina decida di affacciarsi anche qui, agevolandomi non poco nella lettura, vi lascio la recensione dell'ultimo romanzo di Valentina D'Urbano, autrice che corteggio da diverso tempo e con la quale mi cimento per la prima volta.





Isola di Neve
Valentina D'Urbano


Editore: Longanesi - Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 500 - Prezzo: 19,90 € - eBook: 9,99 €


Un'isola che sa proteggere. Ma anche ferire. Un amore indimenticabile sepolto dal tempo. 2004. A ventotto anni, Manuel si sente già al capolinea: un errore imperdonabile ha distrutto la sua vita e ricominciare sembra impossibile. L'unico suo rifugio è Novembre, l'isola dove abitavano i suoi nonni. Sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella, Santa Brigida - l'isoletta del vecchio carcere, abbandonato -, Novembre sembra il posto perfetto per stare da solo. Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger - violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida - e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta. 1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante. Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.



Recensione

Sembra persa tra le pieghe del passato ma è ancora viva e vibrante la storia che, come un mare in tempesta, nasce dalla fantasia di Valentina D'Urbano per abbattersi sulle pagine di questo romanzo ed impregnarle di sentimenti contrastanti: amore e dolore, due facce della stessa medaglia, entrambe necessarie. 

Paradossalmente, però, Isola di neve è un romanzo che inizia piano, quasi senza pretese e con una piccola parvenza di ovvietà, salvo poi tramutarsi in una escalation di emozioni e colpi di scena che lasciano davvero il segno. Una scarica di adrenalina che prende piede a mano a mano che gli sguardi si cercano, le mani si sfiorano e i destini si intrecciano. Perché sì, nel nuovo lavoro della D'Urbano, sono i destini, o meglio le vite, ad intrecciarsi. Sono quella di Manuel e di Edith, nel 2004, e quella di Neve e di Andreas, nel 1952. Esistenze intessute l'una all'altra e impossibili da slegare.

Una doppia storia, quindi, che ha sullo sfondo l'isola di Novembre, selvaggia ed aspra, ma che si muove tra due piani temporali destinati a sconfinare l'uno nell'altro per piegarsi alla forza dei sentimenti.

Il 2004 è il presente, quello che ha per protagonisti Manuel ed Edith. Per Manuel l'isola di Novembre, terra natia dei nonni materni, rappresenta il luogo in cui rifugiarsi per fuggire dal se stesso del continente e dalle azioni che sembrano perseguitarlo per chiedere il conto.
Lui, alla soglia dei trent'anni, è rimasto il quattordicenne glabro e disperato per la separazione dei genitori, sperso e senza meta se non quella dell'alcol, l'unico modo per reagire e dimenticare ogni cosa. 
Edith, una personalità stramba e complicata da domare, è alla ricerca di informazioni su un certo Andreas von Berger, uno degli ultimi prigionieri del carcere di Santa Brigida, con l'intento di recuperare la partitura del concerto per violino solo e lo stesso strumento andato perduto.
Anime complici, riconosciutesi quasi per caso, i due giovani inizieranno a ricostruire una storia dipanatasi mezzo secolo prima. Una storia che si riflette nella sofferenza di Neve e nella musica di Andreas. Lei, diciassettenne dallo spirito indomito e selvatico, è l'ultima di sette sorelle. Diversa per colori e tratti somatici da tutti gli abitanti dell'isola, familiari compresi, aspra ed estremamente orgogliosa, ogni mattina raggiunge il largo alla ricerca del pescato. Lui, invece, è un violinista molto famoso sul continente ma un assassino per gli isolani, perché al carcere di Santa Brigida si finisce solo in caso di omicidio; uno da cui bisogna stare lontani. 
Basterà un semplice sguardo a far sì che il proibito diventi una sorta di canto della sirena per Neve che, a suon di violino, strumento che Andreas suona come il demonio, sarà conquistata dal crucco prigioniero.

Il tema centrale del romanzo è quello della ricerca. Ricerca fisica, come nel caso di Edith; ricerca di se stessi, come per Manuel; ed infine ricerca di evasione dalla realtà, come per Andreas e Neve, entrambi prigionieri seppur in maniera differente. Il primo rinchiuso in una vera e propria cella, la seconda incastrata dentro l'isola, prigioniera del braccio di mare che la ospita, del paese dai vicoli umidi e della mentalità gretta della gente che ci abita.

Inizialmente la mole del romanzo mi ha spaventata, lo confesso, ma negli ultimi due giorni ho macinato le pagine a centinaia quasi a voler assecondare l'urgenza del raccontare, una caratteristica propria dello stile della D'Urbano che ci regala una storia che toglie il sonno.

Trascinata sull'Isola di Novembre, uno scoglio sperduto in mezzo al mare in cui la vita sembra essersi fermata agli anni '50, ho percorso stradine sterrate, toccato l'intonaco sgretolato delle case appiccicate l'una all'altra, percepito lo sciabordio delle onde e l'odore di acqua dolce mischiata a muschio. Ho superato il tratto di mare che la separa da Santa Brigida, l'isola gemella, quella che fa da scudo e protegge dai venti e dalle mareggiate, ho udito la melodia vibrare nell'aria e toccare le corde del cuore.
Ho percepito le voci dei singoli personaggi, principali o secondari che siano, una miriade di assoli chiamati ad intrecciarsi tra loro per dare vita ad una vera e propria composizione corale nel pentagramma narrativo. Tra tutti spiccano le note emesse da Andreas e Neve, i protagonisti del passato, i cui suoni, man mano che si procede con la lettura, diventano sempre più nitidi e definiti.

Isola di neve parla di ricordi e di certezze che crollano, ma anche di coraggio e forza di volontà, quella che serve per non piegarsi ai colpi d'ascia sferrati da una vita amarissima.
Ho vissuto nel e per il romanzo, con la consapevolezza che, voltata l'ultima pagina, avrei lasciato un pezzettino di me sull'Isola di Novembre perché staccarsi dalla banchina e salpare verso il mare aperto, in casi come questi, è un'impresa non da poco.

8 commenti

  1. Bellissimo, una delle letture che più mi hanno coinvolto quest'anno. :)

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    1. Praticamente ci siamo scritti contemporaneamente :)
      Concordo con te! Storia bellissima e narrazione superlativa!

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  2. Ciao! Mamma mia quanto è bello questo libro. Uno stile coinvolgente, una storia che ti prende per mano con delicatezza per non lasciarti più. Sono felice che sia piaciuto così tanto anche a te. Il mio pensiero è molto simile al tuo. :-) smack

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    1. Lettura bellissima! Non conoscevo la D'Urbano e dovrò recuperare anche i precedenti :) smack

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  3. Lo leggerò molto presto, perché ho adorato lo stile di Valentina in Acquanera e sento parlare solo bene di questo suo nuovo lavoro
    Stefi

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    1. Acquanera mi attende da un po', dovrei decidermi a questo punto!
      Sono sicura che anche questa storia possa piacerti soprattutto per un particolare colpo di scena inaspettato :)

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  4. Mi ispira tanto e sicuramente lo leggerò! Di questa autrice ho letto solo Acquanera e ai suoi tempi mi piacque molto ora sono curiosa di questa sua nuova opera.

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    1. Sono sicura che faccia al caso tuo, apprezzerai molto questo romanzo :)
      Ovviamente aspetto di leggerti!

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