Buongiorno lettori e buona domenica. Inauguro, oggi, una nuova rubrica del blog, quella che va sotto il nome di "Fab Five", i Meravigliosi Cinque. Come già accennato nella presentazione della rubrica, che trovate nell'apposita sezione del blog, sarà uno spazio dedicato ad appuntamenti occasionali e scelti dalla sottoscritta per affrontare una particolare tematica grazie all'ausilio di 5 romanzi che la riguardano. Nello specifico, la Fab Five di oggi, come avrete capito già dal titolo, è incentrata sulla Giornata della Memoria, che si celebra ogni 27 Gennaio. Una pagina della storia, quella dell'Olocausto, che tutti noi vorremmo cancellare e che pure fa parte del nostro passato. La barbarie di un popolo, di una nazione e dei suoi alleati per giustificare il totale annientamento di tutte quelle persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista.
Non ho alcuna intenzione di farvi una lezione di storia, anche perché non ne sarei capace, tuttavia vorrei delineare alcuni degli aspetti fondamentali di tale giornata per poi passare ai 5 titoli selezionati.
La Giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale istituita per commemorare le vittime dell'Olocausto. Perché viene celebrata proprio il 27 gennaio? Perché in quella stessa data, nel 1945, venivano aperti i cancelli di uno dei più famosi campi di sterminio della storia: Auschwitz.
Gli articoli 1 e 2 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 definiscono così le finalità e le celebrazioni di tale giornata in Italia:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »
Nel corso degli anni, e ancora oggi, sono stati scritti una infinità di romanzi che riguardano tale argomento, alcuni che raccontano le storie di sopravvissuti e non, o che semplicemente ne hanno preso spunto, altri nei quali i protagonisti sono di fantasia così come le storie narrate, una fantasia che però si basa su testimonianze e documenti che hanno permesso agli scrittori di farsi un'idea cosciente di quanto accaduto. Voci di protagonisti, voci di prigionieri, voci di eroi di guerra, storie messe nero su bianco per non dimenticare mai.
Scegliere cinque romanzi che affrontassero una tale tematica non è stato per niente semplice, soprattutto tenendo presente che ci sono delle pietre miliari come "Diario" di Anna Frank o "Se questo è un uomo" di Primo Levi, per citarne alcuni, che devono assolutamente far parte del bagaglio personale e culturale di un lettore.
Nonostante questo, la mia scelta è ricaduta su cinque romanzi, cinque titoli tra quelli che ho letto o semplicemente appuntato e che vado a presentarvi.
Trama:
Varsavia, 1942. Mira è una ragazza piena di coraggio e di amore per la sua famiglia, rinchiusa nel ghetto di Varsavia sotto l'occupazione nazista. Con lei vivono la madre e la sorellina Hannah, che Mira protegge a ogni costo. Per loro, Mira sfida la feroce polizia, esplora la città in cerca di cibo decente, protetta solo dagli occhi verdi che non la fanno sembrare ebrea. Finché un giorno le «iene», come ha soprannominato i gendarmi polacchi che prendono ordini dalle SS, la fermano e sembrano non lasciarsi ingannare dal suo aspetto, come se fiutassero con avidità una facile preda. Ma mentre Mira si sente spacciata, un giovane biondo la afferra improvvisamente e la bacia, facendola passare per la sua fidanzata. La ragazza è salva, e da quel momento Daniel non la perderà più di vista. Né nell'orrore, quando Mira scoprirà che tutti gli abitanti del ghetto, nessuno escluso, sono destinati allo sterminio nei campi. Né nel coraggio, quando lei deciderà di entrare nella resistenza. Né per tutti i lunghissimi 28 giorni durante i quali, insieme a un gruppo di altri ragazzi, sfiderà i nazisti nella più impensabile delle imprese: la rivolta del ghetto contro le forze di occupazione. La più lunga rivolta degli ebrei nella Seconda guerra mondiale. Ne "I ragazzi del ghetto" la Storia assume le sembianze di un gruppo di adolescenti con la loro incoscienza, i loro amori, le loro paure e il loro impareggiabile coraggio. E si scrolla così dalla polvere del tempo per diventare memoria viva, emozionante.
Trama:
Da Auschwitz a Budapest, fra le tragedie della storia e dolci memorie private, un viaggio nel cuore sanguinante del Novecento. Emanuele è un bambino ribelle e pieno di vita che vuole costruirsi un paio di ali per volare come gli uccelli. Emanuele ha sempre addosso un odore sottile di piedi sudati e ginocchia scortecciate, l'"odore dell'allegria". Emanuele si arrampica sui ciliegi e si butta a capofitto in bicicletta giù per strade sterrate. Ma tutto ciò che resta di lui è un pugno di lettere, e un quaderno nascosto in un muro nel ghetto di Lodz. Per ritrovare le sue tracce, Amara, l'inseparabile amica d'infanzia, attraversa l'Europa del 1956 su un treno che si ferma a ogni stazione, ha i sedili decorati con centrini fatti a mano e puzza di capra bollita e sapone al permanganato. Amara visita sgomenta ciò che resta del girone infernale di Auschwitz-Birkenau, percorre le strade di Vienna alla ricerca di sopravvissuti, giunge a Budapest mentre scoppia la rivolta degli ungheresi, e trema con loro quando i colpi dei carri armati russi sventrano i palazzi. Nella sua avventura, e nei destini degli uomini e delle donne con cui si intreccia la sua vita, si rivela il senso della catastrofe e dell'abisso in cui è precipitato il Novecento, e insieme la speranza incoercibile di un mondo diverso.
Trama:
Peter Faber è un soldato semplice, un insegnante spedito sul fronte orientale. Katharina Spinell è una ragazza di Berlino, con un lavoro poco attraente e genitori oppressivi. I due si sposano senza essersi mai conosciuti: è un matrimonio di assoluta convenienza, che garantisce a lui una licenza di dieci giorni, a lei una pensione dovesse Peter morire in guerra. Inaspettatamente, i due ragazzi si innamorano a prima vista, e al momento della separazione si scambiano promesse di fedeltà e di un futuro insieme. Il ricordo dei brevi giorni passati con Katharina e il sogno di una vita familiare al ritorno, sono le uniche cose che permettono a Peter di resistere agli orrori del fronte russo, raccontati nei dettagli, quasi sempre per dialoghi con il gruppetto di commilitoni che lo accompagnerà fino a "quando tutto sarà finito". Anche Katharina, a Berlino, si ripete che "quando tutto sarà finito" riuscirà a crearsi una vita con Peter e il bambino che nel frattempo si accorge di aspettare, e soprattutto a sfuggire al controllo ossessivo di un padre convinto seguace della dottrina nazista: è questo il personaggio che meglio di tutti rappresenta la Germania del tempo, quella della "banalità del male", quella della gente comune che ritiene legittimo impadronirsi delle case degli ebrei deportati, stanare i fuggiaschi e continuare a brindare alla vittoria e a godere dei privilegi conquistati all'interno del regime anche quando la realtà annuncia la sconfitta.
Trama:
È l'aprile del 1944, l'ultima neve del lungo inverno polacco attanaglia ancora le vie del ghetto di Lódz: i fiocchi candidi scendono sulle nere e informi divise degli operai ebrei che lavorano per i nazisti. Ma c'è un fragile fiore che, in questo paesaggio desolato, con tutta la forza cerca di sbocciare. Rywka Lipszyc ha solo quattordici anni. Ogni giorno deve farsi strada tra le recinzioni di filo spinato, incalzata dalle armi dei soldati e dagli ululati laceranti dei cani. Dopo la morte dei genitori, è lei a prendersi cura della sorellina Cipka. La sua città, la casa che tanto amava, gli amici di scuola, sono ormai un pallido ricordo; al loro posto ci sono il lavoro, il freddo, la fame, gli orrori del ghetto e della segregazione. In mano Rywka stringe l'unica cosa che è rimasta veramente sua: il suo diario, l'unica illusione di speranza e di salvezza da un nemico che, semplicemente, vuole che il suo popolo smetta di esistere. In queste commoventi pagine prende vita il ritratto di una bambina costretta ad affrontare l'impossibile compito di diventare donna in un mondo dominato dalla violenza e dall'ingiustizia. Ma Rywka deve resistere. Per sé, per la sua famiglia, per le tante persone che, a rischio della loro stessa vita, ogni giorno le offrono aiuto. E l'unico modo per resistere è non smettere di sognare: la libertà per sé e per Cipka, una casa, un piccolo studio avvolto dall'ombra della sera, una penna, qualche foglio bianco per coltivare la sua più grande passione, la scrittura.
Trama:
La vicenda di Max e Helen è una struggente storia d'amore realmente accaduta. Nata nei terribili anni della guerra e segnata dalla deportazione nazista nei campi di concentramento, è diventata per Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti per antonomasia, il simbolo di ciò che la Storia di quel periodo ha significato per i destini delle singole persone, travolti dall'onda della morte e della distruzione. Wiesenthal è a un passo dall'incastrare Schulze, oggi un rispettabile dirigente d'azienda di Karlsruhe, che si è macchiato di orribili delitti sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale. Ha solo bisogno di un testimone per corroborare il suo impianto accusatorio. Per questo rintraccia Max. Lui sa, lui ha visto di cosa è stato capace Schulze, spietato e sadico aguzzino. Ma non può testimoniare contro di lui. Nonostante tutto, non dirà una sola parola per inchiodarlo alle proprie responsabilità. Perché quella che narra Max, ora medico a Parigi, è anche la sua grande storia d'amore con Helen. Al momento del loro arresto erano fidanzati. Furono poi deportati nel lager di Zalesie, nei pressi di Lublino. Finita la guerra, Max l'aveva cercata disperatamente quando, nel '58, era riuscito a tornare in Polonia. E tuttavia, ritrovandola, l'aveva perduta per sempre.
Cinque romanzi per ripercorrere e conoscere le strade dell'odio ma anche della speranza, dell'amore e della voglia di libertà e rinascita. Cinque titoli per non dimenticare!
Spero che questo primo appuntamento con la rubrica Fab Five sia stato di vostro gradimento. Fatemi sapere se avete letto qualcuno di questi romanzi e cosa ne pensate della scelta, se avete qualche altro titolo da suggerire, insomma sentitevi liberi di lasciare il vostro commento, mi fa sempre piacere leggervi. Alla prossima!
Ciao Anna Rita. Ammetto che, negli ultimi due anni, mi sono tenuta lontana da questo tipo di pubblicazioni perché ho la sensazione che siano diventate una cosa puramente commerciale. Troppi libri che parlano di questo argomento, troppe testimonianze che saltano fuori solo adesso. Però, se mi permetti, ti consiglio "Sono stato un numero" di Roberto Riccardi, probabilmente, assieme al "Diario di Anna Frank", la miglior testimonianza diretta che io abbia mai letto in fatto di Olocausto.
RispondiEliminaCiao Laura! Hai ragione, anche io mi sono un tantino discostata da questo tipo di pubblicazioni negli ultimi anni, anche se ogni tanto mi capita un momento x in cui sento il bisogno di riprendere in mano un libro che parli di questo argomento. Se dovesse succedere seguirò sicuramente il tuo consiglio, andando così sul sicuro ;) Buona domenica!
EliminaI libri che hai citato sono ottime scelte "per non dimenticare". Io sto leggendo "Il bambino in cima alla montagna" di John Boyne, autore anche del bellissimo romanzo "Il bambino con il pigiama a righe".
RispondiEliminaAllora aspetto di conoscere il tuo parere visto che ho avuto modo di avvicinarmi a questo autore proprio tramite la lettura de "Il bambino con il pigiama a righe". Buona domenica! :)
EliminaCiao Anna, rubrica interessante che seguirò con piacere, dove si possono trovare tanti spunti e libri che passano inosservati. Raramente leggo libri legati all'argomento, sicuramente Il Diario di Anna Frank è il mio libro del cuore, il primo che mi è rimasto dentro da ragazzina. Possiedo anche la memoria dei fiori, ma devo essere ispirata per leggerlo. Mi segno il titolo citato da Aquila reale e intanto aspetto la recensione.
RispondiEliminaTi ringrazio Cuore! Come hai ben detto è un modo per far conoscere romanzi famosi e non. Allora ti aspetto al prossimo appuntamento! ;)
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