lunedì 27 marzo 2017

Premio Bancarella: La Storia!



Buongiorno lettrici e lettori! Oggi un post molto speciale, dedicato al Premio Bancarella al quale, quest'anno, insieme ad altri colleghi book blogger, avrò il piacere e l'onore di prendere parte.
L'avventura è iniziata di lunedì, ne abbiamo parlato sui nostri blog di lunedì (se ve lo foste perso lo trovate qui) e, come se fosse ormai una tradizione, abbiamo deciso di fare luce sui diversi aspetti di uno dei premi più famosi proprio di lunedì. Non a caso oggi è lunedì! Va bene, la smetto. Il concetto, ormai, è chiaro!

Bene, il viaggio ha inizio oggi e, attraverso una serie di fermate e stazioni in cui vi racconteremo il dietro le quinte, vi condurremo al capolinea, ovvero la serata finale della premiazione a Pontremoli.
Per iniziare questo tour nel migliore dei modi è necessario partire, come ogni cosa, dalle origini raccontandovi proprio quella che è la Storia del Premio Bancarella, la sua nascita. A farlo saremo in due, io e La Biblioteca di Eliza, per cui vi invito a dare un'occhiata anche al suo bellissimo resoconto! A questo punto è tempo di cominciare...


"Non avevano confidenza con l’alfabeto, ma 'sentivano' quali libri era il caso di comprare e quali no: in virtù di un sesto senso che, dicono, è stato loro donato dal demonio in un’ora di benevolenza."


Così scrive Oriana Fallaci che, nel 1952, prese parte alla nascita del Premio. Una frase ricca di significato a cominciare da quel verbo: sentire. 
Esempio di gerla
Il Premio Bancarella nasce da una tradizione, quella dei Librai Pontremolesi e rappresenta in sé un fenomeno unico nel panorama italiano. Generazioni e generazioni di librai ambulanti, provenienti dall'alta Lunigiana, dai paesi di Montereggio, Parana, Pozzo, Mulazzo, Busatica, Filattiera e Bratto, si incontravano a primavera al passo della Cisa, tra i verdi prati appenninici, per dare vita al sacro rito dell'assegnazione delle zone in cui andare a vendere ma anche per scambiarsi preziosi consigli su come e dove reperire libri. A tal proposito, l’ideale era trovare un editore dove acquistare i resti di magazzino coi pochi soldi ricavati dalla vendita delle castagne, del formaggio e delle foglie di gelso.
Oltre agli almanacchi, utili a scandire la vita dei campi, i Pontremolesi acquistavano nell'Ottocento libri popolari. Con la gerla (una cesta in legno, vimini o viburno intrecciati a forma di tronco di cono rovesciato) piena di libri, pietre da limare e altra merce, andavano per le campagne soprattutto del nord d’Italia a vendere con mille accorgimenti i libri ai contadini.



"Aprivano per esempio una pagina qualsiasi dell’Orlando Furioso e cominciavano a declamare. Non leggevano, ma ripetevano le ottave che avevano sentito leggere da altri. I contadini, dopo essersi fatti giurare sulla Madonna dei Sette Rosari che lì dentro c’erano scritte proprio quelle belle parole, si decidevano a prendere il libro per non meno di dieci soldi" (Ibidem).


Se la vendita all'aperto presentava una serie di vantaggi rispetto ai negozi, come l'esposizione di tutta la merce e i costi di esercizio ridotti, dall'altra però bisognava fare i conti con la precarietà delle stagioni e il trasporto delle merci. Per ovviare ai tanti inconvenienti, i librai lunigianesi si affidano ai banchi stabili come punti di vendita nei luoghi più centrali delle città. I "bancarellai", poveri di capitali e costretti a praticare i prezzi bassi, puntano sul passante frettoloso, cui offrono un tipo determinato di merce: stampe, calendari, libretti religiosi, romanzi e opere teatrali. Tutti prodotti che risentono meno della concorrenza dei negozi.

Molte delle librerie del nord e centro Italia sono state aperte e, in parte, sono ancora gestite dai Pontremolesi che sono emigrati dalle balze dei monti dell’alta Lunigiana. I loro nomi appartengono tutti ad uno stesso ceppo, in quanto imparentati fra loro, e tutti, dopo aver svolto la vendita ambulante, si sono fermati con le loro bancarelle e hanno aperto negozi nelle varie città. Questi uomini abbracciarono per primi l'idea del libro venduto a basso prezzo, accessibile ad ogni borsa, e costituiscono ancora oggi, nonostante le trasformazioni subite dai loro discendenti, "una casta a parte".


«Gli appartenenti si distinguono immediatamente, hanno caratteristiche tipiche del popolo della Lunigiana, non si assomigliano ma in comune hanno l’originalità che ogni soggetto esprime in maniera propria e singolare senza mai cadere in banali imitazioni, si propongono rudi e simpatici, cordiali e suscettibili, umili e altezzosi, timidi e arroganti, ma sempre coscienti che il loro mestiere è anche una missione. Sanno che librai pontremolesi si nasce e non si diventa» (Ma cos'è, dunque, questo Premio Bancarella, «Almanacco del Bancarella 1991»)


Il Campanone a Pontremoli
L'importanza di un tale fenomeno fece sì che nell'agosto del 1952 si svolgesse il primo raduno dei Librai Pontremolesi. Scrive Oriana Fallaci: "Giunsero da tutte le parti d’Italia. Qualcuno arrivava in automobile, ma la maggior parte scendeva dal treno[...] gli uomini vestivano per lo più abiti a righe, e avevano sul panciotto, bene in mostra, la catena d’oro. Le donne, più dimesse, tenevano al braccio sinistro certe ampie borse da spesa. Erano i librai più vecchi del mondo: i capelli bianchi apparivano come distinzione necessaria in quell'adunata"
Da Pontremoli circa sessanta librai si trasferiscono a Mulazzo, dove in pineta "avevano alzato un palco alla meglio, con un microfono, quattro seggiole e una bandiera". Nel verde tra i pini sono presenti tanti bancarellai giunti dalle varie città, scrittori, editori e uomini politici. L’indomani si barricano dentro il municipio di Pontremoli e fanno il solenne giuramento. In quella sala del palazzo comunale, proprio sotto il Campanone, "le loro facce rugose apparivano, nella penombra, solenni come quelle di arcaiche statue di legno".


" 'Ed ora, amici, propongo un solenne giuramento: quello di ritrovarsi nel nostro paese, ogni anno, in un dato giorno, a questa stessa ora, finché Iddio ci conserva, e fare una bella mangiata'. Seguì un lungo silenzio; poi i librai alzarono lentamente all’altezza del viso la mano e giurarono." 


Premiazione a Pontremoli
Così nasce il Premio Bancarella, l’unico premio letterario gestito esclusivamente dai librai. Un evento che è riuscito a ritagliarsi un proprio posto tra le varie manifestazioni letterarie. Ogni anno, infatti, il penultimo sabato o domenica di Luglio, a Pontremoli, i librai si danno appuntamento in piazza per partecipare alla loro festa e assistere al rito dello spoglio dei voti da parte del notaio. La proclamazione avviene ai piedi della torre medievale di Cacciaguerra, che è simbolo di pace come deve essere un buon libro.
Un premio nel quale, quindi, quello che conta è il libro e la fiducia reciproca che si instaura tra lettori e libraiUn Premio che si vince con orgoglio.


Per questa prima tappa è tutto. È sempre emozionante fare un tuffo nel passato, ma soprattutto nella storia e spero che questo breve resoconto sia stato di vostro gradimento. Ci tengo a precisare che le varie informazioni presenti in questo articolo sono state prese dal sito dedicato al Premio Bancarella che, ovviamente, vi invito a visitare. Non perdete i prossimi appuntamenti con i #bancarellablogger!






16 commenti

  1. Molto interessante questo post!
    Vado a dare un'occhiata al sito e aspetto i prossimi appuntamenti!
    Buona settimana!

    Nuovo post sul mio blog!
    Se ti va ti aspetto da me!
    http://lamammadisophia2016.blogspot.it

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  2. Ciao Anna, curioso e interessante questo post, non conoscevo tutta la storia del premio! Buona giornata :-)

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    1. Anche io ho scoperto molte cose che non conoscevo. A volte si conosce qualcosa per sentito dire, ma è sempre bello poter scavare a fondo e scoprire cose sempre nuove :) Buona giornata a te!

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  3. interessantissimo articolo. brava. ho scoperto anche cose che non conoscevo. continuo a pensare che i bancarellablogger siano fantastici!

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    1. Ed io ti ringrazio a nome di tutti noi bancarellablogger! Sono felice di aver scoperto e aver fatto scoprire alcune cose davvero poco conosciute :)

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  4. Adoro la storia dell'editoria e di tutto ciò che riguarda i premi. Il tuo articolo è molto interessante! Bravissima!

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  5. Ciao Anna :-) Davvero un post interessantissimo! E' bello vedere come la storia ci restituisca delle scene di vita vissuta che ad oggi possono farci sorridere (vedi la declamazione dell'Orlando Furioso sulla fiducia) ma, allo stesso tempo, mi portano a fare una riflessione su come oggi la curiosità per questo mondo sia molto diminuita da parte di chi pensa che l'editoria o la lettura di un libro sia troppo "complicata" o noiosa. E' stato un viaggio nel tempo molto bello, grazie!

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    1. Hai pienamente ragione, purtroppo oggi è diventato un mondo per pochi, per quelli che al contrario pensano che non sia poi così complicata e noiosa, e questo è davvero un peccato!

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  6. Bravissima! Va beh io sono di parte :) , però è stato molto interessante documentarsi su questo premio e sulle sue origini che, devo ammetterlo, poco conoscevo.

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    1. Vero, anche io conoscevo il premio solo di nome ma, da quando siamo stati coinvolti, è iniziata una vera e propria indagine per sapere qualcosa di più :)

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  7. Interessante questo post! Conoscere le origini di una tradizione fa sempre un certo effetto e poi si scoprono tanti aneddoti particolari!

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    1. Gli aneddoti sono proprio quelli che mi affascinano di più. Scoprire come una cosa sia nata lo trovo emozionante!

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  8. è molto interessante scoprirne la storia!

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