Buongiorno lettrici e lettori! Oggi un post molto speciale, dedicato al Premio Bancarella al quale, quest'anno, insieme ad altri colleghi book blogger, avrò il piacere e l'onore di prendere parte.
L'avventura è iniziata di lunedì, ne abbiamo parlato sui nostri blog di lunedì (se ve lo foste perso lo trovate qui) e, come se fosse ormai una tradizione, abbiamo deciso di fare luce sui diversi aspetti di uno dei premi più famosi proprio di lunedì. Non a caso oggi è lunedì! Va bene, la smetto. Il concetto, ormai, è chiaro!
Bene, il viaggio ha inizio oggi e, attraverso una serie di fermate e stazioni in cui vi racconteremo il dietro le quinte, vi condurremo al capolinea, ovvero la serata finale della premiazione a Pontremoli.
Per iniziare questo tour nel migliore dei modi è necessario partire, come ogni cosa, dalle origini raccontandovi proprio quella che è la Storia del Premio Bancarella, la sua nascita. A farlo saremo in due, io e La Biblioteca di Eliza, per cui vi invito a dare un'occhiata anche al suo bellissimo resoconto! A questo punto è tempo di cominciare...
"Non avevano confidenza con l’alfabeto, ma 'sentivano' quali libri era il caso di comprare e quali no: in virtù di un sesto senso che, dicono, è stato loro donato dal demonio in un’ora di benevolenza."
Così scrive Oriana Fallaci che, nel 1952, prese parte alla nascita del Premio. Una frase ricca di significato a cominciare da quel verbo: sentire.
Esempio di gerla |
Oltre agli almanacchi, utili a scandire la vita dei campi, i Pontremolesi acquistavano nell'Ottocento libri popolari. Con la gerla (una cesta in legno, vimini o viburno intrecciati a forma di tronco di cono rovesciato) piena di libri, pietre da limare e altra merce, andavano per le campagne soprattutto del nord d’Italia a vendere con mille accorgimenti i libri ai contadini.
"Aprivano per esempio una pagina qualsiasi dell’Orlando Furioso e cominciavano a declamare. Non leggevano, ma ripetevano le ottave che avevano sentito leggere da altri. I contadini, dopo essersi fatti giurare sulla Madonna dei Sette Rosari che lì dentro c’erano scritte proprio quelle belle parole, si decidevano a prendere il libro per non meno di dieci soldi" (Ibidem).
Se la vendita all'aperto presentava una serie di vantaggi rispetto ai negozi, come l'esposizione di tutta la merce e i costi di esercizio ridotti, dall'altra però bisognava fare i conti con la precarietà delle stagioni e il trasporto delle merci. Per ovviare ai tanti inconvenienti, i librai lunigianesi si affidano ai banchi stabili come punti di vendita nei luoghi più centrali delle città. I "bancarellai", poveri di capitali e costretti a praticare i prezzi bassi, puntano sul passante frettoloso, cui offrono un tipo determinato di merce: stampe, calendari, libretti religiosi, romanzi e opere teatrali. Tutti prodotti che risentono meno della concorrenza dei negozi.
Molte delle librerie del nord e centro Italia sono state aperte e, in parte, sono ancora gestite dai Pontremolesi che sono emigrati dalle balze dei monti dell’alta Lunigiana. I loro nomi appartengono tutti ad uno stesso ceppo, in quanto imparentati fra loro, e tutti, dopo aver svolto la vendita ambulante, si sono fermati con le loro bancarelle e hanno aperto negozi nelle varie città. Questi uomini abbracciarono per primi l'idea del libro venduto a basso prezzo, accessibile ad ogni borsa, e costituiscono ancora oggi, nonostante le trasformazioni subite dai loro discendenti, "una casta a parte".
«Gli appartenenti si distinguono immediatamente, hanno caratteristiche tipiche del popolo della Lunigiana, non si assomigliano ma in comune hanno l’originalità che ogni soggetto esprime in maniera propria e singolare senza mai cadere in banali imitazioni, si propongono rudi e simpatici, cordiali e suscettibili, umili e altezzosi, timidi e arroganti, ma sempre coscienti che il loro mestiere è anche una missione. Sanno che librai pontremolesi si nasce e non si diventa» (Ma cos'è, dunque, questo Premio Bancarella, «Almanacco del Bancarella 1991»)
Il Campanone a Pontremoli |
Da Pontremoli circa sessanta librai si trasferiscono a Mulazzo, dove in pineta "avevano alzato un palco alla meglio, con un microfono, quattro seggiole e una bandiera". Nel verde tra i pini sono presenti tanti bancarellai giunti dalle varie città, scrittori, editori e uomini politici. L’indomani si barricano dentro il municipio di Pontremoli e fanno il solenne giuramento. In quella sala del palazzo comunale, proprio sotto il Campanone, "le loro facce rugose apparivano, nella penombra, solenni come quelle di arcaiche statue di legno".
" 'Ed ora, amici, propongo un solenne giuramento: quello di ritrovarsi nel nostro paese, ogni anno, in un dato giorno, a questa stessa ora, finché Iddio ci conserva, e fare una bella mangiata'. Seguì un lungo silenzio; poi i librai alzarono lentamente all’altezza del viso la mano e giurarono."
Premiazione a Pontremoli |
Un premio nel quale, quindi, quello che conta è il libro e la fiducia reciproca che si instaura tra lettori e librai. Un Premio che si vince con orgoglio.
Per questa prima tappa è tutto. È sempre emozionante fare un tuffo nel passato, ma soprattutto nella storia e spero che questo breve resoconto sia stato di vostro gradimento. Ci tengo a precisare che le varie informazioni presenti in questo articolo sono state prese dal sito dedicato al Premio Bancarella che, ovviamente, vi invito a visitare. Non perdete i prossimi appuntamenti con i #bancarellablogger!
Molto interessante questo post!
RispondiEliminaVado a dare un'occhiata al sito e aspetto i prossimi appuntamenti!
Buona settimana!
Nuovo post sul mio blog!
Se ti va ti aspetto da me!
http://lamammadisophia2016.blogspot.it
Grazie mille! Sono felice che ti sia piaciuto :)
EliminaCiao Anna, curioso e interessante questo post, non conoscevo tutta la storia del premio! Buona giornata :-)
RispondiEliminaAnche io ho scoperto molte cose che non conoscevo. A volte si conosce qualcosa per sentito dire, ma è sempre bello poter scavare a fondo e scoprire cose sempre nuove :) Buona giornata a te!
Eliminainteressantissimo articolo. brava. ho scoperto anche cose che non conoscevo. continuo a pensare che i bancarellablogger siano fantastici!
RispondiEliminaEd io ti ringrazio a nome di tutti noi bancarellablogger! Sono felice di aver scoperto e aver fatto scoprire alcune cose davvero poco conosciute :)
EliminaAdoro la storia dell'editoria e di tutto ciò che riguarda i premi. Il tuo articolo è molto interessante! Bravissima!
RispondiEliminaDevo dire che è stato molto interessante scriverlo :)
EliminaCiao Anna :-) Davvero un post interessantissimo! E' bello vedere come la storia ci restituisca delle scene di vita vissuta che ad oggi possono farci sorridere (vedi la declamazione dell'Orlando Furioso sulla fiducia) ma, allo stesso tempo, mi portano a fare una riflessione su come oggi la curiosità per questo mondo sia molto diminuita da parte di chi pensa che l'editoria o la lettura di un libro sia troppo "complicata" o noiosa. E' stato un viaggio nel tempo molto bello, grazie!
RispondiEliminaHai pienamente ragione, purtroppo oggi è diventato un mondo per pochi, per quelli che al contrario pensano che non sia poi così complicata e noiosa, e questo è davvero un peccato!
EliminaBravissima! Va beh io sono di parte :) , però è stato molto interessante documentarsi su questo premio e sulle sue origini che, devo ammetterlo, poco conoscevo.
RispondiEliminaVero, anche io conoscevo il premio solo di nome ma, da quando siamo stati coinvolti, è iniziata una vera e propria indagine per sapere qualcosa di più :)
EliminaInteressante questo post! Conoscere le origini di una tradizione fa sempre un certo effetto e poi si scoprono tanti aneddoti particolari!
RispondiEliminaGli aneddoti sono proprio quelli che mi affascinano di più. Scoprire come una cosa sia nata lo trovo emozionante!
Eliminaè molto interessante scoprirne la storia!
RispondiEliminaVerissimo Chiara :)
Elimina