venerdì 5 aprile 2019

Recensione 'Le alternative dell'amore' di Lorenzo Licalzi


LE ALTERNATIVE DELL'AMORE di Lorenzo Licalzi │ Editore: Rizzoli │ Pagine: 315 │ Prezzo: 18,00€


Attratta da una copertina minimal, ma di grande effetto, e da una trama che, sin dalle prime righe, contiene tutti gli ingredienti necessari a far sì che una storia possa incuriosirmi, mi sono accostata alla scrittura di Lorenzo Licalzi carica di aspettative.
Licalzi è un autore che vanta una serie di lavori pregressi ed un nutrito gruppo di lettori estimatori delle sue opere e, nonostante i pareri discordanti che circolano sul web riguardo questo suo ultimo romanzo, posso anticiparvi di averlo abbastanza apprezzato.

Le alternative dell'amore racconta di verità a lungo taciute e coincidenze che forse tali non sono, e lo fa trascinandoci a Morgy, un paesino della Borgogna, terra di cibi e vini eccellenti. Circondato da filari di vite e arroccato su una collina non lontano da Digione, Morgy conta quattrocento abitanti, un solo negozio che vende di tutto, dal pane al lucido di scarpe, e che fa anche da ufficio postale, e la Teverne de la Concorde, che funge da bar e osteria, entrambi affacciati sulla piazza del paese. A Morgy regna la pace assoluta, il tempo sembra essersi fermato e la gente, soprattutto contadini con un'età media di settant'anni, è cordiale e sa tutto di tutti. È qui che si rifugia Tristan Dubois, un giovane autore parigino di successo, in cerca dell'ispirazione perduta e con l'intento di arginare quella sensazione di spaesamento che lo perseguita già da quattro mesi, ovvero da quando è stato lasciato da Isabelle, la donna che continua ad amare.

Parallelamente alla sua storia se ne sviluppa un'altra che pur affondando le radici nel passato, ha forti ripercussioni anche nel presente. A Morgy, infatti, nella casa sulla collina che durante il secondo conflitto mondiale era stata la sede dell'esercito nazista, è tornato a vivere, da qualche anno, Wilfred Baumann, un ex ufficiale del Reich che durante l'occupazione tedesca in Francia comandava un piccolo plotone dislocato nello stesso paese. Settant'anni prima, Baumann si era macchiato di crimini orrendi, tra cui la fucilazione di dieci civili e il suicidio di una giovane cameriera di nome Constance, tanto da essere malvisto dagli abitanti di Morgy che continuano a considerarlo una persona spregevole.

Le esistenze di entrambi saranno destinate ad intrecciarsi quando lo stesso Baumann convocherà Tristan chiedendogli di scrivere la sua storia e quella di Constance, sua amata all'epoca della guerra. L'ex ufficiale non crede che la giovane cameriera possa essersi suicidata visto che aveva intenzione di fuggire con lui verso la Germania, quando ormai il conflitto era diventato sfavorevole per il Reich tedesco. Ha inizio così una vera e propria indagine, non facile, che porterà nuova luce sull'intera vicenda.

Questa a grandi linee è la trama di un romanzo che parla di amore e di guerra e lo fa ponendo i giusti accenti sull'uno e sull'altra.
Il primo è un sentimento che viene inteso con una doppia accezione: da un lato come un qualcosa di folle e totalizzante in grado di superare ogni ostacolo, compromesso e razionalizzazione; dall'altro, invece, come un qualcosa sotto lo scacco delle debolezze umane, del falso disinnamoramento, della gelosia e del tradimento.
La seconda, invece, vista da diverse prospettive è, però, strettamente legata al concetto di male. Il male inteso come effetto collaterale di un meccanismo perverso, che arriva addirittura a giustificarlo come se fosse un semplice compito da assolvere, una prassi da seguire senza interrogarsi o dubitare circa la sua conformità ai principi morali.

Dal punto di vista dei generi Le alternative dell'amore vanta una componente storica, una leggera vena romance ed un vero e proprio giallo. Strutturalmente parlando, invece, è vero che fa propri alcuni cliché, come quello dello scrittore in fuga che cerca la propria ispirazione in un paesino sperduto e guarda caso gli si palesa davanti come se fosse stata sempre lì ad attenderlo, ma questi riescono a fare capolino per una frazione di secondo nella mente del lettore per poi passare in secondo piano a favore della linearità e della semplicità della narrazione.

L'unica pecca, a mio avviso, riguarda il finale, un tantino affrettato, e la scelta di introdurre il passato attraverso la voce dello stesso Baumann e gli stralci del suo diario. Da lettrice avrei preferito l'alternarsi, oltre al presente, di veri e propri capitoli che, ambientati, nel periodo dell'occupazione, avrebbero potuto coinvolgermi maggiormente ponendo la giusta attenzione anche sul personaggio di Constance che mi è parso un po' troppo nebuloso.

In conclusione, non uno di quei romanzi che vi farà perdere il sonno, ma una di quelle storie che si lasciano leggere, non richiedendo chissà quale livello di concentrazione, e che permettono di staccare la spina consentendo al lettore di essere trascinato dagli eventi e da una scrittura puntuale ed evocativa che non si serve di alcun tipo di artificio durante la narrazione.

3 commenti

  1. Ti ringrazio perché, copertina bella e minimal a parte, mi era proprio sfuggito. Non sarà una priorità, ma potrebbe fare per me. 😊

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