venerdì 26 aprile 2019

Recensione 'L'amurusanza' di Tea Ranno


L'AMURUSANZA di Tea Ranno │ Editore: Mondadori │ Pagine: 355 │ Prezzo: 18,50€


Un titolo dal suono antico, e che già idealmente richiama i luoghi e quell'urgenza di raccontare che è tipica della Ranno e dei suoi personaggi, L'amurusanza, in siciliano, rappresenta i piccoli doni, i pensieri gentili, i segni di affetto e di benevolenza.
Ed è proprio l'amurusanza l'elemento trascinatore di questo romanzo che, nel corso della narrazione, in un vorticoso crescendo, arriverà a pervadere ogni singolo gesto, azione, frase o pensiero, facendosi portavoce del cambiamento.

La storia prende piede nei primi anni Novanta in un piccolo borgo siciliano, poco distante da Catania, che, dall'alto di una collina, domina il mare. Deturpato, negli anni Cinquanta, dalla costruzione di una raffineria di petrolio, nella comunità di cinquemila anime, che si conoscono tutte per nome, regnano l'ignoranza, il tirare a campare, il tempo passato a bere birra, giocare a carte e sparlare della gente, l'omertà e la politica fatta solo per arricchirsi.
A dominare i lati principali della piazza ci sono due grandi edifici, nonché poli di riferimento attorno ai quali brulica la vita del paese: la tabaccheria di Agata e di suo marito Costanzo e il municipio, amministrato dal sindaco "Occhi Janchi" e dai suoi scagnozzi.
Quando Costanzo muore all'improvviso, Agata, che è una delle donne più belle del paese e il sogno proibito di molti compaesani, giovani o adulti che siano, viene presa di mira dal sindaco e dai suoi scagnozzi. L'obiettivo non è solo quello di mettere le mani sul corpo della tabacchera ma anche di sottrarle la Saracina, il terreno paradisiaco coltivato ad aranci e limoni, vanto di Costanzo, con l'intento di trasformarlo in una discarica. Agata non ha alcuna intenzione di restare a guardare e, affiancata da un'inaspettata serie di alleati, darà il via ad una vera e propria prova di resistenza.
Ha inizio così una lotta tra chi detiene il potere e chi cerca di riconquistare la propria indipendenza e autonomia a suon di poesie, gesti gentili e buon cibo, le cosiddette amurusanze. Una lotta che porrà le basi per il cambiamento a cui, necessariamente, dovrà andare incontro l'intera comunità.

Ancora una volta l'autrice dà prova delle sue capacità mettendo in scena una rappresentazione capace di calamitare l'attenzione del lettore dalla prima all'ultima pagina.
Nonostante il perno della narrazione coincida, come già ci ha abituati nei precedenti lavori, con una figura femminile forte e combattiva che veste i panni di Agata, la Ranno, in questa occasione, sposta il baricentro della narrazione sulla comunità, in un alternarsi di voci e vite che fanno della coralità l'elemento pregnante.

I suoi personaggi, buoni o cattivi che siano, hanno una valenza identitaria tale da renderli estremamente credibili e capaci di emergere, in egual maniera, attraverso le righe inchiostrate. Una vera e propria forma di rispetto che l'autrice mostra nei confronti delle figure nate dalla sua immaginazione e connotate da tutta una serie di sfumature fisiche, caratteriali e psicologiche che permettono al lettore di apprezzarle a tutto tondo.
Vi imbatterete in Occhi Janchi, un avvocato che ha fatto della politica l'arena dei suoi spassi e che, usando l'arte dell'imbroglio, continua a truffare il prossimo accumulando denaro e ricchezze a suon di mazzette; in Lucia Montalto, la Piangimorti che va a tutti i funerali, che non ha parenti e che è malata di solità, parola che meglio rappresenta lo stato di solitudine della sua anima; in Tonino Scianna, professore di Lettere e segretissimamente poeta, che cova un sentimento proibito per la giovane Violante, un amore che lo rende incapace di formulare pensieri; in Lisabetta, l'erborista che prepara pietanze miracolose per la pancia e per l'anima.
Sono le loro sorti ad intrecciarsi a quelle della protagonista in un'ambientazione tutta siciliana che si riflette anche nella musicalità di una lingua e di un dialetto che pervadono il ritmo di una narrazione in cui la corposità della prosa ben si interfaccia alla costruzione dei dialoghi che permettono di respirare il profumo ammaliatore dell'isola.

Un classico esempio di come l'unione, in questo caso degli umili, gente di poco conto rispetto alla cricca che detiene il potere, faccia la forza, quella del cambiamento e della rinascita, per riprendere tra le mani la propria vita e quella di un'intera comunità.


5 commenti

  1. Non ne sapevo nemmeno l'esistenza di questo romanzo. tuttavia mi pare di capire si tratti di una lettura molto bella :) Lo prenderò certamente in considerazione :)

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    1. Contenta di avertelo fatto scoprire :)
      Se ti piacciono i romanzi corali in cui la narrazione è in grado di cogliere i diversi punti di vista dei personaggi questo romanzo non ti deluderà :)

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  2. Io come Gresi. Complimenti per la recensione!

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    1. Grazie, come sempre!
      L'ambientazione, la storia per alcuni versi molto attuale e le diverse prospettive narrative rendono il romanzo una lettura davvero interessante. Potrebbe piacerti :)

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  3. Ciao,come genere letterario non è proprio il mio ma mi è piaciuta molto la tua recensione, mi hai incuriosita.

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