venerdì 16 novembre 2018

Recensione 'Addio fantasmi' di Nadia Terranova


Buongiorno lettori! Eccomi di nuovo qui, dopo qualche tempo, con una recensione prima del weekend. Oggi vi parlo del nuovo, bellissimo, romanzo di Nadia Terranova, Addio fantasmi, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.





Addio fantasmi
Nadia Terranova


Editore: Einaudi - Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 196 - Prezzo: 17,00 € - eBook: 6,99 €


Ida è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l'ha richiamata in vista della ristrutturazione dell'appartamento di famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l'ha segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identità fondata sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.



Recensione

Addio fantasmi, il nuovo romanzo di Nadia Terranova, racconta l'ossessione di una perdita, di un lutto impossibile da elaborare per l'assenza di un corpo su cui piangere e di come un tale evento abbia poi influenzato l'esistenza di una madre, che non è più moglie, e la crescita di una figlia, Ida, che è tale solo per metà.

Quando la conosciamo, Ida è una donna di trentasei anni che abita un altro tempo e nuove giornate, in una città diversa da quella natia, e che ama un uomo, Pietro, nel modo in cui due persone possono ancora amarsi dopo più di dieci anni di relazione, sulla soglia di un desiderio inafferrabile e perduto. Scrive, per un programma alla radio, storie immaginarie, che in realtà attribuisce ai diversi ascoltatori, disseminandole di tracce che richiamano la sua di vita, la sua scuntintizza, della sé ventenne, fuggita dalla Sicilia e da una famiglia monca e colma di silenzi, ma soprattutto della sé tredicenne, chiamata a fare i conti con l'improvvisa scomparsa del padre, una parola così dolorosa da pronunciare.

Ventitré anni prima, infatti, Sebastiano Laquidara, professore di liceo ammalato di tristezza, dopo settimane di immobilità a letto, imbrigliato tra le lenzuola della camera da letto-prigione, si era svegliato, aveva spento la sveglia sempre puntata alle 6 e 16 e, coscientemente, era uscito di casa senza fare più ritorno. Una scelta quasi naturale per lui, un vuoto incolmabile per le due donne rimaste. Madre e figlia imparano ad abitare il dolore per dare una parvenza di normalità alla loro esistenza, a mostrare sorrisi in pubblico e a soccombere a quella assenza, che è sorveglianza, tra le mura domestiche. 
Ed è mentre cercano di elaborare la nuova situazione, senza mai accennare a quel fantasma, che pure è presente nei dialoghi muti tra gli sguardi e nelle frasi lasciate a mezz'aria, che il legame tra la madre, che inizia a riversare tutte le sue attenzioni verso l'unica figlia donandole un amore che ferisce invece di accudire, e la stessa Ida inizia ad incrinarsi per lasciare il posto alla rabbia provata da una nei confronti dell'altra, pur non essendo le cause dirette di un tale sentimento. 

Ventitré anni dopo, mentre i ricordi vanno in scena nella memoria e il sipario cala, seguito da un buio privo di applausi, Ida torna a Messina, richiamata dalla madre. La casa di famiglia deve essere messa in vendita ed è necessario sgombrarla da tutti gli oggetti che, nel corso del tempo, sono stati accumulati senza essere mai buttati. Sarà proprio separando le cose da salvare da quelle da lasciar andare che Ida intraprenderà il proprio percorso per provare ad esorcizzare il dolore, trovando l'incantesimo in grado di spezzare il sortilegio e far uscire di scena il fantasma di suo padre, perché "...tutto arriva a distruggere le persone che siamo state o crediamo di essere...".


"La morte è un punto fermo, mentre la scomparsa è la mancanza di un punto, di qualsiasi segno di interpunzione alla fine delle parole. Chi scompare ridisegna il tempo, e un circolo di ossessioni avvolge chi sopravvive."


Ho letto questo romanzo completamente stregata dalla bravura della Terranova, piccole boccate d'ossigeno nelle mie giornate piene di impegni.

Raccontare il dolore e permettere al lettore di percepirlo e viverlo non è facile eppure l'autrice ci è riuscita in una maniera incredibile, senza perdere mai di efficacia, ponendo gli accenti sui sentimenti, scegliendo con cura il lessico della narrazione e plasmando dei personaggi meravigliosamente umani con tutte le controversie del caso. Ida, perno della vicenda, ne è la dimostrazione.

Ida è una donna ormai adulta che ha imparato a fare finta di niente, a dissimulare il dolore per la scomparsa paterna, a nascondere la vergogna, ad indossare la forza come i marinai, a non cadere e a ricostruire la vita sui residui, sulle macerie di quel che è rimasto, a cui si contrappone, in tutta la sua bellezza ed innocenza, la Ida tredicenne. Quella che nelle sue fantasie costruisce altre esistenze e nuove storie per quel padre scomparso, mondi paralleli in cui si muovono voci, corpi e nomi. Quella che, fra il tramonto e la cena, in una casa umida soggetta agli inverni ventosi e alle estati aride, la schiena piegata e lo sguardo stanco per il senso di colpa, diventa un'adolescente figlia di quell'assenza che puntualmente torna a farle visita. Quella che lascia trascorrere la vita come se non le appartenesse. Quella con cui, inevitabilmente, si entrerà in sintonia accompagnandola, adulta e bambina, attraverso le stanze dei ricordi, tra i profumi della sua infanzia, verso quell'addio necessario a ristabilire un ordinato equilibrio.

Nonostante nel romanzo non ci siano dei veri e propri accadimenti, quanto piuttosto un ripercorrere il passato per raccontare il dolore del presente, è fortissimo il senso di compartecipazione ed il coinvolgimento emotivo del lettore che, guidato da una prosa densa ma scarna in dialoghi, da uno stile evocativo e ricercato, si ritrova imbrigliato in un romanzo intimo che ha il piglio tipico dei flussi di coscienza, quelli che scorrono ininterrotti senza alcuna possibilità di acquietarsi.

Intenso, struggente ed emozionante, Addio fantasmi è un romanzo da leggere con il cuore. È la storia di una scomparsa e della sua difficile elaborazione, di una ferita da richiudere con estrema precisione affinché smetta di sanguinare. È una storia fatta di sensi di colpa e dei tentativi per riparare al danno. È lo scorrere di una vita fatta di ricordi e verità, cerchi concentrici di storie dolorose necessari per dire addio ai propri fantasmi e renderci dei sopravvissuti.

12 commenti

  1. Hai presente quando sta per finire l'anno e hai l'ansia per i romanzi bellissimi che vorresti riuscire a leggere nel tempo che resta? Ecco, la Terranova - grazie a recensioni belle come la tua - è in pole position. ;)

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    1. Non parliamo di romanzi da leggere entro fine anno! C'è una pila sul comodino che mi fissa torva. Comunque questo romanzo merita tantissimo e, per quel che mi riguarda, si conquista di diritto un posto tra le migliori letture del 2018 :)

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  2. Ciao :-) concordo, bellissima recensione!
    Mi hai conquistata, leggerò questo romanzo, anche perché non conosco l'autrice e devo correre ai ripari al più presto!

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    1. Ciao Chiara, ti ringrazio :)
      Sono contenta di averti indirizzata verso questo romanzo che, secondo me, è bellissimo!

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  3. Ciao! Ne ho sentito parlare sempre benissimo, infatti l'ho messo subito in wishlist. Non vedo l'ora di leggerlo!

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  4. Anche a me piacerebbe leggerlo. E infatti confido di leggerlo prima che finisca l'anno ☺☺

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  5. ���� Ciao, di questo libro ne avevo sentito parlare bene, ma dopo la tua recensione senz’altro entra nella mia wishlist. ��

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  6. Inutile che ti scriva "che bella recensione" , lo hanno già scritto in tantissimi! quindi brava, mi hai fatto venire voglia... e come ha digitato Mr Ink...ansia da libri belli entro la fine dell'anno!

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  7. Mi associo a quanto ha scritto Baba. Lea

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