lunedì 15 aprile 2019

Recensione 'Preludio a un bacio' di Tony Laudadio


  PRELUDIO A UN BACIO di Tony Laudadio │ Editore: NNE │ Pagine: 217 │ Prezzo: 17,00€


Il termine metamorfosi deriva del greco e vuol dire trasformazione, in particolare trasformazione di un essere o di un oggetto in un altro di natura diversa, quindi facilmente percettibile. Se però intendiamo lo stesso termine in senso figurato, estendendone dunque il suo significato, la metamorfosi non è altro che un cambiamento che investe anche, e soprattutto, il carattere, la condotta e l'atteggiamento morale e spirituale di una persona.
Perché vi dico questo? Perché metamorfosi è il focus, la parola chiave che apre gli infiniti orizzonti di un romanzo come quello nato dalla penna di Laudadio.

Preludio a un bacio è una storia di cambiamento, di rinascita, di resistenza, di coraggio, di profondo attaccamento alla vita, con i suoi alti e bassi, e ai propri affetti. E questa trasformazione, che pure riguarda in prima persona il protagonista, è una sorta di onda propulsiva che impatterà ogni singolo personaggio, perfino coloro che hanno semplicemente un ruolo da comparsa, persone di passaggio, sì, ma con un ruolo, che potremmo definire essenziale, sin dal principio.

Colui che subisce, passivamente e al contempo attivamente, questo processo di metamorfosi è il protagonista, la voce narrante dell'intera vicenda: Emanuele.
Emanuele ha cinquantun anni e nemmeno un euro in tasca. Niente casa, niente lavoro se non suonare per strada il suo sassofono, "...un suono amico, un fiato caldo, una frase consolatoria, il ricordo della sua umanità scomparsa..."
Emanuele è un sopravvissuto nel grande oceano dell'esistenza. Vive negli angoli nascosti della città e delle coscienze, che lo rendono un invisibile che ha fatto del parlare tra sé e sé il suo luogo intimo. Emanuele è uno che si è sempre arreso a trovare soluzioni surrogate nell'unico amico possibile, quello che gli permette di annullare la percezione degli altri e di immaginare di vivere nel vuoto: l'alcol. 
Irrisolto, arrendevole e prigioniero di un pigro intorpidimento, a pochi giorni dal periodo più magico dell'anno, Emanuele si risveglierà in ospedale, vittima di un'aggressione, con un trauma cranico e a un passo dalla cirrosi epatica. 

Ed è in questo preciso istante che iniziano a profilarsi i contorni di un cambiamento che, via via, si farà sempre più tangibile. Emanuele comincerà a provare un interesse anomalo per quello che gli capita attorno, si scoprirà interessato agli esseri umani e alla loro vita, percependo sentimenti ed emozioni così inusuali per lui, e non riuscendo più a passare inosservato. 
Infatti, quella stessa gente che fino a poco tempo prima gli dedicava solo occhiatacce, smorfie e rapidi allontanamenti, incomincerà a vederlo, sentirlo e, soprattutto, a raccontarsi a lui e alla sua musica in cerca di conforto. Incoraggiato e sospinto dagli eventi, Emanuele si ritroverà a considerare gli esseri umani che lo circondano come dei panorami in cui perdersi e meravigliarsi, e per farlo si servirà dell'aiuto di una giovane ragazza, alla quale è legato da una relazione inconfessabile, e di un amore vecchio oltre vent'anni ma mai realmente sopito.

Con poche pennellate di colore, le cui tinte fredde, capitolo dopo capitolo, andranno a mescolarsi con i toni più caldi fino a cedergli il passo, Laudadio imbastisce un quadro d'insieme delicato e crudo allo stesso tempo. Preludio a un bacio, infatti, è una storia venata di romanticismo ma chiamata a scontrarsi con il piglio minaccioso della vita, quella vera, quella che concede e riprende, a volte più di quanto ha dato, in un battito di ciglia. Quella per cui ciò che sembra ad un passo dall'essere non può far altro che dissolversi al pari di una bolla di sapone.

La narrazione incentrata su Emanuele, e portata avanti in prima persona in maniera molto ironica, quasi a voler smorzare i toni della difficile tematica trattata, si correda di diverse figure dai tratti estremamente umani e reali, vincitori e vinti, sognatori e disincantati. La voce solista, allora, si lascia accompagnare da una coralità di timbri, un intreccio di esistenze bizzarre, di connessioni di vite che, in uno stesso luogo, danno libero sfogo alla propria vicenda personale. 

Un romanzo vero, di quelli che lasciano il segno e in cui, la prosa fluente rende lievi ed impercettibili le piccole forzature e le dinamiche un tantino irreali che pure sono presenti. Un romanzo che insegna come sia indispensabile vivere incoraggiando le proprie virtù e accettando le proprie debolezze e limitazioni. Un romanzo da leggere non solo con gli occhi ma anche con il cuore.


4 commenti

  1. E dire che, a torto, era uno dei pochi NN a non ispirarmi.7
    Per fortuna, mi affido a te e mi ravvedo.
    Foto bellissima!

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    1. Grazie Michele :)
      Era uno dei romanzi che attendevano da un po' ed è stata una lettura davvero intensa.
      Te la consiglio!

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  2. Non avrei saputo scrivere di meglio nemmeno io per questo libro che tanto mi è a cuore. Certe parole ti restano dentro anche quando sono stronze e sorelle di una musica (s)composta. Un saluto, Dalia.

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    1. Grazie Dalia per essere passata a leggermi. Un caro saluto, Anna.

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