mercoledì 11 ottobre 2017

Recensione 'Le vite parallele' di Antonio Fusco


Buongiorno lettori e benvenuti nel mio angolino! Oggi è un grande giorno, uno dei commissari più amati dagli appassionati del genere giallo torna in libreria e, ovviamente, lo fa in grande stile. Io ho avuto l'opportunità di divorare il romanzo nello scorso weekend, grazie all'infinita disponibilità della casa editrice Giunti che ringrazio per la copia, ed è per questo che ho deciso di lasciarvi il mio pensiero proprio nel giorno della sua uscita. Buona lettura!





Le vite parallele
Un nuovo inizio per il Commissario Casabona 
Antonio Fusco


Editore: Giunti - Genere: Giallo
Pagine: 236 - Prezzo: 15,00 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


Mentre sulla cittadina toscana di Valdenza si addensa una coltre di nubi cariche di neve, il commissario Casabona, di passaggio in questura per sistemare le ultime cose, ha un unico pensiero: tornare quanto prima in ospedale a fianco della moglie Francesca, le cui condizioni di salute lo hanno spinto a chiedere un incarico meno impegnativo. Ma la sua determinazione sta per essere spazzata via da un caso che ha sconvolto i suoi uomini e l'intera provincia: una bambina di tre anni letteralmente svanita nel nulla; una madre in lacrime che, entrando nella cameretta dove l'ha lasciata la sera prima, trova il letto vuoto. Quando l'ispettore Proietti gli mostra la foto di Martina, con il suo caschetto biondo e lo sguardo limpido e fiducioso, Casabona riesce a stento a conservare la sua fermezza. Può davvero sottrarsi al grido di aiuto di quegli occhi e lasciare la sua squadra senza una guida? Ben presto i sospetti si concentrano su un balordo cocainomane da cui la madre ha ricevuto esplicite minacce, e con il quale intratteneva rapporti piuttosto torbidi. Una soluzione servita su un piatto d'argento, eppure qualcosa non quadra, e Casabona sente per istinto che la madre non è l'unica fra le persone vicine a Martina ad avere dei segreti. È il momento di prendere in pugno l'indagine e scavare molto più a fondo. Una ricerca che trascinerà Casabona in un mondo popolato di maschere e vite parallele, abilmente nascoste dalla facciata della pubblica virtù... Che cosa è successo alla piccola Martina? Qualcuno l'ha portata via, oppure è uscita da sola per poi smarrirsi nei boschi? E soprattutto: ha ancora senso, dopo tanti giorni, aggrapparsi alla speranza di ritrovarla viva?


"I casi risolti si dimenticano subito, gli insuccessi restano dentro. Con le domande senza risposta, i dubbi, gli errori. Con la consapevolezza che l'assassino è ancora là fuori, e se non ucciderà di nuovo non sarà per merito tuo, ma solo perché è lui a non volerlo. Cammina nel tuo stesso mondo, respira la tua stessa aria. Forse è seduto accanto a te sul treno o al tavolino di fianco in un bar, a bere un caffè. I 'se' diventano lame affilate che feriscono l'autostima costruita in anni di mestiere. Non bastano i tanti successi conseguiti, tutto si sfalda: resta solo un inconfessabile senso di colpa. Per sempre."

Ho iniziato a leggere il nuovo romanzo di Fusco con davvero poche certezze e un senso di spaesamento. Lo scorso gennaio terminavo la lettura de Il metodo della fenice, romanzo che precede quello di cui sto per parlarvi, che mi era parso un vero e proprio completamento, una sorta di cerchio che si chiude, giungendo a conclusione, e al quale, con molta probabilità, non avrebbe fatto seguito un nuovo lavoro. 
Il tutto suffragato da quell'epilogo in cui appariva un Casabona intenzionato a dismettere i panni di commissario in favore di un incarico meno impegnativo che gli permettesse di occuparsi, con una maggiore presenza, della malattia di sua moglie. 

Ed è proprio così che lo ritroviamo nelle prime pagine de Le vite parallele, combattuto tra famiglia e lavoro, con tutta l'intenzione di non lasciarsi coinvolgere nella nuova indagine. L'attesa, la mancanza, un senso di incertezza accompagnano il lettore. Cosa ne sarà del commissario? Ci condurrà, ancora una volta, alla risoluzione del caso o resterà dietro le quinte?
Tutte queste domande trovano le rispettive risposte nel giro di poco tempo, grazie alla complicità di quella stessa moglie che pur avendo bisogno delle attenzioni e del sostegno del marito, lo sospinge verso l'unica direzione possibile. Il binomio Casabona-lavoro è imprescindibile: l'uno non esiste senza l'altro e a quel ciclo, che si era concluso con i primi tre volumi, ne fa seguito uno tutto nuovo, come recita anche il sottotitolo che troneggia in copertina. 

Il punto di forza di questa nuova avventura è la parte giallistica corredata di una pista investigativa impeccabilmente costruita. Della treenne Martina Bonelli è rimasta solo una fotografia, l'immagine di una persona morta che, in qualche modo, non esiste più. Scomparsa nella sua stessa casa, dalla sera alla mattina, appartiene già ad un tempo andato. Ecco, il caso rappresenta  una novità rispetto ai romanzi precedenti: non si tratta di un omicidio o di una scia di omicidi, almeno non all'inizio, ma di un vero e proprio rapimento con tanto di soluzione servita su un piatto d'argento. Il responsabile è Walter Guzman, cocainomane ed amante della madre. Ma si sa, episodi come questo non vanno a braccetto con una risoluzione semplice e repentina ed in effetti, servendosi della voce del commissario, l'autore ci guida passo passo attraverso un'indagine che subirà continui ed improvvisi cambi di rotta mettendo a dura prova il lavoro della mobile che dovrà affrettarsi per far sì che la piccola Martina non rimanga intrappolata per sempre nei contorni di una immagine che si sbiadisce sempre più. 

Nonostante si tratti del quarto romanzo la storia e la narrazione non perdono mai mordente, anzi. Posso dirvi, infatti, che questo nuovo lavoro, confrontandolo anche con i precedenti, è quello che mi è piaciuto di più. Ci ho ritrovato il classico stile semplice, fluido ed essenziale, che ha sempre caratterizzato la scrittura di Fusco ma che, a mio avviso, è accompagnato e completato da una certa maturità espressiva che abbraccia non solo la parte più descrittiva ma, e soprattutto, quella dialogica. Tutto funziona alla perfezione e convince grandemente. Così come i rimandi, i piccoli accenni, ad episodi che ritroviamo negli altri romanzi e che vanno a costituire un filo conduttore di più ampio respiro. 

Fusco, dalla sua, ha la capacità non solo di saper raccontare ma di coinvolgere il lettore facendolo scendere in campo, di fianco ai buoni. Quel filo di tensione, che pure era presente negli altri romanzi, in questo caso specifico prende il sopravvento, soprattutto quando la squadra si ritrova a dover fare i conti con un vero e proprio abbaglio investigativo.
I personaggi, tassello dopo tassello, subiscono una vera e propria evoluzione. Primo tra tutti il commissario che da semplice silhouette monodimensionale, narrazione dopo narrazione, diventa sempre più tridimensionale e vero. Ancora una volta emerge la sua grande umanità e il suo profondo coinvolgimento emotivo perché, come lui stesso ci dirà, "...la scomparsa di una persona cara è persino peggio della morte. È un dolore che non si può elaborare, perché non è ancora un lutto...", ed ancora una volta dovrà scontrarsi con quel mondo inaccessibile e distante in cui la moglie si è rifugiata.

Una storia complicata, carica di mistero. Una storia in cui si parla di famiglie, di dolore, di sofferenza. Una storia che vede le sue fondamenta nella parola menzogna, perché "...la verità non ama apparire nuda, ha bisogno sempre di una maschera per coprirsi...", e la sua risoluzione nell'intrecciarsi di vite parallele, quelle che non dovrebbero incontrarsi mai. 
Un romanzo che, ancora una volta, servendosi di piccole realtà, ci invita a riflettere sul genere umano tutto. Un romanzo che merita di essere letto, tutto d'un fiato, come i precedenti: Ogni giorno ha il suo male, La pietà dell'acqua e Il metodo della fenice.






2 commenti

  1. che bellissima recensione Anna.
    e ti dirò che in comune con la mia c'è, oltre l'apprezzamento per il romanzo, anche la citazione che ho inserito anche io perché mi ha profondamente colpita.
    concordo con te sul fatto che questo romanzo è davvero il più bello di tutti i libri finora incentrati su Tommaso.
    a presto

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    1. Ciao Chicca, cono contenta che i nostri pensieri siano affini :)
      passo a leggerti subito!

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