lunedì 2 ottobre 2017

Recensione 'La perfezione non è di questo mondo' di Daniela Mattalia





La perfezione non è di questo mondo
Daniela Mattalia


Editore: Feltrinelli - Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine:168 -Prezzo: 15,00 € - eBook: 8,99€


Torino, tra le Molinette e il Valentino. Adriano, professore ottantaduenne che ha appena perso la moglie, ha un segreto di cui si vergogna un po': da quando la sua compagna non c'è più, continua a rivederla tra le corsie delle Molinette, anche se sa che non può essere vero. O forse sì? A soccorrerlo dal dubbio di essere sull'orlo della pazzia intervengono uno stravagante tassista, certo che sia più che normale che i morti continuino ad abitare accanto ai loro cari, e altre tre persone, che incrociano la sua strada. Gemma, libraia trentenne che nel fine settimana fa la volontaria al Filo d'Argento, un call center per anziani. Olga, un'arzilla zitella settantaseienne ricoverata con una gamba rotta. E Fausto, un giovane grafico precario fidanzato a una ragazza della Torino bene e padrone di Archibald, un bracco che ha il vizio di darsi alla macchia proprio nel parco dove fa jogging Gemma. Le vite di questi quattro personaggi si intrecciano, come in una danza, tra il parco e l'ospedale, dove si aggirano altre due inafferrabili presenze. Perché chi l'ha detto che morendo si deve per forza andare nell'aldilà, in un paradiso perfetto, algido e lontano? Non è forse più consolante - e infinitamente più divertente - immaginare di poter restare nell'aldiquà, invisibili a tutti tranne a chi ci vorrà vedere, fantasmi della porta accanto con tutte le nostre stupende imperfezioni?


Ho un modo tutto mio di mangiare un croissant. Inizio dalle estremità, prima l'una e poi l'altra e ne soppeso la croccantezza. Poi procedo verso il centro, un morso dietro l'altro, ma quando inizio ad intravederne il ripieno, voilat, lo giro dall'altra parte e ripeto la medesima, meccanica operazione. Solo a questo punto mi dico che il momento è propizio e affondo i denti nella sfoglia resa più morbida dalla crema. Un'esplosione di gusto, una delizia. Come al solito questi accostamenti culinari mi aggradano un sacco, sarà perché sono una buona forchetta, ma non era assolutamente mia intenzione mettervi l'acquolina in bocca. Se l'ho fatto è semplicemente per spiegarvi che questo romanzo è proprio come il ripieno di quel croissant: delizioso, vellutato, da gustare all'infinito, mai sazi delle parole e delle storie raccontate tra le sue pagine. Ripaga senza dubbio l'attesa. Ci vorrebbero più romanzi come quello della Mattalia e, credetemi, non sto esagerando.

In una Torino magica e venata di surreale, in cui tutto può succedere, prendono piede le vicende di personaggi tutti diversi. Adriano è un ottantaduenne che ha perso la compagna della sua vita all'improvviso per via di un aneurisma e che va a trovare il suo fantasma nei corridoi di un ospedale, dimora del suo spirito. Un uomo secondo cui si può dimenticare una preoccupazione, un contrattempo, un guaio ma non un'assenza. Che si chiede come si possa non percepire il vuoto che ti cammina accanto o non ascoltare il silenzio laddove fino a poco tempo prima c'erano parole, risate, sospiri. Lui che vive i frammenti luminosi di una vita a due e un dolore che non potrà mai passare. Gemma, libraia ventinovenne il cui motto è condensato nella frase se cerchi non trovi e viceversa. Nella sua vita gli uomini non si fermano mai a lungo, "arrivano, stanno per un po', si distraggono, se ne vanno. E tanti saluti". Volontaria presso Filo d'Argento, è amica di cornetta di Olga, settantacinquenne che ha dedicato la sua vita ad un amore sbagliato.
E ancora Fausto, proprietario di Archibald, fidanzato di Susanna, che vive un'esistenza all'insegna del titubare. Infine c'è Angelo, il tassista, colui a cui piace portare le persone da un luogo all'altro aiutandole a prendere la strada giusta. È lui la figura cardine dell'intera vicenda, lo stratega, colui che tesse e muove le fila della trama.

In questo romanzo si parla di perdita, di possibilità, di casualità, di destino e la bellezza risiede già nel titolo. La perfezione non è di questo mondo è uno degli ammonimenti salvavita: non sei diverso dagli altri perché non sei perfetto, anzi, sei tale e quale a loro proprio perché nessuno lo è ed errare è umano. E questa stessa imperfezione si riflette nei diversi personaggi di questa storia. Smarriti, ammaccati dalla vita, in bilico, ognuno alla ricerca di un punto fermo nella propria esistenza che vada a riequilibrare il baricentro delle loro priorità. Quattro figure in carne ed ossa, un tassista, due fantasmi ed un cane. Sin dai primi capitoli, sospesi tra una prosa incantevole e dialoghi ben scritti, i diversi personaggi si presentano a turno al lettore. All'inizio il loro è un semplice sfiorarsi attraverso la singolarità della propria voce, per poi tendere ad amalgamarsi sempre più con lo scorrere delle pagine fino a trasformarsi in un coro melodioso in cui ogni figurante rispetta il suo compagno senza mai sovrastarlo, anzi cooperando affinché l'opera finale risulti degna di nota per il lettore, anche il più esigente.

La scrittura della Mattalia, tenera e pregna di leggerezza, non solo scorre sulla carta come un fiume in piena travolgendo chi legge con una storia meravigliosa, ma nella sua semplicità è in grado di affrontare tematiche importanti quali la morte, la solitudine, l'anzianità e di farlo con delicatezza senza mai ricadere nel melodrammatico, dosando nella giusta maniera i sentimenti. 
Per non parlare dei personaggi, magnificamente caratterizzati nella loro umanità, imperfetti, provati dalla vita e pronti ad affrontare la quotidianità fatta di sfide, di vittorie e soprattutto di sconfitte. Bellissima l'idea, nel finale, di rendere su carta i pensieri e i sentimenti di Archibald, il cane, perché non è solo una comparsa ma parte integrante dell'intero contesto.

A confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, La perfezione non è di questo mondo, in definitiva, è un romanzo che nella sua semplicità e genuinità si pone come obiettivo quello di affrontare nella maniera più delicata possibile il tema del trapasso ed insegnare, a chi resta, come affrontare il peso di una tale perdita. Un romanzo che dovrebbe essere letto non solo dagli adulti ma anche dalle giovani menti perché se è vero che si riflette, come è giusto che sia, si sorride, si piange ma, alla fine, ci si sente con il cuore più leggero. Provare per credere!




9 commenti

  1. L'ho segnato da un po', complice la Libridinosa (e Marone).
    La tua bella recensione mi ha ricordato che, soprattutto in questo periodo di ansia e cupezza, ne ho bisogno. :)

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  2. Anch’io l’ho in lista da un po’ e ora ha scalato qualche posizione ��

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    1. Uh! Sono felice perché merita davvero, davvero, tanto! :)

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    2. questo insieme al nuovo libro di Antonio Fusco sono tra i regali che mi farò per il mio compleanno!

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  3. Il titolo di questo romanzo indica una gran verità che, spesso, tendiamo a dimenticare. La tua recensione mi ha dato l'opportunità di conoscere questa scrittrice e mi hai incurisita con il tuo preciso e intenso parere. Prendo nota :)

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  4. E' tra i libri che devo leggere. Ciao

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