martedì 31 gennaio 2017

Recensione 'Il metodo della fenice' di Antonio Fusco





Il metodo della fenice
Antonio Fusco


Editore: Giunti - Genere: Giallo
Pagine: 229 - Prezzo: 12,90 € - eBook: 7,99€


Novembre, il mese dei morti e della pioggia. Una telefonata anonima sveglia la centrale di Valdenza alle prime luci dell'alba. Il commissario Casabona, che per via di uno scontro con sua moglie da un paio di giorni dorme in questura, è il primo a precipitarsi sul posto: sotto il vecchio ponte di Campanelle, ai confini del bosco dove vive appartata la misteriosa comunità degli Elfi, viene rinvenuto il corpo di una giovane donna, nudo e parzialmente carbonizzato. Un compito facile per la Scientifica, perché nelle vicinanze emergono subito indizi utili all'indagine. Troppi e troppo in fretta, pensa Casabona. Tanto più che il presunto colpevole viene trovato di lì a poco: in fondo al lago, al volante della sua auto; annegato in seguito a quello che risulta un banale incidente. Ma Casabona non ci sta: il suo istinto gli dice che dietro la storia delle due vittime - lei entraîneuse in un night club, lui pornoattore di fama locale - si nasconde qualcosa di molto più torbido. Qualcuno sta cercando di insabbiare verità scomode che premono per venire alla luce. E qualcuno vuole vedere il fuoco della vendetta ardere sino in fondo, perché è solo dalle ceneri che si rinasce a nuova vita. Per sciogliere il mistero, Casabona dovrà affondare le mani nel ventre molle della provincia italiana, dove l'unica cosa che conta è l'apparenza, eppure niente è come appare. Un'esperienza così sconvolgente e accecante da indurlo a dubitare persino dei suoi affetti più cari.




E adesso come si fa? Letta e gustata fino all'ultima pagina anche la terza indagine che ha per protagonista il commissario Casabona, avverto già una mancanza. 
Se non conoscete la scrittura di Fusco ed il suddetto commissario vi invito a recuperare i precedenti romanzi dei quali vi ho ampiamente parlato nelle rispettive recensioni e che vanno letti nel seguente ordine: "Ogni giorno ha il suo male" e "La pietà dell'acqua".

Come ogni giallo che si rispetti, un nuovo omicidio scuote gli animi della centrale di polizia di Valdenza. Una telefonata anonima annuncia il ritrovamento di un cadavere, una giovane donna, sconosciuta, sotto il vecchio ponte di Campanelle. Nel giro di qualche giorno il caso sembrerà risolto, anche allo stesso lettore. Tutti gli indizi portano all'unico colpevole possibile, anch'egli ritrovato morto presumibilmente per suicidio, nulla potrà essere messo in discussione, tutto quadra tranne il movente.
Ed è proprio basandosi su questo tassello, che come ci ha insegnato lo stesso Casabona, non può assolutamente mancare nella risoluzione di un'indagine, che emergeranno bugie su bugie, segreti su segreti che porteranno ad una verità sconvolgente. Una verità strettamente connessa ad avvenimenti del passato.


"Il senso della realtà è negli occhi di chi la osserva, commissario. Ma la vista si può ingannare, e non solo. Il diavolo ha riempito il mondo di trappole per sciocchi. La verità non è quasi mai quella che appare e non è per tutti."


Ancora una volta incantata dal modo di narrare dell'autore e dalla semplicità del suo stile, ho letto il romanzo in pochissimo tempo. 
Come già siamo stati abituati con le precedenti indagini, anche in questa nuova avventura il commissario Casabona sarà chiamato a fare i conti con omicidi che si intrecciano al passato, a testimonianza del fatto che il male ha radici molto profonde e difficili da eradicare, che, alla stessa maniera di un contagio, si diffondono dalla vittima a coloro che la piangeranno in una frazione di secondo, il tempo necessario a commettere l'omicidio.

Il protagonista indiscusso è, ancora una volta e soprattutto, come è giusto che sia, il commissario Casabona. In questo romanzo viene costantemente messa in luce la sua sfera familiare e come la nuova indagine rappresenti una via di evasione per il personaggio. Il rapporto con la moglie è andato via via deteriorandosi. I continui litigi, le incomprensioni e l'assenza di dialogo hanno contribuito a quella rottura che lo ha portato ad allontanarsi da casa per qualche tempo. Casabona si è abituato al dolore, il fallimento non lo ha colto impreparato perché, come lui stesso dirà, "...con il tempo, le aspettative si ridimensionano...". Ma questo sarà anche il banco di prova per il protagonista che si troverà a dover affrontare, forse, la scelta più difficile della sua vita.

La parte giallistica è, come di consueto, molto curata anche se bisogna seguire attentamente le varie piste per non cadere in confusione. 
Una novità riscontrata nello stile narrativo ed organizzativo del romanzo è la presenza di capitoli, che si alternano alla storia di base, che hanno per protagonista quello che viene appellato come 'il colpevole'. Interessanti le scene descritte dal suo punto di vista che permettono al lettore di entrare nel vivo della storia e che lo portano sia ad interrogarsi sulla collocazione temporale delle stesse, che sull'identità di tale personaggio.

Devo confessarvi, però, che questo ultimo lavoro mi è piaciuto un filino meno dei precedenti, non ne sono stata coinvolta a pieno. Tuttavia l'ho vissuto come un completamento, una sorta di cerchio che si chiude e, forse, giunge a conclusione. Tutto ciò suffragato dall'epilogo che potrebbe far presupporre anche la fine della serie.
Ecco, io spero (e quasi supplico Fusco!) di essermi sbagliata ed è per questo motivo che, insieme alle mie colleghe book blogger che come me hanno amato questa trilogia, mi accomodo sul famoso muretto, in attesa di una nuova avventura. Se non avete ancora conosciuto il commissario Casabona, credo sia giunto il momento. Io, intanto, vi tengo il posto!




venerdì 27 gennaio 2017

Recensione 'Sono stato un numero. Alberto Sed racconta' di Roberto Riccardi


Buongiorno lettrici e lettori, nella Giornata della Memoria vi propongo la recensione di un libro per non dimenticare. Quest'anno, dopo diverso tempo, ho deciso di recuperare un romanzo-testimonianza di una delle voci che hanno vissuto in prima persona la barbarie e la ferocia di un uomo. Ecco, un uomo, uno solo, che è riuscito a manipolare le menti di un'intera nazione.
Questo è un libro che commuove ed emoziona, un libro che fa male!





Sono stato un numero 
Alberto Sed racconta
Roberto Riccardi


Editore: La Giuntina - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 165 - Prezzo: 15,00 € - eBook: 6,99€

Questo libro racconta la vita di Alberto Sed dalla nascita ai giorni nostri. Rimasto orfano di padre da bambino, Alberto è stato per anni in collegio. Le leggi razziali del 1938 gli hanno impedito di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 è sfuggito alla retata effettuata nel ghetto di Roma. È stato catturato in seguito, insieme alla madre e alle sorelle Angelica, Fatina ed Emma. Dopo il transito da Fossoli, la famiglia è giunta ad Auschwitz su un carro bestiame. Emma e la madre, giudicate inabili al lavoro nella selezione condotta all'arrivo, sono finite subito nella camera a gas. Angelica, un mese prima della fine della guerra, è stata sbranata dai cani per il divertimento delle SS. Solo Fatina è tornata, segnata da ferite profonde: ha assistito alla fine terribile di Angelica ed è stata sottoposta agli esperimenti del dottor Mengele. Alberto è sopravvissuto a varie selezioni, alla fame, alle torture, all'inverno, alle marce della morte. Ha partecipato per un pezzo di pane ad incontri di pugilato fra prigionieri organizzati la domenica per un pubblico di SS con le loro donne. Dopo essere scampato a un bombardamento, è stato liberato a Dora nell'aprile 1945. Tornato a Roma, superate le difficoltà di reinserimento, ha iniziato a lavorare nel commercio dei metalli e si è sposato. Ha tre figlie, sette nipoti e tre pronipoti.




"Se il male avesse una casa, potremmo sbarrarne le porte per non lasciarlo uscire. Vi metteremmo a guardia il più grande fra i custodi e staremmo a osservarla, dall'esterno, con l'animo sereno. Se potessimo tenere il dolore rinchiuso in una scatola, la sua chiave non lascerebbe le nostre mani, e il tempo sarebbe una strada da percorrere senza timore, i pugni serrati e il viso fiero. Ma il male, il dolore, non hanno confini. Pensare di poterli circoscrivere è come progettare un recinto per l'oceano."


Mi sono accostata a questa lettura in punta di piedi, pronta a ricevere quel colpo che, ero sicura, sarebbe arrivato preciso e diretto, senza mezzi termini. Nonostante la guardia alta, ogni volta che mi imbatto in romanzi-testimonianza di una delle pagine più crudeli ed efferate della storia finisco al tappeto. Il cuore in frantumi e l'anima straziata dalla descrizione di tanto dolore. 
Questo è un romanzo che fa male, le pagine sono intrise dei sentimenti più disparati, terrore, angoscia, dolore, vergogna, umiliazione, speranza, amore, rinascita, le singole parole sono stilettate, profonde e pungenti.

A-5491, può un numero, un tatuaggio, cancellare l'identità di un uomo? Il suo nome? Il suo passato? la sua dignità? È proprio questo che, invece, attraverso le pagine del romanzo, viene restituito al lettore. A ciò si accompagnano le voci e le storie di tutte quelle persone, esseri umani, ricordiamolo, che non conosceremo mai, volate vie a migliaia attraverso le ciminiere dei forni crematori.

'Sono stato un numero' è un viaggio commovente ed emozionante che racconta la storia del giovane Alberto Sed, un bambino cresciuto troppo in fretta, un bambino il cui mondo, improvvisamente, cade in pezzi, in nome di quelle leggi razziali, senza fondamento, secondo le quali "...quelli come lui non possono più stare con gli altri...".
Un bambino che, come lo stesso protagonista dice, non è più tale, ma è diventato un ebreo. Una parola alla quale si accompagna una sola azione, quella di nascondersi e, insieme a questa il sentimento di vergogna ed umiliazione. L'unica certezza: non aver commesso nulla di male se non, semplicemente, essere nato.


"Sbaglia chi pensa di non correre pericoli, di non avere niente da perdere. Ciascuno di noi ha tesori preziosi come la dignità, i sentimenti, il rispetto di sé. Prima ancora, la vita. Vi sembra poco?"


Uno stile semplice, ma diretto, per ripercorrere la vita di Alberto, dalla nascita alla deportazione. Conosceremo la figura paterna, un uomo buono con la serietà propria degli uomini di una volta, reso severo dal carattere vivace e scatenato del figlio. Dall'altra parte la madre, protettiva e premurosa con i figli, generosa e disponibile con tutti. Una donna che, alla morte del marito, è costretta a mandare in collegio lo stesso Alberto e la figlia maggiore Angelica, colei che costituisce il legame con un passato fatto di giochi, infanzia e nostalgia per la mamma e le altre due sorelle tanto amate ma che vedeva raramente.

Con un susseguirsi di capitoli, in un crescendo di dolore e di tensione, lo stesso protagonista racconterà l'esperienza della deportazione; il viaggio sul treno merci, i cui vagoni puzzavano di escrementi e morte; la speranza dipinta sui volti all'arrivo a destinazione, qualche sorriso, la possibilità di cominciare una nuova vita ad Auschwitz, un luogo sul quale, a detta di molti, non si era mai parlato e che per questo non poteva essere tanto terribile.
Il lager visto come negazione di qualsiasi diritto, della libertà, della sicurezza e del rispetto della persona che pure ogni essere umano si conquista alla nascita.

Sono rimasta impressionata dal racconto di Alberto, dalla sua storia e da come questa si intrecci alle storie di tutti quelli che ha incontrato durante il suo cammino, da come, dalla sofferenza, siano sbocciati bellissimi rapporti di amicizia e, in alcuni casi, di devozione reciproca. Impossibile ed impensabile non provare tenerezza per questo uomo che, a posteriori, rimette insieme tutti i tasselli della propria vita con una serie di parallelismi, tra presente e passato, fino al momento della liberazione, al ritorno alla vita. Ecco, un ritorno alla vita fortemente condizionato da quello che è stato. Si resta prigionieri dell'anima, incapaci di compiere anche le azioni più semplici senza ricordare eventi traumatici. Si parla, si racconta, ma chi non ha vissuto l'esperienza sulla propria pelle non può comprendere fino in fondo.

Tuttavia, questo è un romanzo che racchiude in sé la speranza. Alberto è un combattente, un uomo dal carattere forte che ci insegna come dalla sofferenza possa nascere un tale sentimento, di come il suo cuore desertico si sia predisposto a diventare prato per lasciar attecchire il seme dell'amore, ed è proprio sull'amore che ha fondato la sua vita. Alberto è un sopravvissuto che ha scelto l'amore che costruisce piuttosto che l'odio che distrugge.
Accanto alla speranza, poi, la riflessione attraverso una serie di domande poste al lettore, con l'intento di stabilire una sorta di dialogo, di connessione ancora più profonda. Una in particolare continua a ronzarmi nella mente ed è anche quella che rivolgo a voi: "...Hitler non si è fermato da solo per l'orrore di ciò che stava facendo, è stato bloccato con le armi. Dove si sarebbe spinto se la storia avesse avuto un corso differente? Con chi se la sarebbe presa, se gli avesse arriso la vittoria? Quanti altri milioni di vittime avrebbe mietuto il suo delirio di onnipotenza?"

Non dimenticatelo mai, non solo oggi, ma ogni giorno: nessuno di loro, umiliato, marchiato, percosso, sottoposto a violenze fisiche e psicologiche, ha mai smesso di essere un uomo.






giovedì 26 gennaio 2017

Sneak Peek Special: Giornata della memoria 2017!


Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buongiorno lettrici e lettori, oggi un nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle uscite in libreria!
Il post di oggi non è affatto casuale, nel senso che la mia memoria funziona ancora bene quindi non ho dimenticato di segnalarvi delle uscite, ma ho deciso di selezionarne ulteriori quattro che, alla vigilia della Giornata della Memoria, che si celebrerà domani 27 Gennaio 2017, sono incentrate proprio su quella pagina della storia che tutti noi vorremmo cancellare ma che pure fa parte del nostro passato. Quest'anno, dopo un paio di anni, ho anche deciso di affrontare una lettura "per non dimenticare" e della quale troverete la recensione proprio domani.

Non voglio dilungarmi oltre per cui passerei alle segnalazioni. Vero è che per molti i libri su tale argomento hanno solo una valenza commerciale, tuttavia queste uscite sono quelle che mi hanno particolarmente colpita e che io per prima leggerei.


In libreria dal 12 Gennaio


Trama:


Dicembre 1944. I tedeschi stanno arrivando. Il prete di Stoumont, nelle Ardenne, ha un'unica preoccupazione: mettere in salvo Renée, un'orfana ebrea nascosta nella canonica. E, d'un tratto, il miracolo: una camionetta con due soldati americani si ferma davanti alla chiesa e lui, di slancio, affida a loro la piccola. Ma quei due soldati hanno solo le divise americane: infatti si chiamano Hans e Mathias e sono spie tedesche. Arrivati in una radura, Hans prende la pistola e spinge la bambina in avanti, in mezzo alla neve. Renée sa che sta per morire, ma non ha paura. Il suo sguardo va oltre Hans e si appunta su Mathias. È uno sguardo profondo, coraggioso. Lo sguardo di chi ha visto tutto e non teme più nulla. Mathias alza la pistola. E spara. Ma è Hans a morire nella neve, con un lampo d'incredulità negli occhi. Davanti a Mathias e Renée c'è solo la guerra, una guerra in cui ormai è impossibile per loro distinguere amici e nemici. E i due cammineranno insieme dentro quella guerra, verso una salvezza che sembra di giorno in giorno più inafferrabile. Incontreranno persone generose e feroci, amorevoli e crudeli. Ma, soprattutto, scopriranno che il loro legame - il legame tra un soldato del Reich e una bambina ebrea - è l'unica cosa che può dar loro la speranza di rimanere vivi.




In libreria dal 17 Gennaio


Trama:


“Lasciate che vi racconti una storia su mio nonno…” è la frase con cui Adam Kulakov, proprietario di una grande fabbrica di giocattoli a Melbourne, in Australia, ama aprire i suoi discorsi ufficiali. E pazienza se il suo stile di vita di seduttore e bugiardo incallito non ricalca propriamente i valori incarnati dal nobile patriarca. Sì, perché suo nonno Arkady - eroe scampato ai campi di sterminio nazisti, fondatore dell'impresa di famiglia e colonna della società - ha davvero una storia eccezionale alle spalle: quella di un uomo che, sprofondato nel male più assoluto, scopre la sua vocazione costruendo piccoli, rudimentali giocattoli per i bambini di Auschwitz, e così facendo trova la forza di non soccombere. Ma nulla è come sembra in questo romanzo fitto di ombre e di colpi di scena. Sconvolgente, spietato, appassionante, Il fabbricante di giocattoli è la storia di un segreto inconfessabile. Capace di tracciare, in un vertiginoso gioco di rimandi tra passato e presente, un ritratto senza sconti delle ipocrisie, delle contraddizioni delle calcolate amnesie così tipiche del nostro tempo.





In libreria dal 24 Gennaio


Trama:


Erano ormai migliaia i nomi scritti su sottili cartine da sigaretta. Una lista di oltre 2.000 nomi di bambini ebrei con accanto le identità false che li avrebbero salvati. Da quando i nazisti avevano creato il ghetto di Varsavia, Irena aveva convinto i loro genitori ad affidarglieli per nasconderli presso famiglie cattoliche o conventi in tutta la città e la campagna. A guerra finita l'archivio, come lo chiamava lei, sarebbe servito a restituire ai bambini la loro identità. Pochissime persone erano al corrente dell'esistenza di quelle liste, erano informazioni troppo pericolose da condividere. Il giorno in cui viene prelevata e condotta al quartier generale della Gestapo di Varsavia, Irena è terrorizzata. Nell'autunno del 1943, nella Polonia occupata dai nazisti, e forse in tutta Europa, non esisteva un posto più spaventoso di quello. Tutti sapevano cosa succedeva là dentro, e lei pregava di farcela a reggere alla tortura, di non tradire nessuno. Molte vite dipendevano da lei. I suoi compagni della rete clandestina, il suo amato Adam, anch'egli nella resistenza, tutti i polacchi che offrivano il loro aiuto. E soprattutto i bambini. Solo lei poteva decifrare quegli elenchi e se le fosse successo qualcosa, tutto sarebbe andato perduto. Mentre l'auto si avvicinava alla sua lugubre destinazione, Irena pensava che doveva farcela, l'aveva promesso a quei genitori che erano saliti sui treni per Treblinka con l'unico sollievo di aver messo in salvo i loro figli. Ancora non sapeva che solo quell'esercito di bambini indifesi e nascosti poteva salvarla.




In libreria dal 24 Gennaio


Trama:


Rita Feuerstahl ha solo vent’anni quando, nel 1935, si iscrive alla Facoltà di Legge di Cracovia, vuole la libertà, vuole l’amore, non presta attenzione ai venti di guerra che soffiano in tutta Europa. Sarà la Storia a trascinarla nel suo turbine. Rita dovrà adattarsi in fretta: fugge da una fabbrica dove gli ebrei sono costretti ai lavori forzati, adotta una falsa identità, entra sotto copertura nel cuore della Germania nazista, in possesso di un segreto che potrebbe mettere a repentaglio molte vite oltre la sua, oppure cambiare le sorti del conflitto. Nella storia di Rita, una donna coraggiosa mossa dall’istinto di sopravvivenza e dalla ricerca di un figlio che teme di aver perduto per sempre, rivivono le sorti di tante persone comuni, eroi per caso che la Storia non ricorda ma che nell’anonimato e nel dolore hanno fatto la Storia.








Quattro romanzi tutti diversi, 
quattro voci che si raccontano,
quattro storie per non dimenticare...







lunedì 23 gennaio 2017

Recensione 'Volevo solo andare a letto presto' di Chiara Moscardelli






Volevo solo andare a letto presto
Chiara Moscardelli


Editore: Giunti - Genere: Letteratura italiana
Pagine: 261 - Prezzo: 14,00 € - eBook: 8,99€
(OMAGGIO CE)


Ipocondriaca, ossessiva, maniaca del controllo e sfegatata di telenovelas brasiliane: del resto che cosa aspettarsi dopo un’infanzia trascorsa in un borgo hippy, senza tv, con una mamma fissata con la cristalloterapia, un padre non ben identificato e tanti amici che danzano in giro, spesso senza vestiti? È comprensibile che a trentacinque anni Agata Trambusti voglia avere il pieno controllo di ogni aspetto della sua vita e detesti qualsiasi fuoriprogramma. Inclusa la pioggia, e quella mattina si è messo a piovere sul serio, mentre in tailleur e chignon Agata varca il cancello di una villa sull’Appia per valutare alcuni quadri che il proprietario vuole mettere all’asta. Ma la pioggia non è niente rispetto a quello che la aspetta: in meno di un minuto la sua tranquilla esistenza si trasforma in un rocambolesco film d’azione, a partire dall’uomo misterioso – terribilmente somigliante a Christian Bale! – che Agata mette ko con due abili mosse di krav maga prima di darsela a gambe. Ma che cosa sta cercando quell’uomo? E perché le sta improvvisamente alle calcagna? Tra una fuga nei vicoli più sordidi di Barcellona, le minacce di uno strozzino di quartiere e un losco traffico di falsi d’autore, Agata dovrà per una volta dar ragione al suo psicologo e lasciarsi risucchiare dal vortice impazzito degli eventi. E delle emozioni. Perché sarà proprio questa la partita più dura.




Ci sono romanzi che vorresti non finissero mai. Romanzi che allietano così tanto i tuoi momenti di lettura da desiderare che si protraggano all'infinito. Romanzi che ti fanno compagnia con ogni singolo elemento che li caratterizza, che ti strappano un sorriso, più di uno a dire la verità. Romanzi che ti pervadono di felicità e soddisfazione. 
"Volevo solo andare a letto presto" è l'emblema di tutto questo, nonché ultimo lavoro della Moscardelli, autrice che dopo questa lettura mi ripropongo di conoscere a tutto tondo. Un romanzo che imprime vitalità e speranza.

La protagonista è Agata Trambusti, il cui cognome è già tutto un programma. Ecco, credo che i cognomi abbiano un loro significato, il più delle volte descrivono una caratteristica, e nel caso di Agata devo dire che le calza a pennello. Tuttavia dire che Agata è la protagonista di questo romanzo è davvero riduttivo. Agata Trambusti è questo romanzo a partire dalla copertina fino ad arrivare alla struttura vera e propria, è lei che regge la trama intessuta rigo dopo rigo dalla prima all'ultima pagina, è lei la responsabile di quella vitalità di cui vi ho parlato poc'anzi.
È vero, alla base della storia ci sarà un mistero da risolvere ma questo aspetto passerà quasi in secondo piano, andando a costituire un di più, un effetto meramente scenografico. L'autrice si concentrerà sulla figura della protagonista, sul suo vissuto fatto di paure, di legami forti e deboli. Una vera e propria analisi che metterà in luce gli aspetti più reconditi della giovane donna. 

Cresciuta con una madre fissata con la cristalloterapia (da qui anche il nome della protagonista) e che si è sempre fatta chiamare Rosa e non con l'appellativo di mamma per non distruggere la sua individualità, Agata è una giovane donna nevrotica e ipocondriaca all'eccesso, tanto da considerarsi costantemente ammalata o in punto di morte, continuamente persa nelle sue elucubrazioni mentali.
Tuttavia, proseguendo nella lettura, scopriremo anche che Agata è una donna che ha paura del cambiamento, delle emozioni forti che non fanno altro che offuscare la mente. Una donna che, a causa delle delusioni passate, non ha semplicemente chiuso il suo cuore, lo ha sprangato. Un cuore che però riprenderà a battere all'impazzata per Fabrizio, un uomo che non riesce, piuttosto che a fare i conti col proprio passato, a chiuderlo, e che rappresenta l'ignoto di cui lei ha tanto paura. 
Tra corse con mutande in bella mostra, inseguimenti rocamboleschi, ladri, Teschi e Scaldabagni (che, badate bene, sono delle persone in carne ed ossa!) il divertimento è più che assicurato.


"La vita può giocare scherzi strani e se per qualcuno è un bene, per me non lo era affatto. Perché quando ti sembra di avere capito tutto, quando sembra che i tuoi piani stiano procedendo come li hai programmati nel dettaglio, allora succede qualcosa che rimescola le carte in tavola e sconvolge tutto. Il segreto consiste nel non dar retta a quel qualcosa, non buttarsi a capofitto verso l'ignoto ma rimanere ben saldi al sicuro e riprendere il controllo della situazione. I rischi non fanno per me. Al 'non è mai troppo tardi' preferisco 'ormai è tardi, lascia stare', anche se non è un vero e proprio proverbio."


Sono rimasta piacevolmente colpita dal modo di scrivere della Moscardelli. Uno stile pulito il suo, brioso, coinvolgente, frizzante ed ironico. E credo che il segreto di un romanzo così ben riuscito risieda proprio in questo. 
Tra tutti i personaggi, che è facile figurarsi, spicca, senza ombra di dubbio, quello della protagonista dalle movenze macchiettistiche ed ignara di possederle. Impossibile non empatizzare con lei e con le varie situazioni che la vedono regina indiscussa e che si tramutano in vere e proprie scenette comiche.

Si ride molto, ma si riflette molto attraverso la tematica dell'amore inteso come paura di condivisione, come paura di quello che si troverà dopo, sul finire, perché per ogni cosa c'è una fine. 
Una storia, quella di Agata e Fabrizio, delicata in taluni tratti e prepotente in tal'altri. Un continuo rincorrersi senza essere capaci di fermarsi e afferrarsi, prendersi al volo. 

Mi è piaciuta, poi, la particolare attenzione che l'autrice ha posto nei ringraziamenti che, a quanto ho letto, sono ormai una costante in tutti i suoi lavori. In tutti i libri è la parte che apprezzo di più perché offre uno spaccato di quello che è il tratto prettamente umano di chi scrive per cui, cara Chiara, hai una nuova fan anche da questo punto di vista.

In definitiva una vicenda a tratti surreale sì, ma con quel non so che di tragicomico che conquista. Un romanzo con una morale di fondo, che insegna che "...non è mai troppo tardi per essere ciò che vuoi. La differenza tra quello che sei e quello che vorresti diventare sta in quello che fai e in come lo fai...".

 




venerdì 20 gennaio 2017

The Hunting Word Challenge: parola bonus prima tappa!





Buongiorno a tutti i partecipanti alla The Hunting Word Challenge!
Come avrete intuito dal titolo, questo post è tutto per voi e riguarda la famosa parola bonus che vi permetterà di accumulare 15 PUNTI EXTRA. Adesso vi spiego per filo e per segno di cosa si tratta cercando di essere il più precisa possibile.

La parola bonus sarà sempre una, e soltanto una, nel corso delle diverse tappe. Questo vuol dire che fino al 20 Marzo, data di conclusione della Prima Tappa, non ne troverete un'altra e che potrete utilizzarla una sola volta, proprio come avviene per le 10 parole di base.

Ancora, la parola bonus potrà essere spuntata in qualsiasi momento (ovviamente la recensione dovrà essere pubblicata e inviata sempre entro le ore 18:00 del 20 Marzo) anche se non avrete completato tutte le dieci parole iniziali che vi sono state assegnate a Dicembre con l'inizio della tappa. 



COME GIOCARE?


Come al solito dovrete scegliere un libro (e per libro si intende un libro di minimo 150 pagine a tal proposito faranno fede le schede Amazon e Goodreads, non racconti, fumetti e varie ed eventuali!). 


Qual è la particolarità? In questo caso specifico la parola dovrà essere contenuta solo ed esclusivamente nel titolo del romanzo (non varrà né il collegamento per significato o idea nel titolo, né la raffigurazione in copertina), così come dovrà conservare il numero, cioè se si tratta di singolare dovrà rimanere singolare e viceversa nel caso del plurale.

Anche per la parola bonus valgono le regole della sfida principale, cioè non si può cambiare il genere da femminile a maschile e viceversa, così come non si può tradurre, in qualsiasi lingua, la parola stessa (questo vuol dire che, poiché i libri in lingua sono validi solo ed esclusivamente per eventuali raffigurazioni in copertina, come da regolamento, in questo caso non potranno essere utilizzati in alcun modo).



Per quanto riguarda le recensioni farà fede la data di pubblicazione sul vostro blog o sui vostri profili Goodreads e Anobii, quindi non varranno letture antecedenti al momento della pubblicazione di tale post! Come specificato nel regolamento le letture dovranno essere scelte da oggi in poi (non potrete utilizzare libri conclusi da qualche giorno, né riletture!).
Se, casualmente, il libro che avete scelto per spuntare la parola bonus presenta anche una delle dieci parole e viceversa, potrete usarlo o per l'una o per l'altra ma non per entrambe, come già sapete!

Il modulo da utilizzare per l'invio delle recensioni della parola bonus è lo stesso che avete usato fino a questo momento e che userete durante tutta la prima tappa (fatta eccezione per le sfide aggiuntive per le quali, vi ricordo, troverete un modulo diverso!). Ovviamente lo trovate nel post di apertura della Prima Tappa! (qui)
Al momento della compilazione specificatemi la parola bonus nella sezione "Parola spuntata" in modo da assegnarvi il giusto punteggio!

Per far sì che i vari post non vengano dispersi e possiate recuperarli con facilità ho creato, nella barra principale del blog, una sezione in cui raccoglierli tutti ad eccezione delle sfide aggiuntive che, trattandosi di post per i quali non sarete avvisati, dovrete cercare spulciando il blog (questi saranno aggiunti per conoscenza, nella suddetta sezione, solo alla fine della tappa)! State in campana, quindi. 

Credo di non avere nulla da aggiungere se non che per qualsiasi dubbio o perplessità potremo confrontarci nel gruppo Facebook o contattandomi all'indirizzo email appuntidiunagiovanereader@gmail.com.


Ed ora ecco a voi la parola bonus della Prima Tappa!









lunedì 16 gennaio 2017

Recensione 'Flower' di Elizabeth Craft & Shea Olsen





Flower
Elizabeth Craft & Shea Olsen


Editore: Newton Compton Editori - Genere: Letteratura Rosa
Pagine: 285 - Prezzo: 9,90 € - eBook: 4,99€
(OMAGGIO CE)


Charlotte vive con la nonna ed è una ragazza con la testa sulle spalle: bravissima a scuola, lavora in un negozio di fiori per pagarsi gli studi e nel tempo libero si prepara per l’ammissione alla prestigiosa università di Stanford. È molto concentrata e non si concede distrazioni, niente uscite serali e soprattutto niente ragazzi: la sua più grande paura è infatti quella di fare la fine di tutte le donne della sua famiglia, che hanno rinunciato a seguire le proprie aspirazioni a causa dell’amore. Una sera, all’ora di chiusura, entra nel suo negozio un misterioso e affascinante cliente, ombroso ma gentile, che le fa strane domande. Nonostante ne rimanga colpita, Charlotte è sicura di non rivederlo mai più… E invece la mattina dopo le viene recapitato in classe un mazzo di rose purpuree, i suoi fiori preferiti. A mandarglieli è stato proprio Tate, il ragazzo della sera prima, che inizia a corteggiarla in modo molto discreto ma deciso. Charlotte, dopo le resistenze iniziali, decide di uscire con lui per una sola sera. Ma appena fuori dal ristorante vengono assaliti da folla di paparazzi che grida il nome di Tate… Chi è davvero quel misterioso ragazzo e cosa nasconde dietro quei bellissimi occhi malinconici?





Partiamo da un presupposto imprescindibile secondo il quale, a mio avviso, si dovrebbe imparare a dosare le parole. Vero è che tutto fa parte di una strategia di marketing però, quando mi ritrovo dinanzi a frasi del tipo "Un successo mondiale" o ancora "Il caso editoriale dell'anno", io mi aspetto di avere tra le mani un libro che, non dico che mi cambierà la vita, ma quasi.
Sono stata omaggiata di una copia del romanzo dalla stessa casa editrice, che ovviamente ringrazio. In casi come questi mi prendo il mio tempo e un'occhiata ce la butto, con calma sia chiaro. 

Ecco, forse avrei dovuto dare ascolto a chi, conoscendo quelli che sono i miei gusti in fatto di letture, mi ha detto esplicitamente di non provarci, di cambiare strada, insomma di fare qualsiasi cosa che mi potesse tenere lontana da quelle pagine. Ma, perché c'è un ma, questo romanzo faceva proprio al caso mio per spuntare alcuni obiettivi delle Challenge a cui partecipo e allora che fare? Concediamogli pure una chance. Detto questo, non aspettatevi la solita recensione perché oggi la buttiamo sul ridere, che è meglio!

La protagonista di questo romanzo è Charlotte Reed la cui vita può essere riassunta come segue: scuola, lavoro in un negozio di fiori, tirocinio di ricerca e studio. Abbandonata dalla madre, genitrice dal passato alquanto discutibile, vive con sua nonna, sua sorella maggiore e il nipotino. 
Ma Charlotte è molto più di tutto questo, è un cliché, ed anche uno dei più classici: incarna la fanciulla pudica, santa e benedetta. Una giovane donna che non ha mai baciato un ragazzo, anzi si tiene lontana dal sesso opposto, non è mai stata ad un ballo studentesco, non esce mai a far nulla di divertente. Ignorare la bellezza dei ragazzi rappresenta una sorta di disciplina per lei, ha anche la medaglia d'oro per questa specialità mondana ma. come è giusto che sia, la sua posizione sul podio è più che in pericolo a causa di un nuovo arrivo che, prepotentemente, irrompe nella sua vita sotto le fattezze di uno sguardo che la mette a disagio. 

Ecco io, a questo punto, vorrei fare quattro chiacchiere con chi, nella quarta di copertina, ha scritto e cito testualmente: "Impossibile non innamorarsi di Tate, garantito".
Tate per definizione è un adone tronfio che cerca di mimetizzarsi tra i comuni mortali con risultati più che discutibili. Maniaco del controllo, ogni cosa nel suo mondo gira attorno al suo ego, decide che cosa vuole, chi vuole e soprattutto quando la vuole. Il classico adone complessato dal "non sei tu, sono io!" che si trincera dietro "il vorrei ma non posso!".

E cosa volete che accada? Casualmente le loro strade si incrociano, lui si innamora di lei che inizialmente oppone resistenza, poi inizia a mordicchiarsi il labbro inferiore e lui le dice di smetterla perché non sa resisterle, lei vorrebbe stabilire un contatto ma lui non è in grado di controllarsi. Allora si fissano dei paletti, delle regole che devono delimitare e stabilire i confini della loro relazione, una relazione che, secondo le regole del buon costume, sarà tormentata e travagliata. Un continuo tira e molla per intenderci.

Nonostante questo mi è piaciuto il finale. Credo che sia la parte migliore del libro, scontato ma emozionante. La classica situazione in cui si tira un bel respiro di sollievo per vari motivi che non vi sto nemmeno ad elencare.

Ecco, è vero che ogni tanto si vorrebbe qualcosa di diverso, che ci permetta di rilassarci e staccare la spina ma, in questo caso, il romanzo non ha nulla di diverso, di fresco, di nuovo. Dalla sua ha, però, che si legge davvero con facilità ed in pochissimo tempo. 
Se non fosse per la copertina, che è l'abito che lo contraddistingue da altri titoli, mi ricorda molte letture della mia adolescenza. Peccato!




domenica 15 gennaio 2017

Sneak Peek di Gennaio!

Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Ben ritrovati cari lettori e buona domenica! Dopo feste, banchetti, regali e quintali di panettone non è ancora giunto il momento di salire sulla bilancia, ma di ritornare alla normale routine del blog.
Per questo motivo eccoci qui con il primo appuntamento dell'anno per la rubrica dedicata alle uscite in libreria. Gennaio si presenta come un mese davvero interessante e Febbraio lo sarà ancora di più, ma non corriamo troppo! 
Ecco, quindi, una piccola selezione di romanzi che trovate, o potrete trovare nei prossimi giorni, in libreria. Non dimenticate carta e penna :)



In libreria dal 4 Gennaio


Trama:


Silenziosa ed enigmatica, appassionata di letteratura e cucina, Star è la terza delle sei figlie adottive del magnate Pa’ Salt e vive da sempre nell'ombra dell'esuberante sorella CeCe. Fin da piccole le due sono inseparabili: hanno un linguaggio segreto che comprendono solo loro e hanno passato gli ultimi anni viaggiando per il mondo, guidate dallo spirito indomito di CeCe, di cui Star è abituata ad assecondare ogni desiderio. Ma adesso, a solo due settimane dalla morte del padre, CeCe decide che per entrambe è arrivato il momento di fissare un punto fermo nelle loro vite e mostra a Star il magnifico appartamento sulle rive del Tamigi che ha intenzione di comprare per loro. Per la prima volta nella sua vita, però, Star sente che qualcosa in lei è cambiato: quel rapporto quasi simbiotico sta rischiando di soffocarla. È ora di trovare finalmente la propria strada, cominciando dagli indizi che Pa’ Salt le ha lasciato per metterla sulle tracce delle sue vere origini: una statuetta che raffigura un gatto nero, il nome di una donna misteriosa vissuta quasi cent'anni prima e il biglietto da visita di un libraio londinese. Ma cosa troverà tra i volumi polverosi di quella vecchia libreria antiquaria? E dove vuole condurla realmente Pa’ Salt? Segreti e destini magistralmente intrecciati formano l'avvincente enigma che Star dovrà decifrare nel terzo, straordinario capitolo della saga bestseller de Le Sette Sorelle.




In libreria dal 10 Gennaio


Trama:


Torino, 1987. Vincenzo, per gli amici Vince, aspirante paninaro e aspirante diciassettenne, è innamorato di Caterina, detta Cate, la sua compagna di banco di terza liceo, che invece si innamora di tutti tranne che di lui. Senza rendersene conto, lei lo fa soffrire chiedendogli di continuo consigli amorosi sotto gli occhi perplessi di Spagna, la dark della scuola, capelli neri e lingua pungente.In classe Vince, Cate e Spagna vengono chiamati "Tre cuori in affitto", come il terzetto inseparabile della loro sit-com preferita.L'equilibrio di questo allegro trio viene stravolto, in pieno anno scolastico, dall'arrivo di Romeo Fioravanti, bello, viziato e un po' arrogante, che è stato già bocciato un anno e rischia di perderne un altro. Romeo sta per compiere diciotto anni, incarna il cliché degli anni Ottanta e crede di sapere tutto solo perché è di buona famiglia. Ma Vince e Cate, senza volerlo, metteranno in discussione le sue certezze.A vigilare su di loro ci sarà sempre Betty Bottone, l'appassionata insegnante di italiano, che li sgrida in francese e fa esercizi di danza moderna mentre spiega Dante. Anche lei cadrà nella trappola dell'adolescenza e inizierà un viaggio per il quale nessuno ti prepara mai abbastanza: quello dell'amore imprevisto, che fa battere il cuore anche quando "non dovrebbe".In un liceo statale dove si incontrano i ricchi della collina e i meno privilegiati della periferia torinese, Vince, Cate, Romeo e Spagna partiranno per un viaggio alla scoperta di se stessi senza avere a disposizione un computer o uno smartphone che gli indichi la via, chiedendo, andando a sbattere, scrivendosi bigliettini e pregando un telefono fisso perché suoni quando sono a casa. E, soprattutto, capendo quanto sia importante non avere paura delle proprie debolezze.




In libreria dal 12 Gennaio


Trama:


Francia, 1536. Quando il delfino, Francesco di Valois, viene ucciso, la posizione di Caterina de’ Medici a corte si complica. È la prima a essere sospettata dell’assassinio. Ma Francesco I, sovrano di Francia, crede alla sua innocenza e anzi, la spinge a rafforzare la sua posizione in vista del momento in cui, al fianco di Enrico II, dovrà regnare. Caterina si sente però debole, e non solo perché il marito le preferisce l’amante, la bellissima e temibile Diana di Poitiers, ma anche perché non riesce ad avere figli. Convinta di essere vittima di una maledizione, incarica Raymond de Polignac, valoroso comandante dei picchieri del re, di trovare Nostradamus, personaggio oscuro e inviso a molti, ma noto per le sue abilità di astrologo e preveggente. Lui è l’unico che potrà aiutarla a diventare madre. Fra intrighi di corte, tradimenti, umiliazioni e soprusi, Caterina attende con tenacia, finché non darà alla luce il primo dei suoi figli. Alla morte di Francesco I, quando la guerra di religione incombe, Caterina, ormai regina, non esita a stringere alleanze pericolose, complici le profezie di Nostradamus. La violenza scatenata dai cattolici contro i riformati in seguito alla congiura di Amboise è solo l’inizio di un conflitto destinato a culminare nella tragica notte di San Bartolomeo, quando le strade della capitale s’imporporeranno del sangue degli infedeli e Caterina, reggente di Francia dopo la morte di Enrico II, perderà tutto ciò che ha amato.




In libreria dal 16 Gennaio


Trama:


Il Magizoologo Newt Scamander arriva a New York con l’intenzione di rimanerci soltanto per una breve sosta. Ma quando la sua valigia magica finisce nelle mani sbagliate e alcuni dei suoi animali fantastici scappano, sono guai per tutti…Ispirato dal manuale scritto da Newt Scamander e usato dagli studenti di Hogwarts, Animali Fantastici e dove trovarli segna il debutto nella sceneggiatura di J.K. Rowling, autrice dell’amatissima saga di Harry Potter, conosciuta in tutto il mondo: un trionfo della fantasia, un’avventura epica allo stato puro, con un cast di personaggi e creature magiche indimenticabili.Un libro irrinunciabile sia per chi è già un appassionato del Magico Mondo di J.K. Rowling, sia per chi vuole scoprirlo. Il film Animali Fantastici e dove trovarli è stato distribuito nei cinema nel novembre 2016.









In libreria dal 17 Gennaio


Trama:


In una galassia lontana, dove la vita degli uomini è dominata dalla violenza e dalla vendetta, ogni essere umano possiede un "donocorrente", ovvero un potere unico e particolare, in grado di determinarne il futuro. Ma mentre la maggior parte degli uomini trae un vantaggio dal dono ricevuto in sorte, Akos e Cyra non possono farlo. Al contrario, i loro doni li hanno resi vulnerabili al controllo altrui. Cyra è la sorella del brutale tiranno Shotet Ryzek. Il suo donocorrente, ovvero la capacità di trasmettere dolore agli altri attraverso il semplice contatto fisico, viene utilizzato dal fratello per controllare il loro popolo e terrorizzare i nemici. Ma Cyra non è soltanto un'arma nelle mani di un tiranno. La verità è che la ragazza è molto più forte e in gamba di quanto Ryzek pensi. Akos appartiene al pacifico popolo dei Thuve, e la lealtà nei confronti della famiglia è assoluta. Quando lui e il fratello vengono catturati dai soldati Shotet di Ryzek, l'unico suo pensiero è di riuscire a liberarlo e a portarlo in salvo, costi quel che costi. Quando poi viene costretto a entrare a far parte del mondo di Cyra, l'ostilità tra i loro due popoli sembra diventare insormontabile, tanto da costringere i due ragazzi a una scelta drammatica e definitiva: aiutarsi a vicenda a sopravvivere o distruggersi l'un l'altro.

venerdì 13 gennaio 2017

Recensione 'Il prigioniero del cielo' di Carlos Ruiz Zafon







Il prigioniero del cielo
Carlos Ruiz Zafon


Editore: Mondadori - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 340 - Prezzo: 12,00 € - eBook: 6,99€
(OMAGGIO CE)


Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista.





Torno a camminare per i vicoli oscuri di Barcellona, insieme a quelli che ormai considero i miei più fidati compagni di viaggio, un viaggio che si infittisce sempre più, pagina dopo pagina e che molto probabilmente giungerà a conclusione nell'ultimo romanzo della quadrilogia che leggerò prossimamente.
"Il prigioniero del cielo" è il terzo capitolo della saga de Il cimitero dei libri dimenticati e, cronologicamente parlando, si riaggancia perfettamente alle vicende conclusive de "L'ombra del vento" che è, invece, il primo capitolo e ripercorre molti solchi tracciati ne "Il gioco dell'angelo",  il secondo capitolo. Ecco, alla luce di tutto ciò credo che sarebbe necessario invertire l'ordine di lettura tra primo e secondo libro in modo da avere un quadro lineare e ben definito.

Detto questo, quando mi è stato quasi promesso che il romanzo in questione mi avrebbe coinvolta così come avvenuto durante la lettura de "L'ombra del vento" non ci ho veramente creduto. Era impossibile, secondo me, eguagliare quel libro nello specifico. Ebbene devo ricredermi. Non dico che mi ha suscitato lo stesso tipo di attrazione, ma quasi, tanto da averlo divorato nel giro di due giorni.

Non aggiungerò nulla di più sulla trama, mi piacerebbe che chiunque decida di leggerlo si ritrovi catapultato in questa nuova avventura così come è accaduto a me, con il fiato sospeso e la crescente curiosità che accompagna il lettore ogni qual volta si gira la pagina.
Quello che invece ho apprezzato grandemente è che la maggior parte delle vicende siano incentrate su quello che fino ad ora è stato considerato un personaggio secondario. Una sorta di riscatto che lo vede protagonista indiscusso portando alla luce gli aspetti più segreti del suo vissuto. Tra queste pagine scopriremo cosa ne è stato di lui nel periodo antecedente alla sua comparsa nel romanzo, di come sia tornato dal mondo dei morti come un essere umano inesistente.
Ovviamente sto parlando di Fermìn, il piccolo uomo con il peso del mondo sulle spalle. Accanto a lui ritroveremo anche tutti gli altri personaggi tra cui lo stesso Daniel Sempere con un più profondo senso di inquietudine nello sguardo alla luce di alcune scoperte che riguardano se stesso, la sua famiglia e il suo passato.

La narrazione in prima persona, che rispecchia in tutto e per tutto il classico stile dello scrittore spagnolo, si muove su due registri temporali con altrettanti narratori d'eccellenza: le vicende di quello che è il tempo presente, il 1957, saranno raccontate dalla voce di Daniel, quelle del passato, il 1939, da Fermìn. 
Ecco, sarà proprio l'intreccio tra i due archi temporali, presente e passato, a rendere il romanzo molto più che interessante, a far sbocciare quei piccoli semini, quelle informazioni, che erano stati piantati nei solchi tracciati dai precedenti romanzi.

Cosa mi aspetto adesso? Che il nuovo capitolo sia altrettanto coinvolgente, che renda ancora più completo il puzzle che, via via, prende sempre più forma, ricomponendosi. Un tassello alla volta per far sì che il lettore comprenda fino in fondo la grandezza e la bellezza della storia che gli si dipana davanti. 




lunedì 9 gennaio 2017

Recensione 'Ogni giorno ha il suo male' di Antonio Fusco






Ogni giorno ha il suo male
Antonio Fusco


Editore: Giunti - Genere: Giallo
Pagine: 237 - Prezzo: 12,90 € - eBook: 4,99€


La sonnacchiosa cittadina toscana di Valdenza è sconvolta dall'omicidio di una donna. Il cadavere viene ritrovato in casa, nella camera da letto, steso per terra in una posizione inusuale. Si pensa subito che la vittima sia l'affittuaria dell'appartamento, una giovane professoressa del sud, e l'assassino il preside della scuola, con cui da qualche mese intratteneva una relazione clandestina. ripensando alla scena del crimine, però, troppe cose non convincono il commissario Casabona. I suoi sospetti sono confermati da un secondo omicidio, questa volta nella piazza del Duomo. Un fiuto infallibile, vent'anni di "mestiere" non dietro una scrivania ma per la strada, una struggente comprensione dell'animo umano, anche il più perverso, Casabona si convince che i due omicidi siano firmati dalla stessa mano. Un'intuizione che condurrà lui e la sua bella collega Cristina Belisario su una pista molto pericolosa.




Sapete, non riesco a fare a meno di sorridere. Questo perché prima di iniziare a scrivere la recensione del romanzo di cui sto per parlarvi, ho riletto quella di un altro lavoro di Antonio Fusco, scritta sempre da me, ma a Maggio. Cosa è cambiato? Il modo in cui mi sono accostata a questa lettura rispetto alla precedente. La scorsa volta avevo timore, mi ci sono avvicinata in punta di piedi, un po' come Indiana Jones, in avanscoperta. Questa volta sono stata così decisa da sceglierla come prima lettura dell'anno, certa di aprirlo in bellezza, e per questo devo ringraziare anche la mia cara amica Laura che mi ha regalato, per Natale, l'intera trilogia con protagonista l'ormai famoso commissario Casabona.

Ed arriviamo così al punto fondamentale. "Ogni giorno ha il suo male" è il primo romanzo facente parte della suddetta trilogia che io ho iniziato a leggere partendo dal secondo volume (trovate la recensione qui). Certo non ho rispettato l'ordine temporale a causa di una sfida di lettura ma mi era bastato quel primo approccio perché ne fossi completamente conquistata al punto da voler recuperare anche l'opera di apertura, colei che ha chiarito ogni cosa, mettendo ordine al quadro generale, focalizzando quelle piccole mancanze che, nonostante tutto, non avevo comunque avvertito.

Come avrete compreso dalle generalità, il romanzo appartiene al genere giallo e, come ogni giallo che si rispetti, è condito da tutti quelli che sono gli ingredienti caratteristici ed essenziali: una catena di omicidi efferati che si intrecciano a casi del passato, un'indagine costruita con dovizia di particolari, un assassino che considera il suo agire una diretta conseguenza dell'incapacità della polizia di ritrovare il bandolo della matassa, un movente che rappresenta un sentiero sì sconnesso, ma che, se percorso nella giusta direzione, porterà alla risoluzione del caso.
Un romanzo che si presenta per quello che è sin dalle prime pagine. Una voce potente come la storia narrata, una storia di vendetta, accompagnata dal classico stile di Fusco, fluido, scorrevole ed essenziale. 


"Penso che questo lavoro si possa fare in due modi: cercando una verità oppure cercando la verità. Attenzione all'articolo. Se ti affezioni a una tesi rispetto a un'altra, se incominci a credere troppo nelle tue intuizioni, finisce che confezioni una verità prestabilita nella tua mente. Allora leggi gli indizi in funzione della tua tesi e scarti quelli che non combaciano con quella. Non riesci più a essere critico, a dubitare. Questo è un male. Perché solo attraverso il dubbio si arriva alla verità."


Trattandosi del primo capitolo di quella che poi è diventata una trilogia, si ravvisa, inciampando sulle singole parole, una vera e propria presentazione del personaggio.
Un Casabona molto umano, capace di ritrovare l'armonia nel paesaggio che lo circonda, capace di apprezzare le piccole cose che caratterizzano la sua terra, quei luoghi che fanno da sfondo alla vicenda ma, prima di tutto alla sua esistenza.
Tuttavia egli è un commissario e come tale è chiamato a individuare il male e smascherarlo. Cresciuto professionalmente tra i delinquenti di strada, appare una persona diretta, schietta, alle volte irruenta. Un investigatore di razza che si lascia prendere dalla sfida, che ha bisogno di assimilare l'essenza dei drammi nei quali si imbatte, coglierne le sensazioni, farsi suggestionare dal dolore, dall'atmosfera lasciata dalla morte stessa come uno spettatore che, lavorando d'immaginazione, cerca di ricostruire ogni singolo tassello. 
Un uomo che crede fermamente nel valore della famiglia al punto da considerare inaccettabile l'idea di lasciar crollare tutto. Questo, nonostante debba fare i conti con una donna che ha la cosiddetta sindrome da nido vuoto e che manifesta trasmettendo un senso di angoscia e solitudine sul marito. Una coppia, la loro, dai contorni sempre più sbiaditi.

Ho apprezzato molto la scelta dell'autore di dare la giusta importanza a quella che è la famiglia, non solo come sfera affettiva ma come spaccato del vissuto del protagonista. Ciò contribuisce a creare una vera e propria analisi a tutto tondo con tutte le sfumature caratteriali e personali che lo formano in quanto uomo, padre e marito.

Tutti questi aspetti, uniti all'epilogo finale che è una vera e propria corsa contro il tempo che porterà al trionfo per qualcuno e alla tragedia per qualcun altro, mi hanno fatto apprezzare grandemente questo romanzo, più della mia precedente lettura, nonché secondo capitolo. Ecco, magari voi iniziate a leggere tutto nel giusto ordine che è meglio!



martedì 3 gennaio 2017

Recensione 'Paper Magician' di Charlie N. Holmberg


Buongiorno miei cari lettori, come avete trascorso queste festività? Vero, ne manca ancora una, che dalle mie parti si prospetta innevata (qui la neve la vediamo davvero raramente!) ma da oggi il blog riprende la sua normale routine. Per farlo nella maniera migliore, colgo l'occasione per parlarvi del romanzo che mi ha fatto compagnia negli ultimi giorni dell'anno. Un romanzo magico, come il periodo appena trascorso. Sono stata davvero felice di chiudere il cerchio annuale delle letture davvero in bellezza. Mettetevi comodi e buona lettura!






Paper Magician
Charlie N. Holmberg


Editore: Fanucci  - Genere: Fantasy
Pagine: 219 - Prezzo: 14,90 € - eBook: 1,99€


Ceony Twill, giovane e talentuosa allieva dell’accademia di magia Tagis Praff, sta finalmente per cominciare l’apprendistato che la legherà per tutta la vita all’elemento magico che ha sempre desiderato. Eppure, contrariamente a quanto sognava, il suo destino non sarà scritto nel metallo ma sulla carta. Tra fogli che si animano dando vita a personaggi incredibili e storie fantastiche che la lasceranno a bocca aperta, toccherà allo stravagante mago Emery Thane convincerla delle qualità straordinarie di un elemento così delicato e allo stesso tempo prodigioso. Così, quando Lira, malvagia praticante di arti magiche proibite, priverà il maestro del suo cuore, Ceony per tenerlo in vita gliene confezionerà uno di carta, per poi volare sulle ali di un enorme aeroplanino all’inseguimento della perfida maga, verso un’avventura che porterà alla luce i ricordi più lontani e i segreti più taciuti, nascosti nell’angolo più remoto dell’anima.







In fatto di letture sono piuttosto schizzinosa. Ci sono romanzi che snobbo solo perché classificati sotto un determinato genere che è lontano dal mio mondo di lettrice. Tuttavia questo 2017 sarà l'anno in cui mi dedicherò anche a letture che viaggino fuori dai miei soliti schemi e questa fase di sperimentazione è iniziata già con l'ultimo romanzo letto nell'anno appena trascorso.
"Paper Magician" è un fantasy, genere che non mi è per nulla congeniale, e parla di magia. Ecco, gli unici libri letti, che si accostavano ad un tale argomento, appartengono alla saga del famoso maghetto di nome Harry Potter. Potete ben capire con quanto timore abbia iniziato a sfogliare, virtualmente, la mia copia digitale. Cosa avrei dovuto aspettarmi? E con questa domanda che ronzava nelle più disparate sezioni del mio caro cervello ne ho cominciato la lettura.

Nonostante il romanzo sia a tutti gli effetti una lettura per ragazzi, posso assicurarvi che anche le menti più mature potranno vorticare in questo mondo fatto di parole, carta ed incantesimi. Io personalmente me ne sono cibata in un sol boccone e questo non dipende tanto dal suo esiguo numero di pagine, quanto, e aggiungerei esclusivamente, dal suo contenuto.

Siamo agli inizi del '900 e tra calessi e pastrani, la giovane Ceony, talentuosa allieva della scuola di magia Tagis Praff, sta per andare incontro al proprio destino che la vedrà legarsi non al metallo, come sperava, ma alla carta. Legarsi ad un elemento significa stabilirne una connessione per tutta la vita e la piegatura costituisce la più debole delle arti magiche. 
Ridimensionare tutte le aspirazioni attorno a quello che all'apparenza è un materiale del tutto banale, fare le pieghe nel modo giusto, allineare i bordi con la massima precisione affinché l'incantesimo funzioni non sarà facile per la nostra protagonista. Solo la guida del fascinoso Mago Emery Thane, il suo mentore, riuscirà a risolvere i dubbi e gli interrogativi della sua giovane apprendista, a dimostrarle come la piegatura sia una vera e propria arte.
Ma, come ogni libro di magia che si rispetti, Ceony si ritroverà molto presto a combattere con il lato più oscuro della magia, quella degli escissionisti e di Lira che priverà il giovane Mago Thane del suo cuore. Inizierà così un vero e proprio viaggio, per la nostra protagonista, per impedire ad uno sguardo tanto pieno di vita di scomparire dall'esistenza.


"Tutti abbiamo un lato oscuro! Ma sta a noi decidere se coltivarlo o meno."


Quando ho iniziato a leggere questo romanzo ho capito sin da subito che mi avrebbe non solo conquistata, ma anche stupita. Questo è merito del tipo di magia di cui si racconta, strettamente intrecciata con la realtà, innovativa e mai banale e della bravura dell'autrice che, con uno stile semplice e concreto, riesce a piegare la storia a quella che è la sua volontà rendendola non solo solida e ben strutturata, ma viva.
Nonostante un inizio quasi in sordina, si comprende sin da subito cosa il lettore dovrà aspettarsi dal narrato. I personaggi sanno conquistare sin dalla prima apparizione, così come le vivide descrizioni della loro personalità e dei luoghi in cui prenderanno piede le loro azioni.

Se nella prima parte verrà dato largo spazio ad un'analisi più attenta del personaggio di Ceony, nella seconda l'insieme delle visioni a cui la giovane protagonista assisterà durante il viaggio nel cuore del giovane Mago Thane (artificio che ho grandemente apprezzato e che rende ancora più accattivante la narrazione) costituirà un mosaico che permetterà alla giovane protagonista, e allo stesso lettore, di conoscerlo.
Attraverso una serie di salti temporali tra un passato più prossimo, uno più remoto e un futuro carico di sogni, Ceony dovrà percorrere i segreti più profondi di quel cuore. Accanto ai ricordi che rappresentano i momenti difficili, la rabbia, l'infedeltà e la morte, troveranno spazio, quasi di pari passo, la speranza di una nuova vita, un nuovo amore, di rinascita. Ma si sa, l'animo umano è fatto anche di lati oscuri, dolori, vizi, di ombre nascoste dietro occhi luminosi.

Un romanzo che diventa una vera e propria analisi di quello che è il vissuto dei singoli, una ricerca di sé attraverso i ricordi. Una lotta tra bene e male, tra giusto o sbagliato, che va al di là delle azioni fisiche ma che è, soprattutto, interiore. Una prova di coraggio e di intelligenza, senza necessariamente ricorrere all'uso della forza.
Ovviamente trovano spazio anche tematiche come l'amicizia, la gelosia, l'attaccamento alla vita, oltre a sentimenti ben precisi come l'amore che, tuttavia, credo e spero si concretizzi nei prossimi capitoli della saga.

Se anche voi avete voglia di perdervi in un mondo fantastico in cui prendono vita uccellini, rane e cani di carta, un romanzo che pulsa, luminoso e bello questa è la lettura che fa al caso vostro.
E a questo punto posso ammetterlo tranquillamente: questo è uno dei pochissimi casi in cui ho voglia di proseguire immediatamente il mio cammino tra le pagine di una storia magica!