martedì 22 novembre 2016

Recensione 'Finché notte non sia più' di Novita Amadei





Finché notte non sia più
Novita Amadei


Editore: Neri Pozza - Genere: Letteratura Italiana
Pagine: 256 - Prezzo: 16,50 €
(OMAGGIO CE)


Caterina dovrebbe sentirsi felice. Ha conosciuto un ragazzo simpatico e più giovane di lei, si è laureata in Infermieristica e ha trovato un lavoro in ospedale. Eppure un giorno, all’improvviso, si prende un anno di aspettativa e va a prestare servizio al poliambulatorio di un paesino a sud-ovest della Francia. In quel borgo sperduto dove vive sua zia Luisa, proprietaria di un salone da parrucchiera chiamato "Louise Coiffure", la vita scorre serena, piacevolmente calma. Quantomeno fino a quando conosce Delio, un vecchio emigrante italiano "malato di malinconia"e di Parkinson che, prima, le regala un vecchio camper riconvertito in "salone di bellezza itinerante"e, poi, la invita a trasferirsi nel podere che sarebbe dovuto andare in eredità a suo figlio Daniele, se il ragazzo non avesse deciso di scappare anni prima. Quando le condizioni di salute di Delio si aggravano, Caterina prende una decisione. Non le importa se Delio o i vicini Aron e Rose non saranno d’accordo: rintraccerà Daniele e lo costringerà a tornare per prendersi cura di suo padre; fosse anche l’ultima cosa che fa. Ma non è solo per puro spirito di generosità, che si è lanciata in quella caccia. Dentro di sé, pur non conoscendolo ancora, Caterina sente per quel ragazzo una curiosità e un desiderio che non ha mai provato prima.




In questo romanzo si parla di genitori e di figli, di due generazioni a confronto, di colpe, di illusorie speranze. Un viaggio in cui inizio e fine completeranno un cerchio, coincidendo. 
Tre protagonisti, tre vite che scorrono parallele ma che arriveranno ad intrecciarsi, nonostante la loro diversità, perché accomunate dal senso di malinconia, dal desiderio di rivalsa nei confronti della vita.

Da una parte abbiamo Caterina, una giovane donna che con la sua voce si mostrerà al lettore in tutta la sua bellezza, raccontando del suo passato in Italia e del conflitto con i suoi genitori, soprattutto la madre. Una protagonista che "...ai suoi aveva sempre chiesto di essere ascoltata, non controllata, snidata anziché trattenuta, cercava scambi straripanti di emozioni, più che avari di parole. Loro, invece, decidevano per lei..."
Specializzatasi in infermeria geriatrica era partita alla volta della Francia per accettare un incarico annuale, recidendo i legacci che la tenevano imbrigliata alla famiglia, spezzando il cuore di sua madre, infrangendone i desideri. Una madre, la sua, che vorrebbe tanto che la figlia ritornasse sui propri passi per aprire insieme un negozio di parrucchieri con il doppio nome sull'insegna, il sogno di una vita. Tuttavia Caterina è una donna che vuole, con tutte le forze, sentirsi libera, nuova, per non assomigliare a quella madre e l'incontro con Delio, presso il quale si trasferirà, equivarrà a vivere sciolta da ogni vincolo, da false identità.

Dall'altra parte, con una vera e propria inversione di prospettiva, troviamo appunto Delio, un anziano padre. Un uomo malato di malinconia, un uomo le cui interazioni sono fatte più da silenzi che da parole. Un uomo attanagliato dal ricordo lancinante della moglie defunta, un ricordo che avrebbe dovuto attenuarsi nel corso degli anni ma che, soprattutto negli ultimi tempi, lo porta a versare copiose lacrime. La sua unica compagnia è un vecchio cane, di nome Ramingo. 
Delio che aspetta il ritorno del figlio, Daniele, colui che rappresenta un ramo fragile della sua vita, quello a cui avrebbe dovuto aggrapparsi per sopperire al senso di vuoto, quel ramo che, incapace di perdonare, invece, si era spezzato cadendo lontano dall'albero, lasciandolo solo. Pagina dopo pagina si avverte il peso di quel nome, l'offesa che intercorre tra padre e figlio.


"Trascorriamo la vita accanto a persone che in fondo non conosciamo - si era detta - un momento le amiamo e il momento dopo le detestiamo, senza sapere se siamo amati o odiati da loro. E la fatica che spendiamo nel cercarne la vicinanza o nel respingerle è tale che a volte vorremmo solo dimenticarcene."


Oggi vi faccio una confessione, con questo romanzo non c'è stato subito il colpo di fulmine, ho cambiato spesso opinione e credo che la definitiva stia nascendo proprio mentre scrivo. All'inizio della lettura ho pensato che gli avvenimenti fossero troppo rapidi e poco veritieri. Mi sono chiesta come fosse possibile che una giovane donna, Caterina, potesse trasferirsi nel giro di poche ore a casa di Delio, uno sconosciuto ai suoi occhi. Avrei preferito un rapporto in crescendo che facesse i conti con il reale scorrere del tempo, e credo che ogni lettore auspichi a questo. Tuttavia, non lasciatevi ingannare da questo aspetto che alla fine potrebbe benissimo rivestire solo un ruolo marginale perché la bellezza del romanzo risiede proprio in questa rapidità, nella capacità dei protagonisti di riconoscersi alla prima occhiata per completare quel giro di vite che ricerca il suo compimento più profondo nel relazionarsi con l'altro, altro che non è mai stato tanto simile. Ho dovuto aspettare di giungere più o meno alla metà perché tutto assumesse un senso, un aspetto preciso, perché ogni sfumatura diventasse colore, un colore bello, intenso, deciso.

Tangibile la delicatezza delle parole con cui si racconta di un anziano come Delio, uno di quei personaggi che bucano la pagina con le sue colpe di padre, con lo sgretolarsi del suo corpo, l'avanzare della malattia. In contrapposizione, l'irruenza di suo figlio Daniele, un figlio che quelle colpe non è riuscito a perdonarle, che davanti al decomporsi e allo scomparire dei luoghi della sua vita, per sottrarsi al disfacimento, ha scelto di abitare lo squallore della periferia di Parigi piuttosto che la casa paterna. 

Unica pecca, non ho apprezzato molto il finale o meglio il verificarsi di un avvenimento rispetto ad un altro. Non potendo raccontare di più sappiate solo che un particolare episodio, che pure era innegabile che si verificasse, avviene, secondo me, in un contesto poco adatto.

Per concludere, "Finché notte non sia più", secondo lavoro della scrittrice Novita Amadei già famosa per "Dentro c'è una strada per Parigi" sempre edito da Neri Pozza, è un romanzo intimo, dalle tinte delicate. Un invito a vivere la vita, a prendere il coraggio a piene mani, a fare delle scelte, a non lasciarsi andare passivamente. Una scrittura essenziale, ricca di dialoghi e descrizioni mirate, una narrazione in terza persona caratterizzata da un alternarsi di capitoli cadenzati dalle diverse voci dei protagonisti aiuterà il lettore ad entrare in sintonia con i personaggi e con il loro vissuto, soprattutto quello di Daniele e Caterina, due anime così similari e così abituate a lasciarsi scorrere addosso la vita. 
Consigliato sì, ma forse non adatto a tutti, dovrete trovare il giusto equilibrio perché è una di quelle letture che si comprendono a posteriori quando ogni tassello trova la giusta locazione.




8 commenti

  1. mi è piaciuto tantissimo leggere la tua recensione. Credo non sia il libro che fa per me ma ti ho letta con molto piacere

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  2. Vorrei leggere qualcosa di Novita Amadei ma non riesco a decidermi, nonostante tutto. Segno questo, in forse però, nonostante la tua recensione.

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    1. Cara Cecilia, diciamo che è un romanzo particolare e all'inizio anche io ho avuto qualche difficoltà e tutta l'intenzione di abbandonarlo. Poi però è scattato qualcosa e l'ho apprezzato maggiormente. Non ho letto il precedente, quindi non saprei dirti con quale provare, ma la donnina qui sotto dice che forse non lo recensirà il che non è un buon presupposto :)

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  3. Buon pomeriggio Maestà! Cerco di riprendere i normali ritmi (ma esistono dei ritmi normali?) e leggo la tua recensione del romanzo della Amadei. Come sai, proprio la scorsa settimana ho letto il suo primo lavoro. E... boh! Parte bene e poi scema miseramente, tanto che, presa anche dalle vicissitudini del BookCity, mi sono resa conto di non averlo recensito e, sicuramente, non lo farò perché non saprei proprio cosa dire!

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    1. Buon pomeriggio My Dear e bentornata tra i comuni mortali! Sui ritmi non saprei dirti se ce ne siano di normali, sono sempre piuttosto frenetici :D
      Ecco, io aspettavo la tua recensione, sapendo che stavamo leggendo la stessa autrice ma con libri diversi. A questo punto faremo un confronto privato ;)

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  4. Anna cara una lettura troppo impegnativa! Questa volta passo ma leggere le tue recensioni è sempre un piacere anche se il libro non rientra tra le mie corde!

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    1. Grazie a te Rosa :) Effettivamente sì, è un po' particolare. Vorrei leggere altro di suo ma più in là ;)

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