giovedì 30 giugno 2016

Recensione 'Il colore del latte' di Nell Leyshon


Buon giovedì lettori. Siamo giunti alla fine del mese e domani troverete il post dedicato al bilancio del mio giugno letterario. Intanto, oggi, ne approfitto per lasciarvi la mia opinione su una delle ultime letture: "Il colore del latte" di Nell Leyshon. Un romanzo forte ma che non ho apprezzato a pieno nonostante gli ottimi presupposti.







Il colore del latte
Nell Leyshon


Editore: Corbaccio - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 182 - Prezzo: 9,90 € - eBook: 6,99€


È la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo.





Questo romanzo parla di violenza fisica, psicologica, sessuale e di come tale violenza sia nata con l'uomo, di come facesse parte della sua natura già nell'800.

La storia, infatti, prende piede nel 1830 e si articolerà in quattro stagioni, da una primavera alla successiva. A metterci al corrente dei fatti narrati è la stessa protagonista, la quindicenne Mary. Il suo è un raccontare, quasi come un flusso di coscienza, gli avvenimenti della propria vita con l'unico intento di dire sempre e solo la verità. E allora partendo proprio dal principio scopriremo di come, insieme alle sorelle maggiori, venisse occupata dallo stesso padre in lavori concernenti la fattoria e prettamente maschili. Quella figura paterna che è il classico padre/padrone, un uomo burbero, violento ed autoritario. Un uomo per il quale non serve imparare a leggere e scrivere le parole sulla carta se quello che fanno è raccogliere pietre, tirare il latte dalle vacche e sfamare galline o maiali. 
Ed è proprio in questa maniera che trascorrono le loro giornate, scandite dal ritmo delle attività quotidiane, tra la vita nei campi ed il cielo notturno con le sue stelle e con la sola compagnia di sete, fame e stanchezza. 
Tutto questo fino a quando Mary non viene mandata, contro la sua volontà, a servizio, presso la canonica del paese dove dovrà accudire la moglie del reverendo le cui condizioni di salute si sono ulteriormente aggravate. Da questo momento in poi il suo stile di vita cambierà completamente, insieme al suo modo di vestire e di acconciare i capelli. La giovane Mary imparerà a leggere e scrivere ma, come sempre, ogni cosa ha un prezzo e lei sembra destinata a pagarlo a proprie spese. 


"...a volte ricordare è una buona cosa perché è la storia della tua vita e senza non rimarrebbe niente. ma altre volte la memoria conserva cose che vorresti non ricordare e non conta quanto sodo provi a tenerle fuori dalla tua mente loro tornano..."


Come detto, a narrare i fatti è la stessa protagonista, Mary, che compila una sorta di diario di sue memorie, scritto in prima persona e, soprattutto, di proprio pugno. Ciò emerge dallo stile e dal linguaggio sgrammaticato utilizzati per tutto il corso della lettura, un aspetto che colpisce e che personalmente non ho apprezzato e di cui non ho compreso la necessità. Ritengo che le basi per una storia avvincente ci fossero tutte, ma il voler mostrare quello che è l'analfabetismo di colei che scrive non fa altro che compromettere l'attenzione del lettore. L'uso del congiuntivo è alquanto discutibile. Il dover cercare spesso e non volentieri, soggetti predicati e complementi vari non aiuta assolutamente. Tra l'altro le frasi mancano di segni di interpunzione, laddove dovrebbero essere necessari per comprendere al meglio la differenza tra dialoghi e parti prettamente discorsive, così come le maiuscole successive ad un punto. 
Questo è un vero peccato perché ritengo che un linguaggio più comprensibile avrebbe permesso di focalizzare l'attenzione su quello che, a mio parere, è l'aspetto più importante di un romanzo ovvero quello che è in grado di raccontare e di trasmettere al lettore. C'erano tutti i presupposti per una lettura coinvolgente, carica di sentimenti e ricca di spunti di riflessione.

Nonostante ciò, però, non si può non entrare in empatia con il personaggio di Mary, una ragazza arguta, dotata di una intelligenza innata e di una lingua affilata e tagliente. La sua è la voce di una giovane donna che non nasconde nulla, che non è in grado di mentire, trasparente e sincera. I suoi ragionamenti così precisi, lineari e veri lasciano spiazzati non solo le altre figure con le quali entrerà in contatto nel corso della sua vita, ma lo stesso lettore. 
Il finale, facilmente prevedibile, non lascia scampo a quello che è il destino della protagonista. 

Una lettura che è un fermo immagine di un'epoca passata e di tutte le brutture che l'hanno, volente o nolente, caratterizzata. Uno spaccato di una famiglia, della povertà e dell'ignoranza che regnavano sovrane.






13 commenti

  1. Mi sa che passo oltre, sento che questo romanzo potrebbe causarmi l'orticaria ;)

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  2. Ops...credo che questo romanzo non faccia per me.

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  3. Non conoscevo questo romanzo ma devo ammettere che non mi attira particolarmente. Un saluto cara Anna :)

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  4. Questo romanzo è in wishlist da un bel po', non mi aspettavo, o meglio speravo, di leggere una recensione così negativa.

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    1. Ciao! Che dire? Il bello della lettura è quello di essere molto soggettiva per cui non saprei, magari a te piace! Io non sono rimasta per nulla soddisfatta :(

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  5. Ciao Anna!
    Avevo il libro in lista e mi incuriosiva moltissimo,però non mi aspettavo che in molti punti fosse scritto con palesi errori grammaticali: sarà utile per far comprendere la storia, ma a me darebbe soltanto fastidio.
    E poi c'è il discorso della violenza, che non credo riuscirei ad affrontare.
    Stavolta passo, ringraziandoti per questa recensione! ;)

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    1. Ciao Jasmine, devo ammettere che il tipo di scrittura mi ha urtata in alcuni punti e credo che, se il romanzo non fosse stato così breve, forse non ne avrei portato a termine la lettura. Grazie a te per essere passata ;)

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  6. È un vero peccato Anna, possiedo la versione digitale di questo libro da un bel po' e a dire il vero le aspettative erano piuttosto alte...mi hai decisamente smontata con il dettaglio del diario...

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    1. Anche io, Cuore, avevo altissime aspettative. La trama è davvero accattivante, con uno storia che credevo di adorare, quando ho iniziato la lettura sono rimasta davvero spiazzata. Il classico caso in cui non sapevo che pesci prendere :D

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  7. non è tanto il mio genere ma tengo presente, bella recensione!

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