lunedì 30 maggio 2016

Recensione 'La pietà dell'acqua - Una nuova indagine del commissario Casabona' di Antonio Fusco


Buon pomeriggio miei cari lettori e buon inizio settimana. Oggi sono qui con una nuova recensione, un giallo tutto italiano, una di quelle letture da affrontare in giornate assolate, magari in spiaggia, accompagnati da una buona bibita fresca, pronti ad immergervi in una indagine coi fiocchi. Perché quello costruito da Antonio Fusco ne "La pietà dell'acqua" è un rompicapo dai mille risvolti.
Allora non vi resta che mettervi comodi, recuperare la vostra bibita e lasciarvi incuriosire da quello che ho da dire!





La pietà dell'acqua
Una nuova indagine del commissario Casabona
Antonio Fusco

Editore: Giunti - Genere: Giallo
Pagine: 224 - Prezzo: 12,90 € - eBook: 6,99€


Cinico, umano e amante del jazz, il commissario Casabona torna con un'altra indagine tutta italiana. Il giorno di Ferragosto, sulle montagne ai confini di Valdenza, viene trovato il corpo di un anziano, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Una vera e propria esecuzione. Suo malgrado, Casabona è costretto a rientrare dalle ferie per occuparsi del caso, creando l'ennesima frattura con la moglie Francesca. Accanto al luogo del delitto, c'è il piccolo paesino di Torre Alta, che ha preso il posto del vecchio borgo di Torre Ghibellina, sommerso da un grande lago artificiale, risultato di una diga costruita nel Dopoguerra. Proprio in quei giorni il lago è svuotato per una manutenzione straordinaria e la zona brulica di gente accorsa per vedere il paese sommerso. Casabona inizia a indagare, ma dopo qualche ora il caso gli viene misteriosamente tolto dalla DIA. Non prima però che il commissario sia venuto in contatto con un'affascinante giornalista, in realtà un'agente della polizia francese che sta indagando su un cold case: l'omicidio di un ex inviato di guerra americano, avvenuto a Parigi nel 1968. Ben presto entrambi si renderanno conto che i due delitti sono in qualche modo legati: nel mezzo un'altra morte, quella di un ufficiale delle SS che durante la guerra compì una rappresaglia ai danni di una famiglia contadina proprio nel paese sommerso. Per interrompere la catena di orrore Casabona sarà costretto ad affrontare un terribile dilemma: che cosa è bene salvare? La giustizia o la verità? La risposta sarà un altro grande colpo di scena.






Sapete cosa c'è di bello nel partecipare ad una challenge di lettura? Che permette di conoscere romanzi e generi a cui difficilmente, un tempo, mi sarei accostata. Sono un'amante del thriller per cui i gialli rappresentano per me un terreno non del tutto inesplorato, ma comunque poco conosciuto, e, in questo caso, mi sono sentita un po' Indiana Jones in avanscoperta. Indossando i panni del celebre archeologo mi sono accostata alla lettura di questo romanzo, di cui avevo già letto recensioni più che positive, con quel pizzico di curiosità che non guasta. Fin da subito posso dirvi che questo giallo mi ha proprio convinta e mi è piaciuto, al punto tale che, trattandosi della seconda indagine del commissario Casabona, mi sento in dovere di recuperare anche la precedente.

Ma chi sarà mai questo commissario Tommaso Casabona? So per certo che ve lo state domandando e non la porterò per le lunghe. Lui è il protagonista del romanzo, nonché capo della polizia, nonché marito e padre in ferie. Ma si sa, ai poliziotti non è dato riposare, figuriamoci se a Ferragosto il caro Tommaso poteva starsene in panciolle a godersi un po' di brezza marina e il calore di quel sole che tanto picchia in quel preciso periodo dell'anno. Minato il rapporto di coppia e lasciata la moglie, della quale si perderanno le tracce per qualche giorno, il commissario si reca a Valdenza, dove proprio sotto il castagno dell'impiccato, è stato trovato il cadavere di un uomo. I presupposti per aprire un'indagine ci sono tutti ma la stessa viene affidata alla Direzione Investigativa Antimafia.
Inoltre, in quei giorni, per manutenzione, viene svuotata la diga costruita nel Dopoguerra, diga che ha sommerso una vecchia città, una città fantasma, quella di Torre Ghibellina dove, durante il periodo nazista, si era consumata una strage efferata.
Quando la scia di cadaveri inizia ad aumentare e vecchi casi vengono portati alla luce, il commissario Casabona comprende che per cercare delle risposte bisogna svelare i misteri del passato, risolvere quegli enigmi sui quali sono stati posti enormi macigni, macigni di silenzio, macigni utilizzati per insabbiare la verità ed evitare che venisse fatta giustizia.


"La memoria è una condanna e la verità spesso non s'incontra con la giustizia, nonostante la cerchi disperatamente. Allora bisogna darle una mano, affinché i morti trovino la pace."


'La pietà dell'acqua' è un romanzo intriso di dolore, di voci che gridano vendetta, di mancati sensi di colpa, di ingiustizia e di indifferenza. E saranno tutti questi sentimenti, queste forti emozioni e questi stati d'animo ad accompagnarvi tra le pagine del romanzo, insieme alla bravura dello scrittore non solo nel saper dare vita alle storie, nel costruire intrecci formidabili, ma anche nel riuscire a raccontarli senza mai essere stucchevole. 
Grazie ad uno stile fluido, semplice, schietto ed essenziale ripercorreremo l'intera indagine a partire dalle basi, tassello dopo tassello, mettendo in luce quegli aspetti che per molti anni sono stati celati e messi sotto chiave in quello che è l'armadio della vergogna.
Un romanzo vero, sentito, nel quale ben si dispone la figura del commissario Casabona, un uomo che deve fare i conti con la propria vita di coppia, con una moglie ormai insofferente a quello stile di vita, a quel lavoro e a tutto ciò che dipende dallo stesso e che presuppone solo ed esclusivamente un sentimento di accettazione da parte dei propri cari, un dato di fatto. Ma Tommaso è anche un uomo che continua a sognare senza paura di essere preso per idiota perché, come dice lui 'alla base di ogni cambiamento c'è sempre un pizzico di follia'.

Un romanzo che sul mio profilo Goodreads ho valutato 4.5 stelline. Un romanzo forte, un romanzo che si legge tutto d'un fiato, un romanzo che fa riflettere su quello che è il genere umano, sul senso di verità e, soprattutto, sul senso di giustizia.








giovedì 26 maggio 2016

Recensione 'Borderlife' di Dorit Rabinyan


Buongiorno miei cari ed affezionati lettori! Ehm... non fate quelle facce, so benissimo di essere un tantino latitante ma maggio è uno di quei mesi piuttosto pieni, di cose belle ovviamente, che richiedono gran parte delle mie energie.
Tuttavia d'ora in poi tornerò ad essere più presente per cui direi di iniziare subito a parlarvi di un romanzo che al momento della pubblicazione ha incuriosito molti lettori, me compresa. Un romanzo che è stato fortemente ostacolato dal governo israeliano per le tematiche trattate.
Se non lo avete ancora capito, ma credo sia impossibile visto che il titolo di questo post parla piuttosto chiaro, sto parlando di "Borderlife" di Dorit Rabinyan, edito Longanesi che ringrazio per la copia omaggio.





Borderlife
Dorit Rabinyan


Editore: Longanesi - Genere: Letteratura Internazionale Pagine: 384 - Prezzo: 16,90 € - eBook: 9,99€
(OMAGGIO CE)


È autunno, a New York, il secondo senza le Torri. Liat ha appena conosciuto Hilmi e gli cammina accanto nel pomeriggio che imbrunisce e intanto pensa: non hai già abbastanza guai? Fermati finché puoi. Ma fermarsi non può, perché, nonostante le ferite, la magia della Grande Mela è ancora intatta, e Hilmi ha gli occhi color cannella, riccioli neri e un sorriso infantile che spezza il cuore. Lei è di Tel Aviv, fa la traduttrice e si trova negli USA per una borsa di studio. Lui vive a Brooklyn e fa il pittore, e nei suoi quadri c'è sempre un bimbo che sogna il mare, quel mare di cui da ragazzo poteva cogliere appena un lembo, da lassù, al nono piano di un palazzo di Ramallah. Lei è israeliana, lui è palestinese. La loro sembra una storia come tante, come mille ne nascono ogni giorno in ogni angolo del mondo, ma è diversa da tutte. Perché la loro appartenenza a una terra tormentata e divisa non può che separarli, e ciò che è iniziato nel freddo di New York è destinato a finire, pochi mesi dopo, su una calda spiaggia di Jaffa, sotto quel sole che entrambi rimpiangevano in America. Ma la Storia e il loro amore li seguiranno ancora.





Devo essere sincera con voi, come sempre d'altronde, e dirvi che non ho molto apprezzato, e per la verità non ancora digerito, la scelta di scomodare il caro buon vecchio zio William ed il suo celeberrimo "Romeo e Giulietta". Di Borderlife si è detto proprio questo: "il nuovo Romeo e Giulietta" o "il Romeo e Giulietta del presente". Certo parliamo di un amore impossibile tra due giovani appartenenti a culture e popoli diversi ma credo fermamente che il paragone sia un tantino esagerato. Detto questo, possiamo inoltrarci nella storia raccontata.

New York. Il secondo anno senza le torri. Da una parte abbiamo Liat, una giovane traduttrice israeliana di Tel Aviv che risiede negli USA per conseguire una borsa di studio. Dall'altra Hilmi, palestinese di Ramallah che vive a Brooklyn, fa il pittore per mestiere e sogna di vedere il mare. 
Ebrezza, libertà e senso di colpa per quell'amore che sta per sbocciare sono i sentimenti che li accomunano, insieme alla nostalgia per quel sole, quel cielo e quella terra che chiamano casa ma che li vuole così distanti. 
In una serata d'autunno, magica e strana al contempo, i due si incontrano e da quel momento corpi, mente e cuore saranno imbrigliati nella fitta trama tessuta da quella che sarà, fino alla fine, una storia d'amore impossibile. 
I secondi, i minuti, le ore, i giorni, i mesi e le stagioni si susseguiranno. L'imbarazzo iniziale lascerà il posto ad un'allegria spontanea e spensierata. L'abile penna dell'autrice costruisce quella sensazione di intimità così palpabile da permeare le pagine del romanzo, accompagnata dal continuo e cangiante impulso della giovane Liat tra vicinanza e distacco, attrazione e paura. 
Ci sono stati momenti, nella lettura, in cui non condividevo il pensiero di Liat, altri in cui, invece, lo abbracciavo completamente con tutte le sue emozioni: lei che vorrebbe non rivedere mai più Hilmi, respingerlo, o almeno avrebbe dovuto farlo, prima che tutto avesse inizio.
Ed intanto l'autunno lascia il passo all'inverno, la città si lascia avvolgere da una coltre di neve e dal silenzio ovattato, quello stesso silenzio in cui anche i due giovani protagonisti dovranno scavare per ritrovare quell'amore sepolto in una malinconica penombra. Non solo la loro cultura e la loro appartenenza a popoli in lotta tra loro rappresenta un ostacolo insormontabile, ma anche il tempo si frappone tra i due dando vita ad un amore a scadenza, la stessa impressa sul biglietto di ritorno per Israele.


"Il tempo, quella distanza astratta situata fra quel momento perfettamente concreto e ciò che sarebbe avvenuto in futuro, chissà quando in futuro, era ridotto ora a quella scritta stampata ed era divenuto tangibile come non mai."


Durante tutta la narrazione li seguiremo nella loro quotidianità. Il loro raccontare e raccontarsi diventa uno scavare al di sotto della patina di perfezione superficiale. Un dover fare i conti con un diverso vissuto, un passato che li rende diametralmente opposti e rimarca quelle differenze sociali e culturali che caratterizzano la loro persona, il loro essere. Quella che doveva essere una semplice parentesi, un errore, uno sbaglio a cui porre fine diventerà sempre più una certezza con i mesi che si susseguono insieme ai giorni trascorsi ognuno tra le braccia dell'altro, uniti come due tuorli nello stesso uovo, saziati e al contempo affamati dal loro stesso piacere. Hilmi è così bravo a capirla, a navigare disinvolto nei meandri della sua mente al punto tale che, se lei diventasse un enigma per se stessa, all'improvviso, lui saprebbe risolverlo, sarebbe in grado di rispondere alle sue domande perché pensa insieme a lei.
Accanto alla paura di Liat che interpreta la loro storia d'amore come un guaio in cui si sta cacciando con tutte le scarpe, che si domanda cosa diranno o penseranno i suoi genitori, c'è un Hilmi che crede fermamente che lei si vergogni di lui, un amore arabo, segreto ma soprattutto provvisorio


"Sono così vicina a lui, dissolta in lui che posso quasi sentire cosa significa essere lui."


"Borderlife" è una fotografia di una storia d'amore corredata da tutta una serie di sfaccettature, di chiaro scuri, luci ed ombre. Il forte senso di appartenenza al proprio popolo e alla propria nazione sovrasterà il loro amore e questo emerge in maniera decisiva e prorompente nella seconda parte del romanzo. Romanzo che è diviso in tre grandi sezioni che coincidono con l'autunno, l'inverno e l'estate. Devo ammettere che la parte più interessante, che mi ha anche fatto rivalutare la lettura nel suo complesso è stata proprio quella che prende piede durante la stagione estiva conducendo a quel finale che non ci si aspetta e che lascia uno strascico di rabbia, impotenza e forte senso di mancanza. 
Ho usato il termine rivalutare perché, sul mio profilo Goodreads, questa lettura si è beccata solo 3 stelline e questo è dovuto essenzialmente al modo di raccontare. Sono stata un po' rallentata dallo stile che ho trovato pesante, altamente descrittivo e un po' troppo particolareggiato, interrotto in più punti, ed anche sul più bello aggiungerei, da flashback che rimandano al passato e distolgono l'attenzione dal momento raccontato. A ciò si aggiunge l'abbondanza di parti discorsive che prendono il sopravvento sui dialoghi. Al contrario i personaggi sono altamente riusciti, ben costruiti e delineati con sempre più precisione man mano che si procede nella lettura. Una lettura che, proprio per il continuo rimando al conflitto tra i due popoli consiglierei a coloro che vogliono approfondire una tale tematica.
Un romanzo che richiede un certo tipo di concentrazione e che per questo motivo non va affrontato a cuor leggero ma che, nonostante tutto, saprà donarvi un'infinità di emozioni. 







giovedì 19 maggio 2016

Sneak Peek di Maggio!


Rubrica mensile interamente dedicata alle novità che ci attendono in libreria



Buongiorno lettori, abbiamo ormai superato la metà del mese ed è tempo di dare uno sguardo alle novità che ci attendono in libreria. Partirei col dire che questo è uno di quei mesi devastanti per il proprio portafogli perché pare che tutte le uscite si siano concentrate in questi trentuno giorni. 
Anche selezionare i titoli più interessanti non è stato per nulla semplice, ma spero di esserci riuscita per cui andiamo a cominciare!



In libreria dal 3 Maggio


Trama:


Giugno 1933. La casa di campagna della famiglia Edevane è pronta per la festa del Solstizio e Alice, sedicenne brillante, curiosa, ingenua e precoce scrittrice in erba, è particolarmente emozionata. Sarà una festa bellissima e lei è innamorata, anche se nessuno lo deve sapere. Ma quando arriva mezzanotte, mentre i fuochi d'artificio illuminano il cielo scuro, il piccolo Theo Edevane, che non ha ancora un anno, scompare. E la tragedia spinge la famiglia a lasciare per sempre la casa tanto amata. Settant'anni più tardi, dopo essere stata sospesa dalla polizia per non aver rispettato le regole, Sadie Sparrow decide di prendersi una pausa di riflessione e raggiunge l'amatissimo nonno in Cornovaglia. Quando è già sul punto di lasciarlo per tornare ad affrontare i propri demoni, Sadie scopre una casa abbandonata, circondata da giardini incolti e da una fitta boscaglia. Dove un bambino era scomparso senza lasciare traccia. Per risolvere il mistero, Sadie incontrerà l'unica testimone rimasta, una delle più famose autrici inglesi, Alice Edevane. Che le rivelerà un segreto del passato… più presente che mai.




In libreria dal 3 Maggio


Trama:




Quando finisce una storia, ne inizia un'altra.
Come si fa ad andare avanti dopo aver perso chi si ama? Come si può ricostruire la propria vita, voltare pagina?
Per Louisa Clark, detta Lou, come per tutti, ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata.
È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella di prima. I sei mesi intensi trascorsi con Will l'hanno completamente trasformata, ma ora è come se fosse tornata al punto di partenza e lei sente di dover dare una nuova svolta alla sua vita.
A ventinove anni si ritrova quasi per caso a lavorare nello squallido bar di un aeroporto di Londra in cui guarda sconsolata il viavai della gente. Vive in un appartamento anonimo dove non le piace stare e recupera il rapporto con la sua famiglia senza avere delle reali prospettive. Soprattutto si domanda ogni giorno se mai riuscirà a superare il dolore che la soffoca. Ma tutto sta per cambiare. Quando una sera una persona sconosciuta si presenta sulla soglia di casa, Lou deve prendere in fretta una decisione. Se chiude la porta, la sua vita continuerà così com'è: semplice, ordinaria, rassegnata. Se la apre, rischierà tutto. Ma lei ha promesso a se stessa e a Will di vivere, e se vuole mantenere la promessa deve lasciar entrare ciò che è nuovo.




In libreria dal 4 Maggio


Trama:


Da anni Orlando Giglio, il temuto "Gendarme" del condominio di via Mancini numero 8, studia le abitudini della sua dolce ossessione, Marilena Moretti, nota in gioventù come "la Brigantessa". La segue nell'esiguo tragitto tra l'ascensore e il portone del palazzo, la osserva mentre sale le scale e chiacchiera con i vicini di casa, aspettando che arrivi il suo momento. Sono entrambi vedovi, entrambi sulla soglia dei settant'anni, entrambi abbandonati dai propri figli durante una delle estati più torride di tutti i tempi... Dovranno scattare due allarmi in piena notte e sbiadire i fantasmi del passato e del presente, perché Marilena accetti l'invito di Orlando a partire per un'avventurosa vacanza alla conquista del Salento. Ma cosa potrà offrire la punta estrema della Puglia a "due vecchie carampane" come loro? Riusciranno a superare incolumi la notte della Taranta, punti dall'entusiasmo di una giovinezza ritrovata?







In libreria dal 5 Maggio


Trama:


Londra, anni Venti. Gwendolyn Hooper, giovane donna inglese appena sposata, si trasferisce nella lontana isola di Ceylon per raggiungere il marito. Ma l’uomo che le viene incontro nella piantagione
di tè non è lo stesso di cui si era innamorata in Inghilterra tempo addietro. Distante e indaffarato, Laurence trascorre le giornate nella piantagione, lasciando la sua sposa da sola a occuparsi della casa, della servitù e delle nuove incombenze. La grande casa coloniale, agli occhi di Gwendolyn, appare un luogo misterioso, con porte chiuse a chiave e indizi di un torbido passato: in un baule polveroso è nascosto un vecchio velo da sposa ingiallito e le ombre del giardino celano una piccola tomba… Quando Gwen rimane incinta, suo marito è finalmente felice e tutto sembra andare per il verso giusto, ma c’è poco tempo per festeggiare. Al momento del parto la neomamma dovrà prendere una decisione terribile, di cui non potrà fare parola con nessuno, neanche con Laurence. Quando, infine, arriverà il momento della verità, Gwen sarà in grado di spiegare che cosa ha fatto e perché? 
Un’appassionante storia di tradimenti, colpe e segreti indicibili che avvince il lettore e non lo lascia più andare.




In libreria dal 5 Maggio


Trama:


Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto da scuola, ma quando apre la porta della sua casa, nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po' ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza dalla banchina. Sono passati vent'anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l'unica compagnia degli oggetti smarriti che ritrova ogni giorno nell'unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, Michele ritrova il suo diario, incastrato tra due sedili. Non sa come sia possibile, ma sente che è sua madre che l'ha lasciato lì. Per lui. Ora c'è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito.


lunedì 16 maggio 2016

Recensione 'Agnes Browne mamma' di Brendan O'Carroll


Buon inizio settimana lettori! Qualcuno ha detto 'Salone Internazionale del Libro' e 'Torino'? Ditemi che non lo avete nominato, che ho solo percepito una voce lontana che potrebbe benissimo essere frutto della mia fervida immaginazione. Sono in lacrime da giovedì perché, purtroppo, non appartengo alla schiera di eletti che sono riusciti a presenziare ad un siffatto evento. Di conseguenza non posso buttare giù alcun reportage su un'esperienza che, so per certo, sarebbe stata davvero fantastica.
Per questo motivo, forse per farmi perdonare e perdonarmi a mia volta, vi accolgo nel mio angolino con la recensione di una delle mie ultime letture, ma non un romanzo qualunque. In realtà si tratta di un libro che si è beccato il massimo dei voti sul mio profilo Goodreads.
Una lettura ironica, divertente, esilarante e soprattutto completamente al femminile!




Agnes Browne mamma
Brendan O'Carroll


Editore: Neri Pozza - Genere: Letteratura Internazionale
 Pagine: 167 - Prezzo: 9,90 €


Agnes Browne, trentaquattro anni, bella, proletaria, simpatia irresistibile, ha un banco di frutta e verdura al mercato del Jarro, turbolento quartiere popolare di Dublino, sette figli come sette gocce di mercurio e un'autentica venerazione per Cliff Richard. Purtroppo ha anche un marito che lascia i suoi guadagni agli allibratori, per poi rifarsi con lei a suon di ceffoni. Ogni mattina Agnes esce di casa alle cinque per incontrare l'amica Marion e iniziare insieme la giornata in allegria. Ogni venerdì gioca a bingo, per poi finire al pub di fronte a una pinta di birra e a un bicchiere di sidro. Non una gran vita, a parte le risate con Marion e le altre, al mercato. Finché, un bel giorno, Rosso Browne muore, lei rimane sola e comincia a godersi davvero l'esistenza. E l'inizio di un carosello di vicende esilaranti, in coppia con Marion, autentico genio comico, e alle prese con i figli che le propinano dilemmi adolescenziali, obbligandola a improvvisarsi consigliera (con grande spasso dei pargoli) o a vestire i panni dell'angelo vendicatore. Insomma, senza quel treppiede del marito attorno, la nostra Agnes pare tornata la ragazza dublinese che è stata - tanto che non manca uno spasimante, un affascinante bell'imbusto francese ignaro degli equivoci della lingua inglese. Intanto la vita continua, nella Dublino di fine anni settanta, tra gioie e dolori, un colpo basso della sorte e un girotondo di risate con Marion, i figli che crescono e, in testa, un sogno che sembra irrealizzabile.





Devo fare una confessione: non sono una fan delle saghe, neanche di quelle che magari sono belle e terminate. Preferisco i libri autoconclusivi, non mi piace attendere anni per sapere cosa ne è stato dei personaggi lasciati tempo addietro e dei quali potrei non ricordare assolutamente nulla.
Tuttavia, quando per una challenge di lettura mi sono imbattuta nel romanzo in questione, che avevo appuntato in WL su consiglio di una donnina tanto carina (Laura sei tu!), ho deciso che forse ad Agnes questa possibilità potevo anche darla. Ed oggi posso dirvi di essere contenta di essermi fidata di lei così, a pelle.

E allora partiamo dal principio con una domanda semplice ma d'effetto: Chi è Agnes Browne?
Agnes me la immagino un po' come vorrebbe lei, sposata al suo cantante preferito Cliff Richard, un uomo che la guarda con occhi luminosi e scintillanti, che le sorride teneramente, che la stringe tra le forti e robuste braccia facendola volteggiare su quella che è la pista da ballo della vita.
Ma, perché in tutte le cose c'è un ma, questo è solo un sogno al quale aggrapparsi per far fronte alla realtà dei fatti che è completamente diversa da quella tanto agognata.
Agnes è sposata con Rosso, un uomo burbero, un marito che la riempie di botte, che dissemina debiti in ogni dove e che concepisce il sesso come un atto il cui fine ultimo è quello di procreare, niente di più e niente di meno. E, ovviamente, questo Agnes lo sa bene visto che ha dato alla luce ben sette marmocchi. Tutto ciò, però, ci viene raccontato dalla stessa protagonista a posteriori perché il romanzo si apre proprio con il funerale di quel marito molto poco rispettoso.
Siamo a Dublino, anni '60 ed Agnes è una delle commercianti più conosciute e amate di Moore Street, una donna dotata di una spiccata simpatia, una donna dedita alla famiglia e al lavoro: ogni mattina, alle cinque, lascia il suo appartamento armata di tavolo pieghevole e cavalletti per aprire la propria bancarella di frutta e verdura al mercato del Jarro.
Una donna a cui bastano pochi istanti di felicità, le chiacchiere con la sua amica Marion, una capatina al bar in sua compagnia, il bingo il venerdì sera e l'amore incondizionato per i suoi ragazzi.
L'autore ci regala, con una magnifica ed ammaliante narrazione, uno spaccato della vita dell'epoca, con tutti i suoi tabù, ed un ritratto di donna e del mondo femminile come pochi. E tutto questo lo fa con un'estrema bravura, che colpisce piacevolmente visto che si tratta pur sempre di una voce maschile, nel raccontare di una donna così forte e così tenace e di quella che è la sua vita, all'insegna del coraggio e della forza di volontà.


"C'è un momento per preoccuparsi e un momento per essere orgogliosi, pensò. Adesso era il momento di essere orgogliosi."



Ci sono romanzi che raccontano di madri, altri che raccontano di figli, altri ancora che parlano di amicizia, o ancora di storie di vita vissuta, di coraggio, di come e quando rimboccarsi le maniche, di risate, di allegria, di gioie e dolori.
'Agnes Browne mamma' è la somma di tutto questo. Un romanzo che si articola in poche pagine, ma così vero, così sentito, semplice e reale, da fare breccia nel cuore del lettore già dopo le prime battute.
Con leggerezza, quasi fossimo carezzati da una dolce brezza marina, veniamo sospinti in punta di piedi tra le pagine del romanzo, nella vita dei singoli protagonisti come a voler sbirciare nella loro quotidianità. E allora conosceremo l'ironia e le paure di una madre rimasta vedova, la bontà d'animo dei suoi ragazzi che parteggiano a piene mani per quella mamma tanto buona e coraggiosa, l'improvviso cambio di ruolo che ha investito Mark, il figlio maggiore, ritrovatosi da un giorno all'altro ad essere l'uomo di casa, quell'amicizia che tutto può e che tutto sopporta e che non vacilla mai.
Un romanzo che coinvolge e avvolge il lettore grazie al suo stile unico, spassoso, e divertente. Come avrete potuto capire le battute sono all'ordine del giorno perché questo è un libro in cui si ride molto, sì, ma si riflette e tanto.
E allora non mi resta che recuperare i titoli successivi per reimmergermi tra quelle pagine che sanno d'inchiostro e di vita vissuta, quelle pagine che solo O'Carroll sa rendere così tangibili e vere.







martedì 10 maggio 2016

Recensione 'La casa tra i salici' di Katharina Hagena


Buon martedì miei cari lettori. Come state? Spero ve la passiate meglio di me che, negli ultimi giorni, sono rimasta relegata a letto a causa della febbre. Ma oggi sono qui per aggiornarvi un po' sullo stato delle mie letture. In tutto questo caos ho trovato il tempo per terminare ben due romanzi. Di uno ve ne sto per parlare, dell'altro lo farò nei prossimi giorni. Come avrete potuto leggere dal titolo, la recensione di oggi è dedicata ad una delle uscite Garzanti del mese di Aprile. A tal proposito ne approfitto per ringraziare la casa editrice per la copia omaggio inviatami. Mettetevi comodi perché questo romanzo è molto, molto particolare!





La casa tra i salici
Katharina Hagena


Editore: Garzanti - Genere: Letteratura Internazionale
Pagine: 224 - Prezzo: 17,60 € - eBook: 9,99€
(Omaggio CE)


La città è avvolta nel silenzio della notte. Ma Ellen non riesce a prendere sonno. Si domanda se quegli occhi che ha incrociato di sfuggita siano proprio di Andreas, il suo amico d’infanzia che non vede da anni. Tutto è partito da quell’attimo. Da allora è stato impossibile frenare il flusso dei ricordi che l’hanno riportata dove non avrebbe mai voluto: a Grund. Alla casa tra i salici sulla riva del fiume; al gracchiare lontano delle rane; al riflesso dorato dei campi di girasole. Lì dove Ellen è cresciuta ed è stata felice, si è innamorata, ma ha anche sofferto. Per sua madre che ogni giorno più distante da lei non poteva più rallegrarla con la magia dei suoi dolci; per la fine della sua amicizia con Andreas che all’improvviso, senza spiegazione, ha deciso di non parlare più con nessuno. Per l’abbandono di Lutz, il padre di sua figlia, che un giorno è andato via senza fare ritorno. Per Marthe che non è mai riuscita a esprimersi veramente, lasciando che fossero le pagine del suo diario a parlare per lei. Ma ora che le lancette corrono trascinate dall’insonnia, Ellen deve fare i conti con il suo passato. Deve cercare delle risposte ai troppi misteri che affollano la sua mente. Deve scoprire se era davvero Andreas l’uomo che ha incontrato. Se lui, che l’ha visto per l’ultima volta, sa cosa è successo a Lutz. Perché a volte ciò che chiamiamo vita in realtà è un sogno, e ciò che chiamiamo sogno è vita.






Quando ho scovato questo libro tra le uscite del mese scorso sono rimasta profondamente affascinata dalla copertina e, soprattutto, dal titolo. Credo che quest'ultimo sia uno degli elementi che viene considerato essenziale e costituisce, insieme ad altri, quella cornice d'insieme che spinge il lettore a scegliere un romanzo piuttosto che un altro.
Partendo da questo presupposto e proseguendo nella lettura mi sono domandata più e più volte il perché di questo tipo di traduzione: "La casa tra i salici" non ha niente a che vedere con l'originale "Vom Schlafen und Verschwinden", che, a quanto ho potuto capire pur non masticando il tedesco, si riferisce al sogno e alla scomparsa, due elementi chiave di tutta la storia narrata. 

Detto questo, che era un aspetto che non potevo tralasciare e sul quale mi sono a lungo interrogata, vado a parlarvi in maniera più precisa del romanzo che, nel preambolo iniziale, ho definito particolare. Particolare perché tutta la vicenda avviene nell'arco temporale di una sola notte, una notte nella quale la protagonista, Ellen, un sonnologo che per lavoro dovrebbe curare quelli che sono i disturbi legati al sonno, ma che paradossalmente soffre lei stessa di insonnia, inizierà a percorrere un viaggio a ritroso negli angoli più oscuri della sua mente. Ripenserà alla sua adolescenza, a tutti quegli episodi inspiegabili che l'hanno riportata, in età adulta, a tornare a Grund, la sua cittadina natia, sulla riva del fiume popolato da eserciti di rane toro e sorvolato da aironi cenerini. Una notte in cui, forse, sarà possibile rispondere a tutti gli interrogativi che affollano la sua memoria e che, solo grazie al ricordo, potrà risolvere. La chiave di tutto risiede nel proprio passato, la soluzione è sempre stata lì a portata di mano, bisogna solo cercarla. Da questo momento in poi ripercorreremo insieme alla protagonista il ritorno a Grund, dove tutto sembra essere immutato o quasi: sua madre è in coma; Lutz, il padre di sua figlia Orla scomparso tanti anni prima, quando lei era incinta, non è mai tornato o comunque nessuno sa cosa ne sia stato di lui; il suo migliore amico, Andreas, ha smesso di parlare e non fa altro che evitarla. Un Andreas che forse è la chiave di tutto, il minimo comune denominatore, quell'elemento che potrebbe condurre alla risoluzione dell'intera vicenda.
Ed è in questo quadro che spunterà anche la figura di una donna, Marthe, che sembra essere molto vicina ad Ellen ed Orla, anche se le due non hanno alcun sospetto. Una donna con dei segreti, come tutti a Grund, che conosceremo solo grazie alle pagine del suo diario dalla copertina verde, stralci di pensieri che apriranno ogni capitolo lasciando poi spazio a quello che è il racconto vero e proprio che ha per protagonista Ellen.


"Come la limatura di ferro si attacca a entrambe le facce di una calamita, quella attraente e quella repellente, così la bellezza e la tragedia hanno un effetto simile sulle persone che entrano in contatto con loro. Queste infatti creano immediatamente un campo di forza nel quale ogni cosa si rivolge verso di loro. Le persone belle non hanno mai la possibilità di vedere le cose per come sono. Per questo bisogna essere grigi, nascosti e attenti."


Se dovessi ricorrere a tre aggettivi per definire questo romanzo direi sicuramente cupo, oscuro e freddo, così come lo sono i pensieri di Ellen, le pagine del diario di Marthe o la fitta boscaglia che ha invaso il lago, impedendo ai raggi del sole di avvolgere e riscaldare l'acqua che, altrimenti, sarebbe cristallina.
In generale la lettura, oltre che particolare, è anche abbastanza complessa in quanto, sin da subito, si viene investiti da numerose informazioni che, a primo impatto, non faranno altro che confondere il lettore. All'iniziale trattato sul sonno seguiranno i racconti di Ellen, con descrizioni, nomi di personaggi ed episodi che riusciremo a porre nel giusto ordine e a cui garantiremo il giusto peso solo successivamente quando la narrazione si farà più coinvolgente tanto da non riuscire a sollevare gli occhi da quelle righe d'inchiostro. Ecco avrei preferito che questo tono interessante avesse attraversato il romanzo sin dall'incipit.
La trama, come già detto, si snoda a ritroso e viene arricchita da una serie di particolari che ci permetteranno di conoscere i diversi personaggi, figure interessanti, tutte diverse tra loro, ognuna con una propria storia, ma soprattutto ben costruite, nonostante frutto della voce e dei pensieri di Ellen e quindi non padroni della scena in prima persona.
Il lettore rimane affascinato dallo stile singolare dell'autrice in un romanzo dove trovano spazio anche alcune particolari tematiche che fanno capo al rapporto genitore-figlio in tutte le sfaccettature possibili ed immaginabili: quello che vede Ellen, come genitrice, relazionarsi a sua figlia Orla, costantemente persa nel proprio mondo in contrapposizione al rapporto in cui lei diventa la figlia che deve raffrontarsi con la taciturna Heidrun, sua madre e con Joachim, suo padre, un uomo che non conosce così bene, che la riempie di storie sul suo passato e di continui confronti con se stesso alla sua età e che le rammenta sempre come si sarebbe comportato in determinate circostanze.
In definitiva si tratta di un romanzo che richiede un certo tipo di attenzione a causa della sua complessità e della molteplicità di storie che si intrecciano tra loro; una di quelle letture in cui non si riesce a capire il fine ultimo ma che farà sorgere in voi alcuni sospetti su quello che potrebbe essere avvenuto. Un romanzo che comprenderete solo a posteriori, quando tutti i pezzi del grande puzzle costruito dalla protagonista prenderanno posto, e questo, credetemi, avverrà solo qualche ora dopo averne terminato la lettura. Una lettura non convenzionale, diversa dal solito e che proprio per questo motivo mi sento di consigliare se volete provare qualcosa di nuovo, interessante e particolare.







giovedì 5 maggio 2016

Recensione 'Fuga da Villa del Lieto Tramonto' di Minna Lindgren


Buongiorno lettori, oggi sono molto felice di accogliervi nel mio angolino in compagnia di tre simpatiche donnine ultranovantenni. Se sentite un costante tic tac, tic tac, tic tac non preoccupatevi è la dolce Irma che ci rammenta di come il tempo fugga via. Ma a proposito di fughe, qui ce n'è una da organizzare! E che fuga, Lieto Tramonto non è più lo stesso. Non sarà il caso di approfondire? Allora accomodatevi che qui scalpitiamo per aggiornarvi sulla situazione.





Fuga da Villa del Lieto Tramonto
Minna Lindgren


Editore: Sonzogno - Genere: Giallo
Pagine: 317 Prezzo: 17,50 € - eBook: 9,99€
(Omaggio CE)


Pareti abbattute, tubature divelte e trapani che spaccano i timpani. Villa del Lieto Tramonto, la tranquilla residenza per anziani nella periferia di Helsinki, è sottosopra per massicci lavori di ristrutturazione, e alle inseparabili Siiri e Irma non resta che cercare un modo per fuggire. E alla svelta: loschi individui – sono davvero muratori? – si aggirano nell’edificio, e il portagioie della loro compagna Anna-Liisa è scomparso. Tutto sotto gli occhi della direzione della struttura. Perché allora non affittare un appartamento in centro, lontano da disagi, furti e calcinacci? Meglio però allargare l’invito agli amici della canasta: la puntigliosa, cara Anna-Liisa e l’ambasciatore, il suo distinto consorte, oltre all’infelice Margit alle prese con la grave malattia del marito. La convivenza nello stravagante alloggio – raso rosso alle pareti, un letto rotondo e un improbabile palo da lap-dance in soggiorno – in uno dei palazzi più antichi della capitale finlandese, è per il gruppo di anziani un avventuroso nuovo inizio: la spesa al pittoresco mercato coperto, il bucato, i pasti da cucinare, amicizie inaspettate e giri in tram tra vecchi ricordi e scoperte entusiasmanti. Eppure, qualcosa non quadra. Per il fiuto investigativo di Siiri e Irma, la ristrutturazione nasconde ben altre, criminose attività, e quando il mistero comincerà a dipanarsi tra comici passi falsi, inattesi colpi di scena e irriverenti quanto umane opinioni sulla morte, le ostinate vecchiette toccheranno con mano quanto sia facile lasciarsi ingannare dalle apparenze. Anche alla loro non più tenera età.





Come molti di voi sapranno, il mese scorso ho avuto modo di leggere il primo capitolo di questa fantastica ed esilarante trilogia dalle atmosfere nordiche e potete trovarne la recensione qui. In collaborazione con la casa editrice Sonzogno, che ringrazio infinitamente per la copia, ho potuto leggere che piega abbiano preso le avventure delle simpatiche ed arzille Sirii, Irma e Anneli (per gli amici!) in questo secondo capitolo. 
Posso assicurarvi che non sono in grado di fare confronti, non riuscirei a dire se il primo mi è piaciuto più del secondo e viceversa, piuttosto direi che ho apprezzato entrambi, ognuno a suo modo.

Dopo questo doveroso preambolo iniziale vediamo cosa è capitato alla 'ridente' casa di riposo per anziani. Ebbene dimenticatevi della toorta, rigorosamente con la doppia o, delle partite a canasta, dei corsi di bricolage, della mensa, dei mono e bilocali, di tutti gli averi dei poveri anziani e, giacché ci siete anche del silenzio e della pace: a Villa del Lieto Tramonto è in corso la ristrutturazione dell'intero stabile. Le notti insonni si accumulano, la polvere nell'aria la rende irrespirabile, gli operai sfondano pareti, si insinuano nelle camere degli affittuari, sembra quasi che l'Unione Sovietica abbia attaccato Helsinki, usato armi chimiche, sganciato la bomba atomica. Il fracasso è tale da essere paragonato alla Terza guerra mondiale.
Ed è in questo clima surreale che ritroviamo le nostre vecchie conoscenze: Sirii, che tra le tre non sembra aver cambiato le proprie abitudini; Irma che si è ammodernata tanto da andare in giro con le Crocs e con il suo nuovo Ipad, un aggeggio che a suo dire la rende intelligente e dotata di buona memoria; Anna-Liisa, finalmente convolata a nozze con l'ambasciatore ma che sembra essere un tantino insofferente alla vita matrimoniale; infine Margit, per la quale ogni occasione è buona per parlare di eutanasia dato che vorrebbe tanto che suo marito Eino passasse a miglior vita piuttosto che rimanere relegato in un letto di ospedale. 
Proprio quando la situazione sembra oramai invivibile la soluzione viene offerta a Sirii, durante uno dei suoi soliti viaggi in tram, da una ragazza coi capelli verdi: trasferirsi in città e fondare una comune. E se poi l'ambasciatore offre uno dei tanti appartamenti in suo possesso per fare ciò perché non afferrare la palla al balzo e non assecondare questo improvviso desiderio? 
Tra salagadula magicabula bibidi bobidi bù, impianti stereo che suonano musica rock, uno strano palo di acciaio nel bel mezzo del soggiorno, rosso raso sulle pareti ed un letto rotondo inizierà la loro convivenza che forse non sarà solo allegria e divertimento.


"La vecchiaia non è un fenomeno nuovo capitato tra capo e collo nelle società moderne né uno sgradevole fattore di disturbo di cui liberarsi con quattro soldi e alla svelta, ma servizi del genere non fanno che alimentare questa visione [...] Non si riconoscevano nei ritratti dipinti dai mezzi di comunicazione né si sentivano soggetti eccezionali. [...] Siamo rifiuti pericolosi, ecco la verità."


Credo che Minna Lindgren possegga un dono che affianca e completa quella che è la sua capacità di raccontare: riesce ad inserire, nel corso della narrazione, innumerevoli spunti di riflessione, nel caso specifico appartenenti alla sfera dell'anzianità. Parlare di tematiche ostiche come l'eutanasia, i maltrattamenti, la concezione che il mondo ha dell'anziano, non è affatto semplice e lei riesce a farlo tra un sorriso e l'altro. Questa ironia mista alla serietà di certi argomenti avevo avuto modo di apprezzarla già nella precedente avventura ma rappresenta una sorta di connessione anche in questo secondo romanzo. Ironia che, nel finale, lascia spazio ad un registro stilistico diverso, un tono che si adegua alla situazione del momento raccontato.
I personaggi subiscono un mutamento, una evoluzione. Si scopriranno nuove sfaccettature del loro essere persone ed anziani allo stesso tempo. Non mancheranno, anche in questo caso, i viaggi in tram che vi porteranno alla scoperta delle meraviglie di Helsinki in ottemperanza a quello che è uno degli aspetti caratteristici della lettura: viaggiare alla scoperta di nuovi luoghi restando comodamente seduti in poltrona. 
Il mistero che già aveva caratterizzato il romanzo precedente si infittisce sempre più. Sembra esserci un legame tra gli avvenimenti raccontati ma lo si scoprirà passo passo, quando i dubbi si insinueranno anche nella mente del lettore e quelle che erano persone fidate forse nascondono una valanga di segreti.
Se avete amato il primo capitolo potrete capire benissimo di cosa sto parlando, se invece appartenete alla schiera di coloro che non hanno ancora avuto modo di fare un salto a Villa del Lieto Tramonto, credo che sia giunto il momento di conoscere gli spassosi ospiti che la popolano.
Io non posso che attendere la nuova avventura, pronta a salire sul tram 4, sull'8 o sul 6, purché ci siano delle accompagnatrici di eccezione a farmi riflettere con un occhio più critico su tematiche tanto difficili e a guidarmi tra le meraviglie della città. Ovviamente sto parlando di Sirri ed Irma e, chissà, magari mangeremo anche un bel pezzo di toorta fa-vo-lo-sa!






lunedì 2 maggio 2016

Monthly Recap Aprile!



Rubrica a cadenza mensile per riepilogare quanto avvenuto nel mese appena trascorso



Buon inizio settimana lettori e benvenuti nel mio angolino virtuale! Oggi giornata di Recap per fare il punto della situazione sul mese appena trascorso. Devo ammettere che ogni volta che scrivo questo post prendo coscienza del fatto che un intero mese sia trascorso e mi piace sempre dare un'occhiata al mio comodino libroso, scoprire cosa è accaduto, quali libri mi hanno accompagnato in questi trenta giorni, nel caso di Aprile, e quali hanno trovato un loro posticino nella mia libreria ormai strapiena.
Ma questo mese ci sarà anche una piccola novità perché, da brava book-blogger, ho deciso di stilare la mia personalissima TBR di Maggio, un evento più unico che raro dato che, almeno per quanto riguarda le mie letture, non sono solita seguire delle liste. Cosa è cambiato? Beh, mi sono accorta che negli ultimi mesi io le liste le seguo eccome! Quindi mettetevi comodi mentre recupero il classico ombrellino da guida turistica per accompagnarvi in questo bellissimo tour libroso...





LETTURE E RECENSIONI


Prima fermata di questo piccolo viaggio: i libri che si sono alternati sul mio comodino nel mese appena trascorso. Devo ammettere che Aprile è stato proficuo se si parla di numeri, un po' meno se si prendono in considerazioni le emozioni post lettura. Non ho apprezzato tutte le letture che mi hanno fatto compagnia e ve ne parlo ampiamente nelle varie recensioni (cliccando sulle copertine sarete reindirizzati alle stesse).



Testo Alternativo Testo Alternativo Testo Alternativo
Testo Alternativo Testo Alternativo


Il romanzo che senza ombra di dubbio si aggiudica il titolo di Lettura del mese di Aprile è sicuramente "The Danish Girl" di David Ebershoff. Un libro al quale mi sono accostata non pienamente convinta ma che mi ha trascinata in un vortice di emozioni! Quindi sono davvero felice di averlo letto :)





LIBRI SUI MIEI SCAFFALI


Ma cosa è successo nella mia libreria? Ebbene anche questo mese gli scaffali di libri da leggere hanno visto delle graditissime new entry tra omaggi, acquisti e la vittoria al giveaway organizzato da Laura La Libridinosa (tutte le informazioni sul caso qui)


OMAGGI
- "Fuga da Villa del Lieto Tramonto" di Minna Lindgren, Sonzogno;
- "La casa tra i salici" di Katharina Hagena, Garzanti;
- "Ritorno a Parigi" di Michelle Gable, Newton Compton Editori.

ACQUISTI
- "Agnes Brown mamma" di Brendan O'Carrol.

GIVEAWAY
- "La tentazione di essere felici" e "La tristezza ha il sonno leggero" di Lorenzo Marone.






COSA LEGGO A MAGGIO?


Ed eccoci giunti all'ultima tappa del tour dedicato al Recap del mese di Aprile. Come vi avevo anticipato in apertura, mi sono lanciata in questa nuova avventura limitando la scelta a quattro titoli. Fatemi prendere la mano e le mie TBR diventeranno chilometriche in stile WL!
Ebbene i romanzi scelti sono:



"La casa tra i salici" di Katharina Hagena
"Agnes Brown mamma" di Brendan O'Carrol
"La pietà dell'acqua" di Antonio Fusco
"Pane cose e cappuccino: dal fornaio di Elmwood Springs" di Fannie Flagg



L'obiettivo per il mese di Maggio è riuscire a spuntare tutte le voci della mia TBR, ci riuscirò? Lo scoprirete il prossimo mese. Come sempre lascio la parola a voi e ne approfitto per augurarvi tante buone letture!