sabato 7 novembre 2015

Recensione 'L'Eco Lontana delle Onde del Nord' di Corina Bomann




L'eco lontana delle onde del nord
Corina Bomann


Editore: Giunti - Genere: Contemporary Romance
Pagine: 438 - Prezzo: 11,90€ - eBook: 7,99€


Dopo la dolorosa separazione dal marito, Annabel cerca di ripartire trasferendosi sull'isola di Rügen, nel Mar Baltico, con le sue bianche scogliere di gesso e le lunghe spiagge incontaminate. In una magnifica casa sulla costa, con un nuovo lavoro in un hotel del posto, Annabel è certa di poter ritrovare la serenità. Finché un giorno, nel porto di Sassnitz, scorge una vecchia barca a vela con una scritta sbiadita sul fianco: "La Rosa delle Tempeste". Un nome che suscita in lei un'attrazione immediata e irresistibile. Accarezzando il sogno di comprare la barca, per restaurarla e trasformarla in un caffè sull'acqua, Annabel si imbatte nell'affascinante Christian Merten, anche lui interessato all'acquisto per ragioni piuttosto oscure. La scoperta di una lettera nascosta nella stiva mette ben presto Annabel e Christian sulle tracce di una donna che, oltre trent'anni prima, proprio su quella barca, era fuggita dalla Germania Est. Ma Annabel non può immaginare che nella Rosa delle Tempeste è sepolto un segreto che ha segnato tragicamente la sua infanzia. E che potrebbe cambiare per sempre il suo futuro.




Nonostante sia solo il secondo libro che leggo, scritto dalla Bomann, sono sempre più convinta di annoverarla tra le mie scrittrici preferite. A dirla tutta questo "titolo" gliel'ho assegnato sulla base di quel primo e unico romanzo finito anni fa tra le mie mani: "L'Isola delle Farfalle". Un capolavoro che gli amanti del genere non possono non leggere. Ebbene anche il romanzo che recensisco segue molto quella scia sebbene, devo ammetterlo, non mi abbia coinvolta come il precedente, pur trattandosi di una gran bella lettura. Ma procediamo con ordine.

Strutturalmente il romanzo è diviso in tre grandi sezioni: nella prima conosceremo la protagonista, Annabel; la seconda sarà incentrata sulla barca e sulla sua storia; la terza ed ultima parte riguarderà la lettera ritrovata sull'imbarcazione e della quale vi ho accennato nella frase di apertura. Ovviamente come sfondo prosegue il racconto di base che guida il lettore tra misteri e scoperte davvero suggestive.

Come avrete potuto capire, Annabel è la protagonista della storia narrata. Ci viene presentata sin da subito come una donna che sta cercando di rimettere insieme i cocci di un matrimonio fallito, che crede di essersi lasciata, ormai, alle spalle. Una donna forte, che con l'energia infusagli da sua figlia Leonie "Cuordileone", decide di riprendere in mano le redini della propria vita e trasferirsi il più lontano possibile da quel passato che tanto l'ha ferita. E quale posto migliore per farlo, se non un'isola nel Mar Baltico? Un luogo ameno, con le sue bianche scogliere e le lunghe spiagge incontaminate.
Una donna che, però, è perseguitata anche da qualcos'altro, un passato ancora più lontano e più difficile da dimenticare. Apparentemente, in lei vivono due personalità: se da una parte troviamo l'Annabel adulta, una donna sicura di sé e in grado di gestire ogni tipo di avversità, dall'altra fa capolino l'Annabel bambina, incapace di comprendere fino in fondo le motivazioni che hanno spinto la sua madre naturale ad abbandonarla, improvvisamente, quando aveva sei anni.
Una Annabel che crede, ormai, di aver messo da parte tutto questo ma che non sa ancora quanto sia difficile scrollarsi il passato di dosso, soprattutto quando le sue ombre continuano ad opprimerla.


"Ormai avevo smesso da tempo di provare a indovinare se mia madre mi avesse abbandonato spontaneamente o se fosse stata una messinscena dei funzionari del partito."


E' proprio su quest'isola che avviene un incontro che cambierà la sua vita. Non si tratta di una persona, ma di un oggetto, una barca: "La Rosa delle Tempeste". Nell'esatto istante in cui posa i suoi occhi sull'imbarcazione sente una forza che la attira verso quel peschereccio e una voce che continua a ripeterle che quella barca dovrà essere sua. Ma si sa, non sempre è possibile soddisfare i propri desideri senza fare i conti con alcuni aspetti imprescindibili, rappresentati, nello specifico, dal prezzo di vendita piuttosto elevato e dalla concorrenza degli altri acquirenti. 
Ed è proprio quando crede di essere in un tunnel senza via di uscita che uno spiraglio di luce arriva a rischiarare la coltre di tenebre che sembra avvolgerla. Uno spiraglio di nome Christian Merten.
Inizialmente appare come un uomo misterioso, uno di quelli capaci di far sciogliere la lingua degli altri ma restio a parlare di sé. Un uomo che Annabel comincerà a conoscere piano piano, quasi in punta di piedi perché ad ogni passo fatto verso di lui, ne corrisponderanno dieci in senso contrario. Un volersi chiudere a riccio per non lasciar trapelare i suoi pensieri e men che meno le sue emozioni.

Amo il modo di scrivere della Bomann, la capacità di intrecciare il presente con il passato, le storie, i luoghi e i personaggi di cui racconta, di creare la giusta atmosfera per accompagnare il lettore attraverso le pagine. Riesce a trasmettere informazioni e segreti, poco per volta, fermandosi al momento giusto e instillando nello stesso la voglia di saperne di più proseguendo nella lettura. Tutto ciò già a partire dal prologo e dalla suspense che lo accompagna.
L'inconfondibile stile dell'autrice ci guiderà attraverso i meandri più segreti di un periodo storico che ha caratterizzato la Germania negli anni precedenti la caduta del muro di Berlino, quando il paese era diviso in Est ed Ovest. Per farlo si servirà delle storie dei protagonisti principali e non solo; attraverso salti nel passato metterà in luce gli aspetti di quegli anni bui che pure hanno influenzato la vita di molte persone.
E allora io me li immagino ancora lì i protagonisti della storia, fermi sulla battigia, ad attendere un nuovo lettore, pronti a raccontarsi e a raccontare perché "...quando un libro finisce, non vuol dire che finisca anche la storia."


"Come fanno presto a diventarci estranee le cose che abbiamo sempre creduto di conoscere..."






2 commenti

  1. Ciao Anna, anch'io come te ho amata L'isola delle farfalle, letto in un periodo difficile, e usato quindi come un ancora per evadere dagli eventi di quel periodo. Quest'ultimo lavoro ha una cover meravigliosa e la trama è molto accattivante, prima o poi lo leggerò, lo stile dell'autrice lo ricordo bene e i suoi segreti si intrecciano a meraviglia, complimenti recensione convincente e molto delicata l'immagine, che trovo ci stia a pennello!

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    1. Grazie Cuore! Diciamo che "L'isola delle farfalle" è stata anche la mia ancora di salvezza in un periodo non molto facile. Le tue parole non possono far altro che confermarmi che è proprio vero: i libri ci salvano!
      Anche con questo romanzo la Bomann è riuscita a catturarmi, com'è solita fare, con il suo stile semplice ed efficace. La annovero nelle mie scrittrici preferite per cui non posso far altro che recuperare quello che non ho ancora letto! :)

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